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Il Duomo di Milano

Par ovvio non poter concentrare in poche righe, e in poche ore di visita, la descrizione di un monumento che per la sua realizzazione ha preso 550 anni (1386 - completamento 1386)

Mi gumma invece l'idea che malgrado non sia di Milano o dintorni, ho avuto modo di visitarlo a fondo ben prima che molti residenti.

Con me avevo mia figlia, e non ci sono storie, quando ci si trova per la prima vota d'innanzi a questa immensa opera si rimane sbigottiti, lo stessa espressione che ho letto sul suo volto.

Vista sulla città dalla sommità raggiungibile del Duomo

Come sempre il mio intento quotidiano era quello di trovare delle chicche storiche in questo enorme monumento storico.

Il protagonista di oggi

Ci sono riuscito? Non lo so.

Le terrazze

L'impressionante contrasto tra la parete ampiamente decorata con la piazza e lo sfondo della città


Giustamente mia figlia mi fa notare che tra le 1000 cose che non si possono fare mentre visitate il Duomo é fare una capatina del giorno "più bello".

Quindi se per carnevale intendevate entrare in skate per farvi uno spuntino capitate male

Decido quindi per una visita alle terrazze, (salita rigorosamente a piedi) per poi scendere all'interno della chiesa, con visita al battistero per poi concludere con una visita al museo

Difficile, risulta vermante difficile trasmettere le sensazioni che si provano una volta giunti sulle terrazze, un inseguirsi di guglie ed archi, il tutto circondato dalla vista sulla megalopoli

La madonnina che si vede da metà Ticino é finalmente ad un tiro di schioppo

San Bartolomeo

Scendendo poi all'interno del Duomo mi ritrovo subito faccia a faccia con il vero obiettivo della giornata: la statua del San Bartolomeo scorticato, opera di Marco d’Agrate
Quella che il martire San Bartolomeo tiene a tracolla non é nient'altro che sua pelle mentre nella mano destra tiene il coltello che ci aiuta a riconoscerlo

Fino al XIII-XIV secolo l’apostolo veniva rappresentato vestito con libro e coltello nelle mani, in allusione al Vangelo proclamato e al martirio patito. Fu dal Rinascimento in poi che si accentuò la raffigurazione del supplizio, mentre l’iconografia del santo con la propria pelle staccata dalla carne viene definitivamente consacrata dopo che Michelangelo (sec. XVI) così lo rappresentò nel Giudizio Universale della Cappella Sistina in Vaticano.

Ai piedi della statua, una breve incisione riporta: “Non me Praxiteles, sed Marcus finxit Agrates”, in riferimento al “timore” dello scultore che presumeva l’opera potesse essere attribuita per stile e maestria non a lui stesso, ma a Prassitele, uno dei più abili e famosi scultori ateniesi della Grecia Antica.

La statua fu collocata in origine all’esterno del Duomo, ma spaventava i bambini e i passanti più sensibili, fu posta allora dentro la chiesa. Ora la si può trovare, entrando dalla porta laterale del duomo subito sulla destra.

San Bartolomeo era uno dei dodici apostoli di Gesù, scorticato vivo per la sua fede cristiana.
Tutto quello che si conosce di questo Apostolo proviene dai vangeli. Aveva anche un certo sarcasmo nelle corde a giudicare dall'episodio indicatre nel Vangelo:
«Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret».La risposta di Bartolomeo fu molto scettica: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?»
Quando Bartolomeo incontrò Cristo cambiò poi idea.

L'interno: vetrate e quadroni di San Carlo Borromeo

L'interno del duomo é caratterizzato da splendide ed enormi vetrate e una serie di dipinti raffiguranti San Carlo Borromeo. Questo santo che così tanto fece (si recò anche più volte in Ticino) merita un capitolo a se.

Spaccato dell'interno del Duomo

Uno dei quadroni (così chiamati) ritrae Carlo Borromeo mentre visita gli appestati in Mesolcina

A questo punto ci spostiamo nell'undergorund del duomo, in esso scopriamo quel che rimane del battistero

Il battistero di San Giovanni alle fonti

La mappa mostra i due battisteri presenti, inizialmente utilizzati in base al sesso del battezzando

Costruito tra il 378 e il 397 in epoca romana tardoimperiale nel periodo in cui la città romana di Mediolanum (la moderna Milano) fu capitale dell'Impero romano d'Occidente (ruolo che ricoprì dal 286 al 402), era un battistero soltanto maschile, mentre nel vicino battistero di Santo Stefano alle Fonti venivano battezzate le donne
Con il passare dei decenni la distinzione si stemperò, visto che divenne comune il battesimo durante l'infanzia.

Paradossalmente anche se ci si accede da una scala all'interno del Duomo il battistero rimane fuori dal suo perimetro sopraelevato

Il significato simbolico del numero otto dei lati dell'ottagono della pianta venne spiegato dal sant'Ambrogio: "Il settimo giorno della creazione indica il mistero della legge, l'ottavo quello della risurrezione di Gesù e quindi dell'eternità"

Il rito del battesimo
A Milano, nel IV secolo, il Battesimo era celebrato la notte della vigilia di Pasqua in San Giovanni alle Fonti. Lo svolgimento della cerimonia è descritto in modo dettagliato nei due trattati di Ambrogio De Sacramentis e De Mysteriis.


Il rito prendeva avvio in una delle cattedrali con il mysterium apertionis: il vescovo toccava orecchie e narici dei battezzandi, pronunciando la parola
"Effetha" ("apriti*), quindi raggiungeva il battistero. Qui procedeva con la benedizione dell'acqua mediante un esorcismo, un'invocazione e una preghiera . Seguiva l'unzione (unctio): il catecumeno, dopo essersi spogliato, era cosparso di olio su tutto il corpo da un presbitero o da un diacono; quindi, rivolto ad occidente, simbolo delle tenebre, pronunciava la rinuncia a Satana (renuntia Diabolo), rispondendo ad alcune domande poste dal diacono

 Si volgeva poi verso oriente, simbolo di Cristo-luce (conversio ad orientem), dove lo attendevano un diacono e un presbitero che lo aiutavano nella discesa all'interno della vasca e nell'immersione. Questa avveniva in posizione supina, a filo d'acqua, per tre volte. Il battezzando, neofita della Chiesa, completava quindi l'attraversa-mento della piscina - il transitus che evocava il passaggio degli Ebrei nel Mar Rosso - per accostarsi al vescovo e ricevere l'unzione del capo.

 Uscito dalla vasca, si prestava quindi alla lavanda dei piedi ad opera del vescovo
 alla consegna della veste bianca e dello spiritale signaculum, forse una sorta di " piastrina" che il vescovo assegnava come simbolo dell'appartenenza del neofita all'esercito di Cristo (militia Christi).
Usciti dal battistero, i battezzati partecipavano alla celebrazione eucaristica a loro riservata in Santa Maria Maggiore.

Usciamo dal Duomo per riservargli ancora una rapida occhiata. La sensazione di trovarsi davanti ad un colosso (é la chiesa più grande di Italia, se si calcola che San Pietro a Roma fa parte di Città del  Vaticano) non ci svanirà mai, anche dopo averlo guardato per mille volte
Monumento a Vittorio Emanuele II in piazza Duomo

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