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Il Pantheon

Si, c’è un po’ di coda da fare, ma penso ce ne sarà sempre, forse anche perché oltre ad essere unico il Pantheon é pure gratuito (al momento della mia visita , aprile 2022 era gratuito, e lo era da lungo tempo. Dopo un lungo dibattito, tuttavia, dal luglio 2023 è stato introdotto un biglietto d'ingresso dal costo di 5 euro, fatto salvo naturalmente l'accesso ai fedeli in occasioni di culto. Nel primo mese di tale tariffazione gli incassi hanno sfiorato 1,000,000 euro, cifra poi superata nel secondo mese).

Ben poco sapevo prima di giungere in questo posto; unico dettaglio era quello del "buco" nel tetto, ho ancora ben presente Alberto Angela che dice ci piovesse dentro. Null'altro su questa costruzione antica.

Durante la mia visita a Roma non posso fare a meno di andare a visitarla; il Pantheon è sia un edificio culturale tra i più visitati in Italia sia un luogo di culto cattolico tuttora in uso (molto nota è ad esempio la tradizionale pioggia di petali fatta cadere dall'oculus in occasione della solennità di Pentecoste

Il Pantheon

Il Pantheon rappresenta, da più di duemila anni, l'espressione massima della gloria di Roma. La sua storia si lega in maniera indissolubile allo sviluppo della città eterna di cui è immagine nei secoli. Il Pantheon fu ispirazione dei più grandi architetti del Rinascimento, tanto che Raffaello volle farne il luogo del proprio riposo eterno.

Roma 26.04.2022 ore 15:53 ultimo sguardo sul Pantheon

M.AGRIPPA

Mentre si é in colonna lo si osserva è inutile girarci attorno, quella scritta a caratteri cubitali “M.AGRIPPA” non può non suscitare un minimo di interesse. Quindi mentre la colonna avanza lentamente una piccola ricerca sull’Agrippa è il ruolo col Pantheon é quasi d’obbligo

Nel 27 a.C. Marco Vipsanio Agrippa, genero, amico e collaboratore del primo imperatore Augusto fece costruire questo tempio, dedicandolo alle sette divinità planetarie. Ad esse si deve il nome di Pantheon, che, in greco, significa “di tutti gli Dèi”

L’edificio originario, che doveva essere di dimensioni ridotte rispetto a quello attuale, fu riedificato da Adriano tra il 118 ed il 125 d.C. Nel ricostruirlo, Adriano non tenne conto dell’impostazione di Agrippa: rovesciò l'orientamento dell’edificio di 180 gradi e aprì davanti al nuovo tempio una grande piazza porticata. Sul frontone lasciò l'iscrizione che potete vedere ancora oggi e che ricorda Agrippa come costruttore. Poco importava all'imperatore Adriano che il suo nome figurasse su quel monumento che già esprimeva il suo pensiero.

“M. Agrippa L. F. Cos. Tertium fecit”, ovvero “Marcus Agrippa Luci filius consul tertium fecit” è da tradurre in “Lo costruì Marco Agrippa, figlio di Lucio, nell’anno del suo terzo consolato”. Ricorda che un primo Pantheon era stato costruito da Agrippa, generale di fiducia e genero dell'imperatore Ottaviano Augusto.

Agrippa chi?

Augusto stava cercando un degno erede e dopo un primo piano andato male decise di assicurarlo due anni dopo. Questa volta, il marito scelto per sua figlia Giulia fu Marco Agrippa, uno dei grandi amici e generali dell'imperatore, un uomo retto e di umili origini, famoso per aver vinto tutte le guerre del suo capo e per aver ovviamente costruito il Pantheon, che porta il suo nome. Agrippa era oltre vent'anni più vecchio di Giulia e per sposarla dovette prima divorziare; il matrimonio, sebbene non sfavillante, fu almeno soddisfacente. Ma soprattutto generò tre figli da chiamare
Cesare e due figlie da sposare per interesse, che era ciò che importava davvero ad Augusto. Ciò nonostante, questa vantaggiosa unione durò solo nove anni, perché nel 12 a.C. Agrippa partì per mettere ordine nelle fredde terre del Danubio e lì si ammalò. Anche se tornò in Italia per rimettersi in salute, non riuscì a sopravvivere a lungo. Giulia aveva meno di trent'anni quando rimase vedova per la seconda volta.

Marco Vipsanio Agrippa

Il Pantheon, chiuso e abbandonato sotto i primi Imperatori cristiani e successivamente saccheggiato dai barbari, nel 609 d.C. fu donato dall’Imperatore bizantino Foca a Papa Bonifacio IV. Papa Bonifacio IV consacrò il tempio dedicandolo a Santa Maria ad Martyres, così ribattezzata perché qui fece trasferire dalle catacombe le spoglie di anonimi martiri tanti da riempire 28 carri. Il riferimento ad una schiera collettiva cristiana fu voluto in contrapposizione all'antica dedica pagana a tutti gli dèi di Roma.

L'esterno del Pantheon in un'incisione del XVI secolo di Étienne Dupérac

 Pantheon nel 1742
Olio su tela di Canaletto

I campanili detti "orecchie d'asino" del Pantheon in un acquerello di Jakob Alt del 1836. Si nota anche l'assenza delle lettere in bronzo sul frontale, ripristinate solo nel 1883.

La cupola e l'oculo

Una volta dentro il movimento di testa inevitabile, quello che milioni di persone, di generazioni in generazione fanno appena varcata la soglia; alzare gli occhi per ammirare il buco (oculo) nella cupola

La cupola del Pantheon è tuttora la cupola più grande al mondo, superando sia la cupola di San Pietro (diametro 42,52 m) sia la cupola del Brunelleschi a Firenze (diagonale minore 41,47 m) così come la cupola di Santa Sofia a Costantinopoli (diametro maggiore 31,24 m). Tra le cupole in calcestruzzo, quella del Pantheon ha le dimensioni del diametro ancora insuperate.

Roma 26.04.2022 ore 15:26, occhi dritti sul buco

L'oculo del Pantheon di Roma in un dipinto del 1734 di Giovanni Paolo Pannini

Piove nel Pantheon?

Quella della pioggia che non entra all’interno dell’occhio del Pantheon non è del tutto una leggenda metropolitana. Soprattutto nell’antichità infatti, quando questa struttura era a tutti gli effetti un luogo di culto, al suo interno erano accese molte candele e il calore quindi prodotto al suo interno tendeva a salire verso l’alto, creando l’effetto di un vero e proprio camino. La quantità di calore che usciva dunque impediva all’acqua di entrare o per lo meno a una pioggia leggera; questo può verificarsi tutt’oggi soprattutto quando il Pantheon è frequentato da un grande numero di persone, che sviluppano un grande calore.

Pioggerella e candele a parte nel Pantheon piove davvero! La pioggia entra attraverso l’oculus sopra la cupola, un buco di quasi 9 metri di diametro. Il pavimento è progettato in modo che non si possano formare pozzanghere: il centro è concavo, i lati sono spioventi e 22 fori permettono di raccogliere le acque in un sistema di canali che le fa defluire.

21 aprile

La cupola del Pantheon è un omaggio al globo terrestre e all’universo, infatti al suo interno ci sono molti simboli e numerosi richiami numerologici molto importanti nella cultura romana. La costruzione della cupola ha richiesto un grande sforzo agli ingegneri romani, che hanno impiegato vari materiali per la sua costruzione, dai mattoni, al tufo, alle scagli di mattoni, fino ai lapilli vulcanici impastati con il calcestruzzo, presenti sulla sommità della cupola e adatti per la loro leggerezza. In cima la cupola però non fu mai chiusa non per errore o per altri motivi, ma per realizzare uno spettacolo fantastico in tutti i giorni dell’anno e soprattutto il 21 aprile. Questo foro di 9 metri, chiamato occhio è l’unica fonte di luce, se si toglie la porta di entrata, che illumina la struttura. La luce che entra da qui disegna ogni giorno un tragitto differente, illuminando i vari ambienti con luce differente.

Il vero spettacolo però accade il 21 aprile, giorno del compleanno di Roma; la luce del sole alle 12, inonda il Pantheon e colpisce l’entrata. Quest’effetto speciale, attentamente studiato dagli antichi romani, serviva come celebrazione del compleanno di Roma, ma soprattutto dell’imperatore, che bagnato dalla luce del sole, poteva celebrare i riti consueti in questa data.

L'architettura e l'ingegneria



Le tombe dei Re d'Italia

Il Pantheon conserva le tombe dei due primi re d'Italia, Vittorio Emanuele II e suo figlio Umberto I.

Roma 26.04.2022 ore 15:35, un sacco di colonna per dei Re sconosciuti al di fuor dall'Italia

La tomba di Vittorio Emanuele II si trova nella cappella centrale a destra. In realtà la destinazione della salma del re al Pantheon fu oggetto di un'accesa discussione: in molti, infatti, volevano che fosse inumata nella Basilica di Superga, luogo tradizionale di sepoltura dei suoi avi di casa Savoia. Alla fine tuttavia prevalse la volontà del Presidente del Consiglio Agostino Depretis e del ministro dell'interno Francesco Crispi. La salma del re fu esposta al Pantheon il 17 gennaio 1878

Esposizione della salma il 17 gennaio

Il 16 febbraio si tennero al Pantheon i solenni funerali di Stato: nell'occasione l'edificio fu addobbato solennemente.

Esterno Del Pantheon per i Funerali Di S.M. Vittorio Emanuele II.
Arrivo della salma

 La gigantesca placca funeraria, con l'epigrafe "Vittorio Emanuele II - Padre della Patria", che venne temporaneamente sovrapposta al fregio, venne fusa dalla fonderia di Alessandro Nelli con il bronzo dei cannoni strappati agli austriaci durante le guerre d'indipendenza del 1848, del 1849 e del 1859

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