Più volte capita che nello stesso museo siano integrati diverse sottospecie di musei, così che il visitatore si ritrova a visitare sezioni che non é solito affrontare.
I musei naturalistici li visito più che altro quando mia figlia é con me, perché gli animali destano sempre un certo interesse nei giovinastri. Se poi vengono esposti "mostruosità" ecco che la parte morbosa dell'adulto entra inevitabilmente in gioco.
Alcuni di essi sono presenti al Palazzo San Francesco di Domodossola
Essendo che non sono un appassionato sfegatato non vado nemmeno ad eseguire chissà quale ricerca per trovare il nome latino o altro delle bestie esposte, fate un po' come a scuola: accontentatevi delle figure
La collezione teriologica
La maggior parte della Collezione Teriologica del Museo, 68 animali appartenenti alla fauna locale, è costituita da reperti provenienti da vari donatori ossolani, tra cui il cavalier Dell'Angelo. Sono presenti anche 20 reperti dell'America del Sud grazie a ossolani trapiantati in Cile, Argentina, Messico.
In particolare, sono arrivati in Museo gli esoscheletri degli armadilli, animali oggetto di cattura e uccisione da parte delle popolazioni locali per scopi alimentari e probabilmente gli animali in collezione hanno subito la stessa sorte.
E presente, inoltre, una raccolta di "mostruosità" , soprattutto feti o animali appena nati che presentavano mutazioni aberranti e spesso non vitali.
Questa tipologia di reperti andava per la maggiore nel corso dell'Ottocento.
Il fascino dei brutti
Anche tra le vetrine della sezione dei pesci non si può dire che tutti gli esemplari conciliano il sonno, ma in un certo senso portano quell'inconfondibile fascino dell'essere brutti.
Ufficialmente questi reperti fanno parte della raccolta di Ittiologia.
Si ritrovano solamente pesci di fauna marina, soprattutto pesci palla e pesci sega, tassidermizzati. Gli esemplari sono stati donati al Museo da naturalisti che hanno effettuato missioni scientifiche in prima persona, oppure acquisizioni o scambi con altri scienziati o collezionisti. Purtroppo, della maggior parte di tali reperti non sono stati trovati dati di raccolta.
Uno dei pesci palla è davvero molto interessante, apparentemente la sua imbottitura è costituita da conchiglie; una conchiglia è stata utilizzata per realizzare l'occhio.
Non sarà bello io ma anche qui non si scherza eh?
Nuoti o voli? L'occhio rosso é quel tocco in più che fa la differenza.
Anatomia comparata
Anche la raccolta di Anatomia Comparata è ancora da approfondire e studiare. Si tratta di esemplari di fauna eurasiatica, del Sudamerica e dell'Africa. Uno scheletro può essere ricavato da un tassidermista facendo bollire il reperto catturato dopo la spellatura, per poi trattare le ossa prima di costruire un intelaiatura metallica su cui fissare ogni singolo pezzo. Oppure si può lavorare lo scheletro di un animale trovato morto in natura e già decomposto. In alcuni casi la lavorazione viene lasciata a insetti come i Dermestidi (Coleotteri) che non intaccano le ossa e "ripuliscono" lo scheletro con molta maestria dalle parti molli. Dopo le pubblicazioni di Darwin, le collezioni di vertebrati nei Musei scientifici hanno avuto un ulteriore scopo didattico.
Si possono vedere esposti, tra gli altri, un cranio umano che risulta ricoperto di etichette colorate, una per ogni elemento costitutivo, sulle quali è segnato un numero. Si è perduta la legenda ma facilmente veniva utilizzato per la didattica universitaria.
Teschio didattico, e anche stavolta un teschietto sono riuscito ad infilarlo
Per finire i classici in formalina. Anch'essi piuttosto tendenti al disgustoso, ma é evidentemente un opinione soggettiva.
Una foto é più che sufficiente, ma che foto, un velo di romanticismo é innegabile in questo ultimo abbraccio tra questi due simpatici rospi consegnato all'eternità.
Yeah: FOREVER
L’ultima immagine è in effetti la rappresentazione realistica di un [ormai arcinoto] brano:
RispondiElimina“We're just two lost souls
Swimming in a fish bowl”
O meglio, in questo caso:
“We're just two — dead frogs —
Swimming in a fish bowl”
L.G.
questa fissazione di dover essere in due per forza
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