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Gli insegnamenti della regina Kunti (parte prima)

Lugano domenica 14 aprile 2024. All’esposizione di palazzo Conza mi si para dinnanzi un baldanzoso giovanotto a bloccarmi la via. É sorridente e ancora prima che me ne rendo in conto mi trovo a sfogliare tre libri che il mio simpatico interlocutore mi ha abilmente messo in mano: “sono tutti tuoi, puoi fare una libera offera se vuoi”.

Chi avrebbe la faccia tosta di dire grazie e andarsene intascandosi i tre libretti senza mettere mano al portafoglio? Probabilmente nessuno, io men che meno. Dopo una rapida occhiata scelgo uno dei tre libretti, quello che mi sembra “più succoso”, giro il libro e elargisco presso a poco il valore indicato

Già mentre risalgo verso a casa in treno inizio a sfogliarlo.

Il trafiletto sull’interno della copertina recita: 

Le preghiere della regina Kunti si compongono di soli ventisei versi eppure sono ritenute un capolavoro di filosofia, teologia e letteratura.

Il presente libro racchiude questi versi sublimi oltre al commento illuminante di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupãda, maestro spirituale fondatore dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna, autorità riconosciuta in tema di letteratura e filosofia vedica, e guida spirituale dei nostri tempi.

Oltre al commento originale, il libro include spiegazioni fornite dall'autore in un'interessante serie di conferenze, nelle quali egli analizzò gli stessi versi in modo più elaborato, spiegandoli ulteriormente.

Questa pubblicazione della Bhaktivedanta Book Trust rappresenta un prezioso arricchimento per la libreria di coloro che cercano una comprensione più profonda dei misteri della vita.

Scritta da un uomo di grande devozione e cultura, offrirà al lettore una guida sicura sul sentiero universale che conduce alla vera saggezza e all'illuminazione spirituale.

Le parole utilizzate sono importanti, parole grosse, mi aspetto uno sconvolgimento della mia vita, dai toni usati nulla sarà come prima. L’ostentazione di tanta sicurezza invece di ammagliarmi mi scatena un senso critico con cui mi avvicino al testo. Sono un super ateo ma questo non mi ha mai impedito di ficcare il naso in casa d’altri alla ricerca di qualche buona dritta, la regina Kunti con il suo interprete dal nome impronunciabile non sono da meno. 

Mi permetto di riportare i passaggi dell’opera che più mi hanno colpito evidenziandoli di blu da qui in avanti, questo per evitare un fastidioso color rosso di memorie totalitarie sinistroidi che tanto urtano la regina (e in realtà anche il sottoscritto) in un succosissimo passaggio che riporto 

Voglio subito rimarcare che malgrado questa dottrina, come quasi tutte quelle da me visionate ad oggi, predica la povertà assoluta ma poi gli stessi personaggi al vertice razzolano tutt’altro. Ad esempio il signor “ Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupãda” non predica da un eremo immerso nel nulla mentre si nutre dei pochi frutti che regala la terra, e nemmeno da una più confortevole ma pur sempre umile Niderbipp, ma a più riprese sottolinea di essersi comunque scelto l’umile città di Los Angeles per una guida sicura sul sentiero universale che conduce alla vera saggezza e all'illuminazione spirituale.

“…. Per spiegare questo concetto possiamo fare un esempio: a Los Angeles, dove mi trovo ora…”

“…. Quando la mattina di buon ora andiamo a passeggiare sulla spiaggia di Los Angeles….”


Chi di noi non passeggia di buon ora sulla spiaggia di Los Angeles? Forse solo il Dalai Lama e Madre Teresa di Calcutta. Questi passaggi sembrano più voler ostentare la moderna residenza di Sua Divina Grazia bla bla bla (SDG da qui in avanti). Roba in perfetta sintonia da social “ammirate tutti che bella la mia vita” insomma.

-100 punti di base

Eppure aveva iniziato bene

I primi chiari concetti partono dal capitolo 4 e fanno ben sperare in un opera illuminante

Il mondo materiale è pieno d'ignoranza e il nostro sforzo deve mirare a liberarci da tale ignoranza.

Perché dovremmo lavorare giorno e notte come bestie da soma? Che razza di vita è? No. Non è vita. 
Ma come risolvo il problema economico?
La risposta è che la felicità inerente allo sviluppo economico si manifesterà automaticamente nel corso del tempo. 

Secondo il nostro karma, la vita ci riserva una parte di gioia e una parte di dolore, ed entrambi vengono senza bisogno di cercarli. 
Il solo cambiamento che possiamo attuare è liberarci dalla condizione materiale. 
Secondo il karma, a volte nasciamo sui pianeti superiori come esseri celesti (deva) e a volte come cani e gatti, o vermi negli escrementi.


Il piacere fisico è un'illusione.
Crediamo di godere, ma non è vero, perché ha una durata limitata nel tempo. Ognuno di noi può constatare che il piacere materiale prima o poi finisce, mentre il piacere spirituale non finisce, ma si espande eternamente.

Due parole sul protagonista

Ci sono divinità e divinità, per Krsna si sono fatte le cose in ordine, oltre che essere stato un bricconcello in gioventù (una temporanea al Rietberg a Zurigo mi ha messo faccia a faccia con lui, post a seguire) é anche carico di fascino, un belloccio, poi, come direbbe mia nonna "stüpit l'é mia" e come se non bastasse suona il piffero e fa un sacco di altre cose che lo rendono irresistibile (ad esempio mangiare la terra). 

Yasodãmãta e Nanda Maharaja, la madre e il padre di Krsna, Lo amano come un figlio. Perfino gli alberi, l'acqua, i fiori, le mucche e i vitelli sono innamorati di Lui.

Anche nella Sua infanzia Krsna sembrava giocare come un bambino qualsiasi, ma quando Sua madre, Yasodã, volle vedere se aveva mangiato della terra, Krsna le mostrò nella bocca tutti gli universi. Sticazzi!

Krsna non viene per capriccio, ha un grande piano, altrimenti perché dovrebbe venire quaggiù?

Alcolismo malcelato

Forse per attingere ad un pubblico più vasto, forse perché é l'unico credo che non bacchetta i bevitori, la frase finale é emblematica perché più che a tollerare sembra incitare all'uso di alcolici

Non è difficile ricordare Krsna. "Sono il sapore dei liquidi." Bevendo l'acqua possiamo dunque ricordarci di Lui. Anche chi beve del liquore pensando, "Il sapore di questa bevanda è Krsna," un giorno potrà diventare un grande santo. Posso quindi incoraggiare anche i bevitori a diventare coscienti di Krsna... (e gli altri a maggior ragione), perché Krsna dice: "Sono il sapore dei liquidi." 

Di solito, in questo contesto "liquidi" viene tradotto con "acqua", ma anche i liquori sono liquidi, una mistura di zucchero e melassa o qualche altra combinazione fermentata e distillata. Ovviamente, berli non fa bene, perché sono intossicanti.

Anche se in un certo senso non esiste nulla che sia cattivo in sé, i liquori non sono benefici perché producono effetti negativi. In America, per esempio, non mancano gli alcolizzati, ce ne sono moltissimi e io posso rivolgermi a uno di loro dicendo: "Quando bevi del vino, per favore, ricorda che il sapore di ciò che bevi è Krsna. Comincia semplicemente così e un giorno diventerai una persona santa, cosciente di Krsna."

Quindi lo slogan di fondo si può riassumere in "bevi del vino finché non diventerai una persona santa"
Il men che si possa dire di questo slogan é che sia originale

Se non é su una bottiglia alcoolica non é un vero Dio

Import export e altre forme di risparmio

Mucche, orologi, banche formaggio, cioccolato, per che altro può essere ricordata la Svizzera?
Siete sicuri che siano questi i prodotti tipici che tengono a galla la nostra economia? 

Se Krsna lo desidera, ci sarà grande abbondanza. L' America, per esempio, abbonda di tutto il necessario, a differenza di altri Paesi. Quando sono andato in Svizzera ho visto che là devono importare quasi tutto e che la neve è tra le poche cose che non bisogna importare. Tutto è soggetto al controllo di Krsna. Chi diventa devoto otterrà cibo in abbondanza, ma chi non lo diventa sarà coperto di neve. 

Da questa ultima frase si deduce facilmente che gi svizzeri non sono devoti e che se anche comunque lo fossero / lo diventerebbero non servirebbe ad un beneamato in quanto la neve continuerà a cadere copiosa

Sono solito dire che "prima di andare sulla luna andavano risolti problemi sulla terra come quello delle merendine che non cadono dai Selecta o gli anelli delle scatole del tonne che rimangono in mano. Krisna non va così nel dettaglio ma in un certo senso guarda nella mia stessa direzione

Il tentativo di raggiungere la Luna è un altro spreco di energia, perché, pur supponendo di riuscire nell'impresa, non sarà certo il fatto di arrivare sulla Luna a risolvere i problemi della vita

La mano della figlia

"Dare in sposa la propria figlia" può rilevarsi operazione non priva di preoccupazioni, specialmente per chi é padre di una femmina capisce ancora meglio. Se l'erede ha la testa sulle spalle e riesce a discernere un buon uomo da uno cattivo senza farsi abbagliare da muscolature / tatuaggi e fedina penale sporca ci sono buone possibilità che si piazzi bene, ma in caso contrario...A quanto pare anche i seguaci di Krishna si ponevano il problema ed in caso dubbio escogitarono un ottimo stratagemma 

A quel tempo una principessa dotata di grandi qualità sceglieva il marito in una cerimonia detta svayamvara. Oggi, in Occidente, è consuetudine per qualsiasi ragazza scegliersi il marito che preferisce, anche se ciò non è sempre positivo, mentre in passato solo una ragazza dotata di qualità straordinarie aveva la possibilità di scegliersi un marito degno, seppure a determinate condizioni. 

Il padre di Draupadi, per esempio, aveva appeso un pesce al soffitto e aveva stabilito che per poter sposare sua figlia, i pretendenti dovevano colpire con una freccia l'occhio del pesce senza guardarlo direttamente, bensì mirando al suo riflesso, visibile in un recipiente d'acqua sul pavimento.

Altro punto sorprendente riportato dal gran Vizir, pardon, da SDG é inerente la nudità ostentata virtualmente e meno; anche in questo casò Sua Divinità Grazia mi trova d'accordo

Vedere le donne nude e oggi quest'abitudine è di gran moda. Secondo la cultura vedica, una donna può mostrarsi nuda solo a suo marito, perciò gli uomini che in quel grande raduno desiderarono vedere Draupadi nuda erano tutti furfanti.

Quando i Kuru cercarono di strappare il sãri a Draupadi, Krsna lo allungò sempre di più, affinché non riuscissero a trovarne la fine.

Mentalità da cane

La maniera in cui viene affrontata la vita dopo la morte (ma c'é una religione che non crede che tutto si fermi con la morte?) é degna di nota. Il valore del "qui e ora" viene ridimensionato.

Supponiamo che ora io stia bene e il mio corpo sia in buona salute, arriverà comunque il momento della morte e poi ci sarà una nuova nascita. Se dopo aver lasciato questo corpo dovessi assumere quello di un cane o di un gatto, che senso avrebbe il mio attuale benessere? 

La morte è certa e dopo la morte bisogna accettare per forza un altro corpo. Oggi posso anche godere di una vita comoda, ma se coltivo una mentalità da cane, forse nella prossima vita avrò il corpo di un cane. Che valore ha dunque la situazione confortevole in cui mi trovo? Vivrò nel benessere per venti, trenta, cinquanta o cent'anni al massimo, ma se quando lascerò il corpo la mia mentalità mi farà diventare un gatto, un cane o un topo, a che cosa mi saranno servite le comodità? La gente non ci pensa.

No, effettivamente non ci penso...

Chi é meglio? Dio o i comunisti?

Senza ombra di dubbio uno dei passaggi più succosi di questa prima parte, roba da far impallidire gli scenggiatori di Don Camillo e Peppone.

I fautori del regime (comunisti) andavano nei villaggi per fare propaganda e chiedevano alla gente di recarsi in chiesa a pregare per il pane. Come al solito, le persone innocenti dicevano, "Signore, dacci il nostro pane quotidiano", ma una volta uscite dalla chiesa si sentivano domandare: "Avete ricevuto il pane?" Quando rispondevano di no, i comunisti replicavano: "Va bene, ora chiedetelo a noi." E la gente diceva: "Amici comunisti, dateci il pane!" Ovviamente, gli amici comunisti avevano portato camion pieni di pane: "Prendetene pure quanto ne volete! Allora, chi è meglio? Dio o i comunisti?" Ingenuamente, le persone rispondevano: "Siete meglio voi!"

Un brahmana invece, essendo intelligente, avrebbe immediatamente replicato: "Diteci da dove proviene questo pane, mascalzoni! Voi non potete fabbricare il pane! Non avete fatto altro che prendere il frumento che Dio vi ha dato e l'avete trasformato, ma questo non significa che l'avete creato voi!"
Il fatto di trasformare una sostanza in un'altra non ci rende proprietari del prodotto finale. Se per esempio dò a un falegname del legno, gli arnesi e un compenso, e lui costruisce un bell'armadio, chi sarà il proprietario dell'armadio, il falegname o io che gli ho fornito il materiale? Il falegname non può dire: "Ho trasformato quel legno in un bell'armadio, perciò l'armadio è mio." Dovremmo dunque dire agli atei: "Canaglie, chi vi ha fornito gli ingredienti del vostro pane?"

Humor molto sottile

Sri Caitanya evitò con la massima serietà la compagnia femminile e anche durante la Sua vita di famiglia non scherzò mai con le donne. Solo una volta pronunciò una frase scherzosa riferendoSi a Sua moglie, Visnupriya. Fu quando Sacimatã, Sua madre, stava cercando qualcosa ed Egli le disse ridendo:
"Forse l'ha presa tua nuora."
 
In tutta la Sua vita queste poche parole sono l'unico esempio di scherzo riferito a una donna.

Evidentemente, mi sfugge qualcosa...

Morale molto sottile

La storia di Abramo che fu fermato all'ultimo secondo prima di scannare il figlio Isacco, simpatico stratagemma dell'altissimo per verificare la fedeltà verso di lui é solo una delle versioni che attualmente girano in chissà quante sacre scritture.

Nel nostro libricino la mattanza viene portata a termine, così da soddisfare gli amanti di melodrammi e soap opera livello extreme

Mentre suo padre veniva ucciso, Prahlada osservava la scena senza protestare. 
E forse un gesto morale? A chi piacerebbe assistere all'uccisione del proprio padre? Chi non protesterebbe? Nessuno approverebbe un comportamento simile, né direbbe che si tratta di un gesto morale. Eppure è un fatto realmente accaduto. 

Inoltre, Prahlada offrì una ghirlanda di fiori all'uccisore. "Signore," disse, "Ti prego, accetta questa ghirlanda. Hai ucciso mio padre e sei molto buono." 

Questa situazione va compresa dal punto di vista spirituale. Se nostro padre venisse aggredito e non fossimo in grado di proteggerlo, grideremmo per chiedere aiuto, ma poiché il padre di Prahlada era stato ucciso da Nrsimhadeva, una manitestazione di Krsna, il figlio preparò una ghirlanda da offrire all'uccisore e dopo la morte di suo padre disse: "Mio Signore, ora che grazie a Te mio padre è morto, tutti sono felici.

Ridere o piangere? Qui i vecchi avrebbero fatto alla vecchia maniera, due ben assestati ceffoni per far rinsavire il giovine

Il governatore e il prigioniero

Devo riconoscere che questo libricino permette di poter pensare fuori dagli schemi, un po' come quiz dalla soluzione apparentemente impossibile che però quando viene rilevata si sente quel "ooooooo" (nel senso di "ooooo che cagata), di delusione in sottofondo. Nel caso specifico la domanda é: può un prigioniero essere un governatore allo stesso tempo?

A volte il governatore di uno Stato va a visitare la prigione. Poiché riceve regolari rapporti dal sovrintendente della prigione, non ha bisogno di andarci di persona, ma può comunque decidere di farlo. Questo suo atto può quindi essere definito un divertimento, perché è volontario. Il fatto che egli si rechi in visita alla prigione non lo assoggetta alle sue regole, ma un detenuto sciocco potrebbe pensare: "Anche il governatore è in prigione, allora siamo uguali. Anch'io sono un governatore." Solo i mascalzoni hanno pensieri del genere.

16'000 ragazze per me possono bastare

In un mondo occidentale una é fin che troppo, per i musulmani ce ne sono 7 ad aspettarci nell'aldilà (sudore freddo). Krsna invece fa le cose in grande, bel 16'000. Quindi se non trovate la dolce metà la possibilità che sia stato Krsna a rubarvela é alta.

Il piffero fa sempre la sua porca figura, 
se poi a suonarlo é quel bell'imbusto di Krsna, apriti cielo!

Quando le sedicimila fanciulle rapite da Bhaumasura Lo implorarono di salvarle, Krsna raggiunse il palazzo del re malvagio, lo uccise e liberò tutte le prigioniere. Secondo la norma vedica, le ragazze non devono trascorrere fuori casa neanche una sola notte, altrimenti non troveranno più un solo uomo disposto a sposarle; quindi, appena Krsna disse alle fanciulle, "Ora potete tranquillamente tornare a casa, dalle vostre famiglie," esse replicarono: "Signore, che ne sarà di noi se torniamo a casa? Nessuno ci vorrà sposare, perché siamo state rapite da quest'uomo." Krsna ribatté: "Allora che cosa volete fare?" Le ragazze conclusero: "Vogliamo sposare Te." E Krsna, nella Sua bontà, le accettò tutte.

Ora, quando Krna portò le sedicimila fanciulle nella Sua città, non è che ognuna di loro dovette aspettare sedicimila notti prima d'incontrarLo. Egli Si espanse in sedicimila forme, costrui sedicimila palazzi e in ogni palazzo visse con una delle Sue mogli. 

Gli sciocchi non sono in grado di capire e criticano Krsna accusandoLo di lussuria, perché ha voluto sposare sedicimila donne. Ma anche se Dio è lussurioso, lo è in modo illimitato! Perché solo sedicimila? Avrebbe potuto sposarne sedici milioni e non raggiungere il limite della Sua perfezione.

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