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Il ticinese medio di fine XVIII° secolo secondo Karl Viktor von Bonstetten

 Dal 1795 al 1797 von Bonstetten fu sindacatore (sorvegliante capo) negli allora baliaggi ticinesi della Confederazione e lottò contro la corruzione imperante nel sistema legale.

Così come Zschokke anche von Bonstetten si recò nella parte italiana della Svizzera con l'occhio allenato e abituato da ciò che vedeva a settentrione delle Alpi. Quindi una sua descrizione piuttosto critica verso il ticinese era preventivabile, e il fatto che conferma in parte quello affermato da Zschokke ne é ulteriore conferma.

Karl Viktor von Bonstetten

"....Un tratto singolare di queste Valli ma anche della maggior parte dei villaggi della Svizzera italiana e la varietà della lingua e dell’abbigliamento, varietà percepibile da un luogo all’altro già a mezz’ora di cammino.

Questa varietà di lingua di abbigliamento e di usanze é forse la prova di come nel carattere italiano ci sia qualcosa di asociale, di riservato, di sospettoso; per questo qui si osserva poco commercio e poca scienza.

L’abitudine sciagurata di tutti i valligiani italiani di cercarsi il pane non nei loro suoli ameni ma nelle città ha rovinato questa intera classe di uomini che ha sostituito l’amor patrio e le virtù domestiche con tutti i vizi delle piu infine classi popolari. 

Ieri ci fu la grande festa di tutte le madonne e particolarmente di quella del sasso, una festa del genere porta via tre giorni le schiere di genti venute da via tornano poi a casa di notte sicché un raccoglimento devoto durato 72 ore aliena loro completamente il cervello. Se si potesse analizzare la testa di uno di questi poveri paesani mi si troverebbero più folle di qualsiasi altro concetto: è impossibile che questa classe di uomini possa sollevarsi sopra il grado di animalità almeno finché esiste una simile religione.

I verzaschesi irascibili e sanguinari, i valmaggesi pigri e autoritari leventinesi litigiosi, luganesi viziosi e nottambuli nei paraggi non vive l’uomo illuminato della ragione ma solo l’uomo vizioso e passionale...."

Da questa descrizione diverse caratteristiche già osservato da Zschokke qualche anno più tardi vengono "confermate".
In primis anche von Bostetten nota la diversità da regione a regione, più in particolare tra le campagne (o vallate) ai centri cittadini. I tratti tipici dipendono quale sia la zona di interesse, solo questa constatazione fa cadere l'affermazione di "ticinese medio", in quanto uno standard é  impossibile da ricostruire.

Tra i vizi ancora una volta la litigiosità, la violenza. Viene di nuovo rimarcata la pigrizia e il profondo attaccamento alla religione che offusca e rallenta la produttività degli abitanti delle vallate.
La poca scienza e istruzione sono ancora una volta notati da von Bonstetten

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