Passa ai contenuti principali

Pinacoteca Züst

A furia di vedere qui e la invitanti scorci di intimi corridoi e cornici luccicanti ho ceduto: d'altronde la pinacoteca Züst di Rancate non dista eccessivamente da casa. Ulteriore motivazione é quella di iniziare a conoscere bene quello che ci circonda da vicino prima di andare in avanscoperta in terre più distanti.

Bocca dell'antico lavatoio di Rancate

Il viale dinnanzi alla chiesa di Rancate é un ottimo biglietto da visita che ci conduce dolcemente all'ex casa parrocchiale ora sede della pinacoteca cantonale

La pinacoteca

Sono il primo ad entrare ma subito dopo di me diversi visitatori stipano il piccolo atrio d'entrata davanti alla cassa. Mi rendo subito conto che per l'ennesima volta sarò tra i più giovani se non il più giovane presento; appena entrato e lasciato l'atri della cassa continuo a sentire a ripetizione la domanda "la carta AVS é valida?". Poco male sono felicissimo di trovarmi in questo luogo che pulsa d'arte -

La pinacoteca raccoglie opere di artisti attivi sul territorio ticinese dal XVII al xix secolo. Il nucleo principale che ancora oggi la compone fu donato allo Stato del Canton Ticino dal collezionista Giovanni Züst (Basilea 1887-Rancate 1976) nel 1966, ed è costituito dalle opere di un pittore originario di Tremona - a pochi chilometri da Rancate -, Antonio Rinaldi (1816-1875), di cui si conservano un centinaio di dipinti e oltre 250 disegni.

«Donazione che, mi si consenta l'immodestia, servirà a estendere in misura notevole il patrimonio artistico e culturale tanto del Comune di Rancate quanto di tutto il Canton Ticino.»
Giovanni Züst (Basilea 1887 - Rancate 1976)

Giovanni Züst nel 1960

Il rapporto di Giovanni Züst con l'arte fu istintivo, appassionato, travolgente. Grande mecenate, donò parte della sua raccolta di argenti all'Historisches Museum di San Gallo (1969), mentre gli oggetti di arte etrusca e greca (1961) formarono il primo nucleo dell'Antikenmuseum di Basilea.

Il Mendrisiotto dunque, soprattutto con l'opera del Rinaldi, rappresenta il nucleo più strettamente locale della raccolta; ma c'è anche un'anima di più largo respiro, che trova i suoi vertici nelle opere del Serodine e del Petrini.
Di Giovanni Serodine (1594/1600- 1630), «non soltanto il più forte pittore del Canton Ticino, ma uno dei maggiori di tutto il Seicento italiano»

(Roberto Longhi), la pinacoteca vanta tre opere, tra cui il San Pietro in carcere, senza dubbio il pezzo più pregiato della collezione.

Si conserva qui anche un cospicuo numero di opere del caronese Giuseppe Antonio Petrini, uno dei protagonisti del Settecento lombardo.

Il secolo maggiormente rappresentato rimane comunque il xix, che, accanto al Rinaldi, allinea dipinti di importanti pittori ticinesi, tutti accomunati dalla frequentazione dell'Accademia di Brera (Milano): Luigi Rossi, Adolfo Feragutti Visconti, Ernesto Fontana, Bernardino Pasta.

Le raccolte hanno continuato e continuano ad arricchirsi grazie a nuovi acquisti, donazioni e prestiti.

LUIGI ROSSI(1853-1923) Artista europeo tra realtà e simbol

La Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate dedica a Luigi Rossi (1853-1923) una grande mostra nel centenario della sua scomparsa, presentando le opere più celebri provenienti da musei svizzeri e italiani e numerosi inediti da collezioni private.
Artista europeo fra realtà e simbolo – pittore geniale, raffinato illustratore, educatore democratico – Luigi Rossi porge la sua arte sincera in maniera cordiale: l’identità della sua opera, colta e spontanea, è insieme svizzera, milanese e parigina. La formazione del giovane artista si compie all’Accademia di Brera a Milano. In esordio l’artista dipinge scene di genere fra ironia e malinconia, nella tradizione del verismo sentimentale di scuola lombarda.
L’artista si spegne a settant’anni nella sua regione amata della Capriasca, nel Cantone Ticino, teatro dei paesaggi dell’ultimo periodo.

Un salto nel Ticino del XIX° secolo

Il mosto - 1898 - Olio su tela - Luigi Rossi 

Canto dell'Aurora - 1910-1912 - Olio su tela - Luigi Rossi

L'eco, il canto dell'aurora, il grido della montagna - 1911 - Acquarello su carta - Luigi Rossi

Scuola del dolore - 1900 - Olio su tela - Luigi Rossi

"Figurazioni ideali" È il titolo della raccolta poetica di Gian Pietro Lucini
(1867-1914) che ha segnato la fondazione del simbolismo italiano. Il libro contiene la poesia dedicata "al pittore Luigi Rossi", autore del quadro simbolista Rêves de Jeunesse (1894) poi acquistato da Museo di Ginevra. Gian Pietro Lucini ha trascritto in versi altri capolavori di Luigi Rossi: Scuola del dolore (1895) e Il mosto (1898). 
Nel suo Verso libero (1908) Lucini pubblica una rassegna ideale di personalità del mondo della cultura, diversamente legate al simbolismo, fra le quali si distingue "Luigi Rossi, pittore geniale

La sua azione poetica ha stimolato il passaggio della pittura di Rossi dalla realtà al simbolo in modo particolare per quanto riguarda la raffigurazione della vita dei campi, idealizzata e venata di nostalgia per un mondo perduto. Nelle successive figurazioni ideali di Arcobaleno, Plenilunio e del
Canto dell'Aurora, risuona l'eco di un inno alla natura.

Triste ricerca (QUADRO DI L. Rossi)

So ne va, la povera donna, col suo bambino in braccio, attraverso il campo della recente battaglia... Se ne va, come un automa, cercando ...
Lo hanno detto che il suo Carlo non è più; che fu visto cadere fulminato da una palla... Ma lei lo vuol rivedere ancora una volta, almeno l'ultima volta, o dargli, con la sua creaturina, l'ultimo addio.
Povera donna! Che cosa sarà di lei, senza il marito, che cosa sarà del bambino, senza il padre amoroso? Ella non ci pensa, ora, inebetita com'è dal dolore; ma domani? Che cosa sarà mai di tutte le spose, di tutte le madri di quei poveri morti che giacciono sul terreno? Neppure a questo ella pensa, tutta intenta nella triste ricerca, in mezzo al silenzio della desolata pianura, mentre i vapori dell'alba si disegnano all'orizzonte, o i corvi le passano volando sopra il capo, coi loro stridi sinistri. — Questo è il bellissimo disegno concepito ed eseguito per Almanacco dal valente pittore Luigi Rossi.

La svizzera

Disse alla signora svizzera in tono amichevole:
Pedibusse cum jambisse, mia bella fica....." e le salì dietro......
Tartarin sur les Alpes - exploits du héros tarasconnais

Trasposizioni campagna - città

È in quest'ultima sala che mi lascio trasportare maggiormente, un alternanza di emozioni, tra campagna e città come sono solito fare, dal caos dei centri al silenzio della natura. 

La città

Una via di Milano - 1881 - Olio su tela

Nebbia a Milano - 1895-1900 - Olio su tela

Alveare - 1912 - Olio su tela

La campagna

Un bel mattino - 1910-1915 - Acquarello su carta - Luigi Rossi

La raccolta delle mele - 1915-1920 - Olio su tela

Massaia che nutre i polli - 1905-1910 Olio su tavola

Armée du travail - 1898 - Olio su tela

Il fieno - 1894 - Olio su tela

La polenta (replica) - 1900-1910 - Olio su tela
La polenta - L'ora del desinare - 1885-1889 - Olio su tela

Amor fraterno - Il fratellino ammalato - 1878 - Olio su tela

La montagna

In montagna - 1895 - Olio su tela

Temporale in montagna - 1892 - Olio su tela

Sacro e profano


Processione sotto il temporale - 1915 - Olio su tela

Alla messa del mattino - Valle Verzasca - 1883 - Olio su tela

Chiromante - 1895 - Olio su tela

Commenti

Post popolari in questo blog

Su e giù per la Calanca

Una delle mie abitudini, complice il clima da bisboccia, quando nei capannoni tolgono la musica sull’albeggiare é quella di intonare canti popolari. Piuttosto limitato il mio repertorio, di molte canzoni infatti purtroppo conosco solo il ritornello. Tra queste possiamo tranquillamente annoverare quella della val Calanca " ...dicono che la Calanca piccola valle sia, invece sei la più bella piccola valle mia... " Ma sarà poi vero?   Sfatiamo subito; chi se la immagina stretta, con gole profonde scavate dal fiume si sbaglia, o almeno da Arvigo in su il fondovalle regala ampi spazi L'obiettivo della giornata é recarsi in postale a Rossa. Da qui inerpicarsi alla ricerca di reperti sacrali (alcune cappelle segnalate in zona). Poi scendere lungo la strada carrabile di nuovo a Rossa e da qui seguire il sentiero sul fondovalle cercando di giungere almeno fino ad Arvigo L'antico insediamento della Scata Poco fuori Rossa inizia la salita e subito incontro il primo elemento di in...

Samuel Butler e il passo del Sassello

Cosa accomuna il sottoscritto e Samuel Butler? Fino a ieri pensavo nulla oltre al bianco degli occhi. E invece, per mia grandissima sorpresa un elemento che pensavo solo ed esclusivamente mio. Ultimo tratto verso il passo dal versante leventinese. Sullo sfondo il lago di Prato (2056 m.s.m.) Percorro, o meglio cerco di percorrere, il passo del Sassello almeno una volta all'anno. Sarà perché é un passo poco frequentato. Sono sicuro che in passato non fosse così, in più tratti (come la foto sopra) compaiono delle tracce di intervento umano per facilitare la percorribilità.   Dopo le mie prime tre ascensioni non incontrai persone da entrambi i versanti; sarà perché non conosciutissimo, sarà perché da guadagnare metro per metro (non ci sono carrabili che portano vicino alla sommità) e quindi faticosissimo. Sarà perché bisogna proprio ad andare a cercarselo. In rosso il passo del Sassello Il passo del Sassello E solo dopo l'indipendenza ottenuta dal Cantone Ticino nel 1803, dopo tr...

Le Landeron

“Come i funghi”, si dice solitamente quando ne trovi uno e poco distante immancabilmente ce n’è un altro. Questa regola non é applicabile a tutto ma se ci si reca nell’angolo occidentale del lago di Bienne ci sono due città di chiaro stampo medievale (il mio vero motivo della visita) a pochi chilometri di distanza. Siamo proprio sul confine linguistico francese / tedesco nonché quello cantonale trovandosi Le Landeron cattolica in territorio neocastellano (NE) e La Neuveville  protestante bernese (BE). Quello di Le Landeron si tratta di un ritorno, dopo la visita a La Neuveville scoprii che c'era un museo che però per l'occasione era chiuso, un ritorno é quindi d'obbligo Parte meridionale dell’abitato fotografato dalla sala di giustizia del municipio di Le Landeron Le Landeron occupa una posizione unica nel suo genere nel Cantone di Neuchâtel: un sito di pianura, a 700 metri a ovest del lago di Bienne, su un terreno in leggero pendio, in una regione meravigliosa, costellata...

Da Lugano al Convento del Bigorio

La partenza é fissata alla stazione dí Lugano. So che sarà una sfacchinata, non esagerata ma pur sempre una sfacchinata. Il mese di maggio é agli sgoccioli, hanno iniziato ad esserci le giornate torride, o perlomeno afose. Di buona lena prendo il treno e verso le 09:00 sto già partendo dalla stazione di Lugano.  Per la giornata di oggi conosco alcuni posti in cui transiterò perché già visti da qualche parte, oltre a questi potrebbero esserci luoghi a me tutt'ora sconosciuti e se dovesse capitare mi lascerò piacevolmente sorprendere. San Maurizio in Rovello La prima grande sorpresa giunge alle porte di Lugano, la chiesa di San Maurizio in Rovello La piccola chiesa, addossata a una masseria di origine medievale attestata sin dal 1203, è stata a lungo proprietà degli Umiliati. Sorge sul territorio dell'antico quartiere di Rovello, ed è oggi parte di Molino Nuovo. Il complesso rurale si sviluppa intorno ad una corte centrale di forma triangola allungata, selciata secondo tecniche ...

D.A.F. De Sade - Elogio dell’omicidio

Si proprio quel De Sade. Trovo un libricino in una altrettanto minuscola biblioteca a Biasca. Incuriosito da titolo ed evidente me autore ne prendo possesso. Il racconto narra dell’incontro di Juliette con il pontefice Sisto VI. Juliette pone 4 richieste al pontefice in cambio dei suoi favori sessuali che si riveleranno poi dei più depravati. Quello a colpire é il tema centrale del libro: il papa illustra a Juliette che l’omicidio non solo deve essere tollerato ma é necessario Del divin marchese (1740-1814) la cui biografia oscilla tra il più spinto libertinaggio e lunghi anni di prigionia - in pochi ne hanno saputo parlare con tanta lucidità come George Bataille: "di Sade dovremmo poter prendere in considerazione unicamente la possibilità che offre di calarci in una sorte d'abisso d'orrore che dobbiamo esplorare, e che inoltre é dovere della filosofia esporre, chiarire e far conoscere. Considero che per chi voglia andar fin in fondo nella comprensione di ciò che significa...

Da Einsiedeln a Rapperswil

Einsiedeln é già stata tappa delle mie scorribande , più volte. Questa volta però decido di non fermarmi nella cittadina / nel monastero, ma di usarla semplicemente come punto di partenza. Ed é un bene, perché anche tralasciando questa fonte di aneddoti sto per incontrarne molti altri sul mio percorso Il monastero di Einsiedeln Pronti…partenza…deviazione! Il monastero é già stato visitato a più riprese dal sottoscritto e qualcosa ho già postato qui . Decido di fare la prima ed unica deviazione proprio all’inizio del mio percorso; decido infatti di andare ad esplorare (di nuovo) il cimitero di Einsiedeln, anche perché a posteriori mi sono accorto che durante la mia prima visita mi sono sfuggiti diversi dettagli... Il cimitero di Einsideln  In particolare durante la mia prima visita mi é completamente sfuggito il monumento ai Bourbaki , che di conseguenza é la prima cosa che vado a cercare. Einsiedeln accolse 139 uomini e 63 cavalli dell'esercito francese che si ritirò in Svizzera. S...

L’emigrazione nelle valli ambrosiane

Non ce ne sono tantissime, ma quando viene organizzata una conferenza sulla storia delle nostre vallate faccio il possibile per partecipare. A quella sulle emigrazioni dalle valle ambrosiane giungo appena in tempo e trovo la saletta delle conferenze del Museo di Leventina molto affollata. Giusto il tempo di trovare una sedie in seconda fila e la conferenza inizia.     La compagnia Correcco-Bivio assicurava viaggi in tutto il mondo e con una traversata dice in sei giorni cui celerissimi vapori postali Emigrazione e immigrazione In realtà non si trattava solo di emigrazione, la trasversalità da montagna a montagna faceva sì che ci fossero delle famiglie che partivano dai comuni in altitudine per andare a lavorare nelle città d'Italia e contemporaneamente in questi comuni arrivavano persone da fuori a fare il boscaiolo , per esempio nel mendrisiotto arrivano dalla Val d'Antrona, dalla val Brembana, oppure spostamenti trasversali da valle a valle: dalla val Verzasca si spostavan...

Donne sfiorite

Questo idilliaco quadro l’ho visto due volte in pochi mesi: alla galleria Züst di Rancate e al MASI di Lugano pochi mesi dopo. Ma poco importa. Idilliaco e utopico  Il canto dell'aurora, 1910 - 1912 Luigi Rossi (1853–1923) 1910–1912, olio su tela. MASI Lugano. Deposito Fondazione Antonio Caccia. Acquisto 1913 Sotto un ampio cielo, si apre il paesaggio della Capriasca, luogo di villeggiatura estiva del pittore, in cui sono collocate quattro contadine che intonano un canto, orientate verso i punti cardinali. Il tema dei contadini al lavoro, ampiamente trattato dall’artista, mostra un rapporto sereno fra la natura e l’uomo, mentre la resa pittorica, dalle pennellate parzialmente filamentose, rende il soggetto quotidiano atemporale e simbolico. Quello che importa sono le identiche sensazioni che mi ha trasmesso entrambi le volte. La prima cosa che ho notato sono le gerla: vuote! Finalmente e inesorabilmente vuote! Ci voleva un quadro per una visione simile, che io ricordi non esiste fo...

Una nuova partenza

Ho gestito un blog dal 2004 al 2016 Dal 2016 ho preso una pausa, nel frattempo il mio stile di vita e i miei interessi sono mutati, si potrebbe sostenre che sono passato dall'epoca "tardo bimbominkia" al "consapevole di un esistenza da sfruttare bene", o ancora, come amo dire, aver cambiato la mia stagione umana, che sia da "primavera a estate" o da "estate a autunno" non l'ho ancora capito. Nel frattempo i miei interessi si sono spostati fondamentalmente su due temi: montagna e storia. Perché Suvorov55? Suvorov55 é un nome che riesce a racchiudere entrambe le mie passioni, cosa abbastanza difficile in una parola; si tratta di un percorso proposto da una delle innumerevoli app di escursionismo che propone di ripercorrere il percorso fatto dal generalissimo Suvorov nelle alpi svizzere nel contesto delle guerre napoleoniche, il percorso si chiama appunto Suvorov55 ed é una dei miei innumerevoli obiettivi che mi sono proposto di raggiungere....

Ufenau

L’ho rasentata durante la passeggiata Einsiedeln - Rapperswil, e mi sono fatto ingolosire. La presenza del Huttenwyl li esiliato non ha fatto altro che aggiungerci fascino. Approfitto di una giornata tersa per andare in avanscoperta della piccola ma affascinante isola di Ufenach (o Ufnach). Giusto per approcciarmi in maniera soft prendo il primo battello da Zurigo Bürkiplatz e mi godo il docile ondeggiare verso la parte meridionale del lago Ripresa con un drone da un'altezza di 300 metri: Arnstein, il punto più alto dell'Ufenau con i suoi 17 metri, si trova a destra del molo. Foto: Emanuel Ammon/Aura Cartina del 1844 dell'isola di Ferdinand Keller Dal 1857 i battelli a vapore attorcano a Ufenau. Da quel momento si assiste a un incremento di visite sull'isola e con esso souvenirs come questa cartolina degli anni 1900 Preistoria Le tracce della presenza umana su Ufnau risalgono alla preistoria. I resti di un tempio gallo-romano del II/III secolo d.C. dimostrano che l...