Fino alla metà del XX secolo, le famiglie povere ticinesi della Valle Verzasca e delle Centovalli sono costrette, per una manciata di soldi, a mandare i propri ragazzi nell'Italia del nord, dove devono salire nei camini delle case ricche per ripulirli dalla fuliggine.
In condizioni miserabili, i ragazzi faticano da novembre a Pasqua prima di essere riportati dai loro genitori.
Antonio Rinaldi (1816-1875), Spazzacamino piangente (weinender
Kaminfegerjunge) 1860-1870, Öl auf Leinwand I huile sur toile I olio su tela I oil on canvas
Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino, Svizzera
Il ragazzo spazzacamino si aggrappa nella canna fumaria con le gambe, la schiena e i gomiti e raschia via la fuliggine. Quando è in cima, grida «spazzacamino» per confermare al padrone che il lavoro è concluso. Raspa «Nóla», inizio del XX secolo
Gli spazzacamini ancora bambini Aimé Besenval e Pierre Chabod Nelle valli alpine, i bambini devono iniziare a lavorare fin da piccoli. Come spazzacamini, tuttavia, il loro lavoro forzato lontano dalle famiglie mette in pericolo la loro vita. Nella maggior parte dei casi, non ricevono alcuna istruzione scolastica. Sarre ca 1900
Più sono piccoli e minuti, più i bambini di sette-otto anni sono ambiti dai loro padroni, Questi attrezzi sano calati dal tetto nella canna fumaria. Riccio con fune e boccia, 1950-1960
Il lavoro minorile come soggetto da cartolina
Bambini infreddoliti e bisognosi ripresi attorno al 1900 come romantici soggetti di foto e cartoline. La serie di cartoline porta-fortuna illustra con cinismo la storia del piccolo spazzacamino dimenticato da Babbo Natale.
Lettera dei fratelli Rusconi
Giacomo e Battista, originari, di Mergoscia scrivono alla madre che tutto procede «come al solito» e che prevedono di tornare a casa per il 20 marzo. Nel febbraio del 1853 le autorità austriache decidono di espellere tutti i ticinesi attivi in Lombardia.
1° gennaio 1853, Pieve del Cairo (Pavia)
Gottardo Cavalli (1907-1973), uno spazzacamino di Intragna, racconta le esperienze vissute all'età di sette e otto anni in Italia. Il diario è una testimonianza straziante dello sfruttamento e della miseria di un piccolo spazzacamino.
Dattiloscritto, 1965-1966
Passaporto di Bartolomeo Gamboni
Nel passaporto del 17enne Bartolomeo Gamboni si chiede di lasciarlo «passare liberamente e senza ostacoli ... con un garzone».
Nei Paesi Bassi, gli spazzacamini allegano biglietti di Capodanno alla fattura per il lavoro svolto. In Italia, le famiglie ricche invitano i bambini, ritenuti dei portafortuna, alla festa di Natale.
Fiorente Gamboni, Stefano Mozzettini e Salvatore Moranda con una ragazza della famiglia
Borghese, Como, 1906-1907
Nella seconda metà del XIX secolo, a Milano (1869) e Torino (1873)
vengono fondate opere caritative destinate a migliorare le condizioni di vita dei bambini.
Gli spazzacamini hanno un proprio linguaggio. Il gergo degli spazzacamini, detto "taróm di rüsca", consente loro di comunicare all'interno del gruppo senza essere compresi da persone estranee.
Gruppo di bambini con mastro spazzacamino
Attorno al 1900, il mestiere dello spazzacaminoè organizzato in modo tale che un mastro spazzacamino cerca due o tre ragazzi nei villaggi di montagna e li riporta ai genitori verso Pasqua.
Spazzacamini a Milano
I bambini, vestiti di stracci, lavorano senza protezione. Hanno solo uno straccio per togliersi di dosso la fuliggine. Loscurità e la mancanza d'aria sono onnipresenti. I bambini temono di morire.
Rara fotografia di due piccoli spazzacamini fatta a Parigi nel 1846 dal barone Louis Adolphe Humbert de Molard (Parigi, Société française de photographie).
La tragedia del 4 novembre 1832
Spazzacamini annegati nel lago
L'articolo di giornale racconta che, il 4 novembre 1832, 22 spazzacamini ancora bambini di Intragna e della Valle Verzasca sono annegati nel lago, nei pressi di Cannobio.
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