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L'incendio di Airolo del 17 settembre 1877: la casa maledetta e la casa di Secùndu

Airolo fu ricostruita dopo l'incendio del 1877, come spesso non tutti i mali vengono per nuocere; un po' come Nerone con Roma, si approfittò per migliorare la planimetria del paese e in primis la strada principale. Per eseguire questa operazione diverse case vennero espropriate

Airolo all'indomani del grande incendio del 1877

Ci risiamo

A dire il vero, il fuoco tornò a minacciare anche lo stesso borgo di Airolo, ma fortunatamente senza conseguenze. Siamo nel settembre 1880: Airolo. - Ci scrivono in data del 21 corrente: Ieri sera circa le ore 8 un incendio si manifestava nella casa abitata da certo Giovanni Rossi negoziante, di Casapinta. La causa ha del misterioso. Il padrone era fuori di casa, la casa perfettamente chiusa, la moglie con un pargoletto era partita qualche giorno avanti. Nessun operaio vi si trovava. Si dice anche che il detto Rossi non accendesse neppure il fuoco in detto giorno essendo andato altrove a mangiare.

Ecco la parte alta e settentrionale del paese. La casa Comunale (in basso) , si riconoscono, sul lato sinistro della strada cantonale, le due case che appartenevano al negoziante Sutter (rettangoli gialli): dapprima quella di sua ordinaria abitazione, con il maledetto prestino in cui ebbe principio l'incendio, poi, leggermente più a nord, quella adibita soltanto a negozio e non coinvolta nel disastro. In rosso la casa attualmente più vecchia di Airolo scampata all'incendio del 1877 (Cé det Secùndu). 

In paese c'è un po' di fermento: si vuole che l'incendio sia colposo. Le fiamme erano spaventevoli, uscivano dalla porta e in meno che non si pensi investirono tutta la casa. Già incominciava ad appiccarsi ad altra casa, ma coll' aiuto delle pompe e del popolo si giunse a localizzarlo limitando il danno alla completa distruzione della casa da cui è partito.

La casa maledetta

 Notasi strana coincidenza: dalla stessa casa, da cui uscì il fuoco che distrusse Airolo li 17 settembre 1877 sarebbe partito il fuoco il 20 settembre 1880. Nessuna vittima, nessun disordine. La Municipalità ha pensato bene di mettere sotto sorveglianza il sig. Gio.Rossi. Tanto meglio se sarà riconosciuto innocente!!

Un nuovo rischio dunque, a tre anni dal grande disastro. Non sappiamo francamente in che misura la lotta al fuoco potesse essersi perfezionata in quel breve lasso di tempo; annotiamo semplicemente che l'incendio scoppiato il 20 settembre 1880 fu subito circoscritto, probabilmente anche grazie alla clemenza del vento spirante quel giorno.

Della succitata relazione de La Libertà riterremo soprattutto la rinnovata presenza del mito popolare della casa «maledetta», dalla quale avrebbe tradizionalmente sempre origine il fuoco che minaccia il paese: un luogo comune che coinvolge anche il ricordo del più remoto incendio del 1736 e su cui ci siamo già soffermati in un precedente capitolo. Constatando poi i sospetti di colpa, il fermento e l'apprensione regnanti in paese dopo l'innocuo sinistro del 1880, non possiamo esimerci dal riconoscervi una sorta di eredità psicologica del grosso trauma vissuto dalla popolazione di Airolo tre anni prima. 

Airolo oggi: la casa d'abitazione / panetteria maledetta del Sutter dietro al municipio e il negozio non esistono più, al loro posto dei garage e un desolato piazzale. 

Cé det Secùndu

Come riportato tra le case miracolosamente scampate all'incendio, malgrado situate a poca deistanza dall'epicentro del disastro la "Cé det Secùndu") 


Nel 2005 il Comune di Airolo per valorizzare il quartiere vecchio inserisce dei pannelli per coprire la cabine di ditrubuzione di energia elettrica. Giusta a fianco della casa scampata c'é un pannello a
lei dedicata. Oltre al disegno di Edy Mottini a fianco una poesia di Franca Da Rin


Traduzione:

Il vulcano ha eruttato
il coperchio del camino
del vecchio panettiere
Poi...
Fuoco, fiamme e scintille
hanno ridotto
il paese in cenere
fumo e fuliggine
in un nuvolone
a coprire
la disperazione
Solo la casa di Secundu
tra la stradina del lupo
e la casa d'Ossra
é ancora qui:
a Fiüra, Airolo





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