Basta un cattivo evento e un luogo, il nome che si porta dietro viene associato ad un vento nefasto. Non fa eccezione Romont che negli anni 80 ha ospitato "il sadico di Romont", un serial killer che ha ucciso almeno 5 vittime (accertate).
Ma sarebbe un vero delitto (perdonatemi ikl gioco di parole) accostare il nome della bella cittadina al nome di un folle.
Romont
Su questa collina boscosa, Pietro II di Savoia costruì un castello nel XIII secolo un castello e fondò una città. Alla fine del secolo, Romont era una città di oltre 1000 abitanti.
La città vide il passaggio di pellegrini, viaggiatori e mercanti: le sue ampie strade mercati e grandi fiere si tengono qui.
Durante le guerre di Borgogna che Casa Savoia combatteva contro Berna e Friburgo, Romont fu saccheggiata e incendiata.
La città rimase fedele ai Savoia fino alla conquista del Pays de Vaud da parte di Berna e Friburgo.
Nel 1536, Romont si sottomette a Friburgo per rimanere cattolica, un balivo friburghese viene insediato
Romont FR. Si distinguono al centro l'abbazia e il castello
La cittadina l'avevo visitata già una ventina di anni fa. ma in tutt'altre condizioni, ero a militare e giungiemmo a notte fonda, ci fecero dromire nel castello per svegléiarci poi nella notte e farci marciare verso Friborgo. Non ebbi così modo di rendermi bene conto di dove fossi finito.
Tour à Boyer
Oltre alle grandi costruzioni nel mezzo del paese un enorme torre fa da riferimento ad una estremità, si tratta della torre dela "Tour a Boyer"
La Tour à Boyer fu costruita nel XIII secolo. Poco dopo fu dotata di un sistema difensivo completo, che la rese un piccolo castello. Nel XIX secolo, fu acquistata all'asta da un certo signor Boyer che voleva utilizzare le pietre per altre costruzioni. La città acquistò l'edificio prima che egli potesse realizzare il suo progetto, ma la Torre mantenne il suo nome!
La Tour à Boyer è un monumento pesante: i muri sono spessi 3,10 m alla base e 2,60 m in cima, a 38 m di altezza, altra particolarità é una porta che si intravede in alto; nel medio evo una scala di legno portava a questa porta ed era l'unico maniera per accedere all'interno della torre. IN caso di pericolo si sarebbe potuto distruggere la scala di legno e rendere così la torre imprendibile.
Il castello
Il castello fu costruito da Pietro II di Savoia intorno al 1240. Ha una torre ad ogni angolo ed è circondato da un fossato
Il mastio era a quel tempo l'ultimo rifugio degli abitanti in caso di attacco.
Il cammino di sentinella permette alle guardie di camminare lungo la sommità delle mura, mentre sono protette.
I balivi di Friburgo arrivarono nel 16 secolo e costruirono un nuovo edificio a due piani con numerose finestre gotiche. Questa è l'ala che si vede sulla destra entrando nel cortile.
Due belle figure che decorano la fontana posta all'entrata del castello
La ruota del pozzo
L'attuale ruota del pozzo risale al XVIII secolo e ha undiametro di 4,5 m. Ha ispirato la leggenda degli scoiattoli, come vengono chiamati gli abitanti di Romont: gli uomini che la manovravano erano comparati a questi roditori
Il museo del vetro: gli eroi
L'eroe di Soletta
Il pannello esposto proviene da un tetto di vetro in nove parti della farmacia Wengi di Soletta, che testimonia la diffusione del vetro opalescente in Svizzera. Esso raffigura il sindaco (Schultheiss) di Soletta, Nicola di Wengi il Giovane (1485-1549), che divenne un eroe popolare locale grazie alle sue azioni gloriose durante i conflitti religiosi tra cattolici e riformati.
Nel XIX secolo, Wengi divenne un simbolo di tolleranza e un tema popolare a Soletta. I vetri della farmacia sono sorprendentemente ricchi di sfumature opalescenti e parzialmente stampati, mostrando così l'importanza della tecnologia americana nelle vetrate svizzere intorno al 1900.
Il quadro nella sua totalità presente all'Altes Zughaus museum di Soletta
Nel 1532 agli aderenti alla denominazione riformata di Soletta era stato vietato di praticare il culto nella città di Soletta, dopo un conflitto scoppiato per l'elezione di Niklaus von Wengi a Schultheissen.
Nel novembre 1533 i riformati si ribellarono e si rifugiarono nei sobborghi di Soletta, sperando nell'aiuto di Berna. I cattolici solettesi intendevano porre fine alla rivolta con la forza, distruggendo il sobborgo a colpi di cannone dall'altra sponda dell'Aare. Secondo la tradizione dello storico Franz Haffner, dopo il primo colpo di cannone, Niklaus von Wengi si mise davanti alla bocca del secondo cannone, che era pronto a sparare, e invitò a non sparare ai concittadini
Altri eroi svizzeri
Il pannello mostra due episodi della storia svizzera in ciascuna delle tre strisce. Le singole immagini incorniciate da colonne sono spiegate da dettagliate legende sopra i cartigli a volute.
La base del disco è occupata dal cartiglio a volute affiancato dagli stemmi di Hans Felix Haller e Elisabeth Vogler con l'iscrizione del donatore e la firma dell'artista.
In alto a sinistra è raffigurato l'accecamento di Heinrich von Anderhalden: Sullo sfondo, il figlio Arnold von Melchtal attacca il servo del balivo, che ruba il bue più bello della sua squadra. In primo piano, il balivo Beringer si vendica del padre del giovane contadino fuggitivo; per suo ordine, il vecchio viene legato e accecato da due servi.
In alto a destra, il contadino di ritorno Konrad Baumgarten di Altzellen uccide l'ufficiale giudiziario Wolfenschiessen nella vasca da bagno. La moglie, che l'ufficiale giudiziario aveva cercato di costringere a condividere il bagno con lui, è in piedi sulla porta della casa.
La parte destra dell'immagine mostra anche la cosiddetta prova di obbedienza dell'ufficiale giudiziario Gessler, con la quale voleva costringere i confederati a salutare il cappello appeso a un'asta.
Nel registro centrale a sinistra, Guglielmo Tell spara la mela dalla testa del suo ragazzo in presenza del balivo. Sullo sfondo, Tell sfugge alla prigionia saltando dalla nave di Gessler.
Nella scena a destra, il ribelle Tell spara all'ufficiale giudiziario Gessler mentre cavalca con il suo scagnozzo attraverso la Hohle Gasse vicino a Küssnacht.
Nella fila inferiore del quadro a sinistra, i contadini portano la decima al balivo di Landenberg. L'ufficiale giudiziario è rassicurato mentre il popolo sullo sfondo prende d'assalto i castelli di Sarnen e Rossberg.
Nella scena finale in basso a destra, i tre confederati Werner Stauffacher, Walter Fürst e Arnold von Melchtal prestano il giuramento del Rütli.
Un eroe internazionale
L'imperatore Carlo Magno verso il 1510-1525, artista olandese sconosciuto
Stemma di famiglia Savoia
Glaser, Michel (il Vecchio), 1452-1460
Vetrata con lo stemma di Casa Savoia (Gules con croce Argent) su sfondo damascato blu. Lo stemma, inclinato verso destra, è circondato da fogliame rosso e bianco (manto Gules e Argent) e sormontato da un elmo con una testa di leone alata che ingloba l'elmo. Due laghi d'amore giallo oro (insegne di Casa Savoia) e l'iscrizione "fert" (motto di Casa Savoia), incisa in due parti in caratteri gotici su una fascia in alto, accompagnano lo stemma. Una seconda iscrizione, in parte difficilmente decifrabile, è incisa sul vetro bianco della croce: Wollff Simon / [?] Lo strato di grisaglia ha perso consistenza, il che rende difficile la lettura dell'intera decorazione vegetale ornamentale sullo scudo e sul fondo damascato.
Scena di ordinaria quotidinità: il benvenuto
Benvenuto Disco Jakob e Friedrich Blau, (Fisch, Hans Balthasar, 1655)
Nell'immagine principale, Jakob e Friedrich Blau sono raffigurati come cavalieri che avanzano. Vengono accolti da una donna in piedi di fronte a loro, che offre loro la tazza con la bevanda di benvenuto. Mentre il cavaliere davanti si volta verso la donna, l'altro guarda verso l'uomo dietro di lui. Nell'immagine superiore è raffigurata una culla per il vino. Si tratta di un carro carico di botti di vino e trainato da cinque cavalli. Nell'angolo in basso a sinistra è raffigurato lo stemma di Jakob Blau con un cerchio ovale. Solo metà dell'iscrizione del fondatore è ancora conservata. Come la sua parte destra, anche lo stemma di Friedrich Blau, originariamente inserito nell'angolo inferiore destro dell'immagine, è scomparso. Al suo posto c'è un vecchio patchwork che mostra soldati guidati da un comandante a cavallo in marcia.
I Blau erano una famiglia di Huttwil i cui membri sono attestati come scoltetti e sindaci: Jakob (1640-50), Friedrich (dal 1650), Andreas (dal 1687), Jakob Andreas (1710-37), Jakob Andreas (1767-98). In segno di riconoscenza per la fedeltà al regime durante la guerra dei contadini del 1653, la città di Berna accordò a Friedrich e ai suoi discendenti lo statuto di dimorante perpetuo e costruì a Huttwil un imponente edificio, denominato la vecchia Corona. La fam. ottenne la cittadinanza bernese nel 1790 e venne accolta nella corporazione dei macellai. Nel XIX-XX sec. tra i B. vi furono parroci, agricoltori, amministratori, architetti e funzionari.
Scena di ordinaria quotidianità: la raccolta delle arance
Forse la più bella composizione vista oggi ma della quale non riesco a trovare esaustive informazioni
Still searching….
Uno strano soggetto
Ritratto di Gerhard Janssen (Ulrich Daniel, 1725)
Targa d'onore con il ritratto a mezzo busto dell'artista Gerhard Janssen in vista frontale. Il soggetto indossa un cappello di pelliccia e una sciarpa legata al collo, le cui punte sono infilate nella giacca, che è chiusa tranne che per due bottoni. Colpiscono il suo sguardo penetrante rivolto a sinistra e l'espressione truce del viso con gli angoli della bocca abbassati e il naso sfigurato da un tumore. A sinistra e a destra del volto si trovano due stemmi, che appaiono tridimensionali. Sul bordo superiore dell'immagine si trova una scritta e sul bordo inferiore della raffigurazione un'area non dipinta che occupa l'intera larghezza è separata da una linea per una seconda iscrizione. Quest'ultima si estende per sei righe e si riduce di riga in riga.
In memoria del pittore e incisore di vetro di corte Gerhard Janssen (Utrecht 21.7.1636-3.6.1725 Vienna), il pittore di vetro e vetro rovesciato Ulrich Daniel Metzger realizzò questa targa d'onore dopo la sua morte, avvenuta il 9 luglio 1725. Metzger lavorò con lui come apprendista nella sua bottega a Vienna per alcuni mesi nel 1720/21, ma utilizzò la tecnica dell'eglomisé già in precedenza. Il 29 luglio dello stesso anno realizzò un secondo ritratto di Janssen con la stessa tecnica e con un'iscrizione più o meno identica (già nell'Abbazia di Göttweig, oggi perduta). Janssen aveva praticato con successo la tecnica dell'incisione a lacca supportata da foglia d'oro a Vienna fin dal 1662.
La fortuna
Un interpretazione della fortuna che non mi era mai passata per la mente, la fortuna lascia cadere da un cesto il suo contenuto, si tratta di soldi e pietre ed é perfettamente casuale che una delle due figure sottostanti raccolga tutto il denaro mentre l'altra sia schiacciata dai sassi.
Di artista olandese sconosciuto
fine parte 1…
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