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La nascita della riforma

"Dinnanzi a due mali scegli quello minore". 

È questa la frase con cui esordirei per parlare con qualcuno sul tema della Riforma.

Fare cassetta 

Dalle nostre parti l'espressione é soprattutto collegata alla polizia cantonale che piazza radar in punti strategici per "far cassetta" ovvero per tirar su un po' di soldi a scapito di poveri e già tartassati cittadini.

Il punto cardine é l'ignoranza ed il danaro, connubio pericolosissimo. Il purgatorio é stato inventato da poco e le conseguenze si fanno sentire, malgrado le chances di finire diretti all'inferno si sono notevolmente ridotte ora si punta a trascorrere meno tempo possibile nel purgatorio. Si ma come?

La chiesa cattolica a Roma, interessata alla realizzazione della reggia del Vaticano si trova senza mezzi finanziari per la sua costruzione, anche perché aveva già contratto un enorme debito per le guerre antifrancesi in Italia. Le casse piangono, urgono soluzioni. Si ma come?

Due "Si ma come?" ed intravedo una soluzione.....

Papa Pio X sta per ritrovarsi con una grandissima tegola 

Ma che c'é di meglio di vendere dei voucher per accorciare la propria permanenza in purgatorio? Meglio ancora, si potrebbe allargare la vendita anche per le persone già passate nell'aldilà e attualmente in bagnomaria in purgatorio.

“Il diavolo che vende le indulgenze”, miniatura tratta dal manoscritto “Jenský kodex Antithesis Christi et Antichristi”, 1490-1510, Ms. IV.B.24, c. 71v, Museo Nazionale, Praga.

Questo modus operandi sarebbe stato aspramente criticato prima o poi, semplicemente questione di tempo. Il personaggio protagonista é Martin Lutero, che dopo essersi sciroppato un lungo viaggio dalla Germania fino a Roma rimane alquanto deluso scoprendo il fasto in cui intende vivere il discendente di San Pietro.
E allora protesta, si protesta di brutto: svuota il sacco e mette giù tutto nero su bianco, non contento posta il tutto, il portone della chiesa può fungere benissimo da bacheca di inizio XVI 

Martin Lutero questo sconosciuto

Stop, piccolo passo indietro. Da dove spunta questo Lutero?

La tradizione racconta che tutto cominciò con un fulmine: colpito da una saetta e salvatosi miracolosamente, Martin Lutero, giovane studente di diritto dell'Università di Erfurt, avrebbe deciso di diventare frate agostiniano e dedicare la vita a Dio. Verità o leggenda che sia, quel che è certo è che fu Lutero, una volta entrato in convento, a lanciare i suoi terribili strali contro la Chiesa di Roma, la sua mondanizzazione e la corruzione diffusa. Il giovane frate, infatti, era un animo tormentato, si interrogava su temi come la fede, il rapporto con Dio, la salvezza, il bene e il male.

La statua a lui dedicata nella sua città natale

Si chiedeva con sempre maggiore ansia se papi e cardinali, che vivevano come satrapi, potessero annunciare la Parola di Dio alla massa dei credenti. In Germania si diceva non a caso "Roma veduta, fede perduta" e Lutero ne ebbe la conferma visitando la città tra il 1511 e il 1512. "Se esiste l'inferno, Roma ci sta sopra", scrisse nel suo breviario anni dopo esprimendo il suo dolore di credente, ma anche la sua rabbia di figlio della Germania che vedeva tante ricchezze del suo Paese finire a Roma per finanziare il lusso della corte papale.

Nel 1517 lo slogan più diffuso in Germania era "appena una moneta gettata nella cassetta delle elemosine tintinna, un'anima se ne vola via dal Purgatorio" e i proventi delle indulgenze scorrevano a fiumi per le vie di Roma per finanziare la costruzione della basilica di San Pietro.

Quello spettacolo della fede ridotta a compravendita convinse Lutero ancora di più che "è meglio donare un centesimo al proprio prossimo che costruire a san Pietro una chiesa tutta d'oro; la prima cosa infatti è comandata da Dio, la seconda no". Non si poteva comperare la salvezza che si riusciva a raggiungere solo con la fede, la grazia di Dio e la conoscenza. Non servivano opere pie, devozioni, mortificazioni della carne e neppure il papa poteva rimettere i peccati. Queste convinzioni, frutto di anni di tormenti interiori, Lutero le condensò nelle famose 95 tesi che affisse il 31 ottobre 1517 sulla porta della cattedrale di Wittenberg, la città dove insegnava teologia.

Dove nascono le idee migliori?

L'operazione di andar in bagno é sempre stata collegata a momento di riflessione o momento ideale per staccare da tutto /tutti. Proprio per questo motivo ci si intrattiene sempre più a lungo, più di quello necessario. L'avvento di supporti digitali ha poi accentuato mil fenomeno, ma nel XVI° secolo?
Che centra tutto questo con Lutero e la riforma? 

Gli archeologi in Germania hanno trovato la toilette ove Martin Lutero elaborò la Riforma della Chiesa Cristiana nel XVI secolo.
La sala di pietra è un annesso - recentemente riportato alla luce - della casa di Lutero a Wittenberg.
Lutero raccontava di trovarsi "in cloaca", quando fu ispirato a sostenere che la salvezza dipendesse dalla fede, e non dalle azioni.
Si dice ancora che Lutero soffrisse di frequenti problemi intestinali, e che trascorresse di necessità molte ore in bagno.
La sala da bagno fu costruita nel periodo 1516-17, secondo il dr Martin Treu, teologo ed esperto di Lutero con base a Wittenberg. La toilette si trova in una nicchia collocata all´interno di una sala che misura nove metri per nove, che è stata scoperta nel corso degli scavi di un giardino nella proprietà della casa di Lutero.

Le 95 tesi

Secondo la tradizione, Lutero affisse l'elenco delle tesi sul portone della chiesa di Ognissanti del castello di Wittenberg, il 31 ottobre 1517

Lutero illustra le sue 95 tesi appena affisse

Passandole in rassegna si può notare come il punto delle indulgenze é il fattore scatenante, il casus belli. Ecco alcune delle 95 tesi che ben riassumono il tono

32. Saranno dannati in eterno con i loro maestri coloro che credono di essere sicuri della loro salvezza sulla base delle lettere di indulgenza.

36. Qualsiasi cristiano veramente pentito ottiene la remissione plenaria della pena e della colpa che gli è dovuta anche senza lettere di indulgenza.

43. Si deve insegnare ai cristiani che è meglio dare a un povero o fare un prestito a un bisognoso che non acquistare indulgenze.

45. Occorre insegnare ai cristiani che chi vede un bisognoso, e trascurandolo dà per le indulgenze, si merita non l'indulgenza del papa ma l'indignazione di Dio

50. Si deve insegnare ai cristiani che se il papa conoscesse le esazioni dei predicatori di indulgenze, preferirebbe che la Basilica di San Pietro andasse in cenere piuttosto che essere edificata sulla pelle, la carne e le ossa delle sue pecorelle.

51.Si deve insegnare ai cristiani che il papa, come deve, vorrebbe, anche a costo di vendere - se fosse necessario - la basilica di San Pietro, dare dei propri soldi a molti di quelli ai quali alcuni predicatori di indulgenze estorcono denaro.

75.Ritenere che le indulgenze papali siano tanto potenti da poter assolvere un uomo, anche se questi, per un caso impossibile, avesse violato la madre di Dio, è essere pazzi.

82. Per esempio: perché il papa non vuota il purgatorio a motivo della santissima carità e della somma necessità delle anime, che è la ragione più giusta di tutte, quando libera un numero infinito di anime in forza del funestissimo denaro dato per la costruzione della basilica, che è una ragione debolissima?

86. Ancora: perché il papa le cui ricchezze oggi sono più opulente di quelle degli opulentissimi Crassi, non costruisce una sola basilica di San Pietro con i propri soldi invece che con quelli dei poveri fedeli?

94. Bisogna esortare i cristiani perché si sforzino di seguire il loro capo Cristo attraverso le pene, le mortificazioni e gli inferni

95. E così confidino di entrare in cielo piuttosto attraverso molte tribolazioni che per la sicurezza della pace.

Alcune di queste tesi sono ancora attualissime e vengono spesso tirate menzionate quando si critica la ricchezza della chiesa (82 e 86)

Le ultime due invece esortano a disdegnare questa scorciatoia per evitare sofferenze con l'ausilio delle indulgenze. A questo proposito mi torna alla mente una delle classiche domande che oggigiorno vanno per la maggiore: "ma cosa non si compera oggi? Venderanno anche l'aria tra poco". Ecco, finalmente qualcosa che oggi non si trova più in commercio, il bonus per saltare la coda ed andare direttamente in paradiso, le indulgenze.

Il papa vende le indulgenze - Lucas Cranach il vecchio

Va detto che il buon Lutero non poteva immaginarsi che le conseguenze del suo gesto avrebbero dato il via ad un scisma religioso che metterà a ferro e fuoco l'Europa per diversi decenni.
Quindi, oltre che su internet si può ben dire che una volta pubblicato qualcosa sulla porta della chiesa del castello di Wittenberg non si può più cancellarlo

Ripetimelo in faccia se hai il coraggio! (la difesa delle 95 tesi di fronte alla Dieta di Worms)

Nell'Urbe, intanto, si pensava ad altro, come conferma ancora l'esperta: «Alla corte rinascimentale di papa Leone X, la protesta di Lutero fu inizialmente trascurata e letta come una delle tante liti tra ordini religiosi tedeschi, nel caso specifico tra gli agostiniani, compattamente schierati con il loro confratello Lutero, e l'ordine domenicano a cui appartenevano i predicatori delle indulgenze». La corte papale era presa dai maneggi per la successione al trono dell'anziano imperatore Massimiliano I d'Asburgo e la pratica Lutero venne presa in mano solo quando salì sul trono imperiale Carlo V d'Asburgo. Nel 1520 venne emanata una bolla contro il monaco ribelle che suonava già minacciosa: "Sorgi, Signore, e giudica la tua causa, un cinghiale ha invaso la tua vigna", diceva l'incipit.

Il 3 gennaio 1521 con la bolla Decet Romanum Pontificem, Leone X scomunicava Martin Lutero con l'accusa di eresia hussita. Lutero aveva già spregiativamente bruciato in pubblico la bolla papale Exsurge Domine (15 giugno 1520) con la quale era stato minacciato di scomunica se non avesse desistito dal proprio intento.

Martin Lutero brucia la bolla papale

Fatto del tutto eccezionale era che alla scomunica non seguisse l'intervento del braccio secolare per eseguire la condanna dell'eretico ma Carlo V, all'atto dell'elezione imperiale, aveva promesso che nessun suddito sarebbe stato condannato senza prima esser sottoposto a processo e il principe Federico il Saggio aveva ottenuto dall'imperatore la promessa che a Lutero, una volta giunto a Worms, non fosse fatto alcun male e che gli si sarebbe stato consentito di esporre le sue ragioni.

Il 17 aprile 1521, a Worms, dopo aver aspettato due ore ai piedi delle scale, Martin Lutero si trovò alla presenza dell'imperatore, che lo scrutava impassibile e silenzioso, e di tutti e sette i principi elettori. Su un tavolo erano gettati alla rinfusa le sue opere
L'avvocato chiese a Lutero se, a suo parere, la Chiesa avesse sino ad allora errato. «Ebbene sì – rispose Lutero – ha sbagliato e per molti articoli; è chiaro come il sole e lo dimostrerò. Che Dio mi aiuti: sono pronto».

Martin Lutero a Worms

A questo punto Carlo V disse di averne abbastanza e lasciò la dieta. La folla presente cominciò a tumultuare e la scorta delle guardie gli si avvicinò, altrettanto fecero i suoi amici temendo volessero arrestarlo ma Lutero li rassicurò: «Non mi arrestano, mi accompagnano».

Arrivato nella sua stanza d'albergo, racconta un testimone del tempo, Lutero "alzò le braccia in alto come fanno i vincitori nel torneo" esclamando: «Ce l'ho fatta!» («Ich bin hindurch»).


Ecco quindi spiegato in maniera spannometrica il via a questo comunque interessantissimo periodo storico. Troppo populista e semplicistico? Può darsi, d'altronde non ho il peso di professionista che mi pesa sul groppone

Vita di Lutero

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