Passa ai contenuti principali

Quadrisavolo Carlo

Durante la ricerca sulla parente, al centro di vicende degne della trama di un film, della quale mi sto occupando, mi imbatto due volte nel nome di Carlo Ambrogio Forni, del quale conoscendo la data di nascita e di morte non può essere il marito della protagonista di cui sto eseguendo la ricerca. Ciò nonostante a oggi risulta l'unico vero protagonista di piccoli eventi rafforzato con prove tangibili scovate negli archivi cantonali.

Il fascio disegnato sullo stemma del tribunale di Leventina

Albero genealogico

Basandosi su delle date certe tra le quali la fine del servizio di conciatori sul passo del San Gottardo il cerchio di ricerca si restringe alla parte di sinistra degli avi di mia nonna (Myriam Alice Forni).
In particolare la coppia sospetta di essere al centro delle vicende e oggetto delle mie ricerche é quella formata da Giuseppe Maria Guscetti e Orsola Dotta (cornice gialla). L'unico nome inerente l'albero genealogico parte Forni scovato a oggi nelle carte giudiziarie della Leventina parlano di Carlo Ambrogio Forni (cornice rossa), il padre del padre del padre della madre di mia madre.


In rosso il quadrisavolo Carlo protagonista del post. Myriam Alice é mia nonna da parte materna

Carlo un nome una garanzia

Carlo Borromeo é stato eletto a Cardinale ed é diventato molto popolare nelle nostre vallate grazie alle numerose visite pastorali; parecchi episodi della sua attività pastorale sono rimasti ben vivi nella memoria popolare (in leggende e altri racconti, in aneddoti, a volte di tono scherzoso, in numerosi nomi di luogo), colorandosi anzi spesso di elementi soprannaturali o comunque straordinari.

Della sua imponente opera pastorale e delle sue numerose attività in queste terre si ricordano con particolare vivacità le tre visite alle valli ambrosiane (Riviera, Blenio e Leventina), del 1567, 1570 e 1581, le visite alla Pieve Capriasca (1570, 1577, 1581-1583), la visita alle valli Mesolcina e Calanca del 1583.

Giovanni Battista Crespi detto il Cerano, San Carlo fonda i collegi dei gesuiti, dei teatini e dei barnabiti, 1603, Milano, fotografato durante la visita al duomo di Milano

Questa sua popolarità si riflette bene ad esempio esempio nell'evoluzione che il nome Carlo ha avuto nelle nostre vallate: Rarissimo o del tutto inesistente in area (alto) italiana sino al 13° secolo, il nome è attestato verso la fine del Duecento: «Carlus Subvilianus de Lugano» (Lugano 1271). Rimane comunque assai poco diffuso nella Svizzera italiana prima dell'affermarsi del culto di S. Carlo Borromeo: le testimonianze che abbiamo sono assai frammentarie, ma nessun Carlo compare nel Moesano fra il 1438 e il 1560, come pure negli Stati delle Anime del 1574 della Pieve Capriasca o di Airolo e di Bedretto; nei registri parrocchiali di Comano fra il 1562 e il 1589 è nome imposto una sola volta, ad un battezzando nobile. 

Si fa poi via via più frequente nella prima metà del Seicento, in concomitanza con la canonizzazione del Borromeo, sino a diventare uno dei più usati nella Svizzera italiana: fra Sei e Settecento a Bellinzona era il secondo nome per rango con il 12% di presenze, secondo anche a Olivone con il 17% e primo a Cureglia con il 17%; tuttora è uno dei nomi più diffusi: in Italia è l'11° per rango, e in Lombardia è ancora più frequente.

Prima citazione negli atti

il 28 aprile 1873 per la prima volta il nome di Carlo Ambrogio Forni compare in un atto giudiziario

"....denunciano il fatto che ieri sera 27 verso le 10:30 passeggiando sullo stradale che mette al Gottardo precisamente in vicinanza della casa del Signor Carl’Ambrogio Forni fu Martino di Airolo venivano assaliti senza precisamente loro alcuna da parte loro da un individuo di statura rilevata"

Primo sussulto tra le carte, purtroppo nulla di estremamente rilevante, solo l'informazione che Carlo Ambrogio viveva ad Airolo sulla via principale che per il passo del San Gottardo

Seconda citazione negli atti

Una seconda citazione lo mette al centro degli eventi come protagonista ed accusato principale.

Con l'accusa datata 7 luglio 1877 veniamo a conoscenza che Carlo Ambrogio (all'età di 72 anni come riportato, dato che ci da la conferma che sia proprio lui) era di professione contadino. 

L'accusa

Si legge dalle carte: 

"Faido, 7 luglio 1877......
...l'inchiesta n° 102 anno 1876....in seguito alla denuncia 9 giugno anno suddetto sposta da Tommaso Gianotti fu Simopna di Suorea provincia di Torino dimorante ad Airolo in odio di Carlo Ambrogio Forni di Airolo suo domicilio di anni 72 ammogliato con prole, contadino, per titolo di percosse e lesioni personali fatte a Gianotti Cesarino di Tommaso il giorno 3. giugno anno suddetto in Airolo, come meglio a denuncia agli atti dell'inchiesta aperta il 9 e chiusa il 15 del mese di Giugno, per il qual fatto il suddetto Forni Carl'Ambrogio venne posto in stato di accusa avanti il Tribunale Distrettuale di Leventina siccome pervenuto colpevole d'aver il giorno 3 giugno 1876 percosso e fatto delle lesioni personali a Cesarino Gianotti figlio del denunciante Tommaso Gianotti come a decreto 16 ottobre 1876 della camera d'accusa"

Estratto dell'accusa

L'accusa portata avanti dal padre dell'aggredito ci fa pensare a un Carlo Ambrogio ancora fisicamente prestante per poter aggredire un giovane fino a portarlo davanti ad un giudice. Non é dato sapere le ferite riportate e va anche tenuto conto che un semplice "ladro!" rivolto a qualcuno in pubblica piazza poteva sfociare ad un atto di accusa.

Con lungimiranza il quadrisavolo preferisce scendere a comprimessi e con una mediazione evita poi l'iter giudiziario che avrebbe potuto colpirlo pesantemente dal lato finanziario. 

"Visto che le parti denunciante e denunciato colla mediazione di buoni amici sono addivenute ad un compromesso......con cui in visto del recesso delle querele dell'avvenuto componimento propone l'abbandono del processo... decreta: 1: Il processo costrutto in odio di Carlo Ambrogio Forni di Airolo viene abbandonato. 2. Copia del presente verrà intimata alle parti e comunicata a norma di legge."

Seguono poi le spese che ammontavano già d un cospicuo 50.70 franchi

Estratto dalle carte inerenti le spese processuali

Le ricerche proseguono, questo post sta a memoria di un eventuale assenza di risultati

Commenti

Post popolari in questo blog

Su e giù per la Calanca

Una delle mie abitudini, complice il clima da bisboccia, quando nei capannoni tolgono la musica sull’albeggiare é quella di intonare canti popolari. Piuttosto limitato il mio repertorio, di molte canzoni infatti purtroppo conosco solo il ritornello. Tra queste possiamo tranquillamente annoverare quella della val Calanca " ...dicono che la Calanca piccola valle sia, invece sei la più bella piccola valle mia... " Ma sarà poi vero?   Sfatiamo subito; chi se la immagina stretta, con gole profonde scavate dal fiume si sbaglia, o almeno da Arvigo in su il fondovalle regala ampi spazi L'obiettivo della giornata é recarsi in postale a Rossa. Da qui inerpicarsi alla ricerca di reperti sacrali (alcune cappelle segnalate in zona). Poi scendere lungo la strada carrabile di nuovo a Rossa e da qui seguire il sentiero sul fondovalle cercando di giungere almeno fino ad Arvigo L'antico insediamento della Scata Poco fuori Rossa inizia la salita e subito incontro il primo elemento di in...

Samuel Butler e il passo del Sassello

Cosa accomuna il sottoscritto e Samuel Butler? Fino a ieri pensavo nulla oltre al bianco degli occhi. E invece, per mia grandissima sorpresa un elemento che pensavo solo ed esclusivamente mio. Ultimo tratto verso il passo dal versante leventinese. Sullo sfondo il lago di Prato (2056 m.s.m.) Percorro, o meglio cerco di percorrere, il passo del Sassello almeno una volta all'anno. Sarà perché é un passo poco frequentato. Sono sicuro che in passato non fosse così, in più tratti (come la foto sopra) compaiono delle tracce di intervento umano per facilitare la percorribilità.   Dopo le mie prime tre ascensioni non incontrai persone da entrambi i versanti; sarà perché non conosciutissimo, sarà perché da guadagnare metro per metro (non ci sono carrabili che portano vicino alla sommità) e quindi faticosissimo. Sarà perché bisogna proprio ad andare a cercarselo. In rosso il passo del Sassello Il passo del Sassello E solo dopo l'indipendenza ottenuta dal Cantone Ticino nel 1803, dopo tr...

Le Landeron

“Come i funghi”, si dice solitamente quando ne trovi uno e poco distante immancabilmente ce n’è un altro. Questa regola non é applicabile a tutto ma se ci si reca nell’angolo occidentale del lago di Bienne ci sono due città di chiaro stampo medievale (il mio vero motivo della visita) a pochi chilometri di distanza. Siamo proprio sul confine linguistico francese / tedesco nonché quello cantonale trovandosi Le Landeron cattolica in territorio neocastellano (NE) e La Neuveville  protestante bernese (BE). Quello di Le Landeron si tratta di un ritorno, dopo la visita a La Neuveville scoprii che c'era un museo che però per l'occasione era chiuso, un ritorno é quindi d'obbligo Parte meridionale dell’abitato fotografato dalla sala di giustizia del municipio di Le Landeron Le Landeron occupa una posizione unica nel suo genere nel Cantone di Neuchâtel: un sito di pianura, a 700 metri a ovest del lago di Bienne, su un terreno in leggero pendio, in una regione meravigliosa, costellata...

Da Lugano al Convento del Bigorio

La partenza é fissata alla stazione dí Lugano. So che sarà una sfacchinata, non esagerata ma pur sempre una sfacchinata. Il mese di maggio é agli sgoccioli, hanno iniziato ad esserci le giornate torride, o perlomeno afose. Di buona lena prendo il treno e verso le 09:00 sto già partendo dalla stazione di Lugano.  Per la giornata di oggi conosco alcuni posti in cui transiterò perché già visti da qualche parte, oltre a questi potrebbero esserci luoghi a me tutt'ora sconosciuti e se dovesse capitare mi lascerò piacevolmente sorprendere. San Maurizio in Rovello La prima grande sorpresa giunge alle porte di Lugano, la chiesa di San Maurizio in Rovello La piccola chiesa, addossata a una masseria di origine medievale attestata sin dal 1203, è stata a lungo proprietà degli Umiliati. Sorge sul territorio dell'antico quartiere di Rovello, ed è oggi parte di Molino Nuovo. Il complesso rurale si sviluppa intorno ad una corte centrale di forma triangola allungata, selciata secondo tecniche ...

D.A.F. De Sade - Elogio dell’omicidio

Si proprio quel De Sade. Trovo un libricino in una altrettanto minuscola biblioteca a Biasca. Incuriosito da titolo ed evidente me autore ne prendo possesso. Il racconto narra dell’incontro di Juliette con il pontefice Sisto VI. Juliette pone 4 richieste al pontefice in cambio dei suoi favori sessuali che si riveleranno poi dei più depravati. Quello a colpire é il tema centrale del libro: il papa illustra a Juliette che l’omicidio non solo deve essere tollerato ma é necessario Del divin marchese (1740-1814) la cui biografia oscilla tra il più spinto libertinaggio e lunghi anni di prigionia - in pochi ne hanno saputo parlare con tanta lucidità come George Bataille: "di Sade dovremmo poter prendere in considerazione unicamente la possibilità che offre di calarci in una sorte d'abisso d'orrore che dobbiamo esplorare, e che inoltre é dovere della filosofia esporre, chiarire e far conoscere. Considero che per chi voglia andar fin in fondo nella comprensione di ciò che significa...

Da Einsiedeln a Rapperswil

Einsiedeln é già stata tappa delle mie scorribande , più volte. Questa volta però decido di non fermarmi nella cittadina / nel monastero, ma di usarla semplicemente come punto di partenza. Ed é un bene, perché anche tralasciando questa fonte di aneddoti sto per incontrarne molti altri sul mio percorso Il monastero di Einsiedeln Pronti…partenza…deviazione! Il monastero é già stato visitato a più riprese dal sottoscritto e qualcosa ho già postato qui . Decido di fare la prima ed unica deviazione proprio all’inizio del mio percorso; decido infatti di andare ad esplorare (di nuovo) il cimitero di Einsiedeln, anche perché a posteriori mi sono accorto che durante la mia prima visita mi sono sfuggiti diversi dettagli... Il cimitero di Einsideln  In particolare durante la mia prima visita mi é completamente sfuggito il monumento ai Bourbaki , che di conseguenza é la prima cosa che vado a cercare. Einsiedeln accolse 139 uomini e 63 cavalli dell'esercito francese che si ritirò in Svizzera. S...

L’emigrazione nelle valli ambrosiane

Non ce ne sono tantissime, ma quando viene organizzata una conferenza sulla storia delle nostre vallate faccio il possibile per partecipare. A quella sulle emigrazioni dalle valle ambrosiane giungo appena in tempo e trovo la saletta delle conferenze del Museo di Leventina molto affollata. Giusto il tempo di trovare una sedie in seconda fila e la conferenza inizia.     La compagnia Correcco-Bivio assicurava viaggi in tutto il mondo e con una traversata dice in sei giorni cui celerissimi vapori postali Emigrazione e immigrazione In realtà non si trattava solo di emigrazione, la trasversalità da montagna a montagna faceva sì che ci fossero delle famiglie che partivano dai comuni in altitudine per andare a lavorare nelle città d'Italia e contemporaneamente in questi comuni arrivavano persone da fuori a fare il boscaiolo , per esempio nel mendrisiotto arrivano dalla Val d'Antrona, dalla val Brembana, oppure spostamenti trasversali da valle a valle: dalla val Verzasca si spostavan...

Donne sfiorite

Questo idilliaco quadro l’ho visto due volte in pochi mesi: alla galleria Züst di Rancate e al MASI di Lugano pochi mesi dopo. Ma poco importa. Idilliaco e utopico  Il canto dell'aurora, 1910 - 1912 Luigi Rossi (1853–1923) 1910–1912, olio su tela. MASI Lugano. Deposito Fondazione Antonio Caccia. Acquisto 1913 Sotto un ampio cielo, si apre il paesaggio della Capriasca, luogo di villeggiatura estiva del pittore, in cui sono collocate quattro contadine che intonano un canto, orientate verso i punti cardinali. Il tema dei contadini al lavoro, ampiamente trattato dall’artista, mostra un rapporto sereno fra la natura e l’uomo, mentre la resa pittorica, dalle pennellate parzialmente filamentose, rende il soggetto quotidiano atemporale e simbolico. Quello che importa sono le identiche sensazioni che mi ha trasmesso entrambi le volte. La prima cosa che ho notato sono le gerla: vuote! Finalmente e inesorabilmente vuote! Ci voleva un quadro per una visione simile, che io ricordi non esiste fo...

Una nuova partenza

Ho gestito un blog dal 2004 al 2016 Dal 2016 ho preso una pausa, nel frattempo il mio stile di vita e i miei interessi sono mutati, si potrebbe sostenre che sono passato dall'epoca "tardo bimbominkia" al "consapevole di un esistenza da sfruttare bene", o ancora, come amo dire, aver cambiato la mia stagione umana, che sia da "primavera a estate" o da "estate a autunno" non l'ho ancora capito. Nel frattempo i miei interessi si sono spostati fondamentalmente su due temi: montagna e storia. Perché Suvorov55? Suvorov55 é un nome che riesce a racchiudere entrambe le mie passioni, cosa abbastanza difficile in una parola; si tratta di un percorso proposto da una delle innumerevoli app di escursionismo che propone di ripercorrere il percorso fatto dal generalissimo Suvorov nelle alpi svizzere nel contesto delle guerre napoleoniche, il percorso si chiama appunto Suvorov55 ed é una dei miei innumerevoli obiettivi che mi sono proposto di raggiungere....

Ufenau

L’ho rasentata durante la passeggiata Einsiedeln - Rapperswil, e mi sono fatto ingolosire. La presenza del Huttenwyl li esiliato non ha fatto altro che aggiungerci fascino. Approfitto di una giornata tersa per andare in avanscoperta della piccola ma affascinante isola di Ufenach (o Ufnach). Giusto per approcciarmi in maniera soft prendo il primo battello da Zurigo Bürkiplatz e mi godo il docile ondeggiare verso la parte meridionale del lago Ripresa con un drone da un'altezza di 300 metri: Arnstein, il punto più alto dell'Ufenau con i suoi 17 metri, si trova a destra del molo. Foto: Emanuel Ammon/Aura Cartina del 1844 dell'isola di Ferdinand Keller Dal 1857 i battelli a vapore attorcano a Ufenau. Da quel momento si assiste a un incremento di visite sull'isola e con esso souvenirs come questa cartolina degli anni 1900 Preistoria Le tracce della presenza umana su Ufnau risalgono alla preistoria. I resti di un tempio gallo-romano del II/III secolo d.C. dimostrano che l...