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Romont e il museo del vetro (parte 2) dell'amore e della morte

Che l'amore sia il motore di tutto é un concetto trito e ritrito. 
Le rappresentazioni amorose hanno quindi un grosso ritaglio all'interno del castello museo sul vetro di Romont, e come canterebbe Elvis, ce né per "tuttifrutti".

Per alcuni di essi ho trovato delle indicazioni ufficiali (in italico sotto l'immagine), mentre per altri rimangono un mistero sia l'autore, sia la data, sia il significato che ho cercato maldestramente e in maniera palesemente farlocca di attribuire

Dell'amore

Partiamo dalla base, giovane coppia amoreggia mentre accudisce (in modo molto distratto) il bestiame. Mentre lei finge palesemente di dormire lui gli sistema una fascia? Straccio? In realtà non si capisce se lo stia mettendo o togliendo. Poco importa la sensazione che trasmette il dipinto (ricordo tutti su vetro) é quella di serenità con felice finale dietro l'angolo.

Autore, data e significato ufficiale ancora ignoto

L'affare inizia già a complicarsi in questa seconda scena. C'é sempre del bestiame da contorno, in questo caso ovini, mentre un giovane ricco sferra l'attacco decisivo su una giovane che sembra avere l'aria assente. Forse sta pensando al birbante che si affaccia da dietro l'albero e osserva con apprensione la scena. È iol dramma classico; lui ricco sfondato che malgrado la barca di soldi non può comprare l'amore perché lei preferisce il poveraccio. Vecchia storia. Papabili i finali con dramma

Autore, data e significato ufficiale ancora ignoto

Trapela malattia nel colorito a dir poco pallido della figura femminile al centro. Probabile trattasi di canone di bellezza. È comunque avvenente e le tre figure mascoline che la tampinano da vicino saranno sicuramente interessati dallo spartito che la fanciulla sta sfogliando, ma la sua avvenenza da sicuramente quell'interesse in più e due dei tre signori sembrano aproffittare in modo viscido della situazione venutasi a creare. Mette grande serenità osservare che tutti i protagonisti hanno un aria comunque felice.

Autore, data e significato ufficiale ancora ignoto

La storia prende una piega decisamente più preoccupante nel terzo dipinto proposto. Una giovane donna coperta da un semplice panno é letteralmente in balia di due uomini più anziani, parliamo di prepensionato e pensionato. Lei alza lo sguardo al cielo visibilmente infastidita mentre cerca di tenere lontano il prepensionato a sinistra, (a dire la verità in maniera piuttosto rassegnata). Quest'ultimo sembra ispezionarle/annusarle l'avanbraccio, si intuisce che é completamente posseduto dall'istinto. Il pensionato sulla destra osserva invece il guardo della fanciulla ponendosi forse qualche dubbio, che sia la moralità che si fa avanti? La sua mano soistra però sembra non rispondere ai comandi e cerca viscidamente la mano della vittima sacrificale.

Susanna nella vasca da bagno e i due anziani, Abesch Johann, 1720

La scena del tentativo di seduzione di Susanna da parte dei giudici degli anziani, secondo il capitolo deuterocanonico Daniele 13, si svolge in un giardino recintato con un'urna in rilievo. Al centro dell'immagine, la moglie di Jehoiakim è seduta su una poltrona coperta da un mantello blu. È nuda, tranne che per uno scialle bianco drappeggiato sul grembo. La sua testa, incorniciata da lunghi capelli biondi, è ornata di perle. Con lo sguardo implorante rivolto al cielo, subisce l'attacco dei due anziani, di cui quello inginocchiato a sinistra le afferra il braccio e lo bacia. Da dietro, il secondo giudice si avvicina a destra, le afferra la mano sinistra e, implorando il silenzio, porta il dito alle labbra. In primo piano, una pisside d'argento a gobba aperta con l'interno dorato giace a sinistra su un panno bianco. Sul bordo destro del quadro, l'acqua sgorga da un delfino di bronzo su cui cavalca una figura di Amor con un arco a freccia nella vasca rotonda della fontana in cui Susanna stava per fare il bagno. La vista sul fondo è ostruita a sinistra e a destra da parti di una grande architettura di palazzo e dietro Susanna dal grande albero la cui identificazione sarà la rovina della vecchia. Carta di supporto annerita, probabilmente nuova. Cornice originale con semplice modanatura piatta dorata, angoli smussati. Carta di supporto nuova. Pannello di vetro realizzato con il metodo della soffiatura a cilindro. Margini tagliati e parzialmente sbriciolati. Superficie leggermente ondulata, con poche striature, bolle di gas a forma di fuso rettificate e alcuni residui di cenere.

Di nuovo guai nella prossima scena. Un giovane é intento a fuggire mentre una donna piuttosto adirata cerca di trattenerlo tirandolo per il mantello. Non si capisce bene se lui scappa per aver rovesciato dei vasi a terra oppure dalla camera da letto che si intravede alle loro spalle. Questa seconda ipotesa potrebbe essere rafforzata dal fatto che la donna indossa un (orribile) pseudopigiama. In secondo piano sulla destra sembra che le cose vadano decisamente meglio


Scena dalla storia di Giuseppe (Giuseppe che fugge dalla moglie di Potifar / Putifarre) (Genesi 39:1-20), artista sconosciuto, 1520 circa

La scena si svolge in un'imponente sala rinascimentale con una ricca cornice di porte, un pavimento di piastrelle decorate e finestre ad oculi. La moglie di Potifar siede ai piedi del suo letto con la corona di baldacchino e cerca di trattenere Giuseppe in fuga con il suo mantello (Gen 39, 10-20). Tuttavia, egli scioglie con la mano sinistra il nastro del mantello, che sarà lasciato nelle mani della lussuriosa e adultera moglie del Faraone. Giuseppe ha già perso il suo copricapo. Giace a terra accanto a un vaso rovesciato da cui sgorga acqua. Il tema della lussuria è ripreso sullo sfondo: sulla soglia della stanza, una giovane cameriera viene maneggiata da un uomo.

Non si può mai stare tranquilli. Ne é testimone anche il prossimo dipinto Mentre un giovane uomo porta a spasso una giovane a bordo di una barchetta un "terribile" mostro marino appare dalle acque e sembra intenzionato a dare noia. L'uomo però é premunito e malgrado avesse in programma una tranquilla gita sul lago con la barchetta ha pensato comunque bene di vestirsi con tanto di corazza e attrezzarsi di mazza chiodata da competizione. Il mostro, dall'aria molto ebete, sta per ricevere il colpo di grazia, ma imbambolato com'é della fanciulla non sembra rendersi conto dell'imminente pericolo. Altra gente a riva si é riunita ma sembra osservare da altra parte, forse una cometa. Al giorno d'oggi sarebbero le scie degli aerei

Disco rotondo c. 1510/20: Eracle ed Esione, artista sconosciuto, 1510-1520

Eracle conduce la figlia del re, Esione, attraverso il mare in una barca. La fanciulla si inginocchia a prua dell'imbarcazione in abiti splendidi, con i capelli raccolti sotto una cuffia, e si torce le mani in preda alla disperazione. È minacciata da un drago cornuto. Il giovane protettore in abiti cavallereschi, rivestito di armatura, tunica ed elmo con un pennacchio di piume, alza la sua mazza contro il mostro marino. Dalla riva, gli abitanti di Troia assistono all'azione, mentre sullo sfondo una nave solca il mare.

Le cose prendono dei connotati quantomeno grotteschi nel prossimo dipinto. Una donna guarda con aria piuttosto triste un uomo che ha la fissa dei colori giallo e nero che gli mostra divertito due belle paia di corna. Il significato delle corna é evidentemente diverso di quello di oggi ma per un attimo voglio pensare che non lo sia. Voglio pensare che lui faccia passare un messaggio, un concetto alla donna che non necessita di parole aggiuntive.


Frammento di un disco con stemma di Homburg del 1515 circa - Vitrail héraldique vom Homburg, fragmentaire
Il frammento raffigura una giovane donna davanti a un cielo azzurro e nuvoloso come porta-scudo di uno stemma di cui si è conservato solo lo stemma. La donna indossa un abito rinascimentale con un'ampia scollatura e lunghe maniche a soffietto e una sbarazzina barretta di piume sui capelli biondi e ricci.

Il gioco del nascondino é presente in tutte le culture e in tutte le zone del mondo, e voi che anche al museo di Romont un (finto ingenuo) Pan nell'atto di abbracciare un ammasso di rovi scopra dietrp di esso una fanciulla nell'atto di fare toeletta nelo stagno?

Autore, data e significato ufficiale ancora ignoto

Della morte

Violenza, che sarebbe questo mondo se non ci fosse un po' di action? Quello che si palesa nella prossima raffigurazione é inquietante, mentre sullo sfondo un gruppo di persone sta cuocendo un malcapitato, dal quale fumo si crea una nuvola visibile anche dai satelliti (se solo fossero esistiti).
In primo piano un biondo si atteggia perché, pur essendo in equilibrio su una gamba sola va ammesso, colpisce una donna da distanza irrisoria trafiggendola al cuore. Dalle posizione delle braccia della vittima sembrerebbe quasi dirgli "era ora che arrivassi, quanto ci ha messo?"
Un uccellaccio passa proprio in quel momento sopra i due protagonisti

Autore, data e significato ufficiale ancora ignoto

Siamo ormai caduti in un vortice senza fine, nella morte ci si crogiola, ci si scioglie, all'ombra di una clessidra che poi clessidra non é

La povera anima nel purgatorio, sconosciuto, ca. 1850

Il pannello di vetro mostra, in mezzo a fiamme purgatoriali ardenti, la parte superiore del corpo di un giovane orante nudo con i capelli lunghi, le cui mani piegate e il braccio superiore sinistro sono incatenati. Un calice con l'ostia aleggia sopra di lui. Sfondo marrone. Cornice di profilo marrone non correlata. Protezione posteriore in legno.

"Portatemi la sua testa su un vassoio" rimane una delle hit indiscusse del mondo che fu. E afuria di dirlo qualcuno lo fece veramente come nella prossima immagine proposta.
 
Autore, data e significato ufficiale ancora ignoto

In alternativa al piatto la testa decapitata poteva essere messa all'estremità di una picca, per mostrare a tuti il triste destino dei nemici della patria. Come si può notare nella prossima immagine essa era portata anche con una creta fierezza e vanto, proprio come si portano in passerella i selvatici alla fine di una battuta di caccia.

Autore, data e significato ufficiale ancora ignoto

Guardarsi allo specchio rimane un momento di estremamente intimo, un "fare un punto della situazione", ammirarsi, rimirarsi, pavoneggiarsi, accettarsi per quello che é, senza mai dimenticarsi che anche la bellezza é effimtra, che non é per sempre, che il tempo passa e che alla fine del percorso la morte ci attende senza distinzione, chiunque noi siamo

Specchio con memento mori, artista sconosciuto, ca.1660

Davanti allo sfondo a specchio, nella metà inferiore del quadro appare un memento mori come allegoria della vanitas. Su una tovaglia verde con bordo dorato è appoggiato un teschio con una corona di rose, accanto a un libro di musica chiuso e uno aperto. Sopra di essi si trova un violino con il suo archetto. Sullo sfondo, una candela appena spenta a destra e un orologio senza lancette con numeri romani e la scritta VNA / EX HIS a sinistra ci ricordano la caducità della vita e delle attività umane. Cornice originale in rovere forato, angoli smussati sul fronte e sul retro.

Sconviene prendersela con filosofia e convivere con l'idea della fine già sina dall'inizio, accettandola come evento naturale, proprio come questo angioletto che invece del comodo orsetto si appoggia teneramente su un più malcomodo teschio

Autore, data e significato ufficiale ancora ignoto

Presenze nella Chiesa Collegiata di Nostra Signora dell'Assunzione

Per chiudere i bellezza decido di recarmi alla collegiata dietro l'altare intravedo quella serie di sedie in legno riccamente intagliate, nessun cartello vieta l'accesso, non resisto..

Come già vista in altre chiese le sedie e i banchi in legno riccamente intagliati propongono animkali mitologici del cui significato ancora mi sfugge, una cosa però é certa, catturano l'attenzione, ancor più che i santi ricamati dietro che dovrebbero farla da padrone




Getto un ultimo sguardo sul soffitto prima di andarmene, noto dei semplici ricami sulle volte ad impreziosire altrimenti anonime "x". Li trovo magnifici, dopo tutto quello visto oggi é un ritorno alle origini, alla consapevolezza che anche un dettaglio semplice e ben curato é sinonimo di bellezza e cattura inevitabilmente la nostra attenzione

Sulle x ci ricamo i fiori

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