Prima di ogni battaglia i confederati si inginocchiavano sul campo e gridavano:
"Le nostre anime a Dio, i nostri corpi al nemico!". Poi si lanciavano nella mischia con fanatico sprezzo del pericolo.
Grandson 1476
Grandson fa parte del trittico Grandson - Morat - Nancy che portò gli svizzeri sulla cresta dell'onda per quanto riguarda il valore come combattenti. Sconfiggendo Carlo il Temerario nelle guerre di Borgogna, non solo si procurarono soldi ma soprattutto fama e notorietà, dando il la allo loro utilizzo secolare nella qualità di mercenari.
Ma torniamo alla preghiera, gli svizzeri popolo devoto e molto credente era solito pregare prima della battaglia.
Vale la pena citare un episodio in cui questa loro consuetudine gli giocó a favore traendo in inganno il nemico che scambió la preghiera degli svizzeri con la loro intenzione di arrendersi e commettendo così un grande errore tattico.
Gli svizzeri, avendo capito che presto sarebbero scesi in battaglia, si inginocchiarono a pregare.
Ma cosa o meglio chi invocavano gli svizzeri prima di combattere?
Si trattava della leggenda dell'esercito vittorioso, quei diecimila cavalieri che i confederati invocavano nella preghiera prima di ogni battaglia. Era una leggenda priva di qualsiasi fondamento storico che ha per protagonista un valoroso esercito romano al comando dell'imperatore Adriano, nel II secolo.Questi soldati martiri combatterono eroicamente in Armenia contro un "esercito barbaro" e lo sconfissero; poi, convertiti al cristianesimo, furono uccisi per ordine dell'imperatore.
Vennero torturati e crocifissi come Gesù, e quando morirono accaddero gli stessi miracoli che erano accaduti alla morte di Gesù: la terra tremò, il sole si oscurò e la luna divenne rossa come il sangue.
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