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Silvesterchläuse; il secondo capodanno appenzellese

Urnäsch è un paesino situato ai piedi del Säntis, nel Cantone dell’Appenzello Esterno.
Qui, non solo si festeggia Capodanno in un modo del tutto particolare, ma lo si festeggia due volte. 
Alla "nuova" data, e cioè il 31 dicembre, e alla "vecchia" data, il 13 gennaio. La tradizione dei Silvesterchlausen (i concerti di campane e gli "zaure") il 31 dicembre viene praticata in molti altri villaggi nella regione, ma più che altro a Urnäsch si festeggia di nuovo Capodanno il 13 gennaio.

Urnäsch nel 1840

Questa data risale ad un conflitto che ha avuto luogo alla fine del Cinquecento, quando i protestanti di Ausserrhoden rifiutarono di riconoscere il nuovo calendario gregoriano. Per molti abitanti del villaggio la vecchia data del Capodanno, quella del Calendario Giuliano, e cioè il 13 gennaio, è ancora oggi il giorno più importante dell'anno. Una magica atmosfera regna ovunque, specialmente quando la campagna è ancora coperta di neve. In tutta la valle, risuonano le antiche melodie delle campane e i cori degli uomini. 

"Rolle, Schelle, Zaure; il mito dei Silvesterchläuse"

 La parola "Rolle" deriva da quelle campane rotonde che sono uno degli elementi più importanti dell'abbigliamento dello "Chlaus". Il termine "Schelli" deriva dalle grosse campane da mucca attaccate all'estremità di cinghie posate su entrambe le spalle, che i "Chläuse" portano sul petto e sulla schiena. Lo "Zaure" o "Zäuerle" è uno yodel senza parole, con tonalità simili a quelle della musica sacra, tipico del cantone di Appenzello. 

"Rolle, Schelle, Zaure" 

Dal mattino presto fin dopo mezzanotte, i "Chläuse" vanno in giro, facendo suonare le loro strane campane. Si fermano principalmente in fattorie isolate e in luoghi in cui sanno di essere ben accolti. Appena arrivati, rimangono in piedi, formando un cerchio, e suonano le campane secondo un rituale particolare. Dopo aver salutato gli abitanti, i "Chläuse" incominciano a cantare uno "Zäuerli". Generalmente, i "Chläuse" ricevono soldi e qualcosa da bere, di solito un "Glühwein". Al calar della sera, i "Chläuse" visitano i ristoranti del paese, nei quali si accalcano gli abitanti del villaggio e i turisti, che vengono spesso da lontano per godersi questa esperienza davvero unica.

 Uno "Schuppel" e il suo "Groscht"

 I "Chläuse" si esibiscono per gruppi di sei (che possono, talvolta, comprendere fino a dodici partecipanti). Il capo di chiama "Vorrolli" e porta un giogo speciale di cuoio che puo' sostenere fino a 13 rotonde campane. E' accompagnato dallo "Schelli," mentre l'ultimo uomo si chiama "Nachrolli". Anche se i "Rolli" portano abiti femminili, solo gli uomini possono partecipare, perché essere Chlaus non è cosa da poco e comporta un notevole sforzo fisico!


 L'equipaggiamento completo (i pesanti abiti, le campane, ed il cappello) pesa spesso oltre 25 chili. In un solo giorno, un gruppo puo' percorrere facilmente decine di chilometri con questo equipaggiamento cosi' pesante. Un "Silvesterchlaus" non solo deve essere molto robusto, ma deve anche avere un'ottima voce. Il suono armonioso delle canzoni è molto importante.


 Fa piacere vedere con quale entusiasmo i giovani partecipino a questa tradizione. Spesso, vengono da famiglie di contadini o da famiglie che hanno praticato questa tradizione da generazioni e hanno davvero questi canti e questi riti nel sangue. 

 I vari "Chläuse" I Belli ("Schöne") 

I "Chläuse" portano abiti di velluto colorato. I "Rollis" sono vestiti da donna, con un grembiule di pizzo, guanti bianchi e hanno una maschera con un volto di donna che sorride. I "Schellenchläuse" portano grosse campane da mucca, una sul petto e l'altra sulla schiena. Sono celebri le straordinarie acconciature dei "Rolli" ed i copricapo di forma quadrata dei "Schellenchläuse", decorati con centinaia di perle di vetro colorato. Rappresentano scenette di vita rurale in miniatura: un fattore al lavoro, i pastori che portano il bestiame all'alpeggio d'estate, vari tipi di attività e di usi e costumi. Le figurine di legno sono accuratamente incise e dipinte. 


La sobrietà e comodità dei cappelli sfoggiati per l'occasione

Chlausenhauben tra 1900 e il 1950

Le prime bellissime Chlausenhauben di Capodanno intorno al 1900 erano solite decorare i loro cofani e cappelli con ornamenti dell'albero di Natale e oggetti simili.
Venivano utilizzate palline di vetro di forme e dimensioni molto diverse e con esse si formavano ornamenti.
Alcuni di questi oggetti sono tra i pezzi più antichi sopravvissuti.
La rappresentazione di una ruota panoramica o di uno zeppelin dimostra che le Chläuse erano interessate agli eventi contemporanei.

Avete mai avuto uno Zeppelin come copricapo? Sarebbe ora di pensarci

 I "Schö-Wüeschte" (i bei mostri)

 Il materiale utilizzato per realizzare l'abbigliamento è naturale. Rami di pino, agrifoglio, cardi argentati, muschio ecc. I loro mantelli sono molto ben fatti e decorati con pigne, ghiande e cortecce. I copricapi sono decorati con scene campestri.


 I "Wüeschte" (i mostri)

 Simboleggiano lo spirito demoniaco e primitivo. Con le loro maschere selvagge, realizzate con denti di animali, corna e ossa, fanno davvero paura. I loro mantelli sono coperti di peli ispidi ed irsuti, di paglia, fieno, agrifoglio e rami di pino, foglie morte e altri elementi naturali. Fanno pensare a quei tempi remoti, nei quali la gente cercava di scacciare i demoni indossando travestimenti terrificanti ed emettendo urla agghiaccianti.

 Origini nel nord della Francia

L'usanza stessa, che a volte era praticata come usanza di accattonaggio, appare per la prima volta per iscritto nel 1663. I primi riferimenti a un travestimento si trovano in un documento del 1744, ma probabilmente è più antica. Alcuni ritengono che faccia parte della tradizione di San Nicola nel nord della Francia, ma il suono delle campane evoca anche sangue pagano.

Le "Schöne" esistono solo dal XIX secolo. Le "Schön-Wüeschte" sono nate addirittura nella seconda metà del XX secolo.Per molti anni, diversi gruppi hanno tentato di mettere al bando questa tradizione, che aveva assunto forme selvagge e disordinate. Ma, ora, i "Chlausen" sono diventati un prezioso patrimonio culturale che attira gente da molto lontano. 
Questo rinnovato interesse ha dato luogo alla pubblicazione e alla realizzazione di diversi libri e film su questo argomento.

Dove la tradizione é ancora presente

I paesi in cui si svolge questa tradizione sono tutte in Appenzello esterno, protestante, ed hanno il segunet numero di gruppi: Urnäsch 30, Waldstatt 30, Schönengrund 8-10, Schwellbrunn 15-20, Herisau 24, Hundwil 14-17, Bühler 5-7, Teufen 5-7


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