Ho cercato di immaginarmelo spesso come doveva essere questo mastodontico convento al suo interno.
La mia curiosità non viene disattesa, già nel bellissimo corridoio mi imbatto in un pezzo che mi lascia tranquillamente pensare "questo vale il prezzo della visita, da qui in avanti é tutto guadagnato"
Dopo una prima vista d'assieme mi soffermo sui dettagli. Proprio di fianco a me nel corridoio un altro monaco confabula con un civile, potrebbero trovare quanto meno bizzarro la mia estrema attenzione a questo particolare dipinto ma non me ne curo.

Appena sotto il personaggio intento, suo malgrado, a rimpinzarsi di cibo un uomo evidentemente adirato impugna qualcosa do non ben specificato, probabilmente un arma e la posizione delle gambe gli conferiscono uno slancio verso qualcosa fuori il campo del pannello. SI potrebbe associarla al peccato dell'ira
Piuttosto evidente il peccato della lussuria che si può associare alle due figure sulla sinistra intenti in movenze amorose. Mentre il sesso della figura a sinistra é mascolina meno scontato é la figura sulla destra.
Non é la prima volta che mi intrufolo in una costruzione simile ma la curiosità é sempre alta
L'inferno di Sumvigt
L'inferno di Sumvigt
Si tratta di una rappresentazione dell'inferno strappata dalla cappella Sogn Benedegt ob Sumvigt (San Benedetto a Sumvigt, poco distante da DIsentis) risalente al XV secolo, chie giustamente, quasi per par condicio, é stata appesa di fianco al "più noioso" paradiso proveniente sempre dalla stessa cappella. Purtroppo questi affreschi sono stati rovinati da una valanga del 1984
La cappella in rovina di Sogn Benedetg, con un coro a forma di ferro di cavallo risalente al IX secolo, è la più antica cappella documentata del suo genere. È stata in gran parte distrutta da un'enorme valanga il 10 febbraio 1984 e restaurata nel 2013.

Il pannello dell'inferno presente nel monastero di Disentis
Diversi specifici elementi rappresentati, ne distinguo 6, 7 con la scena del pentolone sotto. Il pensiero va ai sette peccati capitali, vediamo la plausibilità
In alto a sinistra appare un uomo intento a rimpinzarsi di cibo, o meglio, in cui un diavolo forza a ingurgitare qualcosa che possiamo associare a cibo grazie alla presenza a sinistra di un piatto e una ciotola in cui sono presenti non ben definiti alimenti. La pancia della vittima appare ben tornita l'accostamento al peccato della gola é lampante
La gola
L'ira
La lussuria
La coppia sotto il leviatano mi da molto da pensare, poi ad un tratto l'illuminazione, l'oggetto tenuto in mano dal personaggio seduto potrebbe trattarsi di uno specchio. Questa teoria é rafforzata dalla sguardo da chi lo brandisce intento a rimirarsi in tutto il suo splendore. Questa espressione anticipa di parecchi secoli la famosa smorfia duckface in voga sui social. Anche la donna nelle grinfie del leviatano sembra rimirarsi nello stesso specchio ed essere estremamente felice di quanto viene riflesso, e poco importa se si trova nelle grinfie del mostro all'inferno, la propria bellezza viene prima di tutto.
Un ulteriore interpretazione potrebbe portare a credere a due vizi capitali nella stessa immagine: da una parte la donna felice di rimirarsi e vedersi bellissima e la faccia dell'uomo che brandisce lo specchio assai più corrucciata in gesto di invidia verso la donna più bella. Ma forse sto andando oltre
La superbia e l'invidia (?)
L'interpretazione si complica decisamente con le figure mancanti, accostarli ai vizi capitali diventa ardua.
La donna che poggia i piedi sui due amoreggianti mentre tende l'orecchio e nell'altra mano stringe un oggetto non identificato (una tromba?) complica il tutto. È un elemento che fa parte della scena due lussuriosi o é un personaggio a parte? Nel dubbio potremmo prendere in considerazione la seconda ipotesi e sforzarci ed associarla all'accidia che è un torpore dell'anima e della mente, misto alla malinconia ed alla noia che non permette di agire. Solitamente é associata a persona vecchie, e la mano tesa attorno all'orecchio, come a testimoniare un degrado nell'udito, e i tratti stessi della persona potrebbero avvalorare questa tesi...ma si dai: aggiudicato!
La teoria dei sette vizi capitali, inventata di sana pianta non é del tutto avvalorata, anzi rimane un ipotesi di un dilettante che non ha di meglio da fare la domenica mattina. Rimangono i resti della cappella da visitare, al suo interno dei pannelli informativi, potrei forse trovare la soluzione ai miei dubbi domenicali
L'accidia (?)
Praticamente inaccostabili al vizio rimanente, l'avarizia, le due figure rimanenti
In alto a destra del pannello un diavolo afferra un inerme dannato che allarga le braccia senza opporre resistenza in segno di resa, il messaggio é chiaro, una volta giudicati e mandati all'inferno non c'é più nulla da fare, si é proprietà dei demoni.
Sarebbe bastata la presenza di qualsiasi cosa richiamasse il denaro o la ricchezza per chiudere il cerchio, ma qualsiasi oggetto di questo genere é assente.
In basso é facilmente visible il pentolone con i dannati intenti a bollire sotto l'esperta bravura di pseudocuochi infernali. Un dannato sta proprio per essere aggiunto all'infernale pentolone. Anche questa scena non fa riferimento ad alcun peccato capitale ma é tipica delle immagini che rappresentano l'infermo
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