La peste aveva ricoperto ogni cosa: non vi erano più destini individuali, ma una storia collettiva, la peste, e dei sentimenti condivisi da tutti.
(Albert Camus, La peste)
A distanza di qualche anno dalla comparsa della pandemia COVID si é fatto più vivo in me il desiderio di andare a scavare nel passato per confrontare la nostra pestilenza ad una vera pestilenza.
Abituati come siamo alla bambagia nel XXI secolo dove basta un nonnulla per creare disagio, farci vomitare malumori, e stenderci agonizzanti a letto.
Lo stesso non si può dire anche solo risalendo il filo della storia di 100 anni con la spagnola con cui si é fatto spesso e volentieri il paragone.
Si é giocato facile affiancandoci con la spagnola, decisamente limitato il divario se paragonato alle innumerevoli epidemie occorse durante la storia, un divario che si fa enorme se la si confronta all'epidemia madre, l'epidemia per antonomasia: la peste.
In questo mio viaggio (splittato in diversi capitoli) ha l'obiettivo principale nel riuscire ad immedesimarsi in un uomo che viveva ai tempi in cui il morbo dilagava incontrastato. Sono partito da lontano, visitando le varie epidemie che ci hanno travolto, passando in alcune città europee e finendo in Asia.
Nella seconda parte ho cercato di farlo cercando informazioni di quello che successe esattamente sul nostro territorio, il nostro piccolo Ticino, questo per facilitare ulteriormente un trasporto immersivo nei tempi che furono
Quello che alla fine ne esce é un risultato impietoso per la civiltà odierna, così viziata, così pronta alla lamentela per ogni sciocchezza, traslandomi nel passato ho avuto per l'ennesima volta l'occasione di svalutare la civiltà odierna a scapito di quella antica, dove gli uomini erano più uomini, più disposti a stringere i denti, più resilienti, più imperterriti, più "meno chiacchere e più fatti"
Questo é anche uno dei motivi perché amo particolarmente la storia e disprezzo il presente.
Buon viaggio.
Arnold Böcklin, la peste, 1898
Se fosse stato un terremoto! Una buona scossa e non se ne parla più … Si contano i morti, i vivi, e il gioco è fatto. Ma questa porcheria di peste! Anche coloro che non l’hanno la portano nel cuore.
(Albert Camus, La peste)
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