II bucato esigeva una procedura complicata che veniva eseguita solo poche volte all'anno. Come detersivo veniva usato il ranno, una miscela di sego, calce, sale, cenere di faggio fresca e acqua bollente. Per cominciare le serve mettevano i tessuti di lino in una tinozza e le impregnavano di ranno, che facevano scolare dalla tinozza, riscaldavano e versavano di nuovo sulla biancheria. Il ranno riutilizzato ripetutamente serviva ancora per la biancheria colorata - giacche, calzoni e gonne.
Nella fase successiva le serve fregavano e battevano la biancheria, e la risciacquavano nell'acqua corrente. La le biancheria bianca di rappresentanza veniva trattata con il turchinetto, inamidata con colla d'amido di farina e dopo esser stata di candeggiata, tesa, passata al mangano e stirata; poi spariva nei cassoni.
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