Passa ai contenuti principali

Museo H.R. Giger

Sulla guida in internet é indicato come "uno dei musei più strani al mondo".  Mi sono accorto quasi subito che aveva un ampio bacino di utenti mentre mi recavo per visitarlo. 

Il museo si trova a Gruyère, antico paese, con tanto di castello, a chiara vocazione turistica. Molti di questi turisti sono stranieri, specialmente provenienti da altri continenti, però una sottile fetta, e la si nota subito ad occhio nudo, sono di un altro stampo, li si nota perché hanno un look completamente diverso dal tipico turista, si vestono completamente di nero, spesa borchiate, con trucco scuro, magari con capigliature da colori effervescenti. Tutte queste persone sono dirette al museo H.R.Giger.

Il motivo lo si apprende all'entrata dell stesso museo dove sono esposte alcune opere dello stesso Giger

Uomo proiettile sul muretto all'esterno, notasi anche la spaventosa coda che fa da cornice.

È chiaro, il museo contiene materiale di nicchia, per veri appassionati più che per curiosi. Entro e di turisti standard (extracontinentali) ne vedrò ben poco, men che meno di bambini.

Gebaermaschine (Macchina procreatrice), 1967, 
sempre appesa all'esterno del museo H.R.Giger

Mr. H.R.Giger

Per capire subito la tipologia del museo basta informarsi sul personaggio H.R.Giger.

Hans Ruedi Giger, all'anagrafe Hans Rudolf Giger (Coira, 5 febbraio 1940 – Zurigo, 12 maggio 2014), è stato un pittore, designer e scultore svizzero; d'ispirazione surrealista e simbolica, artista nel campo degli effetti speciali cinematografici, si firmava H. R. Giger. Dopo molti anni di lavoro nel campo del design e dell'illustrazione grafica, per l'originalità e il forte impatto emotivo dei suoi lavori ha ideato la rappresentazione per il grande schermo dello Xenomorfo, la creatura protagonista di Alien, che gli è successivamente valsa l'Oscar ai migliori effetti speciali nel 1980.

H.R.Giger nel 1985

Il padre è titolare di una farmacia e l'artista passa un'infanzia, per sua stessa testimonianza tranquilla e felice, nel laboratorio paterno, osservando spesso le boccette, alcune puramente espositive contenenti liquidi dagli strani colori, preparati vari e sanguisughe all'epoca ancora in uso medico. Un giorno il padre ricevette da una casa farmaceutica un teschio umano; il figlio, ancora bambino, ne rimase affascinato. Nel tempo, il ragazzo sviluppò una certa attrazione nei confronti del bizzarro e del tetro, ispirato anche da artisti come Salvador Dalí e Jean Cocteau. Sua madre Melli, pur non comprendendo appieno questa particolare passione del figlio, non smise d'incoraggiarlo.

Inizia a frequentare scuole di design e arti applicate

La sua vita privata è sconvolta nel 1975 dalla morte, per suicidio, della prima moglie, Li Tobler, attrice svizzera. Successivamente, nel 1979 si risposerà con Mia Bonzanigo, a cui resterà legato per breve tempo.

Raggiunge l'apice nel 1979, con la creazione delle scenografie e degli animatronics (questi ultimi insieme a Carlo Rambaldi) per Alien, di Ridley Scott. In particolare, il contributo di Giger si protrarrà anche per i sequel del capolavoro di Scott, diretti da James Cameron, David Fincher e Jean-Pierre Jeunet, oltre che per i sequel apocrifi di Alien vs. Predators.

Modello di Alien presente nel museo

A partire dalla prima metà degli anni novanta, Giger ha iniziato a lavorare al Museum H.R. Giger, una casa-museo realizzata all'interno del medioevale castello di St. Germain, nel borgo di Gruyères (Svizzera) ed ufficialmente aperta il 20 giugno del 1998.

Giger, oltre ai lavori grafici, iniziò a disegnare scenografie ed arredi per un bar da realizzare a New York ma il progetto non trovò i finanziamenti sufficienti e quindi fu accantonato. Una versione minore è stata però realizzata a Coira, sua città natale nel canton Grigioni in Svizzera. Il "Giger Bar" (inaugurato l'8 febbraio 1992), si trova in un complesso di uffici e di attività commerciali di recente costruzione (il Kalchbühl-Center).

Un bar vede però la luca sempre a Gruyère, proprio di fronte all'entrata del museo

Gyger bar a Gruyère

Sempre nell'ambito del design, Giger ha realizzato, inoltre, l'asta del microfono per la band nu metal californiana Korn, in particolare per il cantante Jonathan Davis. 

Korn durante il Rock am Ring al Nürburgring, Nürburg, Renania-Palatinato, Germania il 2022-06-05

H.R. Giger muore il 12 maggio 2014 all'età di 74 anni per le conseguenze di una caduta; viveva e lavorava a Zurigo Seebach.

Le opere di Giger

Il museo é a forte impatto e non a tutti potrebbe piacere particolarmente, esattamente come la tipologia di film con la quale é divenuto famoso

Scelgo di non pubblicare alcune opere perché a evidente riferimento pornografico







Ghigliottina per evirazioni

Le opere degli altri

Nel museo trovano spazio opere di altri artisti sulla falsa riga, o ispirati, dallo stesso Giger. Riporto anche qui alcune opere esposte.

Charles Manson, dipinto da Joe Coleman


Maschera funeraria del Tibet. Acciaio

Herr Kreuzer, 2007, Radovan Hirsl



Heimkehr (ritorno a casa), Walter Wegmüller


The mystical tree of life, 2011 di Mischa Good, 2011
Parodia delle celeberrime Hot Wheels (ruore calde) questa serie artistica "Willy caldi". 

Ancora due parole

Difficile andarsene senza alcune sensazione da questo museo. Prima di uscire ancora due minichicche.

Come detto Giger vinse l'Oscar per gli effetti speciali del film Alien, Oscar presente al museo (non capita tutti i giorni di vederne uno)


Nello shop, si possono trovare svariate ogettistiche legate a Giger, tra le tante segnalo l'orologio di sua progettazione, l'ultima prima di trovare la morte

Forse a cuasa dei solo 99 pezzi realizzati il prezzo di questo orologio é di 22'500.-. 
Qui per gli interessati

Qui il sito ufficiale del museo: HR Giger Museum nel quale pote anche far realizzare la vostra urna funeraria

Sarà che il tempo incalza (la minuscola Gruyere contiene una concentrazione di musei molto alta se rapportata alle sue minuscole dimensioni), la visita finisce qui, a mo di arrivederci una porta gigeriana nello shop fa la sua bella figura

Porta verso la parte finale nello shop

Commenti

Post popolari in questo blog

Il terrore nell’arte - Burn in Hell

Affascinanti, morbosamente intriganti, così potrei definire le testimonianze pittoriche del tardo medioevo inerenti l'inferno, il diavolo e compagnia bella. L'obiettivo di incutere maggior terrore possibile a chi osserva le opere si é tramutata in una vera e propria gara della rappresentazione dell'orrido. Va anche aggiunto che ai tempi solo una piccola parte della popolazione era in grado di leggere, quindi i dipinti erano l'unica vera, e potentissima arma, a disposizione degli artisti per far passare messaggi basilari come quello che aspettava chiunque non facesse il bravo. Anima di donna dannata - Ascona Voglio però partire da un prodotto casereccio prima di fiondarmi nei capolavori della cara vecchia Europa. Il quadro qui rappresentato dovrebbe trovarsi in terra ticinese. Dico dovrebbe perché la chiesa in cui si troverebbe (San Michele ad Ascona) l'ho sempre trovata chiusa e al momento non sono ancora riuscito a mettermi in contatto con le autorità ecclesiastich

Il castello di Locarno

" Deee, ci becchiamo al bar castello. " Oppure: " siamo li a sciallarci sui muretti davanti al castello." Già, il castello, e se una volta ci degnassimo ad esplorarlo, a scoprire la sua storia? Varcando la porta di ingresso del castello museo ho l'impressione di fare quel piccolo passo che ben pochi avventori del bar e dei muretti farebbero mai. Credo sia d'obbligo per gli abitanti di unluogo X visitare quelle parti storiche che caratterizzano il villaggio, paese, città X Il castello di Locarno, capace di trasportarci attraverso i secoli e di narrarci una grande storia. Una storia fatta di dominazioni, di conquiste, intrighi e di violenza. Il castello di Locarno non è solo la testimonianza della storia del  Ticino e della Svizzera, ma è una tessera del grande mosaico della storia europea.  Il castello di Locarno ha una lunghissima storia di edificazione, di distruzione e ricostruzione millenaria. È stato per molto tempo un castello molto importante dello sca

S.P.Q.T. (Sono pazzi questi ticinesi)

Che siamo un popolo a se stante nella cara Vecchia Confederazione é indubbio. Piuttosto occupati a litigare così da perdere il focus sui problemi reali e risultare piuttosto inefficaci. Già il Bonstetten e il Zschoccke , e anche se in maniera più velata il Franscini, ci hanno descritto con i tratti che tutto sommato ancora oggi ci caratterizzano. Latini, focosi, litigiosi, burberi, estroversi. Abbiamo bruciato un sacco di energie a farci la guerra ad inizio 800 con la nascita del nuovo Cantone. Il Ticino é sempre stata terra di derby, quello di una volta, quello politico, forse ancora più appassionante che quello odierno hockeystico. Liberali contro conservatori Colgo l'occasione di una conferenza per fare un full immersion nella storia della nascita della democrazie nel nostro, tutto sommato, giovane cantone. Work in progress Nel nostro piccolo Ticino, la nascita della nostra democrazia è una strada difficilissima e in salita Essa ci mostra in maniera emblematica di come la demo

Landfogti alla sagra di San Martino

A vederla immersa nel nulla, senza capannoni, giostre e i tipici fumi provenienti dalle griglie, la chiesetta di San Martino sembra adagiata nella quiete più assoluta. Lo scenario nei luoghi della sagra durante i 362 giorni all’anno di quiete Un a volta all'anno però questo posto si trasforma: durante la fiera é un pullulare di espositori, venditori e soprattutto visitatori. Ci sono anche gli animali, giustamente, oggi confinanti in uno dei tanti capannoni presenti Foto: Gino Pedroli, La fiera di San Martino negli anni Trenta,  fotografia, Collezione Museo d’arte Mendrisio Per chi si volesse poi ritagliarsi qualche minuto tra un bicchiere di vino e una salamella alla griglia c'é la possibilità di dare un occhiata alla chiesetta. Nell'angolo a sinistra in particolare c'é una botola con una piccola scaletta che porta al piano inferiore Lapidi commemorative Quello che maggiormente solletica la mia curiosità sono le 5 lapidi appoggiate alla parete. Lapidi commemorative appo

Hans Leu il Giovane

Capito su Hans Leu il giovane un po’ casualmente. Il cognome non suona nuovo, infatti Hans Leu il vecchio , suo padre, fu l’autore di diversi quadri, alcuni visti al museo d’arte a Zurigo, e soprattutto alla famosa serie di quadri rappresentanti il martirio dei santi di Zurigo,  miracolosamente ritrovati anni dopo l’epoca iconoclastica. Il Giovane apprese il mestiere del padre nella sua bottega. Di lui però ben pochi dipinti si salvarono, paradossalmente distrutti dalla nuova fede protestante che lui stesso imbracció. Hans Leu (il Giovane) Tavola raffigurante la crocifissione di Cristo e Santa Veronica. Olio su legno realizzato quale donazione in onore dei caduti della battaglia di Marignano, dopo il 1515 (Museo nazionale svizzero, IN-6941). Si tratta di uno dei pochi dipinti sacri di Leu (la sua sigla appare in basso a destra) che sopravvisse all'iconoclastia riformata, probabilmente perché il donatore riuscì a riprenderne possesso. Sul lato inferiore sono raffigurati gli stemmi d

Piccoli misteri nella parrocchiale di Mairengo

Sabato 16 novembre 2024 mi ritrovo nel centro di Milano, galleria Vittorio Veneto e poi in piazza Duomo. È un formicaio di gente, moltissima gente. Malgrado questo sono molto solo (non lo dico con tristezza). Esattamente 24 ore dopo mi ritrovo nel microbaretto di Mairengo. Colloquio con due personaggi del posto, sembra ci conosciamo da una vita. Adoro queste alternanze megalopoli - villaggi sperduti, andare da un opposto all'altro nel giro di poche ore.  Già ma perché Mairengo? Sono venuto a conoscenza che il villaggio, una volta più importante del capoluogo Faido, offre una chiesa ricca di opere d'arte. Mairengo si trova su quella che una volta era la via di comunicazione principale asse nord - sud. Una volta infatti il fondovalle era privo di costruzioni: il fiume non aveva un corso ben definito e durante le pioggie esondava spesso. Per questo motivo le strade erano edificate in altezza, sul fianco delle montagne, più al riparo dagli elementi naturali. San Siro non é solo uno

Piccolo manuale museale e affini

 Intro Questa piccola guida ai musei e affini non era programmata e nemmeno un obiettivo dichiarato. È nata con le esperienze accumulate nel vario girovagare per musei, monumenti vicoli più e meno grandi. Piccole accortezze, da applicare con lo scopo di migliorare qualitativamente le giornate dedicate alla visita di qualsiasi tipo di oggetto culturalmente rilevante. "L'opera" é in continuo aggiornamento, una versione finale sarà in coincidenza con la mia dipartita. La vergine di Norimberga presente nel museo del castello di Kyburg;  trattasi di un falso acquistato nei secoli passati dai proprietari del castello per sorprende e intrattenere gli ospiti  La Vergine di Norimberga, spacciata come uno strumento di tortura medievale, è in realtà un prodotto del XIX secolo, un’epoca in cui l’Europa era affascinata da una visione romantica e distorta del Medioevo. Questa riscoperta del Medioevo non era basata su una comprensione storica accurata, ma piuttosto su una visione teatra

Filosofia in 5 minuti

Certo non sarà un libricino come "Filosofia in 5 minuti" a cambiarmi la vita. Va però riconosciuto che contiene piccole chicche, e proprio come i consigli della nonna presente sui calendari, potrebbe venir buone in determinati frangenti Tutti gli uomini hanno una filosofia perché, in un modo o nell'altro, assumono un atteggiamento nei confronti della vita e della morte. Karl Raimund Popper Le donne filosofe Pitagora di Samo accoglieva anche le donne nella sua scuola. Si tramandano i nomi delle sue diciassette discepole più dotate, tra le quali Timica (di carattere così ferreo che, pur di non divulgare i segreti della setta pitagorica, giunse al punto di mordersi la lingua e di sputarla ) e Teano, eccelsa matematica e medica. Nel Novecento molto interessante è la posizione della francese Simone de Beauvoir, la quale afferma che, in tale subordinazione, vi è anche la responsabilità delle donne stesse, che hanno rinunciato a esercitare la propria autodeterminazione accettand

Il pigiama col buco

Quando menzionavo " il pigiama col buco " tra gli amici era in ottica sarcastica per indicare un rapporto sessuale freddo, distaccato e visto che ci siamo anche al buio. Non mi ricordo dove io abbia sentito questa espressione, ma in questo caso non ho mai creduto veramente esistesse un indumento e tanto meno una " morale " che giustificasse la sua esistenza. Tra le mie letture, casualmente mi ritrovo davanti all'argomento e scopro, divertito, che il pigiama col buco non é solo un mito ma era effettivamente utilizzato ed aveva un nome più scorrevole ed elegante: la chemise cagoule Possiamo considerare questa succosa pillola un bonus track sul post inerente il piacere sessuale "Dio lo vuole" é lo slogan di questo capo d'abbigliamento Nel Medioevo il concetto di sesso era strettamente legato a quello di peccato. Pur essendo indispensabile alla procreazione, l'accoppiamento era però derivato dal peccato originale e quindi, comunque, da condannare.

Tre aneddoti sulla battaglia di Sempach

Sembra incredibile a diversi anni ormai degli approfondimenti sulla battaglia di Sempach, sia sul luogo della battaglia, sia nel museo del comune riuscire a trovare ancora nuovi aneddoti riguardanti la battaglia. Tutti e tre gli aneddoti li trovo nel museo storico di Zofingen, uno di quelli difficili da visitare, perché con orari molto stringati e solo indeterminati giorni Da portabandiera a mangiabandiera Già durante la prima visita a Zofingen avevo potuto appurare che il personaggio che svetta dalla cima della più bella fontana cittadina é l'eroe La statua di Niklaus Thut nell'oninoma piazza A confermare la fama a queste latitudini, sempre lo stesso personaggio, sempre con tanto di bandiera in mano, é dipinto su una facciata in una via poco lontana dalla fontana DI nuovo il buon Niklaus che porta fiero la bandiera di Zofingen Ma chi é costui? E perché merita tanta gloria? Niklaus Thut († 9 luglio 1386; grafia precedente: Claus Tuto) fu sindaco della città asburgica (ora svi