Passa ai contenuti principali

Il castello di Kyburg (part I)

 Malgrado l'itinerario sull'applicazione indicasse di recarsi al castello di Kyburg in bus ho fatto di testa mia: vuoi vedere che la stazione ferroviari di Kyburg sia così lontano dal castello?

Non lo sapevo ma avrei dvuto sudare parecchio per raggiungerlo, prima costeggiare la riva di un fiume per alcuni km prima di intraprendere il pendio che mi porterà al castello, come sempre costruito sul cocuzzolo di un monte a dominare la pianura.

Da questo dipinto si vede bene la scarpina ta eseguita, dal fiume in basso su su per la ripida collina fino al castello

La torre, o battifredo, é la più antica costruzione del castello di Kyburg, si presumje che la costruzione risale al 1170-1230 e si trattava la residenza di un nobile benestante.
Nel 1264, quando passò agli Asburgo, il castello venne trasformato.
Dopo un incendio, verificatosi fra il 1250 e il 1370, furono eseguiti importanti lavori di riattamento. La casa dei cavalieri fu costruita fra il 1300 e il 1370.
Nel 1424 il castello divenne proprietà di Zurigo.
Nel 1525, in seguito alla riforma, gli affreschi furono coperti. La cappella divenne un deposito di cannoni.
Nel 1550 la cubatura del castello corrisponde a quello attuale.
Nel 1674 fu costruito l'archivio

L'esterno del castello con i suoi giardini

La maggior parte delle fortezze e anche il castello di Kyburg, non erano difesi in permanenza da soldati di ventura. Dall'epoca dei balivi gli abitanti di Kyburg e una parte dei militari dei dintorni furono responsabili della difesa del castello e del cortile esterno.


Durante periodi bellici il castello veniva presidiato in parte anche da soldati.
Nel 144126 membri di corporazioni zurighesi servirono per diverse settimane come guardie al castello - una metà con balestre, l'altra con archibugi durante la Vecchia guerra di Zurigo, un conflitto tra Zurigo e Svitto per l'eredità del Toggenburgo. Un grande esercito svittese vagava per l'Oberland zurighese saccheggiando e appiccando incendi. Riuscì a conquistare il cortile esterno.
I tiratori scelti resistettero all'assedio finché un esercito di soccorso proveniente da Zurigo non lo riconquistò.



Le prigioni


Fino al XVIII secolo non si considerava il carcere come una punizione. 
Rinchiudere i prigionieri in una torre é cosa nota già dal Medioevo. Tuttavia non vi sono indizi che i conti di Kyburg utilizzassero la torre come prigione. Poiché il cstello dei balivi si teneva un tribunale, a partire dal XV secolo si resero necessarie celle di prigionia per la cosiddetta carcerazione coercitiva. I sospetti venivano rinchiusi qui fino all'udienza. Una pena detentiva, spesso di durata inferiore alla settimana, era pronunciata soprattutto quando gli imputati non potevano pagare la multa prevista per delitti minori.I detenuti non dovevano temere le pene detentive, bensì il confino, le pene corporali o la condanna a morte.

La vita dietro le sbarre

La maggior parte dei detenuti trascorreva in carcere qualche giorno o qualche settimana, in attesa che fosse completata l'istruttoria.
Le condizioni di detenzione erano molto dure. Era una conseguenza delle misure di risparmio e del disprezzo con cui si trattavano i detenuti.
Le prigioni a blocchi come questa del 1529 erano frequenti, in parte ancora più strette e basse, così che i prigionieri potevano starci solo da seduti. Le celle erano sporche e mal aerate; non c'erano latrine.
Le fibre in legno delle spesse assi del pavimento presentano forti tracce di decomposizione simile a quelle delle stalle per i bovini. I prigionieri urinavano direttamente sul pavimento coperto di paglia.
Dai libri contabili dei landfogti risulta che le celle venivano pulite solo una volta all'anno. Si dormiva su di un saccone; solo nel 1657 si accenna ad un letto in una cella. Il libro dei conti menziona pure spese per libri di preghiere.

«Queste vittime non sono sempre degli scellerati e meritano normalmente molta
compassione.» (Johann Caspar Escher, landfogto di Kyburg, 1718-1724)

La vergine di Norimberga

Probabilmente uno dei punti più alti raggiungibili nel vagare per castelli in Svizzera, trovarsi a tu per tu con una vergine di Norimberga


Tutti conoscono la vergine di Norimberga. Fece la sua apparizione a Kyburg nel XIX secolo per attirare gli spettatori. Doveva inoltre, in sintonia con le convinzioni del tempo, illustrare «lo spirito oscuro del Medioevo».
Ci sono ragioni fondate per sostenere che la terribile vergine non abbia potuto essere uno strumento di tortura. Le cronache del tempo non parlano di questo sensazionale metodo di tortura
o di esecuzione, perché era sconosciuto. Il materiale di costruzione, inoltre, non risale al Medioevo. Per torturare o uccidere, le 14 punte sarebbero dovute essere sistemate in modo da forare gli occhi, il petto e il ventre.
Con un'altezza di 2,37 metri ciò è però impossibile. Se si tiene conto anche del piedistallo, gli occhi dovrebbero trovarsi all'altezza di 2 metri.

Ci crediate o no

La vergine di Norimberga fu acquistata nel 1876 dall'allora proprietario Matthäus Pfau ed esposta nell'armeria. Durante gli ultimi 50 anni si trovava nella camera di tortura.
Nel 1989 si stabili che si componeva di una sottile struttura di legno ricoperta di ferro con delle cavità, su cui erano fissate punte smussate. Nel nuovo Museo la vergine è finita in solaio, nel ripostiglio della storia.

Origine

Secondo Pfau l'oggetto proveniva da un castello in Carinzia. L'origine è probabilmente da ricercarsi nel «mantello della vergogna» -una botte di legno senza fondo e senza coperchio - con cui venivano messi alla gogna i delinquenti colpevoli di delitti contro l'onore. Nel 1857 a Norimberga, con l'aggiunta di una testa e di punte, uno di questi fu trasformato in una «vergine». Dopo un avventuroso viaggio in California, questa prima vergine si trova oggi nel museo criminale di Rothenburg. In un'altra copia, proveniente dal castello di Feistritz, nello Steiermark, sono state usate punte ricavate dalle baionette delle guerre napoleoniche.

II XIX secolo e l'immagine «tenebrosa» del Medioevo

Nel «Bund» dell'8 ottobre 1876 si giustifica l'esposizione della vergine di Norimberga a Kyburg con le seguenti parole: «Queste mute testimonianze di un sistema penale senza pietà rappresentano un appello forte e potente all'umanità [...] In questo senso la sua esposizione ci sembra pienamente giustificata.»

Commenti

Post popolari in questo blog

Santa Maria in Calanca

Ci sono piccoli angoli del nostro territorio, che non distano molto da casa, dei quali siam soliti dire “prima o poi ci vado”. E poi non si va mai. Uno di questi angoli é senza dubbio Santa Maria in Calanca. Ad un tiro di schioppo da Grono che é a sua volta ad un tiro di schioppo da Bellinzona, che é a sua volta ad un tiro di schioppo da ogni insediamento del Canton Ticino. Insomma se si vuole andare ci si va. Punto. Santa Maria vista dal sentiero che sale da Castaneda Brutte presenze in quel di Castaneda La mia visita invero parte da Castaneda, ad un tiro di schioppo (evidentemente) da Santa Maria. In una cappella nella parte bassa del paese, scorgo personaggi piuttosto inquietanti. Un santo Stefano dal viso angelico e segnato dalla bella gioventù osserva un San Fulgenzio piuttosto incupito per non dire adirato. Dalle mie parti direbbero "non ha una bella cera". Leggendo poi una breve biografia del personaggio alcune suoi scritti non aiutano a rasserenare, in particolare cit...

Il monastero di Claro

“Posso farle una domanda?”- era da parecchio tempo che aspettavo questo momento, quello di porre una semplice domanda, molto probabilmente ingenua dal punto di vista della monaca di clausura che si appresta ad ascoltarla, ma così carica di significati per me. Sarei però un folle a riportare qui il punto apice della mia visita al monastero benedettino di Santa Maria assunta sopra Claro , questo il nome ufficiale che per motivi di scorribilità della lettura non ripeterò più in maniera completa  Il monastero da un depliant presente al monastero. La zona aperta al pubblico é assai limitata, consiste nella terrazza che da sulla valle (tutta a sinistra) con annessa chiesa e localino per gli acquisti (vedi sotto) L’itinerario odierno parte e finisce nell’abitato di Claro, ridente agglomerato ai piedi del monastero. Prima di salire al monastero faccio un giro alla ricerca dei luoghi di interesse in paese. Mentre cammino per i vicoli noto gente indaffarata: un'intera famiglia sta partecipan...

Valle di Muggio - Tre Personaggi

Delle valli principali del Ticino solo una é rimasta incredibilmente ancora inesplorata dal sottoscritto. Finalmente decido di agire e intraprendere una prima spedizione appiedata che prevede la percorrenza di tutta la valle con "entrata trionfale" dagli alti pascoli invece che una scontata salita dall'imbocco di Morbio. Così facendo dovrò per forza percorrerla tutta e non rinunciare dopo le prime fatiche come avrei potuto fare salendo dal fondovalle.  La partenza é il Generoso e l’arrivo é previsto a Balerna. Finalmente avrò modo di immergermi in maniera completa in questo angolo di Ticino. A pochi centinaia di metri dalla vetta del Generoso. Sullo sfondo la valle di Muggio dove si distinguono i primi villaggi. In primo piano un pastore sale lentamente.... Incontri casuali Ancora non lo so ma tre personaggi estremamente pittoreschi mi stanno aspettando lungo il percorso. Lo stile di vita che ho deciso di intraprendere mi espone volentieri a questo tipo di incontri, non ...

Scioperi svizzeri

Mia nonna diceva sempre di non parlare né politica né di religione durante gli incontri conviviali. A casa però le discussioni più accese ruotavano proprio attorno al tema politico. Con il susseguirsi delle epoche le ideologie hanno mutato assai l’impatto sulla società. Ho però sempre pensato che se fossi vissuto ai tempi della nonna sarei stato con ogni probabilità della sua stessa fazione. Basta vedere cosa proponeva il comitato di Olten nel 1918: il diritto di voto e di eleggibilità per le donne, l'introduzione della settimana di 48 ore e l'assicurazione per la vecchiaia e l'invalidità. Come non essere d'accordo? Oggi questi punti sono delle ovvietà, ma non fu sempre così...anzi come vedremo sorprendentemente durante le ondate di peste, nella perenne guerra padrone - operaio ,  il coltello dalla parte del manico passò decisamente in mano a questi ultimi....e se così non era bastava a ricorrere all’arma dell’ultima spiaggia, arma potentissima: lo sciopero. Alexandre ...

Pavia 1525 - Ante esposizione V1

No, questa non me la perderò. Dopo aver incredibilmente mancato l'esposizione temporanea sulla battaglia di Marignano 1515 al museo nazionale di Zurigo, poi parzialmente ricostruita scavando qua e la , decido di prestare la massima attenzione e prendermi per tempo sulle esposizioni temporanee. Gli anno dal 2000 in avanti sono molto succosi, infatti esattamente 500 anni fa andava in scena il secolo più incredibile della storia: una selva di avvenimenti di cui sovente vengono organizzate commemorazioni per il 500esimo. Quindi 2025-500=1525, l'anno della battaglia di Pavia. Ad essere pignoli l'esatto compleanno della battaglia, il 24.02.1525, l'ho snobbato, ma attendo pazientemente l'arrivo di 8 arazzi dal museo di Capodimonte per recarmi al castello della cittadina lombarda per l'esposizione sulla battaglia. ATTENZIONE SPOILER! (o anche piccolo riassunto) Fu la battaglia in cui quel che restava della gloria degli svizzeri in armi fu definitivamente spazzata via, m...

Dürer tatuato - prima parte

Ho un debole per Albrecht Dürer, molto marcato. Molto meno per i tatuaggi. Diciamo che se proprio fossi obbligato a tatuarmi qualcosa, la scelta potrebbe facilmente cadere su un opera dell’incisore tedesco. Pensieri ben distanti da me nella giornata del 8 febbraio 2025. L’obiettivo odierno era il moulage di Zurigo appena finito di visitare. La strada di rientro verso la città vecchia passa davanti all' ETH di Zurigo (politecnico). Edificio principale rispettivamente Graphische Sammlung, Politecnico federale svizzero (ETH Zürich) in Svizzera Ero passato di lì ore prima in direzione del moulage e sulle sue fiancate, tra tanti personaggi non mi é scappato, con grande sorpresa, quello di Albrecht Dürer. E li ero già contento, la giornata era già guadagnata, un accenno ad uno dei miei artisti preferiti, che volere di più? Lo spicchio della facciata del Politecnico di Zurigo dedicato a Dürer Il resto poi l’ha fatto la mia curiosità: notare che l'edificio era aperto al pubblico, entr...

Belli i capelli

La lunghezza massima dei miei capelli l’ho raggiunta nel 1994 quando mi arrivarono quasi alle spalle. Durò poco. Ora a 20 anni di distanza il mio pensiero inerente i capelli é "meglio grigi che assenti".  Non fanno sicuramente parte della mia quotidianità ma tornano saltuariamente nei miei pensieri quando lo scarico della doccia si ottura.  Al castello di Valangin ho modo di approfondire il tema e rendermi conto che anche loro fanno parte in qualche modo della storia Volantino dell mostra temporanea NON C'È NESSUN PELO IN CIÒ CHE PORTA FORTUNA: IL PIEDE, IL TALLONE E LA LINGUA Detto di Trinidad e Tobago Peli e capelli come barriera contro le aggressioni esterne  Proprio come la pelle, anche i peli hanno diverse funzioni. Prima di tutto, fanno da barriera fisica e aiutano a regolare la temperatura, soprattutto grazie al sudore.  I capelli proteggono dal sole, una funzione che i peli hanno perso perché ormai sono troppo sparsi per essere davvero efficaci. I peli pubici...

Isole di Brissago

Talmente vicine, talmente scontate che alla fine gli autoctoni non ci vanno, o meglio, procrastinano col rischio di non andarci mai. E sbagliano, sì perché le isole di Brissago sanno presentare diversi scenari molto diversi tra loro nel giro di pochi ettari Se possibile ancora più vari rispetto al parco Scherrer di Morcote Il bagno romano Da buon semi autoctono atipico alle isole ci sono già stato, ma con la testa sono sempre rimasto a riva. Malgrado questo un posto l'ho ben immagazzinato in un angolino dei miei ricordi: il bellissimo bagno romano.   Bagno romano Sebbene le isole siano state frequentate in epoca romana, come confermato da reperti archeologici, il "bagno romano" non è un'autentica rovina dell'antichità, ma una costruzione moderna che richiama quello stile. Costruito nel 1927 dal proprietario dell'epoca, il mercante tedesco Max Emden. Si tratta di un'opera architettonica e paesaggistica, parte del giardino botanico, che comprende una piscina...

L'ordine benedettino

È durante una mia visita al monastero di Claro che incappo in un succoso libricino. Esso funge da linea guida per chi si appresta a passare il resto dei suoi giorni nell’ordine benedettino.  Gratis? Quest’aura di amore e buonismo si offusca un po’ quando scopriamo che un compenso esiste, certo non materiale, ma pur sempre un compenso. Nessuno, ma proprio nessuno, fa qualcosa senza voler qualcosa in cambio. Ma che cosa può offrire di tanto prezioso isolarsi dal mondo per seguire una vita estremamente umile?  La vita eterna é sicuramente una ricompensa allettante. A questo va aggiunto che di conseguenza si scarta la possibilità di finire agli inferi. Questo messaggio é presente più volte qua e la nel libricino …ricorda sempre tutto ciò che Dio comanda, cosicché ripensa continuamente dentro di sé come l'inferno bruci per i loro peccati coloro che disprezzano Dio e come la vita eterna sia preparata per quelli che lo temono Capitolo 7 - L’umiltà  L’ordine benedettino Dell’ord...

I castelli di Bellinzona

Sembra incredibile che a tre anni di distanza dall’avvio di questo blog non ho ancora trattato i monumenti storici più famosi del Ticino, tanti da essere nella lista dei monumenti protetti dall’UNESCO: i castelli di Bellinzona; una fortezza che era intesa a controllare un valico alpino strategico.  Il promontorio Non ci fosse stato questo promontorio, sopravvissuto decine di migliaia di anni fa all'erosione del fiume glaciale, la storia d'Europa non sarebbe probabilmente la stessa.  La lenta erosione dei ghiacci che ha disegnato le nostre valli: è appunto grazie a questo zoccolo di roccia che l'uomo ha potuto edificare uno sbarramento totale della valle alla confluenza di tre valichi alpini: il San Gottardo, il Lucomagno e il San Bernardino. Vista a volo d'uccello sul promontorio in direzione di Locarno, in fondo a destra Sul rilievo roccioso, dove molto più tardi sorsero le fortificazioni e la grande murata a chiusura della valle, abitavano fin da tempi remoti popolazi...