Passa ai contenuti principali

La biblioteca del convento dei frati capuccini di Faido

Un frate che gesticola animatamente in una vecchia biblioteca, cosa c'é di più immergente? Questa veduta mi ha fatto tornare alla mente il romanzo con conseguente film "il nome della rosa". Ma non é per questo che sono qui.

Frate Edi (simpaticissimo) snocciola aneddoti alla piccola folla che stipa il primo locale della biblioteca del convento dei frati capuccini di Faido

Un passo indietro.

S, anche la povera e umile Leventina ha potuto far capo ad un convento. Fondato nel 1607. Restauro e ristrutturazione curati da Raffaele Cavadini, nell’ambito dei quali si è provveduto in particolare all’allestimento di una nuova biblioteca, 1991-92. Chiesa di S. Francesco, appartenente al convento. Fu edificata nel 1608, come attesta la data sopra il portale

Il convento prima del 1844

Il generale Suvarov 

Il 28 settembre 1799 le truppe austrorusse proseguendo la loro marcia si accampano nei territori di Faido, Fiesso fino in prossimità di Ambri.
A Faido le case erano appena sufficienti ad alloggiare gli ufficiali di alto rango, la pioggia cadeva in modo incessante.
Il principe Costantino, figlio dell'imperatorerusso Paolo I si sistema con lo stato maggiore nella casa di Francesco Antonio Solari, un edificio in legno non lontano dalla chiesa parrocchiale.
Il generale Suvorov (si, proprio quello che da il titolo a questo blog) si installó invece nel convento dei padri cappuccini, con i 18 uomini dello stato maggiore, fra i quali un suo figlio generale, un principe giorgiano e un lord inglese. Al suo arrivo, Suvorov si avvió verso la porta della chiesa del Convento e "si inchinò profondamente". Si inchinò ancora due volte inoltrandosi nella chiesa e bacio il calice. Si recò poi nella “stua” del Convento nella quale fece portare il suo letto. Era arrivato a Faido attorno alle ore 10,00 e per pranzo bevve alcuni bicchieri di birra e mangio un pezzetto di pane abbrustolito cosparso di sale. All'una di notte, del 24 settembre il contingente militare di Suvorov si diresse verso il San Gottardo. Gli premeva riunirsi alle forze di Hotze e di Korsakow, accampate presso Zurigo.

Liberamente tratto da, P. Angelico Cattaneo:
1 Leponti. Vol. 2 , Bellinzona, 1990, pp. 133-137

Suvarov nel 1799

La biblioteca

Torniamo quindi alla biblioteca, il vero oggetto della mia visita odierna; é la mia seconda biblioteca, certo non sarà mai come quella di San Gallo ma non per questo le emozioni che può trasmettermi saranno minori.
Ed infatti seppur minuscola le emozioni e le sorprese non mancano. Essa consiste un due locali, il primo é il più ampio, si presenta come decisamente fresco, con un grande leggio e una scrivania, i libri sembrano in buono stato


Non può non colpire la scritta dei libri proibiti: tra le mille fantasie si rischia di restare delusi, le aspettative e i colpi di scena del XXI° secolo mal si adattano a quelle di 400 anni fa.

Il piccolo armadietto verticale contenente il proibito si rivela oggi vuoto. 
Dovremmo sempre avere qualcosa di proibito

Ma in cosa consistevano queste letture proibite? Non posso di certo andarmene senza svelare il mistero, insito col frate, voglio sapere.

San Bonaventura da Sigmaringa. Quadro nella navata della chiesa, foto Bruno Fäh

Rimango sorpreso; si trattava di libri riformati, non sapevo si concedessero le letture delle dottrine dei nemici dei cattolici. Sarebbe stato interessante sapere a partire da quale anno tali libri hanno avuto accesso alla biblioteca.
 
Lutero illustra le sue 95 tesi appena affisse, é l'inizio della riforma che insanguinerà e dividerà l'Europa, Svizzera compresa per i tre decenni successivi

Un martire ticinese

Decido di non perdermi nulla così faccio un giretto nel secondo loca, più piccolo e contenente anche alcuni libri più recenti. Scorgo il libro di statisctica del Franscini, scorgo anche un libricino nascosto da tomi ben più grossi che lo circondano, leggo" martire" e "Ticinese", estraggo

Non si smette mai di imparare

Pietro Berno era figlio di modesto artigiano, nato ad Ascona nel Ticino nel 1553; trasferitosi la famiglia a Roma, Pietro che già aveva iniziato con successo gli studi ecclesiastici, fu accolto nel Collegio Germanico. Prima di diventare sacerdote fu ammesso al noviziato dei gesuiti a S. Andrea presso il Quirinale il 2 luglio 1577; quattro mesi dopo fu destinato alla Missione in India, si portò in Portogallo per istruirsi allo scopo e dove completò il noviziato e il 4 aprile 1579, partì per il possedimento portoghese, giungendo a Gôa l’8 ottobre.
Nell’anno 1580 fu ordinato sacerdote in India e nella penisola di Salsette svolse la sua entusiasta opera di giovane e generoso sacerdote, specificamente nei distretti di Margàn e Coulàn. Lui e gli altri missionari subivano angherie di parecchi pagani e bramani, che consideravano la penisola come un territorio quasi sacro, i loro attacchi avevano più volte scatenato l’intervento punitivo dei portoghesi e ciò aumentò l’intolleranza e un crescente pericolo per i missionari stessi.
Essi riunitosi, decisero d’intraprendere un’opera di persuasione nei loro confronti a partire proprio da Coculin, centro del paganesimo intollerante; là giunti stavano issando una croce quando la popolazione aizzata dallo stregone Pondú li aggredì e furono barbaramente uccisi il 13 luglio 1583.

La morte dei tre martiri tra quali il ticinese Pietro Berno di Ascona

 Berno è l'unico gesuita svizzero morto da martire e che venne beatificato (da papa Leone XIII nel 1893). Il suo sepolcro si trova nella cattedrale di Goa; il suo capo fu traslato ad Ascona, dove è conservato quale reliquia nella chiesa parrocchiale.

Esco da solo dal convento, sono contento, per l'ennesima volta, contento di aver scoperto altre pagine di storie di persone che ci hanno preceduto nelle nostre valli.

 Mi giro per un ultima sfuocatissima foto alla chiesa del convento
 mentre frate Edi sta sopraggiungendo sulla sinistra. 

A presto, si perché tornerò.

Commenti

Post popolari in questo blog

Suvorov55 - L’epopea di un esercito in Svizzera - Parte2: Risalendo il Ticino

Prosegue il viaggio fianco a fianco del generale Suvorov e la sua armata. Certo non capita tutti i giorni di veder sfilare un armata sotto casa. Quali le reazioni e le ripercussioni e le conseguenze nelle povere terre ticinese? In questa tappa seguiamo l'esercito percorrere un sottoceneri ancora poco stabile sulle sue gambe dopo la scacciata dei Lanfogti Piccolo padre Così la spedizione di Suwaroff in Isvizzera fu decisa: dal suo campo di Asti egli lanciava il 5 settembre 1799 un ordine del giorno pieno di entusiasmo alle sue truppe agguerrite e ben riposate e senz’indugio mettevasi in marcia verso il Cantone Ticino per Gallarate, Varese, Ponte Tresa. Souwaroff era pieno d’umore bellicoso: vecchio d’oltre 70 anni ma arzillo e noncurante dei disagi, ora caracollava frammezzo ai cosacchi ridendo e cantando con essi, ora con parole incoraggianti spronava alla marcia i suoi granatieri , ed i moschettieri mitrati, che in lunghe colonne per sei divoravano le larghe strade lombarde. Fisi...

Museo della riforma di Ginevra 3 - Icone e iconoclastia

In un secolo dove l'analfabetismo si aggira al 90% il potere delle immagini la fa da padrone. Come visto in passato la bibbia veniva disegnata sulle pareti delle chiese, le icone prendevano ancor più piede. E come qualcuno impone delle icone qualcun'altro vuole eliminarle perché non attinenti al suo pensiero. Ecco con parole mia l'iconoclastia: una parola probabilmente udita almeno una volta, ma proprio per quello difficile da ricordare, ma anche se si ricordasse sarebbe assai difficile al giorno d'oggi trovare un iconoclasta praticante....ok, ho capito..... Iconoclastia protestante La Riforma diffidava della superstizione. Combatteva l'infatuazione dei devoti per le immagini e le statue, nel rispetto letterale del secondo dei dieci comandamenti dell'Antico Testamento, che proibisce la rappresentazione materiale di Dio. Nella prima parte del XVI secolo, i riformatori radicali distrussero immagini, dipinti e sculture in campagne iconoclaste, che Lutero, Zwingli ...

L’occhio di vetro

Giungendo un collega in ufficio con un occhio guasto sono iniziate alcune discussioni sull'argomento. In breve tempo, degenerando, ci si é spostati sul curioso tema degli occhi di vetro. In particolare, non ne ricordo l'origine, quella paura di svegliarsi durante la notte e bere quel bicchiere d'acqua appoggiato sul comodino, magari quello contenente l'occhio di vetro. Fantascienza? La storia dell'occhio ingurgitato sa molto di leggenda metropolitana. Molto meno invece l'occhio di vetro. Esso, come molti altri, é uno di quegli argomenti pronti a saltar fuori alla prima occasione valida, occasione che mi si para davanti durante la visita del Moulage Museum dell'università di Zurigo. Esso consiste in u ampio locale in cui sono presenti diverse vetrine contenenti ricostruzioni di tutte quelle orribile malattie che possono accorrere all'uomo. Dalla lebbra alla necrosi passando per le "classiche emorroidi". Di tutto e di più. Nella vetrina dedicata ...

Il Lazzaretto di Milano

Per completare le letture sulla pestilenza che colpì Milano, origine di diversi spunti ( qui , qui e qui ), decido di recarmi direttamente sul posto per cercarne i resti. Si perché se “se non si va direttamente sul posto si gode solo a metà”  Storia del Lazzaretto In un'epoca nella quale le condizioni igieniche erano davvero precarie, nasceva la necessità di adibire alcune strutture alla degenza e all'isolamento degli appestati durante le epidemie. Per questo motivo venne costruito il Lazzaretto, struttura che ogni città avrebbe dovuto avere per garantire un minimo di assistenza ai malati e per difendersi dall'espansione del contagio. Ciò che però non si sapeva era come trattare con la peste. Nei lazzaretti i malati erano di fatto isolati in attesa della morte. Esterno del Lazzaretto e porta di accesso Il primo Lazzaretto di Milano sorse molto distante dalla città, a Cusago tra il 1447 e il 1450, ma si rivelò troppo lontano durante la peste del 1451. Era necessaria una str...

Giordano Bruno

Giordano Bruno. Scagli la prima pietra che non ha mai udito tale nome. Probabilmente se si conosce il nome si saprà anche come ha finito i suoi giorni; bruciato vivo. Stop. Ma non basta. Così come non basta passare a velocità supersonica in piazza campo dei fiori a Roma per una rapida occhiata al monumento a lui dedicato. Ci sarà pur un motivo se tra migliaia di messi al rogo a lui hanno fatto la statua. Che diamine. Questi i pensieri mentre riguardo gli scatti strappati a Campo dei fiori in una soleggiata giornata primaverile. A distanza di due anni approfondisco il personaggio e il percorso che lo ha portato ad essere ridotto in cenere a Roma, a poche centinaia di metri della capitale di Gesù Cristo Nostro Signore P.S. É un puro caso che il post esca esattamente lo stesso giorno della sua esecuzione. Il monumento  Nel centro di piazza Campo de' Fiori, in mezzo alle bancarelle del mercato e al vagabondare di romani e turisti, si leva il monumento a Giordano Bruno. Il filosofo è tu...

Hotel Dakota

A volte i musei sono nei posti più insoliti. Un evento particolare può infatti essere preso come filo rosso per l'arredamento di un albergo. Questo é quello che hanno deciso i gestori dell'albergo Dakota a Meiringen Hall dell'hotel Dakota di Meiringen L'incidente Il 18 novembre 1946, un Dakota C-53 americano decollò da Vienna con dodici passeggeri per un volo diretto a Pisa. Dopo lo scalo a Monaco, il pilota Ralph Tate decise di sorvolare le Alpi svizzere e sbagliò le condizioni di altitudine. Volando troppo basso, l'aereo sfiorò il ghiacciaio Gauli a 3350 metri di altitudine a una velocità di 280 km/h. L'aereo sbanda nella neve alta, supera dei crepacci e alla fine si  ferma, senza che i 12 occupanti riportassero ferite pericolose per la vita. A bordo c'erano quattro membri dell'equipaggio e otto passeggeri, tra cui quattro donne, alti ufficiali dell'esercito americano e una bambina di 11 anni. La nebbia e i forti venti costrinsero il Dakota ad att...

Marignano 1515: la battaglia dei giganti secondo il Traxino

Trovo miracolosamente un altro testo inerente la battaglia di Marignano. Vero crocevia della storia svizzera. Questa pubblicazione risulta particolarmente interessante perché arricchita (quasi la metà del testo) da numerosissime note  L'Europa è in fermento, la prospettiva che un'area geografica di importanza fondamentale come il ducato di Milano sia caduta in mano agli svizzeri e al loro comandante, cardinal Schiner, è ritenuta inaccettabile, seppur con la poco credibile assunzione al trono di un figlio del Moro, Massimiliano Sforza, manovrato dallo Schiner e senza nessun margine d'azione autonoma. Nonostante l'indubbio impegno e coraggio da essi profuso, unitamente alle elevate perdite, durante il secondo giorno è ormai evidente a tutti che il vincitore della battaglia è l'esercito francese. Gli svizzeri cominciano a ritirarsi dal Ducato, protetti da alcune robuste retroguardie, rientrando nei propri territori, ma a testa alta: hanno infatti ben combattuto ed il l...

L’arte di invecchiare

Finché lo scorrere del tempo non diventi uno dei principali pensieri o addirittura sfoci in un ossessione stiamo sicuramente navigando nelle tumultuose acque della gioventù. Inesorabile é purtroppo il passare del tempo, ma questo lo si avverte con lo "scollinamento" (vedi capitolo sotto). All'improvviso sembra tutto fragile, insicuro, ci si rende conto che al contrario dei videogiochi la vita é una sola, appesa ad un filo che potrebbe rompersi da un momento all'altro. Da qui si impone profonda riflessione e una ricerca di filosofie capaci di accompagnarci con grande serenità al più democratico dei giorni.  Negli appunti lasciati di Schopenhauer, e nuovamente racchiusi in un vademecum tascabile trovo alcune risposte a questi pensieri tipicamente serali giusto "prima di spegnere la lampada sul comodino”.  Maestro della sponda superiore del Reno - Dittico: Hieronymous Tschckenbürlin e la morte, 1487 Museo d'Arte Basilea Definizione della vita secondo Schopenhaue...

Una nuova partenza

Ho gestito un blog dal 2004 al 2016 Dal 2016 ho preso una pausa, nel frattempo il mio stile di vita e i miei interessi sono mutati, si potrebbe sostenre che sono passato dall'epoca "tardo bimbominkia" al "consapevole di un esistenza da sfruttare bene", o ancora, come amo dire, aver cambiato la mia stagione umana, che sia da "primavera a estate" o da "estate a autunno" non l'ho ancora capito. Nel frattempo i miei interessi si sono spostati fondamentalmente su due temi: montagna e storia. Perché Suvorov55? Suvorov55 é un nome che riesce a racchiudere entrambe le mie passioni, cosa abbastanza difficile in una parola; si tratta di un percorso proposto da una delle innumerevoli app di escursionismo che propone di ripercorrere il percorso fatto dal generalissimo Suvorov nelle alpi svizzere nel contesto delle guerre napoleoniche, il percorso si chiama appunto Suvorov55 ed é una dei miei innumerevoli obiettivi che mi sono proposto di raggiungere....

VERSO

Quello che ci si para dinnanzi é sempre solo una facciata, un lato della medaglia, solitamente il più bello. Ma per conoscere bene qualcuno occorre mangiarci un sacco di sale assieme. L'operazione di scoprire il lato oscuro dei quadri é decisamente più semplice ma raramente non viene trattato perché il lato bello prende per se tutto l'interesse in quanto decisamente la più degno di ammirazione. Si potrebbe dire la stessa cosa dei singoli delle canzoni che uscivano con una seconda traccia, le famose B Sides, sempre un po' bistrattate, a torto, in quanto anche loro erano delle perle destinate a rimanere a vivere all'ombra della parte bella. Ma ritorniamo ai quadri, la Kunsthaus di Basilea decide di farci scoprire cosa sta dietro ai quadri. A oggi non mi sono mai posto grandi aspettative al riguardo, l'unico punto a riguardo erano le ali delle pale d'altare, che vengono solitamente esposte aperte nei musei, ma che nella realtà erano in questa posizione in corrispon...