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Morti bizzarre

Per la serie "mille modi di morire" andiamo a rovistare chi nel suo passato ha dato il meglio di se.



ADOLF FREDERICK, RE DI SVEZIA
(1710-1771)


Capostipite della dinastia Holstein-Gottorp, Adolf Frederick sali al trono svedese nel 1743 in un periodo di aspri contrasti fra il Parlamento e le varie fazioni politiche, per cui si trovò più che altro a rivestire un ruolo istituzionale senza molti poteri effettivi. Ciononostante, durante il suo lungo regno il Paese visse un periodo di relativa pace e tolleranza, incentivata dalla concessione della libertà di stampa.

Se non fu un sovrano dal carattere forte e deciso, è ricordato per essere un buon padre e marito, e per la sua affabilita, tanto verso gli ospiti quanto verso i suoi servitori.

Mori di indigestione al termine di un sontuoso banchetto il 12 febbraio 1771 dopo essersi deliziato con aragosta, caviale, crauti, aringa affumicata e champagne. Il tutto concluso da 14 porzioni del suo dolce preferito, la semla, una specie di panino dolce servito in una ciotola di latte caldo.

La semla

DRACONE DI ATENE, GIURISTA E LEGISLATORE GRECO
(650 A.C. CA.-600 A.C. CA.)


Celebre giurista ateniese, divenne famoso per aver promulgato leggi molto severe (da cui il termine "draconiane") anche per reati minori come piccoli furti, nell'intento di prediligere l'interesse della società invece che la sorte del singolo individuo.

Temuto e rispettato, ebbe una morte curiosa e quantomeno inedita: recatosi nell'isola di Egina, nel corso di uno spettacolo teatrale fu letteralmente coperto da cappucci e mantelli gettati dal pubblico in suo onore - come era usanza - tanto che ne morì soffocato.

CARLO VIII DI VALOIS, RE DI FRANCIA
(1470-1498)


Carlo VIII di Valois, detto l'Affabile, incoronato re di Francia nel 1483 e per pochi mesi nel 1495 sovrano di Na-poli, è importante per la storia del nostro Paese per la sua "calata" che inaugurò le "horribili" - come le chiamò Francesco Guicciardini - guerre d'Italia: una serie di conflitti terminata nel 1559 con la pace di Cateau-Cambrésis, che delineò l'assetto della penisola.

Morì il 7 aprile 1498, nel castello di Amboise, a soli 27 anni, per un banale incidente: passò a cavallo sotto una porta troppo bassa sbattendo violentemente la testa contro l'architrave in pietra. Entrato in coma, spirò per emorragia cerebrale in poche ore.

Da tener presente che il sovrano non era particolarmente prestante: di bassa statura e gambe storte, aveva sei dita per piede ed era afflitto da un continuo tremore alle mani. Data la salute malferma, non sopportava il peso dell'elmo. E forse fu anche questo a ucciderlo...

Carlo VIII non fu l'unico a more er un incidente a cavallo. Come visto tempo fa anche durante la tempesta di Ittingen si ebbe un episodio simile
.
L'incidente di Hieronymus Stocker. Sulla via del ritorno da Baden, Hieronymus Stocker von Zug, uno dei più accaniti oppositori dei protestanti, si dice che si sia addormentato sul suo cavallo e abbia urtato contro un albero, facendolo cadere da cavallo.
Dopo un lungo periodo di sofferenza, morì a causa dell'incidente

ISADORA DUNCAN, DANZATRICE STATUNITENSE
(1877-1927)

Nata a San Francisco da genitori scozzesi e irlandesi, Angela Isadora Duncan ebbe una vita personale tormentata (i suoi due figli, avuti da due uomini diversi, morirono annegati nella Senna assieme alla governante), solo in parte riscattata da una fama artistica indiscussa che la portò all'apice del successo, in particolare in Europa.

Energica e disinibita, autentica innovatrice nell'ambito della danza, abbandonò la tradizione accademica delle scarpette da punta, preferendo danzare a piedi nudi e con una particolare intensità ed espressività dei movimenti.

Cinquantenne, dedita all'alcol e con una carriera ormai in declino, morì tragicamente il 14 settembre 1927 sulla Promenade des Anglais a Nizza, quando la sua lunga sciarpa si impigliò in una ruota posteriore della Bugatti guidata dal pilota italo-francese Benoît Falchetto, strangolandola.

ESCHILO, TRAGEDIOGRAFO GRECO
(525 A.C.-456 A.C.)


Figlio di Euforione di Eleusi, Eschilo è considerato il padre della tragedia greca, ed è il primo autore le cui opere ci siano giunte nella loro interezza. A lui sono attribuiti 88 titoli, dei quali solo 7 sono a noi noti.

Testimone e protagonista di alcuni degli eventi cardine della storia di Atene dalla fine della tirannia dei Pisistratidi (510 a.C.), combatté contro i Persiani a Maratona, Salamina e Platea (490 a.C.-472 a.C.-479 a.C.). Dopo aver soggiornato per qualche tempo a Siracusa, ospite del tiranno Ierone, si trasferì a Gela. Qui, secondo il racconto dello storico romano

Valerio Massimo, morì quando un rapace in volo lasciò cadere una tartaruga sul suo capo calvo, avendolo scambiato per una roccia.


FILETA DI COO, POETA E GRAMMATICO GRECO
(340 A.C. CA.-275 A.C. CA.)


«Un Cretese dice: "Tutti i Cretesi sono bugiardi"». Una frase come questa potrebbe portarvi alla morte? A Fileta di Coo accadde proprio questo. Nato nel Dodecaneso, contemporaneo di Filippo II e Alessandro il Macedone, lo studioso visse anche ad Alessandria d'Egitto come precettore del futuro re Tolomeo II Filadelfo.

Doveva essere un tipo strano comunque, se i comici del tempo ne facevano parodie descrivendolo come talmente magro da dover indossare sandali con le suole di piombo per non essere spazzato via dal vento.

È il poeta siracusano Teocrito ad attribuire la sua morte alla consunzione causata dalle logoranti notti insonni passate appunto a cercare di risolvere il paradosso logico che abbiamo citato all'inizio, passato alla storia come "antinomia del mentitore".

GIORGIO PLANTAGENETO,DUCA DI CLARENCE
(1449-1478)


Terzo figlio maschio di Riccardo Plantageneto e fratello di Edoardo IV e Riccardo III di Inghilterra, primo duca di Clarence, primo conte di Salisbury e primo conte di Warwick, giocò un ruolo di primo piano nella Guerra delle due rose, lotta dinastica che si svolse in Inghilterra (1455-1485) tra i due rami della casata regnante, i Lancaster e gli York, e alla quale fu posta fine con la creazione della nuova dinastia dei Tudor.

Accusato di cospirare contro il fratello Edoardo, fu chiuso nella torre di Londra e da lui condannato a morte. Come ultimo desiderio, Giorgio chiese e ottenne di poter morire annegato in una botte di vino Malvasia, come è ricordato anche nella tragedia Riccardo III di William Shakespeare.

KURT GÖDEL, MATEMATICO, FILOSOFO E LOGICO
(1906-1978)


Kurt Friedrich Gödel è fra i più grandi logici di tutti i tempi. Nato in Moravia, mostrò presto una perspicacia ge-niale, accompagnata da una costante ipocondria e dal sospetto verso gli alimenti, che considerava fonte di pericolo.

Costretto a cambiare più volte residenza e cittadinanza, con l'avvento del nazismo si trasferì negli Stati Uniti, lasciando la Germania per dirigersi nel nuovo continente non attraversando l'Atlantico, ma via terra, percorrendo cioè l'immenso territorio russo con la ferrovia Transiberiania e raggiungendo gli Usa dalla West Coast. Pur avendo stretti rapporti con le menti più brillanti della sua epoca, da Albert Einstein a Ludwig Wittgenstein, da Rudolf Carnap a David Hilbert, nutri sempre una certa diffidenza per i contatti umani. 

Col progredire dell'età si ridusse a mangiare solo ciò che gli preparava la moglie, la ballerina viennese Adele Porkert Nimbursky, sposata nel 1938. Quando la donna, alla fine del 1977, fu ricoverata in ospedale per sei mesi, Gödel smise di mangiare fino a morire di fame il 14 gennaio 1978.

GEORGE GROSZ, ARTISTA TEDESCO
(1893-1959)


Georg Ehrenfried Groß pittore, disegnatore e caricaturista tedesco influenzato da dadaismo, futurismo e cubismo, elaborò un particolare stile tra l'espressionismo e il surreali-smo, che gli valse l'etichetta di "artista degenerato" da parte del regime nazista.

Per questo abbandonò il suo Paese natale e si trasferì a New York, ottenendo la cittadinanza americana nel 1938.
Durante il periodo americano, oltre a cambiare nome in George Grosz si legò in sodalizio artistico con Helmut Her-zfeld (poi divenuto John Heartfield) sperimentando nuove tecniche di fotomontaggio.

Terminata la guerra, nel 1958 tornò a Berlino dove però morì di li a breve per un tragico quanto curioso incidente. Il 6 luglio 1959, tornato a casa pesantemente ubriaco, invece della porta di casa imboccò quella delle scale della cantina e cadendo rovinosamente morì sul colpo.

GIACOMO LEOPARDI, POETA E FILOSOFO
(1798-1837)

Giacomo Taldegardo Francesco Salesio Saverio Pietro Leopardi è una di quelle personalità che sfuggono a una classificazione precisa. Sebbene sia universalmente considerato uno dei massimi poeti di lingua italiana, fu anche filologo, filosofo, intellettuale.
Di salute cagionevole, la sua sorte fu segnata da una serie di concause che vanno dalla spondilite anchilosante a scompensi cardiocircolatori e respiratori, asma, edema pol-monare, "idropisia di cuore" e, non ultima, una possibile e fulminante forma di colera.

Di fatto, il 14 giugno 1837, attorno alle 17, Leopardi si sentì male al termine di un pranzo dopo aver mangiato avidamente un chilo e mezzo di confetti, bevuto una cioccolata, poi una minestra calda e una limonata ghiacciata.

Si spense quindi fra le braccia del fedele amico Antonio Ranieri, che ne raccolse le ultime parole: «Addio Totonno, non veggo più luce...»:
Non aveva ancora compiuto 39 anni.

JEAN-BAPTISTE LULLY, MUSICISTA E BALLERINO
(1632-1687)

Giovanni Battista Lulli, fiorentino, trascorse gran parte della sua vita alla corte di Luigi XIV di Francia, divenendo nel 1661 cittadino francese e cambiando quindi il suo nome in Lully.

Celebrato musicista, compositore, coreografo, ballerino e attore, è considerato il padre del melodramma in lingua francese e godette di grandissima fama non solo alla corte del sovrano.

L'8 gennaio 1687, durante le prove del Te Deum da eseguire come ringraziamento per la guarigione del re, si schiacciò violentemente un alluce con il pesante bastone di ferro che usava per segnare il tempo. Trascurò la ferita, che si infettò: invano i medici gli proposero l'amputazione del dito, poi del piede e infine della gamba per salvargli la vita.


Ormai in preda alla cancrena, Lully morì il 22 marzo, dopo due mesi di sofferenze.

ALAN TURING, MATEMATICO BRITANNICO
(1912-1954)


Triste e drammatica è la vicenda di Alan Mathison Tu-ring, tra le menti più geniali del XX secolo e precursore di alcuni dei principi di funzionamento che hanno dato vita agli attuali computer. Matematico, logico, crittografo e filo-sofo, giocò un ruolo cardine nel corso della Seconda guerra mondiale, ideando una macchina elettromeccanica che riuscì a decodificare i messaggi cifrati creati dai tedeschi con la corrispondente macchina Enigma. Arrestato e condannato per omosessualità nel 1952 (al tempo reato) patteggiò una cura ormonale in alternativa alla reclusione. Il trattamento, però, gli provocò scompensi fisici e lo portò a una profonda depressione, che lo condusse al suicidio il 7 giugno 1954, mangiando una mela da lui stesso avvelenata con cianuro.

Oggi, una importantissima casa di produzione di computer statunitense ha usato il nome e il logo della mela morsicata come simbolo dell'azienda. La figura di Turing è stata ufficialmente riabilitata dalla regina Elisabetta II nel 2013.

TENNESSEE WILLIAMS, SCRITTORE STATUNITENSE
(1911-1983)

Drammaturgo, scrittore, sceneggiatore e poeta, Thomas Lanier Williams - meglio noto come Tennessee - è stato autore di oltre 100 opere tra romanzi, racconti e pièce teatrali, molte delle quali trasposte con successo sul grande schermo (Lo zoo di vetro, Un tram che si chiama desiderio, La gatta sul tetto che scotta, solo per citarne alcune).

La sua fine fu davvero singolare: trovato senza vita nella stanza dell'Hotel Elysée a New York in cui risiedeva, il 25 febbraio 1983, la sua morte apparve sulle prime inesplicabile. Dall'autopsia emerse poi che era rimasto soffocato dal tappo del collirio che era solito tenere in bocca mentre ogni sera si metteva delle gocce per curare un disturbo cronico agli occhi.

Commenti

  1. Citazione del giorno:
    “Non ha saputo morire” [tratta dalla commedia “Gli esami non finiscono mai” di Eduardo De Filippo]

    La storia del matematico Kurt Gödel mi pare la più triste. La sua morte dà molto da pensare su quanti altrettanti modi ci siano di stare al mondo. [NB, solo per veri nerd: questo tizio assomiglia molto al personaggio di S. Cooper nella sitcom The Big Bang Theory.]

    L.G.

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