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San Salvatore - Morcote

 Il giro tra San Salvatore e Morcote si contraddistingue per la varietà di opere e punti di interesse. che si possono trovare lungo il suo cammino. Non si tratta di una passeggiata di "montagna pura" ma essendo la regione a forte vocazione turistica e buona parte del percorso raggiungibile in macchina la quantità di gente presente in certi tratti é fin troppo elevata. Il giro vale però sicuramente di essere fatto, le sensazioni che provavo ritornando verso Lugano erano tutte molto positive. Il mese migliore aprile - maggio

San Salvatore

La iconica forma del monte fa da sfondo a buona parte delle cartoline di Lugano ed é anche la partenza del nostro giro. Per poter gustare al meglio i punti di attrazioni sul percorso é consigliabile salire con la teleferica che parte non lonmtano dalla stazione ferroviaria di Paradiso 

Giunti in vetta diversi i punti di interesse storico; da una parte dei pannelli che illustrano la storia dei tunnel ferroviari che sbucano in Ticino

Fa un certo effetto vedere in uno dei pannelli raffigurate persone sul passo del San Gottardo intente a lottare con tro il freddo gelido contrapposto alla giornata insolitamente calda di inizio maggio

In secondo luogo un piccolo museo (ingresso gratuito!) che al piano inferiore ospita la storia della confraternita della compagnia della buona morte.

Inquitentai immagini nelle vie di Lugano. Per ulteriori ragguagli al link il post dedicato un post a suo tempo

Da ultimo ma non per ordine di importanza il favoloso panorama che si può godere dalla sua vetta. 

Sguardo direzione nord-est. A sinistra si intravede la città di lugano mentre in fondo al ramo del lago sulla destra Porlezza.

Occorre finalmente mettersi in marcia, malgrado il percorso si di sole 2h45min risulter`ain realtà più lungo ed impegnativo soprattutto tenendo conto delle diverse deviazioni intraprese per non lasciarsi sfuggire nulla.

Percorso preso dal depliant della ferrovia delo San Salvatore. 
In giallo il percorso odierno, percorso che si snoderà per circa 13km con un totale di 1000m in discesa e 400 in salita

Ciona

Ciona é sulo un passaggio intermedio sulla tratta San Salvatore - Parco San Grato di Carona. Si tratta di un grazioso gruppo di case caraterizzato da alcune dall'aria dei tempi che furono con relative viuzze nel cuore.

La "casa rossa" di Ciona

La prossima tappa conduce al parco San Grato di Carona.

Carona

Di per se il paese di Carona viene aggirato, ci si imbatte però nella chiesa di Santa Marta e annesso cimitero

Chiesa di Santa Marta purtroppo chiusa.

Dall'alto del cucuzzolo della chiesetta intravedo però che nel cimitero in basso ci sono diverse opere sfarzose, da gran curioso che sono decido di buttarci un occhio

Una tomba attira la mia attenzione, dagli scarni studi in meccanica ricordo però ancora il concetto di "vite senza fine", riprodotta in modo del tutto originale in questa tomba forse di un meccanico o di un ingegnere

Parco San Grato Carona

Il santo

A pochi minuti di cammino dalla chiesa si arriva al parco botanico di San Grato a Carona.

L'origine del nome. San Grato per questa zona è incerta, già nel mappali risalenti al 1800, questa collina viene denominata San Grato.

Nel 1945, in Signor Winterhalter fece edificare la cappella che si trova all'interno del parco, costruita con materiali derivanti dalla cava di porfido di Carona che in quel periodo forniva il materiale per le case del borgo. Attualmente all'interno vi è un dipinto della Madonna di Guadalupe e i due busti uno di San Grato e l'altro di Nostro Signore. Grato deriva dal latino "Gratus" che significa Gradevole, caro, riconoscente

San Grato, era un vescovo di Aosta, vissuto nel V secolo (7 settembre 470). Gli si attribuisce il ritrovamento della testa di San Giovanni Battista, ritrovata in fondo ad un pozzo e riportata a Roma dopo aver miracolosamente placato una tempesta. Patrono della città di Aosta, le sue reliquie sono conservate nella Cattedrale di Aosta.

San Grato è un santo taumaturgo (che compie miracoli) venerato come protettore dei raccolti dalle intemperie, specialmente dalla grandine, dai fulmini, Protettore dei fienili dal fuoco e dei raccolti da cavallette, talpe e bruchi, Alla sola lastra tombale del Santo-erano attribuiti poteri di guarigione dalla lebbra, venne, infatti, installata nella parrocchia di Saint-Christophe (Italia), dove nel medioevo nelle vicinanze esistèva un ricovero dove i malati potessero anche solo sfiorarla per sperare in una guarigione miracolosa.

Nelle chiese dedicate a San Grato le campane, invece di suonare alle 12:00, suonano alle 11:30.

Il parco

Il parco é presenta dal 1957 ed ha un area di 200'000 metri quadtrati.

Un tabellone all'ingresso informa i visitatori sui vari possibili percorsi, mi rendo subito conto che il parco é molto grande e sarà difficile visitarlo tutto. Mi immergo però a capofitto.

Percorsi presenti al parco

Spettacolare altalena alla postazione 20 sulla mappa

Vista dal parco sul lago di Lugano. A destra il San Salvatore, il punto di partenza odierno

Santuario dell Madonna d'Ongero

Poco distante del parco San Grato, nel bel mezzo del bosco si erge il Santuario della Madonna d'Ongero, piccolo capolavoro dell'arte barocca. Per raggiungerlo occorre tornare alle piscine di Carona per poi immettersi nel sentiero nel bosco e dopo pochi minuti si giunge al bivio che porta al vicino santuario

Il santuario é in fase di restauro ma anche così si percepisce la sua magnificenza; nascosta nel bel mezzo del bosco e il lungo viale di accesso con delle cappelle ai lati (le tappe della passione di Cristo?)

Il viale verso la chiesa. 
La chiesa edificata nel 1640 riaprirà nel 2024 a 400 anni esatti dall'inizio della sua costruzione

Il viaggio continua prevalentemente nel bosco fino poi a sbucare  nell'alpe di Vicania. Da li una vertiginosa discesa poretrà all'arrivo dell'escursione; Morcote

Il percorso nel bosco é piacevole leggermente in salita fino a sbucare ad un enorme radura che ci aggira lungo il suo perimetro per i km circa fino a poi scendere all'alpe Vicania ove, manco a dirlo, grazie alla strada c'é u ristornate molto pregevole ed affollatissimo

Mervavigliosa opera d'arte della natura ai bordi della radura

Morcote

Impressionante é la quantità di scalini che separano l'Alpe Vicania a Morcote, ad un certo punto é inevitabile che il pensiero a chi li percorre vada a chi tanto sudore a versato per costruire la scalinata. Dopo circa mezz'ora si sbuca sopra Morcote, l'iconoco campanile svetta protagonista con il lago sullo sfondo.

Un terrazzo sopra la chiesa di Morcote segnala l'imminente arrivo della scampagnata

Chiesa di Santa Maria del Sasso di Morcote

Morcote nel 2016 fu insignito del titolo del "villaggio più bello della Svizzera"

Lo stemma di Morcote, bicolore verde e rosso, come i colori della speranza e del coraggio, ha, nella parte bassa e verde, una scrofa con numerosi poppanti, simbolo di abbondanza e fecondità, che deve le sue origini ai frati antoniani di Vienne, stabilitisi a Morcote nel Medio Evo e che lo avevano quale loro emblema. Nella parte alta e rossa è rappresentata una pastorella seduta su un mucchio di covoni di frumento in un prato fiorito, simbolo questo della libertà comunale conquistata dai Morcotesi contro il podestà e il castellano.



IL villaggio poi é un dedalo di stradine, dai nome dialettali, che merita una visita solo per lei.
L'atmosfera che si respira all'interna del villaggio é quella di un epoca che é passato ma ancora si percepisce.

Sctrecia di Mort

La torre del capitano

La torre è uno dei pochi esemplari di architettura medioevale rimasti nel nostro paese e sembra risalga al 1249.
 Alta 15 metri era il secondo posto avanzato della rocca, col castelletto alla riva del lago, e aveva un presidio di cinque uomini. La parte superiore fu demolita nel 1767, perché minacciava di cadere. In origine era composta da tre locali: al pianterreno c'era il corpo di guardia, al primo piano l'ufficio del comandante e, all'ultimo piano, il posto di osservazione con caditoie e feritoie. Sul tetto si trovava un posto di osservazione notturna. All'interno le stanze erano decorate e c'erano dei dipinti che raffiguravano gli stemmi delle famiglie scampate alla peste del 1432. Tuttora sono visibili tutti gli stemmi araldici ”rifatti”, delle famiglie più importanti di Morcote.

Lungolago di Morcote o "Riveta da la Tor"

Diverse viste del paese prese da Morcote turismo

Come tappa finale, da ciliegina sulla torta, lascio Morcote per Lugano via battello. Un ultimo sguardo sul paesino al bordo del lago. Qualcosa é rimasto li, devo tornarci

Da un stampa di fine XIX secolo di Johannes Weber

In battello direzione Lugano

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