Passa ai contenuti principali

La sala dei Lanfogti nel castello di Frauenfeld

Ci sono stanze nei musei o nei castelli che quando si entra un "wow" pronunciato o mentale é inevitabile. La sala dei lanfogti nel castello di Frauenfeld é una di queste e merita un post a parte.

Vista sulla parete orientale. Sulla destra l'orologio, in alto gli stremmi dei lanfogti, in questo caso quelli di Zurigo e Lucerna. Il cantone rappresentato é il primo in alto a sinistra.
Sulla sinistra si intravede una finestra con un dipinto al suo fianco e le decorazioni sui vetri

I temi trattati

Gli spunti contenuti nella sala sono molteplici; dagli stemmi dei lanfogti, alle decorazioni in vetro sulla finestre a quelle pitturate ai fianchi. Si passa poi per il (sempre presente) tema della punizione, dello scorrer del tempo e sulla gestione del baliaggio da parte dei lanfogti

Memento mori

Il tempo passa inesorabilmente e davanti alla morte siamo tutti uguali, questo pensiero é ogni presente, e si presenta sotto forma di figure, specchi o orologi. Nella sala dei Lanfogti é presente uno stupendo orologio a ricordarci tutto questo

Orologio in ferro battuto di Tobias Liechti, Winterthur, 1657

Le decorazioni alle finestre

Disco comunale di Mettendorf
di Jakob Il, tessitore (1637-1685) 
1680
 Il maestro pittore del vetro Jakob II. 
Weber realizzò almeno dieci dipinti su vetro per la Schützenhaus di Wellhausen, 
tutti trasferiti alla Schützenhaus di Frauenfeld.

Disco dello stemma
Johann Jakob Wegelin
Jakob il. Tessitore (1697-1685)
1680 
Wegelin è medico e cittadino di Diessenhofen e
 onora con la sua donazione del disco il buon samaritano 
che cura un uomo aggredito nella foresta.

Bersaglio d'armi della Società di Tiro di Frauenfeld
Jakob II. Weber (1637-1685)
1680
Questa è l'unica donazione di dischi conosciuta della Schützenvereinigung
Frauenfeld, anche se si pensa che la società esista dal 1483.

Disco dello stemmaMarx Anton di Ulm
Jakob il Weber (1697=1685
1680
Sotto le tre allegorie della forza, della prudenza e della gloria,
 nell'immagine superiore una caccia al cervo.

7 virtù fondamentali per il cattolico: le 3 teologali e le 4 cardinali

Le virtù sono decisioni stabili di praticare il bene perfezionate dall’abitudine. Possono essere umane o teologali. Sei di queste sono dipinte ai lati delle tre finestre presenti nella sala. Dovendo scartarne una si é scelto per la scartare la fede

Le virtù sono decisioni stabili di praticare il bene che si perfezionano con l’abitudine. Possono essere umane o teologali: le virtù umane vengono acquisite mediante l’apprendimento e la pratica, le virtù teologali sono il risultato della presenza in noi dello Spirito Santo, che agisce sulle nostre facoltà e supplisce alle nostre fragilità.


1. Giustizia: È la virtù che ci porta a dare a ciascuno ciò che gli è dovuto, compresi noi stessi e Dio. Per giustizia, quando compriamo qualcosa paghiamo il suo valore; quando prendiamo qualcosa in prestito ci assumiamo il dovere di restituire; quando contraiamo un obbligo ci impegniamo a rispettarlo. Quando si pecca contro la giustizia, il pentimento e la Confessione non bastano: il danno contro la persona che abbiamo danneggiato va riparato.

2. Provvidenza: La prudenza è la virtù del saper scegliere. Non si tratta di scegliere tra cose futili: la prudenza ci aiuta a scegliere i mezzi adeguati per fare il bene e vincere il male. Questa scelta cruciale dev’essere fatta innumerevoli volte nel corso della vita, e in mezzo a ogni tipo di circostanze. 
Possiamo peccare contro la prudenza in due modi:
Per mancanza: l’imprudenza può derivare dall’essere precipitosi, quando agiamo senza riflettere, o dalla trascuratezza, quando riflettiamo ma anche così agiamo male.
Per eccesso: si tratta dell’astuzia maliziosa, quando ci mettiamo sulla difensiva per nascondere un male che abbiamo fatto, in genere in relazione ad atteggiamenti non virtuosi nei confronti della vita materiale.

3. Temperanza: È la virtù morale che modera l’attrazione per i piaceri e cerca l’equilibrio nell’utilizzo dei beni creati, come spiega bene il Catechismo della Chiesa Cattolica (cfr. n. 1809). È il “freddo dell’anima” che ci fa usare con moderazione i beni temporali: cibo, bevande, sonno, divertimento, sesso, comfort… La temperanza ci insegna che per l’uso di ogni bene esistono un tempo giusto, un contesto proprio e una quantità adeguata.
Chi possiede questa virtù ha il dominio della volontà sugli istinti: i suoi desideri non superano i limiti dell’onestà. È chiamata anche “moderazione” o “sobrietà”, come in Tito 2, 12, dove San Paolo dice che dobbiamo “vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo”.


4. Forza: È la virtù che ci dota di sicurezza in tutto ciò che facciamo, soprattutto nelle difficoltà e nelle contrarietà, aiutandoci a vincere la paura. Ci dà sostegno e costanza nella ricerca del bene, firmando in noi la risoluzione a resistere alle tentazioni e a superare gli ostacoli nella vita morale (Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1808).
La fortezza non è solo una virtù da eroi: è in ogni scelta che compiamo nella nostra vita quotidiana.

5. Carità: La carità, come virtù teologale, non è semplice beneficenza o filantropia, ma la pienezza dell’amore, perché è la nostra partecipazione all’Amore di Dio, che è Amore puro, amiamo il nostro prossimo come noi stessi, disposti anche a dare la vita per amore.

6. Speranza: La speranza teologale è la virtù attraverso la quale speriamo fortemente in Dio e in tutto ciò che Egli ha in serbo di meraviglioso per noi, sia su questa Terra che nell’eternità che Egli pone alla nostra portata rispettando il nostro libero arbitrio di accettarla o rifiutarla. La speranza teologale ci aiuta ad affrontare e a vincere gli ostacoli, sapendo che Dio è dalla nostra parte.

Gli stemmi dei Lanfogti

Fregio dello stemma dei balivi confederati, XVII secolo.
Ogni balivo é raffigurato con il proprio stemma è un rappresentante del potere federale in Turgovia. 
122 stemmi sono allineati lungo le due pareti.

Stemma dei balivi di Turgovia con gli stemmi delle otto antiche città della Confederazione 
Hiltensperger, Johann Jost (1711-1792), tipografo e incisore

Il fregio è disposto secondo i cantoni: Zurigo, Lucerna, Uri, Svitto, Untervaldo, Zugo e Glarona.
La potente Berna non prende parte al dominio sulla Turgovia. Per questo motivo l'orso bernese non è presente nell'aula del tribunale.
I balivi entrano in carica ogni due anni. Ogni cantone fa il suo turno ogni 14 anni.
Il nome e l'anno di insediamento del rispettivo balivo sono scritti sopra lo stemma.

Leonhard Holzhalb, Zürich
Landvogto di Turgovia 1546-1548


Lo stemma del Lanfogto Holzhalb di Zurigo é il secondo da destra nella riga superiore

Decorazione raffigurante un processo minore

Seduta di processo
Wolfgang Breny di Rapperswil 1591

Il pittore su vetro raffigura una seduta del tribunale inferiore di Niederbussnang: di fronte, un usciere zurighese conduce una coppia alla gogna davanti al giudice. 
Dai loro vestiti si capisce che si tratta di contadini
In fondo al tavolo siede l'Ammann Bachmann, che presiede il tribunale; accanto a lui si trova lo scriba Kesselring. Dietro Bachmann si riconosce Weibel con il suo bastone. Ai lati del tavolo siedono dodici giudici i cui stemmi sono allineati con i loro nomi sul bordo del disco,

Come funzionavano i tribunali nel tardo Medioevo?
Le controversie quotidiane, come la legalità dell'uso della foresta, venivano trattate dai tribunali locali inferiori.
L'illustrazione mostra una seduta di un tribunale di questo tipo a Niederbussnang.
Il signore del tribunale nomina i funzionari:
Ufficiale giudiziario, Cancelliere, 12 Giudici, Weibel

Gli stemmi rivelano chi era giudice o ricopriva una carica presso il tribunale di Niederbussnang nel 1591.
Il Weibel, ad esempio, si chiama Michel Gütinger terzo stemma in alto partendo da sinistra

La giurisprudenza 

Gli ufficiali giudiziari federali decidono sulla colpevolezza e sull'innocenza. 
e innocenza. È un luogo importante dove i Confederati possono dimostrare la loro nuova regola. 
Coloro che garantiscono la pace, l'ordine e la giustizia sono riconosciuti come governanti. 
Gli accusati vengono ascoltati in tribunale. Il tribunale dell'ufficiale giudiziario determina la severità del verdetto. 
Il Landgericht, è dedicato a reati gravi quali l'omicidio. 

Spada con fodero, XVI sec. 

Le esecuzioni sono eseguite da un boia
Questa carica viene spesso trasmessa all'interno di una famiglia come un mestiere disonesto. 
Questa spada da boia sarebbe stata utilizzata dal XVI al XIX secolo. L'ultimo boia della Turgovia Johann Näher (1765-1843) decapitò 19 persone con questa spada, per l'ultima volta nel 1839. 
In tutta la Svizzera, dal 1848, i condannati a morte vengono generalmente decapitati con la ghigliottina. 
la ghigliottina; per l'ultima volta secondo il diritto penale cantonale a Sarnen nel 1940.

Blocco di piedi con catena e chiusura intorno al 1800

Le catene per i piedi sono uno dei più antichi dispositivi utilizzati per limitare i movimenti dei prigionieri.
Le catene per i piedi compaiono già nell'antichità, ma nel Medioevo tali dispositivi non servono solo a limitare i movimenti, ma anche a fare pubblica ammenda.
Chi indossa le catene viene ridicolizzato e perde l'onore. Nel Medioevo, i giudici di solito pronunciavano punizioni d'onore o multe; le pene detentive non erano comuni.

Il lanfogto e il sacco di Ittingen

Nel 1524, la Riforma di Zurigo si riversa in Turgovia.
Josef Amberg di Svitto è balivo in Turgovia. Le città cattoliche confederate lo incaricano di fare prigioniero un campione della Riforma: il parroco di Burg, Johannes Oechsli vicino a Stein am Rhein.
I sostenitori del sacerdote mobilitano i contadini della zona, che appoggiano anch'essi il sacerdote. Centinaia di contadini arrabbiati si lanciano all'inseguimento del balivo con il suo prigioniero fino alla Thur. Lì il balivo può attraversare con il suo prigioniero e fuggire. La furia degli inseguitori frustrati si dirige ora verso il monastero di Ittingen, dove distruggono i dipinti, bruciano i libri, prosciugano l'acqua della peschiera e infine danno fuoco alla Certosa.


Il sacco di Ittingen provocò un aspro conflitto fra i cantoni confederati, e solo a fatica si evitò una guerra. Malgrado la protesta di Zurigo, tre dei presunti capi - il vicebalivo Hans Wirth, di Stammheim, suo figlio Hans e il vicebalivo Burkhart Rüttimann, di Nussbaumen - furono condannati dagli altri delegati alla Dieta federale e giustiziati il 28 settembre. Il sacco di Ittingen fu un episodio precursore della guerra dei contadini che nel 1525 scoppiò nella Germania meridionale.

Ornamenti

Esco dalla sala, ci sono ancora un paio di dettagli che noto nei corridio mentre salgo verso la campana. 




Questo castello, dalla vaghe sembianze di un castello si é rivelato pieno di oggetti, aneddoti e storie da raccontare. Lascio quindi Fraunfeld positivamente sorpreso dalla ricchezza proposta al museo

Commenti

Post popolari in questo blog

Il terrore nell’arte - Burn in Hell

Affascinanti, morbosamente intriganti, così potrei definire le testimonianze pittoriche del tardo medioevo inerenti l'inferno, il diavolo e compagnia bella. L'obiettivo di incutere maggior terrore possibile a chi osserva le opere si é tramutata in una vera e propria gara della rappresentazione dell'orrido. Va anche aggiunto che ai tempi solo una piccola parte della popolazione era in grado di leggere, quindi i dipinti erano l'unica vera, e potentissima arma, a disposizione degli artisti per far passare messaggi basilari come quello che aspettava chiunque non facesse il bravo. Anima di donna dannata - Ascona Voglio però partire da un prodotto casereccio prima di fiondarmi nei capolavori della cara vecchia Europa. Il quadro qui rappresentato dovrebbe trovarsi in terra ticinese. Dico dovrebbe perché la chiesa in cui si troverebbe (San Michele ad Ascona) l'ho sempre trovata chiusa e al momento non sono ancora riuscito a mettermi in contatto con le autorità ecclesiastich

Il castello di Locarno

" Deee, ci becchiamo al bar castello. " Oppure: " siamo li a sciallarci sui muretti davanti al castello." Già, il castello, e se una volta ci degnassimo ad esplorarlo, a scoprire la sua storia? Varcando la porta di ingresso del castello museo ho l'impressione di fare quel piccolo passo che ben pochi avventori del bar e dei muretti farebbero mai. Credo sia d'obbligo per gli abitanti di unluogo X visitare quelle parti storiche che caratterizzano il villaggio, paese, città X Il castello di Locarno, capace di trasportarci attraverso i secoli e di narrarci una grande storia. Una storia fatta di dominazioni, di conquiste, intrighi e di violenza. Il castello di Locarno non è solo la testimonianza della storia del  Ticino e della Svizzera, ma è una tessera del grande mosaico della storia europea.  Il castello di Locarno ha una lunghissima storia di edificazione, di distruzione e ricostruzione millenaria. È stato per molto tempo un castello molto importante dello sca

S.P.Q.T. (Sono pazzi questi ticinesi)

Che siamo un popolo a se stante nella cara Vecchia Confederazione é indubbio. Piuttosto occupati a litigare così da perdere il focus sui problemi reali e risultare piuttosto inefficaci. Già il Bonstetten e il Zschoccke , e anche se in maniera più velata il Franscini, ci hanno descritto con i tratti che tutto sommato ancora oggi ci caratterizzano. Latini, focosi, litigiosi, burberi, estroversi. Abbiamo bruciato un sacco di energie a farci la guerra ad inizio 800 con la nascita del nuovo Cantone. Il Ticino é sempre stata terra di derby, quello di una volta, quello politico, forse ancora più appassionante che quello odierno hockeystico. Liberali contro conservatori Colgo l'occasione di una conferenza per fare un full immersion nella storia della nascita della democrazie nel nostro, tutto sommato, giovane cantone. Work in progress Nel nostro piccolo Ticino, la nascita della nostra democrazia è una strada difficilissima e in salita Essa ci mostra in maniera emblematica di come la demo

Landfogti alla sagra di San Martino

A vederla immersa nel nulla, senza capannoni, giostre e i tipici fumi provenienti dalle griglie, la chiesetta di San Martino sembra adagiata nella quiete più assoluta. Lo scenario nei luoghi della sagra durante i 362 giorni all’anno di quiete Un a volta all'anno però questo posto si trasforma: durante la fiera é un pullulare di espositori, venditori e soprattutto visitatori. Ci sono anche gli animali, giustamente, oggi confinanti in uno dei tanti capannoni presenti Foto: Gino Pedroli, La fiera di San Martino negli anni Trenta,  fotografia, Collezione Museo d’arte Mendrisio Per chi si volesse poi ritagliarsi qualche minuto tra un bicchiere di vino e una salamella alla griglia c'é la possibilità di dare un occhiata alla chiesetta. Nell'angolo a sinistra in particolare c'é una botola con una piccola scaletta che porta al piano inferiore Lapidi commemorative Quello che maggiormente solletica la mia curiosità sono le 5 lapidi appoggiate alla parete. Lapidi commemorative appo

Hans Leu il Giovane

Capito su Hans Leu il giovane un po’ casualmente. Il cognome non suona nuovo, infatti Hans Leu il vecchio , suo padre, fu l’autore di diversi quadri, alcuni visti al museo d’arte a Zurigo, e soprattutto alla famosa serie di quadri rappresentanti il martirio dei santi di Zurigo,  miracolosamente ritrovati anni dopo l’epoca iconoclastica. Il Giovane apprese il mestiere del padre nella sua bottega. Di lui però ben pochi dipinti si salvarono, paradossalmente distrutti dalla nuova fede protestante che lui stesso imbracció. Hans Leu (il Giovane) Tavola raffigurante la crocifissione di Cristo e Santa Veronica. Olio su legno realizzato quale donazione in onore dei caduti della battaglia di Marignano, dopo il 1515 (Museo nazionale svizzero, IN-6941). Si tratta di uno dei pochi dipinti sacri di Leu (la sua sigla appare in basso a destra) che sopravvisse all'iconoclastia riformata, probabilmente perché il donatore riuscì a riprenderne possesso. Sul lato inferiore sono raffigurati gli stemmi d

Piccoli misteri nella parrocchiale di Mairengo

Sabato 16 novembre 2024 mi ritrovo nel centro di Milano, galleria Vittorio Veneto e poi in piazza Duomo. È un formicaio di gente, moltissima gente. Malgrado questo sono molto solo (non lo dico con tristezza). Esattamente 24 ore dopo mi ritrovo nel microbaretto di Mairengo. Colloquio con due personaggi del posto, sembra ci conosciamo da una vita. Adoro queste alternanze megalopoli - villaggi sperduti, andare da un opposto all'altro nel giro di poche ore.  Già ma perché Mairengo? Sono venuto a conoscenza che il villaggio, una volta più importante del capoluogo Faido, offre una chiesa ricca di opere d'arte. Mairengo si trova su quella che una volta era la via di comunicazione principale asse nord - sud. Una volta infatti il fondovalle era privo di costruzioni: il fiume non aveva un corso ben definito e durante le pioggie esondava spesso. Per questo motivo le strade erano edificate in altezza, sul fianco delle montagne, più al riparo dagli elementi naturali. San Siro non é solo uno

Piccolo manuale museale e affini

 Intro Questa piccola guida ai musei e affini non era programmata e nemmeno un obiettivo dichiarato. È nata con le esperienze accumulate nel vario girovagare per musei, monumenti vicoli più e meno grandi. Piccole accortezze, da applicare con lo scopo di migliorare qualitativamente le giornate dedicate alla visita di qualsiasi tipo di oggetto culturalmente rilevante. "L'opera" é in continuo aggiornamento, una versione finale sarà in coincidenza con la mia dipartita. La vergine di Norimberga presente nel museo del castello di Kyburg;  trattasi di un falso acquistato nei secoli passati dai proprietari del castello per sorprende e intrattenere gli ospiti  La Vergine di Norimberga, spacciata come uno strumento di tortura medievale, è in realtà un prodotto del XIX secolo, un’epoca in cui l’Europa era affascinata da una visione romantica e distorta del Medioevo. Questa riscoperta del Medioevo non era basata su una comprensione storica accurata, ma piuttosto su una visione teatra

Filosofia in 5 minuti

Certo non sarà un libricino come "Filosofia in 5 minuti" a cambiarmi la vita. Va però riconosciuto che contiene piccole chicche, e proprio come i consigli della nonna presente sui calendari, potrebbe venir buone in determinati frangenti Tutti gli uomini hanno una filosofia perché, in un modo o nell'altro, assumono un atteggiamento nei confronti della vita e della morte. Karl Raimund Popper Le donne filosofe Pitagora di Samo accoglieva anche le donne nella sua scuola. Si tramandano i nomi delle sue diciassette discepole più dotate, tra le quali Timica (di carattere così ferreo che, pur di non divulgare i segreti della setta pitagorica, giunse al punto di mordersi la lingua e di sputarla ) e Teano, eccelsa matematica e medica. Nel Novecento molto interessante è la posizione della francese Simone de Beauvoir, la quale afferma che, in tale subordinazione, vi è anche la responsabilità delle donne stesse, che hanno rinunciato a esercitare la propria autodeterminazione accettand

Il pigiama col buco

Quando menzionavo " il pigiama col buco " tra gli amici era in ottica sarcastica per indicare un rapporto sessuale freddo, distaccato e visto che ci siamo anche al buio. Non mi ricordo dove io abbia sentito questa espressione, ma in questo caso non ho mai creduto veramente esistesse un indumento e tanto meno una " morale " che giustificasse la sua esistenza. Tra le mie letture, casualmente mi ritrovo davanti all'argomento e scopro, divertito, che il pigiama col buco non é solo un mito ma era effettivamente utilizzato ed aveva un nome più scorrevole ed elegante: la chemise cagoule Possiamo considerare questa succosa pillola un bonus track sul post inerente il piacere sessuale "Dio lo vuole" é lo slogan di questo capo d'abbigliamento Nel Medioevo il concetto di sesso era strettamente legato a quello di peccato. Pur essendo indispensabile alla procreazione, l'accoppiamento era però derivato dal peccato originale e quindi, comunque, da condannare.

Tre aneddoti sulla battaglia di Sempach

Sembra incredibile a diversi anni ormai degli approfondimenti sulla battaglia di Sempach, sia sul luogo della battaglia, sia nel museo del comune riuscire a trovare ancora nuovi aneddoti riguardanti la battaglia. Tutti e tre gli aneddoti li trovo nel museo storico di Zofingen, uno di quelli difficili da visitare, perché con orari molto stringati e solo indeterminati giorni Da portabandiera a mangiabandiera Già durante la prima visita a Zofingen avevo potuto appurare che il personaggio che svetta dalla cima della più bella fontana cittadina é l'eroe La statua di Niklaus Thut nell'oninoma piazza A confermare la fama a queste latitudini, sempre lo stesso personaggio, sempre con tanto di bandiera in mano, é dipinto su una facciata in una via poco lontana dalla fontana DI nuovo il buon Niklaus che porta fiero la bandiera di Zofingen Ma chi é costui? E perché merita tanta gloria? Niklaus Thut († 9 luglio 1386; grafia precedente: Claus Tuto) fu sindaco della città asburgica (ora svi