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Nice (Nietzsche) che dice?

Ero un pischello quando in cuffia mi passavo un brano di Zucchero Fornaciari tratto dall’album “Oro incenso e birra: "Nice che dice?". A distanza di decenni mi ritrovo di nuovo a cospetto di Nice, che nel frattempo scopro scriversi Nietzsche.

Non é la musica a portarmi da lui, ma proprio quei pensieri che evidentemente Zucchero faticava nel cogliere durante i suoi studi. Non che io a differenza sua li colga, semplicemente vengo in possesso di un libricino che con la scusa di seguire il pensiero del filosofo snocciola consigli “semplificati” a destra e manca.

Dato che trovo alcuni di essi estremamente utili e concreti li propongo qui, pronti da utilizzare in vista di periodo down come crisi di mezza età o giornata post sbronza.


Ognuno di noi ha la stoffa del filosofo, ha solo bisogno di assistenza e di un interlocutore esperto. L'essere umano è molto vulnerabile quando si trova di fronte alla mancanza di fiducia o alla perdita di un proprio caro e queste due esperienze possono degenerare nella depressione.
Quando ci troviamo in una situazione così, possiamo sempre ricorrere alle applicazioni pratiche dei maggiori filosofi per poter proseguire con la nostra vita.

Il senso della vita

Viktor Frankl, neurologo e psichiatra austriaco, riteneva che per superare la maggior parte dei problemi fosse sufficiente trovare un senso alla propria vita. Il suo approccio terapeutico, chiamato logoterapia, propone infatti di cercare una soluzione ai problemi del paziente nel «qui e ora», invece di scavare nel suo passato. Detto in modo più semplice: aiuta a trovare un motivo per alzarsi dal letto ogni mattina.

Molte persone insoddisfatte della propria esistenza spesso non si chiedono nemmeno quale vita vorrebbero vivere. Mentre la prima condizione per smettere di sentirsi smarriti è, perlomeno, sapere dove si vuole arrivare.

La fugacità della felicità

La felicità è fragile ed effimera, perché può essere vissuta solo in determinati momenti. Di fatto possiamo percepirla solo per contrasto e se potessimo sperimentarla in maniera ininterrotta perderebbe tutto il suo valore. Dopo una settimana di nuvole, un giorno di sole ci sembra un miracolo. Allo stesso modo, ritrovare l'allegria dopo essere usciti dal vortice della tristezza ce la fa sembrare più intensa. Entrambe le emozioni sono complementari e necessarie, perché da un lato la malinconia non è eterna, dall'altro nemmeno potremmo sopportare cent'anni di felicità.

Pensare di avere l'obbligo di essere felici sempre e comunque è oggi una delle principali cause di stress. Come se non sfoggiare un sorriso perenne fosse motivo di vergogna.

Contro questa idea falsa e infantile, Nietzsche ci ricorda che la felicità è fatta di momenti fugaci e che pretendere di renderla duratura spegne quei piccoli barlumi che ci aiutano a proseguire il lungo e tortuoso cammino della vita.

Let’s talk

È il silenzio, e non quello che diciamo, la ragione per cui si scatena la maggior parte delle guerre psicologiche.

Immaginiamo una dinamica come questa: A è arrabbiato con B perché si è dimenticato di fargli gli auguri di compleanno e non gli rivolge più la parola. Inizialmente A avrebbe potuto dire a B: «Non ti ricordi che giorno è oggi?», ma siccome si è sentito ferito dalla sbadataggine del suo amico, lo ripaga con la stessa moneta: il silenzio. B finisce per arrabbiarsi con A perché all'improvviso ha smesso di rispondere alle sue telefonate e l'unica volta in cui non si è negato lo ha trattato male.

Nietzsche, che non faceva esattamente parte di quelli che hanno peli sulla lingua, ci insegna che è meglio esprimere quello che proviamo - anche se non troviamo le parole adeguate piuttosto che offendere con il silenzio.

I veri esploratori

I veri esploratori devono essere disposti ad affrontare gran parte del cammino da soli. Nella vita ci sono momenti per essere gregari - a scuola, all'università, con gli amici, in coppia - e momenti in cui dobbiamo essere in grado di prendere il nostro sentiero nel bosco delle decisioni.

Alcuni viaggiatori narrano che il viandante che si separa dal gruppo si sente forte. Quando sta con gli altri invece la sua volontà si diluisce. È quando prende le proprie decisioni, con il silenzio sulle spalle, che si sente padrone del suo destino e all'improvviso presta molta attenzione a ciò che gli succede intorno. In alcuni momenti avrà paura, ma la coscienza del suo coraggio lo ricompenserà ampiamente. Come diceva Nietzsche, «è cosa di pochissimi essere indipendenti: è un privilegio dei forti»

Ai benefici spirituali che si ottengono stando con se stessi, la scienza medica somma alcuni vantaggi per l'organismo:
  1. Diminuzione della pressione arteriosa.
  2. Rallentamento del battito e della frequenza respiratoria.
  3. Scomparsa dello stress.
  4. Rafforzamento del sistema immunitario
  5. Miglioramento dell'umore.
  6. Stimolazione dell'attività cerebrale.
  7. Alleviamento della tensione muscolare.

Ammettere gli errori

Nietzsche diceva che «mentire agli altri è un difetto relativamente inutile» perché è proprio l'autoillusione che ci trasforma in mostri.
Un modo per mentire a se stessi - e una delle principali fonti di stress - è credere di essere sempre dalla parte della ragione mentre il resto del mondo sbaglia.

A tal proposito c'è una famosa barzelletta che dimostra questo atteggiamento: un uomo sta guidando in autostrada quando sente alla radio che su quella stessa strada c'è un'auto che sta circolando in direzione opposta, mettendo in pericolo tutti gli automobilisti del tratto. Sentendo l'avviso l'uomo esclama:
«Solo una macchina? Ma se stanno tutte circolando in senso contrario!».

Per l'essere umano è molto più semplice concludere che sono gli altri a sbagliare, piuttosto che accettare i propri errori. Ed è qui l'inizio di molte depressioni, perché quando vediamo che tutte le altre macchine circolano in direzione opposta alla nostra, il mondo diventa un luogo ostile che sembra essere stato creato apposta per renderci infelici.

A volte è sufficiente ammettere umilmente che ci si era sbagliati.
Come dice un proverbio indiano: «È più facile proteggersi i piedi con dei sandali che ricoprire di tappeti tutta la terra».

Tutti i pensieri migliori sono concepiti mentre si cammina

ISTRUZIONI PER UNA PASSEGGIATA FILOSOFICA

  1. Concediti un appuntamento con te stesso a un giorno e a un'ora prestabiliti, senza che nessun impegno o imprevisto possa farlo saltare.
  2. Scegli per l'incontro un posto che sia per te di ispirazione, perché ti fa rivivere ricordi speciali o perché ti suscita una sensazione di benessere.
  3. Scegli un giorno e un orario in cui il luogo prescelto è poco frequentato, in modo tale che la presenza di altre persone non ti distragga dalla tua passeggiata filosofica.
  4. Se ci sono questioni che ti preoccupano, scrivile in un quaderno e medita su di esse durante il tuo appuntamento perso-nale; scrivi anche le conclusioni più importanti a cui arriveraidopo la riflessione.
  5. Non prefissarti un orario di ritorno: non si può sapere fin dove ti porterà la filosofia; limitati a rientrare quando sentirai che la sessione è terminata.
  6. I luoghi migliori per una passeggiata filosofica sono un contesto naturale, un museo deserto, un cimitero o anche una parte della città che non conosci.
  7. Presentati all'appuntamento con un abbigliamento comodo. La filosofia non richiede eleganza, ha bisogno che ru muova le gambe.

Colui che non dispone di due terzi della sua giornata è uno schiavo.

Si definisce workaholic (o «dipendente dal lavoro») chi si lascia assorbire così tanto dalla propria professione da non avere una vita personale. Al momento, forse perché si tratta di un disturbo scoperto recentemente, non esiste ancora una terapia.

Chi è maniaco del lavoro soffre di alti livelli di stress perché ha la sensazione di non dedicare mai abbastanza ore alla propria attività lavorativa. Questo finisce per danneggiare la sua salute e i suoi rapporti personali e familiari.

L'aspetto peggiore di questo disturbo è che, spesso, non comporta un maggiore o migliore rendimento. Secondo Gayle Porter, specialista di questo ambito, il workaholic può essere dannoso per un'impresa, perché dedica un tempo eccessivo a compiti irrilevanti. Le statistiche dimostrano che impiegati con questo profilo non producono più di altri, semplicemente scaldano la sedia per più tempo.

Dal momento che la nostra società ci offre molti spunti culturali per il tempo libero, vale la pena seguire una routine classica: 8 ore di lavoro, 8 ore di sonno e 8 ore di svago.

Caso o destino? Nessuno dei due

Sembra che non sia solo il caso ad aiutarci a trovare la scarpa che fa per noi.

In un articolo dedicato alla sincronicità - la teoria delle coincidenze esposta da Jung - si cita Ernesto Sábato per spiegare come le coincidenze abbiano a che fare con l'affinità e non con la logica oscura del caso. Immaginiamo che due amici molto legati finiscano in due Paesi diversi per motivi di lavoro e si allontanino l'uno dall'altro. Per quanto possa sembrare strano, avranno un'alta probabilità di rincontrarsi in qualsiasi altro luogo del mondo decidano di visitare.

La ragione è molto semplice: non è difficile ipotizzare che due persone con gli stessi gusti e abitudini scelgano di visitare la stessa città - per esempio Tokyo - nello stesso momento dell'anno. Una volta lì, se condividono miti e riferimenti cul-turali, andranno a visitare gli stessi posti in determinati momenti della giornata.

Dopo anni senza vedersi, potrebbero incontrarsi nella stessa libreria per stranieri nel quartiere di Ginza ed esclamare: «Che coincidenza!», quando in realtà le cose non sarebbero potute andare diversamente.

Al contrario, sottolinea Sábato, due persone che non hanno niente in comune possono vivere una accanto all'altra senza incontrarsi mai, nemmeno vivendo nella stessa strada.

Come bestie

Il grande ostacolo alla felicità di molte persone è la loro dipendenza da un universo di necessità inutili. Sembra impossibile vivere in modo soddisfacente senza:
  • Cambiare l'automobile ogni cinque anni.
  • Rendere la propria abitazione un «punto d'appoggio» per comprarne una più grande.
  • Acquistare una seconda casa per il fine settimana.
  • Costringere i bambini a frequentare costose attività ex-trascolastiche.
  • Fare lunghi viaggi con ogni tipo di confort, con amici e parenti.
Alla pressione che esercitano su di noi tutti questi bisogni indotti bisogna aggiungere i problemi sentimentali - e spesso economici - di coloro che cambiano spesso partner.
È importante chiedersi cosa serva davvero a farci sentire realizzati nella vita. Forse la felicità dipende dall'essere un po' più «animali» che vivono con semplicità e naturalezza, senza troppi pesi sulle spalle.

La gratitudine

La gratitudine verso la vita è una condizione indispensabile per apprezzare la bellezza del mondo. Ci sono persone che pur avendo apparentemente tutto si sentono disgraziate, e altre che si meravigliano dei piccoli grandi regali che ricevono ogni giorno.

A quest'ultimo gruppo appartiene Helen Keller che, nonostante fosse diventata cieca e sorda all'età di diciannove anni, è stata in grado di sfruttare i sensi che le rimanevano per godere di esperienze quasi mistiche: «Usa i tuoi occhi come se domani dovessi diventare cieco. Ascolta la musica delle voci, il canto del passero, le note poderose di un'orchestra come se domani dovessi diventare sordo. Tocca ogni oggetto come se domani dovesse mancarti il tatto. Inala il profumo dei fiori, assapora ogni boccone come se domani non dovessi più sentire né assaporare ancora».

Se pratichiamo l'arte della gratitudine, ci riempiremo di emozioni positive per i momenti di difficoltà. Se ci lasciamo pervadere dalla bellezza del mondo, riusciremo a trovare un equilibrio che ci permetta di superare le prove più difficili.

T. Senn racconta un episodio molto significativo a tal proposito. A un gruppo di studenti era stato chiesto di scrivere una lista con quelle che ritenevano essere le sette meraviglie del mondo. Nonostante alcune discordanze, le più votate erano le piramidi d'Egitto, il Taj Mahal, il Gran Canyon in Colorado, e così via. Mentre si sommavano i voti, l'insegnante si rivolse a una studentessa che non aveva ancora mostrato ciò che aveva scritto chiedendole se avesse qualche problema con la sua lista.

«Sì» rispose lei. «Non riesco a decidermi perché ce ne sono tante!»
«Dicci quelle che hai scritto e magari ti possiamo aiutare» rispose l'insegnante.
La ragazza esitò prima di iniziare a leggere: «Credo che le sette meraviglie del mondo siano: Vedere, Udire, Toccare, Assaporare, Sentire, Ridere e Amare».
Nell'aula calò il silenzio. Queste cose così semplici non vengono mai considerate per le meraviglie che sono in realtà.

Ottimismo- pessimismo- realismo

C'è un antico detto che illustra la triade ottimista-pessimista-realista in questo modo: l'ottimista inventa l'aereo, il pessimista non lo usa e il realista sale con il paracadute.

Probabilmente ci sono momenti nella vita per adottare ognuno dei tre ruoli. Per esempio, quando si inizia a costruire un progetto di vita bisogna essere ottimisti e ambiziosi. È meglio invece essere pessimisti quando si devono prevedere difficoltà future. Conviene infine essere realisti per gestire gli sforzi necessari a raggiungere i nostri obiettivi.

Semplicità e naturalezza

Oscar Wilde diceva che i piaceri semplici erano il rifugio degli uomini complicati.

Dello stesso avviso doveva essere anche lo scrittore Henry David Thoreau, che decise di isolarsi per due anni in un bosco vicino a Walden Pond, così da vivere semplicemente a contatto con la natura. Nel 1854 pubblicò Walden ovvero Vita nei boschi, in cui raccontava la sua esperienza. L'opera ebbe una grande influenza sulle generazioni successive. Durante il suo ritiro Thoreau arrivò a molte conclusioni, tra cui:
  • La persona più ricca è quella che ha i piaceri più economici.
  • La nostra civiltà è composta da milioni di individui che convivono in poco spazio e in completa solitudine.
  • La natura è l'unico luogo dove l'essere umano può trovare se stesso.
  • Non sono le cose a cambiare, ma noi.
  • Seguire la scia dei propri sogni e vivere la vita che ci si era immaginati è una garanzia di successo.
  • Investire in bontà è il miglior affare che puoi fare nella vita.

Pensieri sparsi

Prima di sposarti domandati: sarò in grado di conversare in maniera proficua con questa persona fino alla vecchiaia? Tutto il resto, nel matrimonio, è passeggero.

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Nella Bibbia ci viene detto che se non ci conosciamo siamo costretti a «seguire il cammino del gregge». Pertanto conoscere se stessi non è necessariamente un atto di egocentrismo, ma un'analisi delle proprie possibilità che ci permette di percorrere i luoghi dell'esistenza attraverso un cammino tutto nostro.

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L'ultima lezione di Randy Pausch, l'ultima conferenza di un professore della Carnegie Mellon University malato di cancro al pancreas. Alcune tra le domande che Pausch ci pone sono: che cosa faresti se ti rimanessero pochi mesi di vita? Quali sogni devi realizzare? Perché non lo fai adesso?

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Eric Hoffer sostiene: «La ricerca della felicità è una delle principali fonti di infelicità»; e un antico consiglio recita: «Se vuoi essere felice come dici, non metterti a pensare».


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Siamo padroni di quello che non confessiamo e schiavi di quello che diciamo. Per questo dovremmo essere prudenti e scegliere bene cosa raccontare e a chi, perché quell'informazione, per noi in quel momento irrilevante, potrebbe ripresentarsi nel momento meno opportuno.

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Ecco altri suggerimenti di Machiavelli ai principi del suo tempo:
  • Non bisogna attaccare il potere se non si ha la certezza di poterlo distruggere.
  • Gli uomini vanno viziati o schiacciati, dal momento che si vendicano delle leggere offese ricevute perché di quelle gravi non possono.
  • Le ingiustizie si devono fare tutte in una volta in modo da far meno danni; i favori invece vanno elargiti poco alla volta, perché così saranno più apprezzati.
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Possiamo anche superare la peggiore delle paure: la morte, nostra o di un nostro caro. Sapere che un giorno smetteremo di esistere può riempirci di una terribile angoscia e possiamo cercare di superarla sempre con Simone de Beauvoir, Lao Tse, David Hume e Confucio.

I SEGRETI DI UN SAGGIO SCONOSCIUTO PER RIUSCIRE A REALIZZARE I TUOI SOGNI

  • Evita ogni fonte di energia negativa che provenga da persone, luoghi o abitudini.
  • Considera le cose da ogni prospettiva.
  • Godi della vita di oggi: ieri se n'è andato e domani forse non arriverà mai.
  • La famiglia e gli amici sono tesori nascosti: approfitta di queste ricchezze.
  • Persegui i tuoi sogni.
  • Ignora coloro che cercano di scoraggiarti.
  • Agisci e basta.
  • Non smettere di provarci: anche se è dificile, diventerà più semplice.
  • La pratica porta al perfezionamento.
  • Chi molla non vince mai, chi vince non molla mai.
  • Leggi, studia e impara tutto ciò che è importante nella vita.
  • Smetti di cercare di prevedere quello che succederà.
  • Desidera con tutta la forza del mondo.
  • Cerca l'eccellenza in tutto quello che fai.
  • Vai incontro ai tuoi obiettivi e lotta per raggiungerli!

Commenti

  1. Di libri pronti all’uso sul “vivere meglio” ne è pieno il mercato. Ma alla fine della fiera non c’è aforisma che tenga, lo sforzo bisogna farlo da soli.

    Trovo comunque sempre interessante/arricchente conoscere i grandi filosofi e distinguere/confrontare le tipologie di pensiero. Varrebbe la pena approfondire questo famigerato Nietzsche.

    L.G.

    PS: non sono fan di Sugar, ma qualche perla l’ha estratta dalle sue produzioni, una delle mie preferite è “Hey man”.

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