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Il massacro del Greifensee

Che se ne possa dire non c'é nulla come andare direttamente in un luogo in cui sono successi avvenimenti storici per poter immergersi ulteriormente, per facilitare il viaggio a ritroso nel tempo, per far si che quel determinato evento non possa più esser semplicemente due righe lette su di un libro ma qualcosa di  "toccato con mano". Lo so perché l'ho provato a Sempach, dove nel bel mezzo delle campagne si erge una semplice cappella a testimoniare una delle battaglie più iconiche per la confederazione.

Greifensee

Giunto al villaggio che da il nome all'omonimo lago mi sono divertito ad osservare le persone intente a passeggiare attorno al lago, quest'aria di estrema tranquillità e serenità stride fortemente con le immagini che mi frullano in testa di uno dei massacri più ignobili che la nostra storia ricordi.

Facciata del castello di Greifensee

Quello del Greifensee é un episodio della vecchia confederazione a otto Cantoni; mentre infatti si é portati a pensate che dal 01.08.1291 tra i cantoni Confederati ci fosse solo amore e accordi in tipico stile Disneyano si sbaglia di grosso. Una prova concreta é la vecchia guerra di Zurigo in cui Svitto, con l'appoggio degli altri cantoni, si ritrovò a combattere contro il Cantone alleato di Zurigo che per l'occasione si alleò niente popò di meno con il nemico per antonomasia, quello già presente dai tempi di Tell: gli austriaci.

La città e il castello di Greifensee nel cantone di Zurigo, in Svizzera, nella Topographia Helvetiae di Matthäus Merian. 1650 ca.

L'assedio

Nel 1444 i confederati riuscirono a mettere a segno un successo, per quanto estremamente ignominioso: conquistarono la fortezza di Greifensee, sull'omonimo lago di fronte a Zurigo. Fu uno degli episodi più tristi nella storia delle guerre della Vecchia Confederazione, che rimase nella memoria come il "massacro di Greifensee"
Quando le poche centinaia di abitanti della fortezza e del piccolo borgo di Greifensee si accorsero che le massicce truppe dei sette luoghi confederati si avvicinavano, in tutta fretta portarono al sicuro a Zurigo una parte delle donne e dei bambini. Molti civili rimasero tuttavia nella città. 

Assedio di Greifensee 1444 - da un'incisione di Johann Lochmatter
Il castello distrutto dai Confederati venne ricostruito solo nel 1520 da Zurigo

Il castello oggi visto dalla facciata che da sul lago

Il primo maggio 1444 i confederati circondarono Greifensee, che fu valorosamente difesa dai settanta uomini della guarnigione rimasti, per lo più contadini del posto. Dopo due settimane gli assediati dovettero riconoscere di non poter tenere il borgo e il castello. Decisero così di concentrarsi sulla fortezza e distruggere tutto il resto. Furono loro stessi ad appiccare il fuoco al villaggio e bruciarono tutto ciò che altrimenti sarebbe caduto nelle mani degli aggressori: fattorie, bestiame, provviste. Prese dalla disperazione, molte delle donne che erano rimaste con i bambini uscirono dalla città e andarono incontro ai confederati. Persino il cronista dei confederati, uno svittese che documentò ogni cosa, provò pietà per quei civili che "così miseri e pietosi uscirono dalle case in fiamme". 
Comunque i confederati si mossero a compassione e li portarono al sicuro a Uster, scortati da due uomini. Gli zurighesi superstiti si trincerarono nella fortezza di Greifensee e continuarono a difendersi.

Assedio della città (maggio 1444) durante la Vecchia guerra di Zurigo. Illustrazione nella cronaca del canonico Johann Jakob Wick

La resa

Resistettero due settimane, poi cedettero. Presumibilmente il 25 maggio 1444, le facciate sud e ovest erano state parzialmente abbattute dagli Svizzeri centrali con un'azione di scalzamento, rendendo inutile un'ulteriore difesa. inoltre non trovavano più pietre da lanciare sugli aggressori, così il martedì prima della Pentecoste, il 26 maggio 1444, offrirono la resa. I confederati respinsero la richiesta di lasciarli ritirare "auf Gnade", con misericordia, cioè indisturbati. Avevano subito troppe perdite ed erano furiosi.

Stemma attualmente presente sopra l'entrata principale del castello

 Il giorno seguente la guarnigione si arrese. Gli uomini, e anche le donne e i bambini ancora rimasti, calarono una scala da una finestra perché il portone era barricato. I prigionieri vennero subito distribuiti tra i contingenti dei Cantoni confederati, mentre i vincitori si davano al saccheggio della fortezza e portavano via tutto quello che si poteva ancora trovare: grano, avena, farina, carne, utensili domestici, corazze, lenzuola e coperte, mortai, armi, balestre, polvere da sparo e un po' di vino.
Si spartirono tutto, poi distrussero la fortezza. 

Un esempio che risuoni in ogni angolo del Paese

Quello che avvenne il 28 maggio del 1444  Per dare un esempio " che risuoni in tutti gli angoli del paese e che incuta tanto più terrore nei nostri nemici"›, i confederati agli ordini di Ital Reding decisero di uccidere gli sconfitti di Greifensee.

"Contro il parere della ragione, l'odio prese infine il sopravvento", il risentimento per le pesanti perdite subite durante l'assedio e il sentimento di umiliazione per l'assedio durato un mese contro i soli 70 difensori, la maggior parte dei quali proveniva da famiglie contadine, era probabilmente troppo grande.

Il cronista Fründ (come testimone oculare tra i confederati) descrive l'esecuzione di 62 difensori del Greifensee in sole tre frasi, Edlibach fornisce un resoconto più dettagliato delle deliberazioni apparentemente lunghe dei confederati prima dell'inizio delle decapitazioni e dello svolgimento del massacro.

La targa a ricordo del massacro posata nei pressi del castello. IN essasi menziona il sacrificio del comandante Wildhans von Breitenlandenberg e altri 61 altri sventurati

Ital Reding, il leader degli Svizzeri Centrali, avrebbe chiesto di "uccidere tutti tranne il servo della città di Zurigo Ueli Kupferschmid, che era nato a Svitto e il cui fratello era tra gli Svitto". Un altro (leader) aveva suggerito di risparmiare tutti i difensori, per lo più "contadini, dell'ufficio di Greifensee, poiché avevano fatto solo il loro dovere, ma non i mercenari" - presumibilmente il capitano, i suoi servitori cittadini e un piccolo numero di soldati asburgici al servizio della città di Zurigo. Una voce si schierò a favore del perdono di tutti, compreso il capitano Wildhans von Breitenlandenberg.

Anche il cronista espresse il suo sdegno: dopotutto i difensori della città erano dei civili, contadini che non avevano alcuna colpa della guerra, annotò. Le donne e i bambini piansero e implorarono pietà per i loro uomini. Anche tra i confederati vi fu chi esortò a risparmiare i prigionieri, ma non venne ascoltato. I Cantoni confederati discussero sulla condotta da seguire e infine decisero come far morire gli sconfitti. Gli svittesi di Ital Reding e i lucernesi erano per la dolorosa morte sul rogo; gli altri, la maggioranza, e tra loro gli obvaldesi, per la più rapida decapitazione. Fu l'unica pietà concessa ai prigionieri. 

Assedio del castello di Greifensee nel maggio 1444 durante la Guerra di Zurigo. Sono raffigurati (da sinistra) l'assedio - l'esecuzione sulla "Blutmatte" - la cappella commemorativa.Dalla "Cronaca di Zurigo" 1485-1486 di Gerold Edlibach (1454-1530).

Dieci graziati

All'alba di quel buio giovedì 28 maggio 1444, a pochi giorni dalla Pentecoste, i confederati condussero tutti i prigionieri su un grande prato, tra i lamenti delle donne e dei bambini. Prima scelsero nel gruppo i cinque più anziani e i cinque più giovani, ancora fanciulli, e li lasciarono liberi ("con la barba grisen [grigia]" e i più giovani, ancora adolescenti). La maggior parte delle fonti parla di due soli sopravvissuti, che dovettero la loro fuga più al caos del luogo dell'esecuzione che alla clemenza della Svizzera centrale. Poi diedero ai sessantadue prigionieri rimasti la possibilità di confessarsi. Ci vollero alcune ore.

Il monumento posto sul luogo del massacro

Si dice che, sul luogo del massacro, padri, madri, mogli e figli dei condannati abbiano pianto e implorato i capi della Svizzera Centrale di avere pietà delle loro vittime e della condizione dei sopravvissuti, perché giustiziandoli avevano privato le famiglie dei loro capifamiglia. Ogni supplica è stata vana.

Taci e decapita!

Dopo il mezzogiorno i confederati si disposero in un grande cerchio e stettero a guardare il boia di Berna mentre tagliava le teste, per primi al comandante e ai suoi due servi, 
I primi a essere decapitati sarebbero stati il capitano Wildhans von Breitenlandenberg e poi i suoi due servitori di città; Il capitano Breitenlandenberg, su sua richiesta, fu decapitato per primo, affinché i suoi compagni di sventura non credessero che lui, in quanto nobile, fosse stato poi risparmiato dagli Svizzeri interni. Poi a tutti gli altri, e le metteva in fila. 


Secondo la leggenda, dopo la nona vittima il carnefice dichiarò che, in base al diritto imperiale, ogni decimo condannato spettava a lui. Avrebbe potuto risparmiarne qualcuno. Ital Reding, tuttavia, gli ordinò di continuare perché "qui si applica il diritto fondiario e non quello imperiale". La stessa scena si svolse con la ventesima e la trentesima vittima, ma Ital Reding avrebbe risposto senza pietà: "Taci e decapita!"

La lista dei decapitati tra i quali 7 soldati che restarono senza nome

Lo storico Karl Dändliker ha messo in dubbio la corrispondenza di questo resoconto con la realtà storica. Egli ha ipotizzato che Edlibach, in quanto cittadino di Zurigo, abbia dipinto il boia bernese come più umano per motivi politici di alleanza, al fine di far apparire Reding di Svitto in una luce ancora peggiore.

Le esecuzioni si protrassero " alla luce delle fiaccole" fino a tarda sera e proseguirono il giorno seguente. Non fu risparmiato un solo prigioniero.

Bluetmatt

Il luogo dell'atroce fatto passì alla storia come "il prato insanguinato di Nänikon" (Bluetmatt). La notizia del massacro si sparse in fretta, come Reding aveva voluto ma, contrariamente ai suoi calcoli, non impedi altri attacchi contro i confederati. L'episodio lasciò un segno profondo nella popolazione svizzera. 

Nel cerchio in basso il castello di Greinfensee, mentre in alto é indicato il Bluetmatt.

Il trauma fu tanto più profondo perché i difensori di Greifensee non erano cavalieri stranieri ben armati ma semplici cittadini, proprio come tutti gli altri confederati: contadini, artigiani e servi con le loro famiglie, che avevano solo fatto il loro dovere e difeso la propria vita. 


Alcune settimane dopo, in uno scontro presso Basilea caddero 1.500 confederati, e in tutti i cantoni della Svizzera girò la voce che era stata la giusta punizione per la vergogna di Greifensee. Nacque anche la leggenda che sul prato inzuppato di sangue di Nánikon per molto tempo non crebbe più l'erba. Il boia morì poco tempo dopo. La vedova avrebbe richiesto il pagamento del salario ancora dovuto per i servigi del defunto marito. Nessuno dei confederati si senti responsabile, e la patata bollente del salario rimbalzò da un luogo all'altro.

Facciata del castello di Greifensee,
 l'edera ne ha preso lentamente possesso approfittando della calma degli ultimi tempi

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