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Berna

Berna ha 1/16 di abitanti di  Parigi e 1/21 di quelli di Roma, ma é una degnissima capitale per il nostro Paese
Della sede del governo (palazzo federale) e della cattedrale avevo già detto. 
Mi manca la città, compito gravoso è irrealistico pensare di descrivere tutto in un post:
C’è la storia dell’ansa sul fiume, e poi quella dell’orso.
C’è la città vecchia, che come una lingua di lava si snoda dalla posizione sopraelevata sull'ansa fino quasi  dentro dentro all’Aare. 
C’è la questione che é una capitale ma non la capitale.
E poi ci sono due personaggi, due eroi ben definiti

Ogni volta che mi reco a Berna scopro qualcosa di nuovo, oltre alla strada principale della città vecchia ho iniziato a vagare sulle vie secondarie e a ogni angolo una sorpresa. Berna é una “zighi alto” per usare un linguaggio per i fanciulli, sopra le nostre teste Berna offre il meglio di se, basta avere "il coraggio" di lasciare la strada maestra e avventurarsi anche nelle stradine secondarie

Il dedalo di strade del centro di Berna visto deal tetto della cattedrale

Fondata nel XII secolo secondo un innovativo piano di fondazione su una collina circondata dal fiume Aare, Berna ha subito un'espansione in diverse fasi dalla sua fondazione nel XII secolo. 
elementi ben definiti: strade larghe e ben tracciate utilizzate per il mercato, una distribuzione regolare delle aree edificate, suddivise in lotti stretti e profondi, una sofisticata infrastruttura di approvvigionamento idrico e di drenaggio, imponenti edifici risalenti principalmente al XVIII secolo, la maggior parte dei quali costruiti in molassa, con il loro sistema di arcate, le facciate delle case sostenute da archi. 

Pianta-veduta della città da sud (1603-1607), di Gregorius Sickinger. L'originale, disperso, è conosciuto grazie alla copia a olio su tela realizzata nel 1753 da Johann Ludwig Aberli (Bernisches Historisches Museum; fotografia Stefan Rebsamen).

Modellino della città presente al museo di storia di Berna

 L'aspetto di Berna è stato modificato dagli sviluppi dell'epoca moderna: nel XVI secolo la città ha visto la costruzione di pittoresche fontane, il restauro di torri e mura e il completamento della cattedrale. Nel XVII secolo furono costruite molte case patrizie in molassa e, verso la fine del XVIII secolo, gran parte delle aree edificate furono trasformate. Tuttavia, questo sviluppo moderno è sempre stato portato avanti preservando la struttura urbana medievale della città.

Parte bassa della città oggi con il "ponte di sotto"

Parte bassa della città da un graffito cittadino

 La Città Vecchia di Berna è un esempio unico di costante rinnovamento del tessuto edilizio, rispettando l'assetto urbanistico della pianta originaria e presentando una variazione tardo-barocca su un tema dell'Alto Medioevo.

Veduta a volo d'uccello della città. Litografia a colori eseguita da J. Arnout, 1860 ca. (Bernisches Historisches Museum; fotografia Stefan Rebsamen).

Primi insediamenti

Sembra che l'odierno territorio urbano, in senso stretto, fosse poco colonizzato in epoca preistorica

In epoca romana la penisola di Enge fu nuovamente occupata da insediamenti; lungo entrambi i lati di una strada rettilinea, che conduceva alla punta della penisola, si sviluppò un vicus forse disposto su più file

Pianta archeologica di Berna-penisola di Enge
Fonte: H. Grütter, Beilage zum Jahresbericht der Geographischen Gesellschaft Bern, 50, 1970-1972 © 1994 DSS e cartografia Kohli, Berna.

A sud si trovavano la necropoli di Rossfeld e le strutture pubbliche (piccolo anfiteatro, zona con tre templi con porticato galloromani presso l'Engemeistergut), adiacenti a edifici privati con locali da lavoro (botteghe di vasaio, fonderia di bronzo, fucina), mentre all'estremità settentrionale si trovava il complesso dei bagni. Dal vicus la strada principale portava a ovest verso Aventicum

In bianco la città, mentre in giallo l'area interessata dai ritrovamenti

Zähringen e la creazione

L'etimo del nome Berna è incerto. Secondo una leggenda locale, Berthold V di Zähringen fondatore della città, scelse come nome quello del primo animale che incontrò a caccia, che si rivelò essere un orso (Bär). L'orso, d'altro canto, è l'animale araldico, del sigillo e dello stemma di Berna almeno dall'anno 1220. È stata a lungo considerata probabile l'ipotesi che la città prenda il nome dalla città italiana di Verona, che all'epoca era conosciuta come Berna nell'alto medioevo tedesco. Dopo il ritrovamento di una tavoletta di zinco nel 1980 che riportava un'iscrizione in lingua celtica, è ora più probabile supporre che la città prenda il nome da un preesistente toponimo, forse dal significato di "fessura", "fenditura".


Le  targhe poste a fianco della statua de Berthold V di Zähringen

Le fonti più antiche relative alla fondazione della città (1191 ca.?) sono la Cronica de Berno (prima metà del XIV sec.) e la cronaca di Konrad Justinger (dopo il 1420); i dati che le due cronache forniscono sono in gran parte confermati dall'archeologia. Le origini di Berna vanno ricondotte agli sforzi messi in atto dai von Zähringen per rafforzare la propria posizione nella fascia prealpina rispetto agli Hohenstaufen e alle fam. nobili locali. 

Fondazione di Berna - Karl Jauslin

Controversa è anche l'estensione della città fondata da Berchtold V: o il primo burgum del 1191 giungeva fino alla Kreuzgasse e venne ampliato fino alla torre dell'orologio (Zytglogge) da un secondo burgum all'inizio del XIII sec., oppure, più verosimilmente, l'intero complesso dalla Nydegg fino alla torre dell'orologio fu tracciato già nel 1191. 

La città dei von Zähringen si articolava su tre assi longitudinali; la divisione in parcelle (100 x 60 piedi), il mercato su strada, il torrente aperto (Stadtbach), la posizione laterale della chiesa principale e le grondaie dei tetti sono considerati tipici delle fondazioni urbane dei von Zähringen

Costruzione della città nel 1191, come l'immaginava nel 1485 il disegnatore della Spiezer Chronik di Diebold Schilling (Burgerbibliothek Bern, Mss.h.h.I.16, p. 55).

Il conte Berchtold V von Zähringen è accompagnato sul cantiere da Cuno von Bubenberg, che avrebbe sovrinteso ai lavori. 

Il 12 maggio 1405, in quella che oggi è la Brunngasse, scoppiò un incendio che si diffuse rapidamente in tutta la città a causa del forte vento da nord. Il grande rogo distrusse 650 case di legno e oltre un centinaio di persone persero la vita. In base alle disposizioni sulla polizia antincendio fu ordinata la ricostruzione di case in pietra. Da allora, il paesaggio della città è stato dominato dalla pietra arenaria locale. Anche i portici furono costruiti dopo l'incendio per offrire agli artigiani postazioni di lavoro coperte davanti alle loro case. Oggi i portici proteggono dalla pioggia e dal sole mentre si passeggia ed è impossibile immaginare Berna senza di essi.

Adrian von Bubenberg

Forse il vero e unico eroe di Berna.
Figlio di Enrico IV von Bubenberg, Schultheiss di Berna e signore di Spiez, cui successe nel 1465. Durante un pellegrinaggio a in Terra Santa nel 1466, fu investito al rango di Cavaliere dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Numerose volte prima e dopo le guerre di Borgogna, guidò i negoziati bernesi con altri cantoni dell'antica Confederazione Svizzera e potenze straniere tra cui Savoia, Borgogna, Francia e Sacro Romano Impero.

Adrian von Bubenberg a cavallo (Diebold Schilling il Vecchio)

Ma la sua statura eroica nella storia svizzera è dovuta alla sua tenace difesa durante la battaglioa di Mortat. Era stato nominato comandante della guarnigione cittadina nell'aprile 1476. La città fu assediata per dodici giorni a giugno dalle truppe di Carlo, duca di Borgogna, e Bubenberg riuscì a resistere fino a quando fu sollevato dalle forze confederate il 22 giugno alla decisiva sconfitta di Carlo.

Citazioni presenti sul piedistallo
Il mio amore e il mio bene sono tuoi fino alla morte 
Finché un altro vive in noi, nessuno si arrenderà.

Amico di Nicolao della Flüelen, celeberrima il suo intervento con il vescovo THomas; il vescovo si recò all'eremo di Nicolao della Flüelen a verificare se il digiuno fosse autentico e se non stesse  imbrogliando, oltre a Nicolao il vescovo trova Adrian von Bubneberg che sapendo "dell'esame" in arrivo decise di presenziare

Il vescovo sforza Nicolao a mangiare tre pezzi di pane,, Klaus fa fatica, dopo il secondo Von Bubenberg dichiarò che se Bruder Klaus fosse morto a causa del terzo pezzo di pane anche la vita del vescovo sarebbe stata accorciata. Il vescovo saggiamente non insiste.

Torre Käfigturm

Tutt’oggi non è ancora dato sapere se Ferdinand Hodler, uno dei più noti pittori svizzeri del XIX secolo, sia effettivamente nato nella Käfigturm. Quello che è certo è che sua madre lavorava come cuoca nella torre prima della sua nascita. Nella vicina fontana «Seilerbrunnen», la donna andava a prendere l’acqua per cucinare ed è lì che incontrò il suo futuro marito e padre di Ferdinand.

In passato, tuttavia, la Käfigturm non era considerata un luogo romantico. Costruita originariamente nel 1256 come torre difensiva e porta della città di Berna, la sua missione cambiò già nel XIV secolo con l’espansione della città. Dopo il devastante incendio del 1405, la torre assunse la funzione della Zytglogge (la Torre dell’orologio), che era stata distrutta dalle fiamme, e da quel momento in poi funse da prigione. Nelle sue stanze, i malfattori venivano interrogati e imprigionati. Ancora oggi, gli scarabocchi visibili sulle porte delle celle testimoniano il destino dei prigionieri.

Per la cronaca: omicidi, furti e crimini di altro genere, così come interrogatori, confessioni e sentenze furono documentati nei cosiddetti «Turmbücher» (in italiano: «libri della torre»).

Zytglogge

All’approssimarsi dello scoccare di ogni ora, una folla numerosa si accalca davanti alla Zytglogge (Torre dell’Orologio) per assistere a uno spettacolo d’effetto unico che puntuale si ripete nella città vecchia di Berna. L’animazione delle figure meccaniche con la processione degli orsi, il giullare, il gallo dorato e Crono, Dio del tempo, è l’attrazione più suggestiva per grandi e piccini da ogni dove.

Qui tutta la trafila

All’interno della torre, tuttavia, il tempo sembra essersi completamente fermato: la meccanica medievale, spessi muri in pietra e travi di legno massiccio accompagnano i visitatori in un viaggio nel passato.

Torre di difesa, prigione, stazione di osservazione e segnalazione nonché torre dell’orologio: nel corso del tempo, il monumento ha svolto diverse funzioni per la città e rappresenta tutt’oggi un importante emblema di Berna.

Con la costante crescita della città e il conseguente ampliamento dei suoi confini, la torre difensiva acquisì man mano una posizione sempre più centrale. In seguito a un devastante incendio nel 1405, l’edificio fu ricostruito e assunse immediatamente la nuova funzione di Zytglogge, ossia torre dell’Orologio, che scandiva le ore per i bernesi. Come principale orologio cittadino, la sua posizione non avrebbe potuto essere più centrale, e da quel momento i suoi rintocchi regolavano la vita degli abitanti di Berna.

Anche per altri aspetti, questa torre era l’edificio più importante della città federale: ad esempio, dalla Zytglogge (Torre dell’Orologio) venivano calcolate le ore di cammino indicate sulle pietre orarie poste lungo le strade cantonali. Anche le unità di misura Elle (cubiti) e Klafter (tese) – ancor oggi incise sul varco della porta – servivano come valore indicativo e per il controllo pubblico.

La torre è particolarmente famosa per il suo astrolabio – uno strumento di misurazione astronomica – e per il carillon del 1530.

All’approssimarsi del rintocco dell’ora, il canto del gallo annuncia la meravigliosa animazione delle figure meccaniche: la processione degli orsi inizia a girare, il giullare si prende la libertà di annunciare l’ora in anticipo, dalla torre suonano i quarti d’ora e Crono, il Dio del tempo, gira la sua clessidra. La figura dorata di Hans von Thann scandisce il tempo a colpi di martello, naturalmente sincronizzato con Crono che solleva il suo scettro al momento del rintocco.

Dettaglio della Zytglogge

Un po’ più lente, ma altrettanto precise sono le lancette dell’astrolabio: gli artistici dischi dell’orologio astronomico dominano il varco della porta dello Zytglogge (Torre dell’Orologio). Le sfere, in parte fisse e in parte rotanti, sono l’esatta riproduzione della volta celeste con la terra al centro. Il sole, la luna e le stelle girano intorno al nostro pianeta, descrivendo le orbite che vediamo dalla Terra.

La complessa rappresentazione dell’emisfero nord mostra sempre il segno zodiacale attuale, le fasi lunari, l’ora dell’alba e del tramonto nonché la data. Al di sopra dell’astrolabio, affreschi delle cinque divinità planetarie della mitologia romana adornano la torre.

Le corporazioni

Fin dal XIII sec. erano attive le corporazioni (denominate "soc.", Gesellschaften, dal XIV sec.), unioni a scopo economico, sociale e in parte anche religioso. Il loro numero aumentò considerevolmente spec. nel XV sec., con la divisione di singoli mestieri in più “camere” (Stuben). La sequenza ufficiale delle società, in cui si rifletteva anche il loro prestigio sociale e politico, era la seguente: società dei fornai, dei fabbri, dei macellai, dei conciatori, zum Mittellöwen (pellicciai), zum Narren und Distelzwang (soc. dei nobili, al primo posto dal 1674), dei calzolai, Soc. del Moro (tessitori), dei commercianti, della Scimmia (scalpellini), dei carpentieri, dei barcaioli, dei vignaioli e dei tiratori. 

Le bandiere delle 13 corporazioni (1796)

Un analogo inquadramento sociale e religioso era dato, nel tardo medioevo, anche da diverse confraternite. Gli ebrei, attestati a Berna dal 1259 e più volte banditi e perseguitati (1294, 1349, 1392, 1427), persero la loro funzione principale con la comparsa di cambiavalute e prestatori di denaro lombardi, caorsini e indigeni (autorizzati dal Consiglio nel 1384), ma non scomparvero del tutto dalla città.

Corporazione scalpellini, muratori e tagliapietra

La Zunftgesellschaft zum Affen ha origine nel 1321 ed è quindi una delle corporazioni più antiche di Berna. Gli scalpellini, i tagliapietre, i muratori e gli spaccapietre si unirono per formare una confraternita di scalpellini - il precursore dell'attuale Zunftgesellschaft zum Affen.
"Affen è l'unica corporazione di artigiani in cui erano ammessi solo i membri professionisti, gli scalpellini".


La corporazione degli scalpellini si occupava principalmente delle regole del mestiere (formazione, orari di lavoro, condizioni di impiego...) e della sicurezza sociale dei suoi membri (malati, poveri, orfani e vedove, ecc.). Inoltre, la corporazione svolgeva servizi di guardia e militari con le altre corporazioni e faceva parte del corpo dei pompieri della città fino all'abolizione del servizio di milizia obbligatorio per i cittadini nel 1768.


"Scimmia di Dio" era il nome dato all'artista come imitatore di talento nei primi tempi cristiani. La capacità delle scimmie di apprendere e imitare rende comprensibile il nome "Scimmia di Dio" per l'artista che imita la natura e l'ambiente. Non è un caso che i maestri e gli artigiani della pietra si siano dati il nome della scimmia quando si sono riuniti in una confraternita nel 1321.

Come costruttori delle prime fortificazioni cittadine e, dopo l'incendio del 1405, anche degli edifici residenziali e pubblici, gli scalpellini hanno plasmato l'immagine della nostra città per sempre. Oggi, il compito degli scalpellini è quello di preservare ciò che è stato creato con tanta maestria. Questo collega la società della corporazione con la tradizione artigianale della pietra.

Corporazione dei sarti e dei tosatori

La corporazione dei sarti e dei tosatori fu fondata negli anni '70 del XIII secolo e nel 1474 acquistò la Haus zum Mohren, che già sorgeva sullo stesso sito dell'attuale casa, costruita intorno al 1670. Ben presto la corporazione prese probabilmente il nome dall'insegna della casa e, al più tardi con gli statuti del 1530 circa, portò ufficialmente anche il nome di Zunft zum Mohren.


Il significato della statua del Mohren, raffigurata anche nello stemma della corporazione fino al 2022, non è stato chiarito in modo definitivo dal punto di vista storico. Da un lato, il moro potrebbe riferirsi a San Maurizio (III secolo d.C.), spesso raffigurato come un uomo dalla pelle scura a causa della sua origine nordafricana. San Maurizio era, tra l'altro, il patrono dei tintori e dei lavoratori della stoffa. D'altra parte, potrebbe anche essere collegato al Moro tra i Re Magi; era il patrono dei viaggiatori, motivo per cui i Gasthöfe zum Mohren erano molto diffusi.

La Gilda dei Mori ha sempre rifiutato qualsiasi forma di discriminazione e razzismo. Come Gilda dei Sartori, torna alle sue origini e si concentra sul mestiere per cui si è battuta fin dalla sua fondazione nel 1383: quello dei sarti e dei tosatori di stoffe.

Corporazione artigiani del legno 

La corporazione comprende i quattro mestieri di falegname, carpentiere, bottaio e carpentiere  raffigurati nello stemma della società, nonché i chiodatori di tetti, che non sono rappresentati nello stemma. Dal 1964, la sede della corporazione si trova nell'edificio di Kramgasse 2.


La città di Berna fu fondata nel 1191. Nel 1250 e nel 1340 furono necessari degli ampliamenti della città. Poiché la città fu originariamente costruita in legno, si può presumere che gli artigiani del legno fossero già presenti in gran numero in città all'inizio. La prima testimonianza scritta degli artigiani del legno risale al 1314: una denuncia dei bottai per l'inquinamento dell'acqua. Nel 1373, i falegnami e i chiodatori di tetti sono menzionati nei documenti. È certo che la Gesellschaft zu Zimmerleuten dispone di un proprio salone dal 1420. L'antica casa della corporazione si trova in Marktgasse 4. Dal 1964, la sala della corporazione si trova in Kramgasse 2.


Con circa 1400 membri (al gennaio 2023), la Gesellschaft zu Zimmerleuten è una delle corporazioni più grandi di Berna. Oltre a beni immobili e titoli, il patrimonio della società comprende anche argenteria. Degno di nota è, da un lato, il "Nahl-Becher", progettato dal famoso scultore Johann August Nahl (1710-1781). Dall'altro lato, la "Moser Duck" donata da Henri Moser Charlottenfels nel 1916 - una ciotola per bere lasciata in eredità da Moser alla Società in segno di gratitudine per il dono dell'ammissione alla Società. Entrambe le opere in argento sono esposte nel Museo storico di Berna.

Corporazione forgiatori

La prima menzione documentata dei lavoratori del metallo risale al 1345. In passato, gli artigiani che lavoravano il metallo di ogni tipo erano membri della corporazione di Schmieden. Oggi la "Schmiedstube" è una delle ultime locande delle corporazioni di Berna.

Come le altre corporazioni Venner, Schmieden compare nel XIV secolo. Il documento più antico oggi conosciuto porta la data del 1° aprile 1345. La corporazione comprendeva i membri dei 13 mestieri "che necessitano di incudine, martello e pinze", più tardi anche i vetrai, alcuni orafi e i tosatori. Inoltre, la parentela tra artigianato e medicina fece sì che anche i medici accettassero i diritti di sala dei fabbri.

Dal 1448, la corporazione è proprietaria del nucleo di terreni in Schmiedenplatz 5 o Marktgasse 10, su cui sorge la casa della corporazione. Questa è stata ricostruita più volte. La "Schmiedstube" è, insieme al ristorante "Webern", una delle ultime due locande della corporazione a Berna.

Attualmente la corporazione conta circa 2550 membri (al gennaio 2023).

Corporazione Ober-Gerwern

La corporazione dell'Ober-Gerwern è nata dalla corporazione medievale dei conciatori e dei commercianti di pelli, in particolare dall'unione dei conciatori dell'Alto e del Basso nel 1578. Insieme alla corporazione sorella di Mittellöwen, "Ober-Gerwern" era una delle quattro corporazioni Venner.

Inizialmente attivi nella Gerechtigkeitsgasse inferiore, i conciatori dovettero trasferirsi presto nell'antico fossato della città a sud dello Zeitglocken ("Gerberngraben", oggi Parking Casino), in seguito anche nella Matte (Gerberngasse), poiché il loro commercio inquinava il torrente della città e causava fastidiosi odori.


Intorno al 1423, gli Ober-Gerwern acquistarono la loro casa della corporazione sul fossato cittadino riempito sopra il Gerberngraben. Nel 1565-67 la fecero ricostruire ex novo (oggi Theaterplatz 2, con la suggestiva "Gerbernturm"). In questo modo dimostrarono la potenza economica del commercio del cuoio, di gran lunga la più redditizia "industria di esportazione" della Berna medievale. Nel 1806 si trasferirono nell'attuale Gesellschaftshaus in Marktgasse 45 e Amthausgasse 28, che è stato completamente ristrutturato nel 1965-68. L'emblema della casa e l'animale araldico era ed è tuttora un leone nero. L'associazione conta poco meno di 1500 membri (al gennaio 2023).

Molti bernesi importanti, come l'artista e statista Niklaus Manuel, il fondatore delle Poste bernesi Beat Fischer e il naturalista e poeta Albrecht von Haller, erano membri di questa società.

Corporazione "Leoni di mezzo"

Intorno al 1430/40, accanto alla sala superiore e a quella inferiore, comparve una terza sala per i conciatori. Poiché la sua casa si trovava al centro tra le due sale più antiche, fu chiamata "Zum Roten Löwen" o "Zu Mittellöwen". Tutti e tre insieme formavano la corporazione Gerbern-Venner.


Nel suo "Geschichte der Berner Zunft zu Mittellöwen" (1984), Urs Martin Zahnd descrive questa corporazione come pienamente costituita intorno al 1450. Il più antico documento originale sopravvissuto che fa riferimento alla Stube zum Roten Löwen risale al 1467.
Secondo Zahnd, la Mittellöwen (circa 1000 membri, al gennaio 2023) era principalmente un'associazione di mercanti e nobili di successo che cercavano di accedere a cariche politiche (Venner, Säckelmeister, Schultheiss) aderendo a questa corporazione Venner.
Nel corso del tempo, a questa classe dirigente economica e politica (tra cui Bartholomäus May e Adrian von Bubenberg) si aggiunsero artisti (tra cui il pittore del vetro Hans Noll e i pittori Josef Werner e Rudolf Münger) e scienziati (come il premio Nobel Theodor Kocher).
I primi salotti erano situati nelle case delle corporazioni nella Kramgasse. Nel 1722 Mittellöwen acquistò il "Falken". In origine era una casa privata con diritto di taverna, poi sede bernese dei vescovi di Losanna, dopo la Riforma una locanda e dopo i lavori di ristrutturazione del 1732/66 come "Hotel du Faucon" la prima casa sulla piazza. Nel 1905/08 è stata trasformata in un edificio commerciale.

Conciatore al lavoro

Corporazione dei tessitori

Le tracce storiche della Corporazione dei tessitori risalgono all'inizio del XIV secolo. Nella grande lettera di corporazione del 1° aprile 1373, la Corporazione dei tessitori è menzionata come associazione di artigiani. A Webern erano iscritti alla corporazione i tessitori e i follatori, i tessitori, i tintori e i cappellai


L'uccello Grifone, creatura mitologica, ha origine nell'antichità ed è per metà uccello da preda (aquila) e per metà bestia da preda (leone). Decora, tra l'altro, la facciata esterna della casa della corporazione, la bandiera della corporazione ed è anche esposto come recipiente nobile per bere nel Museo storico di Berna, a condizione che non venga usato in un'occasione della corporazione nel salotto. Questa coppa è d'argento, dorata e datata 1712, è alta circa 54 cm e pesa 5.000 g. Per la sua inaugurazione fu organizzata una festa in cui 61 operai, evidentemente forti bevitori, bevvero 180 litri di vino.


Nei tempi nuovi, quando Webern non era più una corporazione artigiana distinta, vide tra le sue fila anche artisti e studiosi come il pittore, incisore e scultore Karl Stauffer, lo studioso di letteratura e linguistica professor Otto von Greyerz e il filantropo Emanuel Ludwig Ziegler, fondatore dello Zieglerspital.

Webern acquistò quella che probabilmente fu la sua prima casa della corporazione nel 1427 in Kramgasse 69 o 73 e la seconda nel 1465 nella città alta in Marktgasse 5, che ricostruì più volte. Nel 1911, la corporazione si trasferì nella Gerechtigkeitsgasse 68 in un'antica proprietà bernese con una locanda. La corporazione Webern ha sempre avuto una grande tradizione di gestione di pub e il noto ristorante "Zunft zu Webern" si trova ancora oggi in questo antico edificio.

Con circa 1140 membri (a gennaio 2023), i cosiddetti Stubengenossen, la Webern è una corporazione di medie dimensioni.

Le fontane

L’acqua, a Berna, scorre ovunque: nelle fontane, nelle cisterne, nel canale sotterraneo e nel fiume. Oltre 100 fontane pubbliche impreziosiscono la città vecchia di Berna

La storia dell’approvvigionamento idrico di Berna risale al Medioevo. Già nel XIII secolo, nella città degli Zähringer esistevano numerosi punti di erogazione idrica. L’acqua veniva fornita dal canale sotterraneo della città, da pozzi di sorgenti e pozzi scavati e, verosimilmente, da cisterne. La vena d’acqua principale − ovvero il canale che scorre sotto la città − fungeva da rete fognaria, trasportava l’acqua di spegnimento e forniva – come fa ancora tutt’oggi – l’acqua a tutte le fontane di Berna, sia a quelle in superficie che a quelle sotterranee. Verso il 1550, la città sostituì molte delle fontane in legno con fontane artistiche in pietra.

Tra il 1542 e il 1549 a Berna vennero realizzate, verosimilmente dall'artista friburghese Hans Gieng, 11 fontane. Decorate con stemmi, scudi o blasoni, esse simboleggiavano – nel contesto delle guerre con i Turchi e delle lotte confessionali in Europa – la forza militare della città. Nel 1542, inoltre, Berna si oppose alle richieste della Dieta imperiale di cedere il Paese di Vaud alla Savoia. 

In passato, le fontane pubbliche assumevano un ruolo importante nella vita quotidiana della città. Oltre all’approvvigionamento idrico, svolgevano anche un’importante funzione sociale.

Considerata un luogo di incontro, la fontana era il posto in cui la gente si dava appuntamento per chiacchierare, scambiarsi notizie, appianare controversie, discutere di questioni politiche o negoziare accordi. Donne e cameriere portavano l’acqua per le loro case in grandi contenitori di rame, i cosiddetti portatori d’acqua riempivano i mastelli e li portavano direttamente a domicilio dietro un piccolo compenso, mentre i carrettieri abbeveravano i loro cavalli. La vasca inferiore, più piccola, era destinata agli animali e ancora oggi ricorda l’epoca in cui le mucche e i cavalli venivano condotti attraverso i vicoli di Berna.

Fontana della Giustizia

La bella ed elegante Justitia – che impersona la giustizia – si erge con gli occhi bendati sul suo piedistallo. Nella mano destra solleva una spada da esecuzione e nella sinistra tiene una bilancia a stadera con due piatti d’oro. Ai suoi piedi ci sono un papa, un imperatore, un re e un sultano. Tutti i regnanti sono raffigurati con gli occhi chiusi in segno di rispetto. 

La Giustizia, statua della fontana in pietra calcarea attribuita ad Hans Gieng 


Nel 1798, con la caduta della vecchia Berna, la statua della Giustizia fu privata dei suoi attributi; nel 1986 alcuni separatisti giurassiani la fecero cadere dalla sua base; l'originale, restaurato, è conservato al Museo di storia della città mentre sulla fontana è stata collocata una copia policroma.

La statua presente nel museo di storia di Berna

Vennerbrunnen

La figura della fontana raffigura un Venner, un portabandiera bernese corazzato. Fu creata nel 1542 da Hans Gieng come fontana in pietra per sostituire un'installazione in legno del XIV secolo sulla Schwendplatz, in cima al Nydeggstalden.

Il portabandiera di Berna (Venner) si erge orgoglioso nella sua armatura scintillante sulla colonna corinzia.

Per la cronaca: dopo l’invasione della «Grande Armée» nel 1798, la bandiera alla sua destra fu vittima dell’arroganza dei francesi. Un soldato strappò infatti la targa della bandiera. Purtroppo, il personaggio creato dall’artista Hans Gieng non resistette a un simile trattamento e l’avambraccio sinistro si spezzò. Trascorse molto tempo prima che il danno fosse riparato. I documenti illustrati dell’epoca ritraggono infatti il portabandiera appoggiato a un bastone e non, come attualmente, a una spada. Oggi, dopo essere trasferita diverse volte, la versione restaurata di «Venner» veglia sulla Rathausplatz.
La figura è una copia, l'originale si trova al Museo storico di Berna.


La fontana fu spostata nel 1844, quando fu costruito il ponte di Nydegg. Dal 1880 al 1913, la figura e il capitello con le quattro maschere si trovavano sull'Amthausgassbrunnen in Amthausgasse, fino a quando furono spostati nella posizione attuale nel 1913.

Versione nel museo di storia di Berna

Kindlifresserbrunnen (fontana del divoratore di bambini)

La fontana fu costruita nel 1545 da Hans Gieng sul sito di una fontana in legno del XV secolo. La fontana, originariamente chiamata Platzbrunnen, è documentata per la prima volta nel 1666 come Kindlifresserbrunnen. La fontana è stata leggermente spostata nel 1997 nell'ambito della ristrutturazione delle linee tranviarie di Kornhausplatz. Quando è stata spostata, sul fondo della vasca della fontana è stata scoperta la data MDXXXXV (1545).


La figura della fontana è una figura che spaventa i bambini (child-eater, in inglese orco) appoggiata su un piedistallo, in procinto di divorare un bambino nudo. Ci sono altri bambini in un sacco appeso al collo. Il mangiatore di bambini indossa un cappello a punta con la tesa arrotolata. La scultura della fontana poggia su una colonna corinzia appesa a ghirlande.

L'estremità inferiore del fusto della colonna è decorata con un corteo di orsi. Il corteo di orsi è composto da orsi vestiti in abiti da difesa. Gli orsi portano moschetti, elmi, spade, insegne, una brocca di vino, sacche per le palle e bandoliere con croci svizzere

Il Kinderfresser è una figura di spaventatore di bambini molto diffusa nel Medioevo e nel primo periodo moderno. La figura è sempre rappresentata con una borsa a tracolla in cui vengono messi i bambini cattivi, come nel caso delle Kindlifresserbrunnen. La forma del cappello della figura è probabilmente riconducibile alla rappresentazione grafica di Saturno (Kronos) di Georg Pencz del 1531. Kronos è anche raffigurato nell'arte visiva come divoratore di bambini. Tuttavia, la figura della fontana non può essere considerata una rappresentazione univoca di Crono, poiché è raffigurato con un solo bambino alla volta e nella scultura di Gieng manca chiaramente la falce come attributo. D'altra parte, il mangiatore di bambini non è raffigurato con un cappello. Si può quindi ipotizzare che lo scultore friburghese Hans Gieng, originario della Svevia, abbia fuso elementi iconografici contemporanei del Mangiabambini e di Saturno nella sua figura di Mangiabambini. Ciò avviene già in una xilografia di Norimberga del 1492, dove il mangiatore di bambini, esplicitamente identificato come Saturno, indossa un cappello da ebreo e ha un anello da ebreo sul vestito.

Raffigurazione di un mangiatore di bambini, xilografia di Lorenz Schultes (1600 ca.)

Nel linguaggio popolare circolano varie interpretazioni del Kindlifresserbrunnen, come quella secondo cui il cappello del Kinderfresser è un cappello da ebreo, la figura un ebreo, che ricorda un presunto omicidio rituale (Rudolf von Bern) commesso a Berna. Roy Oppenheim sostiene l'interpretazione dell'omicidio rituale; attraverso le interpretazioni come Kinderschreck o Saturno, si nasconde lo sfondo antiebraico.

Saturno (Kronos) come ebreo, xilografia, Norimberga (1492)

Altri, invece, hanno visto il Kinderfresser come una figura carnevalesca. Questo è improbabile, perché le autorità bernesi avevano cercato di fermare il carnevale dopo la Riforma del 1529 e quindi difficilmente avrebbero commissionato una figura carnevalesca come scultura per una fontana.

Nel racconto yiddish Der Kinderli-Freser della serie Chlomot fun a Wanderer di David Einhorn, il narratore in prima persona ha una conversazione con il Kindlifresser, che si occupa teneramente dei bambini di notte e, quando gli viene tolta la maschera, si rivela essere un ebreo giustiziato nel Medioevo che, come figura di fontana, indossa la sua smorfia di ispirazione antisemita durante il giorno.  La Kindlifresserbrunnen svolge un ruolo importante nel romanzo L'orco (titolo tedesco: Der Kinderfresser, traduzione di Marcel Schwander) di Jacques Chessex. In esso è il simbolo del padre del narratore in prima persona, che lo ha privato della sua infanzia, del suo primo amore e infine della sua voglia di vivere.

Ryfflibrunnen (Aarbergergasse)

Il personaggio del balestriere della Aarbergergasse è avvolto nella leggenda. Si racconta che il soldato rappresenti il tiratore Ryffli che, secondo la tradizione, sconfisse con un solo colpo il cavaliere Jordan III di Burgistein. 

La statua del tiratore è provvista di vari accessori bellici. Oltre al costume da comandante, Ryffli indossa una balestra sulla spalla, una faretra dietro la schiena e un dardo per caricare l’arma. In sua compagnia c’è un piccolo orso, pure lui armato.

Versione presente al museo di storia di Berna

Fontana di Sansone

Il personaggio di questa fontana è l’eroe biblico Sansone, raffigurato in abiti romani. La statua rappresenta un simbolo molto diffuso nel periodo del Rinascimento: il potere. Il vigoroso uomo afferra la bocca di un leone a mani nude con l’intento di squarciarla.


Un’arma e degli strumenti da macellaio sono appesi alla sua cintura. Questo dettaglio suggerisce che si tratta di un dono della corporazione dei macellai. Non sorprende dunque che a partire dal 1687 fu chiamata anche «Metzgernbrunnen» (Fontana del Macellaio) e che il nome attuale le fu attribuito solo 150 anni più tardi.


Statua presente nel museo di storia di Berna

Fontana dello Zahringen

Fu costruita nel 1535 da Hans Hiltprand e si trova sotto la Torre Zytglogge. Il nome attuale della fontana risale al XIX secolo e ricorda il fondatore della città di Berna, Berchtold V di Zähringen. Era chiamata anche Finstergässlibrunnen o Bärenbrunnen.


La figura della fontana è un orso in piedi con un elmo e due spade alla cintura. La zampa destra regge uno stendardo, quella sinistra uno scudo. Lo stendardo e lo scudo raffigurano un leone dorato su sfondo rosso. Si tratta di una variante dello stemma utilizzato anche dagli Zähringer.[2] Tra le zampe del grande orso siede un cucciolo d'orso che divora un grappolo d'uva.

Anna-Seiler-Brunnen (Marktgasse) – Fontana di Anna Seiler

Non è chiaro se il personaggio femminile con la brocca in mano sia un simbolo di temperanza o se incarni la dea della giovinezza Ebe. 

Oggi, la fontana ricorda Anna Seiler che nel 1354 donò alla città di Berna un ospedale, chiamato in seguito Inselspital. Per la cronaca: si narra che i genitori del famoso pittore svizzero Ferdinand Hodler si siano incontrati proprio davanti a questa fontana…

Junkerngassbrunnen

Una fontana viene menzionata per la prima volta nel 1526 nella casa degli Schultheiss di Berna. Il suddetto primo pozzo si trovava quindi a circa 100 metri sotto l'attuale posizione

La costruzione di una fontana sull'Hofstatt nella Junkerngasse, che avrebbe dovuto sostituire quella del 1526, fu decisa dal Consiglio solo nel marzo del 1596. Questa fontana di legno appare nella pianta della città di Sickinger del 1603-1607 vicino all'Hofstatt o alle vecchie case Bubenberg o Erlach.


Nel 1635/1636 la fontana fu dotata di un nuovo bastone in pietra dall'allora maestro bernese Joseph Plepp. Circa 30 anni dopo, nel 1667/1668, fu dipinta. Nello stesso periodo furono eseguiti lavori di restauro simili anche per la fontana di Herrengass. Sempre 30 anni dopo, nel 1696-1698, la fontana fu dotata di una nuova vasca e di quella che sembra essere una nuova figura di fontana, un leone in pietra.

L'ultima riprogettazione avvenne nel 1756/1757,la figura del leone fu nuovamente sostituita e l'intera fontana fu ridipinta. Si può solo ipotizzare se il leone fosse già dotato, all'epoca o già dal 1696-1698, della lancia e dello scudo con lo stemma dei von Bubenberg, una stella d'argento a sei punte su sfondo blu. Tuttavia, sembra probabile, poiché la fontana, o meglio la sua figura, incarnava un simbolo politico nelle lotte di partito del XIX secolo e come tale veniva spesso danneggiata.

 Nella sua forma di base e nell'allineamento all'asse del vicolo, la fontana è simile a quella del 1596. La figura del leone della fontana, ancora in piedi sul bastone, con lancia e scudo con lo stemma di Bubenberg in fusione di zinco bronzato, è stata apparentemente basata sulla sagoma della statua più antica.

La fontana di Mosè

La Fontana di Mosè sulla Münsterplatz ha compiuto un lungo viaggio, proprio con il personaggio biblico che rappresenta. Il suo predecessore dovette essere rimosso a causa di un difetto ai piedi, alle tavole dei dieci comandamenti danneggiate e all’erosione dovuta alle intemperie. Dapprima fu sostituito con un impianto fontana, dopodiché la statua di Mosè finì in mani private e fu usata come decorazione per una casetta da giardino e in seguito trasferita nella sala delle antichità dell’ex Chiesa degli Antoniani.

La cupola della cattedrale con Mosè di spalle che osserva

Nel 1791, la fontana fu finalmente sostituita con quella attuale. La statua dello scultore Nikolaus Sporrer di Costanza raffigura Mosè che indossa una lunga veste blu-oro. Con la mano destra indica il secondo comandamento sulle tavole della Legge.

La base della fontana

Kronenbrunner

Dal 1820-1825, il Kronenbrunnen nella forma attuale - ad eccezione dell'installazione della fontana di Carlo E. Lischetti - si trova nello stesso luogo dietro il "Gasthof zur Krone", che gli ha dato il nome, nella Postgasse, davanti al pilastro d'angolo del porticato della Cancelleria di Stato di Berna


Nel 1992, l'artista bernese Carlo E. Lischetti riuscì a installare una scala in ferro con piedistallo e ringhiera alla base della fontana, nonostante l'associazione "Heit Sorg zu Bärn" si fosse opposta alla sua scultura. Da allora, il Kronenbrunnen è conosciuto anche come Fontana Lischetti, e chiunque può mettersi in scena come figura vivente della fontana.

Bärenplatzbrunnen

La Bärenplatzbrunnen si trova al centro della Bärenplatz dal 1901. Prima di allora, si trovava dal 1840 all'angolo nord-ovest dell'attuale Bundesplatz, di fronte al vecchio casinò; oggi, al suo posto sorge l'edificio d'angolo con la sede della Berner Kantonalbank.

La fontana del 1840, composta da una vasca e da un bastone.
La vasca e il pavimento sono in pietra calcarea bianca di Soletta.

Dopo essere stata trasferita in Bärenplatz, la fontana ricevette la sua prima figura di fontana sopra il capitello baldacchino nel 1904/05. Realizzata in pietra arenaria, l'opera, un gruppo di orsi che giocano, fu creata dallo scultore Ferdinand Huttenlocher su disegno di Rudolf Münger.


Dopo la morte di Huttenlocher e Münger, fu indetto un concorso tra gli scultori bernesi per la realizzazione di una nuova fontana[1]. Il concorso fu vinto da Walter Linck con la sua figura di un risaiolo bernese di ritorno con un orso che si alza, realizzata in calcare francese; l'orso che si alza fungeva da figura portante, mentre la catena e la spada del risaiolo sono in metallo. Questa raffigurazione adorna la fontana della Bärenplatz dal 1935.

La cattedrale

La sua guglia spunta come punto di riferimento da qualsiasi puntio della città vecchia vi troviate, tanto da avere un punto di riferimento, stile faro per la navigazione

Nel Medioevo, la politica e il clero erano strettamente legati. Gli eventi religiosi influenzavano la vita delle persone. Ad esempio, le riunioni politiche degli abitanti delle città con diritto di voto si svolgevano regolarmente nelle chiese.


Nel XV secolo, Berna era la più grande città stato a nord delle Alpi. Con il tempo, acquisì sempre più potere e si trasformò in un’importante potenza politica. Ben presto scaturì forte il desiderio di disporre anche di un luogo di culto appropriato. Non sorprende quindi che la città abbia commissionato la costruzione della Cattedrale di Berna, la cui prima pietra fu posata nel 1421.


Il luogo scelto aveva già una storia sacra alle spalle: oltre 200 anni fa, nello stesso punto sorgeva una piccola cappella, che nel tempo fu sostituita da un luogo di culto più grande, la «Leutkirche». La Cattedrale di Berna fu la terza chiesa costruita in quel luogo. La vecchia chiesa fu lasciata intatta e la Cattedrale fu costruita in senso orario attorno ad essa.

Durante la prima fase di costruzione, fu Matthäus Ensinger, ingegnere di Ulm, a dirigere il grande progetto. I lavori di costruzione durarono oltre 150 anni e nel corso delle generazioni vari artigiani, scultori e scalpellini contribuirono alla realizzazione di questo importante capolavoro.

La parte infernale incisa nella parte sinistra dell'entrata della cattedrale

Nel 1893, fu finalmente completata la più grande chiesa tardo medievale della Svizzera. Ad eccezione della parte superiore della torre campanaria, i costruttori utilizzarono principalmente pietra arenaria bernese. Per portare a termine gli ultimi lavori fu usata della pietra arenaria della Bassa Sassonia, molto resistente alle intemperie.

Riforma protestante a Berna

Durante la Riforma protestante di Berna ‒ quando il cristianesimo era suddiviso in cattolici e riformati ‒ i seguaci di Huldrych Zwingli erano la principale forza motrice. Durante una conferenza di 20 giorni, 450 delegati si consultarono e il 7 febbraio 1528 decisero di riformare Berna. Questo cambiamento di religione portò ad alcuni importanti cambiamenti: la messa cattolica fu abolita, le chiese furono convertite in depositi e i monasteri furono smantellati.

Le autorità di Berna ordinarono lo sgombero di altari, statue, quadri e affreschi in tutte le chiese della città. Anche i due organi a nido di rondine nella Cattedrale di Berna ‒ che Zwingli definì come «la cornamusa del diavolo» che distraeva i fedeli dalla predica ‒ dovettero essere rimossi durante queste operazioni di sgombero. La posizione che occupavano in precedenza ancora oggi è ben visibile grazie alle aperture nelle mura.

Oggi, nella Cattedrale riecheggia nuovamente il suono di sette organi. Oltre all’imponente grande organo Münster del 1729, nella zona del coro si trovano un organo a nido di rondine, un organo nella cappella Gerber, due cosiddetti «Forschungsorgeln» («organi di ricerca») e due organi mobili da camera.

Casa Zeerleder

La casa è di proprietà della famiglia Zeerleder dal 1806. La facciata è stata costruita dopo il 1612, conservando i pergolati di due case indipendenti. Le finestre a cupola corrispondono ancora alla tradizione gotica, solo la loro scure mostra il nuovo sentimento architettonico del Rinascimento.


Nel 1897, i pittori Rudolf e Hans Münger conferirono alla sobria facciata e al baldacchino una splendida decorazione, in parte finto-architettonica e in parte araldica, in stile neogotico, una caratteristica unica nel centro storico di Berna. Essa raffigura la storia della proprietà della casa.

I Giardini dell'abbazia

Il Giardino dell'Abbazia si trova sul versante meridionale del centro storico di Berna, tra l'edificio dell'Abbazia, la piattaforma della cattedrale e la Badgasse, e fa parte del patrimonio mondiale dell'UNESCO nel cuore della capitale svizzera. L'area del giardino di 22 acri appartiene al Cantone ed è stata utilizzata per quattro generazioni come azienda agricola familiare per la produzione di ortaggi e fiori. Restituito al Cantone nel 2010, il giardino è stato abbandonato a se stesso per diversi anni ed è diventato completamente incolto. 


Nell'agosto 2013, il Cantone ha detto sì all'idea di un giardino del monastero. Da allora è stato creato un giardino di specialità diverse, in cui la coltivazione di antiche varietà di frutta e verdura va di pari passo con attività di incontro e di formazione. Il 1° gennaio 2016, il Cantone ha ceduto il sito alla Stiftsgarten GmbH con un contratto di locazione edilizia per un periodo di 40 anni.

Rathaus

Oltre 600 anni fa, a Berna fu avviato un importante progetto di costruzione: il nuovo Municipio. Non a causa del grande e devastante incendio che rase al suolo gran parte della città, ma piuttosto perché quest’ultima era una città politicamente promettente sull’Altopiano svizzero. Il Consiglio municipale desiderava maggior spazio e comfort per accogliere gli ospiti provenienti dall’esterno.

Dopo dieci anni di lavori, una Casa dei rappresentanti di grande interesse architettonico assunse il suo nuovo compito. Da quel momento in poi si continuò a fare politica nelle sale del Consiglio comunale e del Consiglio municipale e nei locali amministrativi. Nel corso degli anni, l’evoluzione a livello di esigenze e l’aumento delle richieste spinsero le autorità ad apportare ulteriori modifiche strutturali.

Municipio e sullo sfondo la cattedrale San Pietro e Paolo

Per diversi secoli, il Municipio non fu utilizzato solo dai politici. Lo stabile era anche la sede dell’archivio, della cassaforte del tesoro, della zecca e della tipografia cittadina. Negli anni Quaranta, in occasione degli ultimi grandi lavori di ristrutturazione durante i quali nel seminterrato fu scoperta la loggia di importanza storica, il Municipio riacquistò il suo carattere medievale.

Per la cronaca: uno dei momenti salienti di questo periodo fu la visita di stato del primo ministro britannico Winston Churchill, durante la quale al popolo bernese parlò della suggestiva scalinata esterna del Municipio.

Berna città federale

Berna è, de facto, la capitale della Svizzera e sede dei suoi organi federali.
In Svizzera non vi sono disposizioni normative che designino formalmente una "capitale" dello Stato federale; Berna svolge tali funzioni con il nome di città federale (Bundesstadt in tedesco e ville fédérale in francese). 

Palazzo federale, sede del potere politico della Confederazione Elvetica

L'articolo 58 della legge sull'organizzazione del governo e dell'amministrazione stabilisce comunque che Berna è la sede amministrativa del Consiglio federale, dei Dipartimenti e della Cancelleria dello Stato.


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