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Villmergen e la dieta federale di Sciaffusa

Approfittando di una mia (ennesima) visita al museo nazionale svizzero ne approfitto per approfondire gli argomenti legati alla riforma in Svizzera

Come già sottolineato in altri post gli Svizzeri vissero secoli relativamente pacifici, questo a partire dalla battaglia di Marignano del 1515 in cui si ritirarono dai giochi che contano; la loro politica espansionistica si arrestò e decisero di sfruttare la fama che si erano creati col servizio mercenario.

Il capitolo seguente in cui fu coinvolta in combattimenti con stati esteri fu solo nel 1798, quando l'esercito rivoluzionario francese invase la Confederazione. E per fortuna, chissà che il Ticino non sarebbe ancora un baliaggio!

E nel mezzo? Qualcosina capitò, lotte intestine, la guerra dei contadini e le guerre legate alla riforma.

Le confessioni: Calvino a sinistra e Lutero a destra tentano di convincere il papa della bontà della fede protestante. Per i due riformatori l'illuminazione viene dalla Bibbia, la parola di Dio. Papa Leone X non prende sul serio le loro critiche contro la Chiesa.

Due confessioni

La Confederazione è divisa in cantoni cattolici e riformati. I paesi soggetti ai singoli cantoni devono adattarsi. Nei baliaggi comuni, le comunità decidono se intendono essere cattoliche o protestanti.


Sia i cantoni protestanti che quelli cattolici stringono alleanze confessionali che contribuiscono all'inasprimento delle tensioni religiose. In casi estremi, tali tensioni degenerano in guerre all'interno della Confederazione.

La battaglia di Villmergen

Il conflitto tra Zurigo e Svitto a proposito dei rifugiati religiosi è all'origine di una guerra nel 1656. La vittoria delle truppe della Svizzera centrale rafforza i cantoni cattolici della
Confederazione. La libera scelta della fede è confermata nei baliaggi comuni.

Battaglia di Villmergen, vetrata araldica, 1675, Adam Zumbach, Zugo. 
Tondo monolitico in vetro.

A dare il via alla guerra fu il cosiddetto affare di Arth. Nel settembre del 1655 un gruppo di profughi riformati nicodemiti arrivò a Zurigo proveniente da Arth. Dopo qualche esitazione iniziale fu loro accordato l'asilo evocando uno ius emigrandi confederato. Svitto contestò l'esistenza di un tale diritto. Il fatto che i rifugiati fossero stati assistiti ad Arth per mesi da un ecclesiastico zurighese e che Zurigo spingesse anche i nicodemiti rimasti ad Arth a emigrare suscitò le critiche di Svitto, che considerò tale comportamento una violazione dell'amicizia confederata. Il Consiglio di Zurigo protestò a sua volta per il rifiuto di Svitto a una mediazione e minacciò il ricorso alla forza.
Nonostante gli avvertimenti di Berna, quattro rif. rimasti a Svitto furono giustiziati. Berna, che fino ad allora aveva assunto una posizione oscillante, dichiarò quindi il suo appoggio militare a Zurigo nel caso fossero falliti ulteriori tentativi di conciliazione.

I Nicodemiti

Il termine fu creato da Giovanni Calvino per designare l'atteggiamento di quei protestanti che, per evitare la persecuzione della Chiesa cattolica, si fingevano pubblicamente cattolici, partecipando anche alle funzioni religiose. Calvino condannò questa pratica equiparandola al peccato di idolatria, dovendo invece il cristiano, a suo avviso, testimoniare pubblicamente la propria fede anche a costo del martirio o dell'esilio

L'esortazione, fatta da Calvino, a professare apertamente la propria fede anche in terra cattolica, fu appoggiata anche da Giulio Della Rovere, che nel 1552 scrisse proprio una Esortazione al martirio

La battaglia

Il comando supremo delle truppe zurighesi fu affidato a Hans Rudolf Werdmüller. L'occupazione parziale della Turgovia e la conquista di Rapperswil (SG), località strategica, avrebbe dovuto in un primo momento assicurare la posizione di Zurigo. Reparti provenienti da Sciaffusa sostennero Zurigo con misure difensive, ma non parteciparono ai combattimenti. Le truppe bernesi non impegnate nella difesa delle frontiere furono condotte verso est da von Erlach. I due contingenti tuttavia non riuscirono a congiungersi, poiché l'assedio della città di Rapperswil da parte delle truppe zurighesi procedeva a rilento.

L'episodio decisivo che sancì la vittoria del fronte catt. (Friburgo e Soletta si erano dichiarati neutrali) ebbe luogo il 24.1.1656. In un attacco a sorpresa, le truppe di Lucerna e Zugo guidate da Christoph Pfyffer sconfissero l'esercito bernese nei pressi di Villmergen.

Battaglia di Villmergen. Olio su tela di Franz Ludwig Raufft, 1700 ca. (Historisches Museum Luzern).

Il dipinto, che riflette la prospettiva dei vincitori, riassume tutte le fasi della battaglia del 24.1.1656. Le truppe bernesi formano tre "quadrati". Concentrate nella pianura, sono visibili in primo piano (a destra) e in secondo piano (a sinistra), tra il villaggio di Villmergen (al centro) e il castello di Hilfikon. All'alba i Lucernesi e gli Zughesi sferrano il loro attacco contro i nemici da una collina (a sinistra, in primo piano) e mettono in fuga i soldati bernesi (a destra), che abbandonano i loro carri e incendiano il villaggio di Dintikon (in secondo piano, sul margine destro). Nell'angolo inferiore destro del quadro il pittore ha rappresentato il generale bernese Sigmund von Erlach che fugge al galoppo.

Von Erlach attribuì la disfatta alla scarsa professionalità dei soldati e sollecitò l'impiego di mercenari stranieri, specialmente di cavalieri francesi, per il prosieguo della guerra

Le conseguenze

Con la vittoria del 1656 i cantoni cattolici acquistano influenza sui baliaggi comuni
In Turgovia e in Argovia protestanti e cattolici devono imparare a convivere gli uni accanto agli altri

Stemmi dei cantoni confederati nel castello del balivo a Baden

All'inizio della Riforma le chiese vengono utilizzate sia dai cattolici che dai protestanti. La situazione rimane a lungo tale nei baliaggi comuni, soprattutto nelle zone rurali.

Riproduzione del coro con il pulpito cattolico del 1526 e il fonte battesimali dei protestanti risalente al 1598.
Grossmünster, miniatura, 1605/06, Zurigo.
Zentralbibliothek Zürich, MS B 316, f. 37г.

La dieta federale di Sciaffusa

Nel 1698 a Sciaffusa si tiene una dieta federale protestante. II cantone confederato fa parte di un'alleanza di protestanti. L'allegoria della fede al centro del dipinto rappresenta i sei cantoni riformati che hanno partecipato all'assemblea.

Una Dieta federale separata. Sei cantoni protestanti si riuniscono a Sciaffusa nel 1698 per costituire una propria Dieta federale. Il dipinto commemorativo raffigura, a sinistra, l'armonia della fede protestante e condanna, a destra, la fede cattolica tacciandola d'eresia.
Allegoria delle fede protestante, dipinto, 1698. Johann Martin Veith, Sciaffusa. Olio su tela.

L'anziano seduto é la personificazione del fiume Reno

Committente e artista

Il gestore della locanda «Gasthof zum Schwert» di Sciaffusa, commissiona il dipinto. I 70 talleri di compenso vengono saldati dai cantoni. L'artista Johann Martin Veith di Sciaffusa è noto come ritrattista e per i suoi dipinti a tematica storica e mitologica.

Il pittore Johann Martin Veith (1650-1717) di Sciaffusa trascorre i suoi anni di studio a Roma e Venezia.

La parte positiva del dipinto

La parte sinistra del dipinto getta una luce positiva sulla fede riformata. È dipinta con colori più chiari e occupa due terzi dell'opera. Sul lato sinistro sono riprodotti gli stemmi familiari dei delegati

La coppia abbracciata e il fascio di verge ai suoi piedi simboleggiano l'armonia

La fede autentica è incarnata dalla vergine con la corona di alloro. 
La sua veste bianca é simbolo di purezza, nella mano destra tiene un cuore illuminato da Cristo

La parte negativa dell'immagine

La parte destra del dipinto rappresenta la fede cattolica vista dai protestanti. Questo lato è più cupo. Dominano i colori rosso, grigio e marrone. Delle figure oscure giocano con il fuoco.

La vecchia con in mano un ordigno incendiario incarna la fede errata.
È l'immagine in negativo della vergine pura.

L'uomo con le orecchie d'asino suona un flauto doppio. 
Le orecchie d'asino simboleggiano la miscredenza.

L'uomo con le orecchie da coniglio, sempre pronto a fuggire proprio come il pauroso animale, è un provocatore che soffia sul fuoco.

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