Come ho modo di leggere nelle pagine riportate dagli storici svizzeri il Mottino si rese protagonista in eventi nel momento caldissimo in cui gli svizzeri erano al centro del mondo, (da me nominato l’era delle picche) giusto prima della epica battaglia di Marignano, alla quale però non prese parte perché morì nella battaglia di Novara due anni prima.
Lasciamoci quindi cullare da queste epiche righe che danno modo a noi abitanti di una vallata di gonfiarci il petto e creare qualche canzone a mó di sfottò hockeystico
Giacomo Mottino

Dal Dizionario leventinese
Personaggio storico illustre ma pressoché ignoto in patria: Giacomo Mottino, eroe sfortunato della battaglia di Novara del 6.6.1513: "Con gli assediati, poco più di quattromila uomini, era quel Giacomo Mottino, capitano di Uri ma d'origine leventinese, del quale la tradizione accolta da alcuni storici del tempo e letterariamente ampliata dal Guicciardini fece l'eroe della giornata". Racconta lo storico fiorentino che il Mottino, dopo aver esortato i suoi uomini con feroce e ardentissimo spirito (...), senza attendere nemmeno il primo chiarore dell'alba guidò la sortita degli Svizzeri e la sorpresa contro il campo francese. (...) Il 6 giugno 1513, a Novara, il Re (di Francia ndr) perdette circa settemila uomini, fra cui la quasi totalità dei lanzi, ma anche gli Svizzeri lamentarono le più gravi perdite di tutte le battaglie combattute fino allora - oltre duemila soldati.Il castello di Lugano
Il mistero del dipinto
Ad aggiungere fascino alla vicenda del castello di Lugano c’è anche un antico dipinto conservato alla Pinacoteca di Brera di Milano: la Madonna dei garofani di Andrea Solario, pittore originario di Carona. Secondo una recente ipotesi, avanzata dall’archeologa Rossana Cardani Vergani dell’Ufficio dei beni culturali del Cantone Ticino, la scena oltre la finestra del dipinto potrebbe rappresentare il castello di Lugano. Osservando il paesaggio si potrebbero infatti riconoscere la foce del fiume Cassarate, l’ansa del lago, le colline che sovrastano Lugano, le mura e le torri del castello. Realtà o suggestione? Il mistero rimane.Mottino a Lugano
Intanto l'ordine della Dieta di sospendere le ostilità e di concedere l'uscita dal castello di Lugano alla guarnigione francese era giunto ai capitani svizzeri in Lugano. Questi si raccolsero a Consiglio il di primo dell'anno (1513). Nella lettera di relazione che ne riferisce le decisioni è ripetuto, quasi a rivelarne la gravità per gli assedianti, privati così dell'agognato bottino, l'ordine della Dieta di concedere libera uscita alla guarnigione assediata, col suo oro, l'argento e con tutti i beni. Quest' ordine fu malissimo accolto dalla soldatesca.
I capitani decisero quindi di spedire al Mondragone (capitano francese della guarnigione presente nel castello) per trattare il capitano bernese e Giacomo Mottino. Ma quegli si era barricato in tal modo entro il Castello, che non fu possibile penetrarvi sicché egli stesso li consigliò di avvicinarsi con una barca dalla parte del lago. Essendosi quel giorno fatto troppo tardi venne rinviata la cosaQuesta relazione torna a mettere in ben singolare rilievo l'opera del capitano leventinese, ritornato all'assedio dalla sua spedizione in Uri e le parole del capitano francese dimostrano come egli lo ritenesse il vero capo intellettuale degli assedianti, anche se non riconosciuto, e certamente contrastato, dall'anarchia che distinse questo strano assedio.
Mottino a Novara
La battaglia durò, a seconda delle fonti, da due a quattro ore. Lo scontro molto cruento fu vinto dalle fanterie svizzere che catturarono i 22 cannoni francesi e distrussero gli odiati mercenari antagonisti.Con la battaglia dell’Ariotta gli svizzeri raggiunsero l’apice della loro gloria militare.
"Alle parole di Mottino gridò ferocemente tutta la moltitudine, approvando ciascuno, col braccio disteso, il detto suo"
Il Gagliardi, ricordando il Mottino, soggiunge: « fondati più specialmente sull'autorità del Guicciardini, si è voluto, nelle più recenti narrazioni, elevare il Mutt (il Mottino) al grado di vero eroe di Novara, per cosi far vieppiù risaltare l'intiero avvenimento, raggruppato intorno ad un personaggio eminente; ma non una sola fonte diretta vi accenna. Soltanto si può constatare che il Mottino abbia esistito ed abbia preso parte a quella campagna; non una sillaba intorno al grado della sua partecipazione ».
Del necrologio di Schachdorf che annovera tra i caduti presso Novara un « Jacob von Ure» ma veramente non ne curano la identificazione con il Mottino.
Secondo lo storico Gucciardini
Mottino sprona le truppe
Piano d'attacco
Gli svizzeri attaccano
La battaglia di Novara del 1513 in una xilografia del cronicario di Stumpf, 1548
La morte del Mottino
Che la morte del Mottino avvenisse realmente a Novara, e che fosse degna di ricordo, lo conferma una fonte contemporanea - fin qui dimenticata - il poeta Andrea Assaraco, di Vespolate, nel suo poemetto in onore del Trivulzio, stampato a Milano nel 1516, ossia poco dopo l'avvenimento.
L'Assaraco, come chè di parte francese, essendo panegirista del Trivulzio, sorvola a disegno sulla terribile sconfitta che ricacciò i francesi dall'Italia e ne incolpa il La Tremouille per la leggerezza con cui questi dispregiava il nemico, il di cui valore il nostro poeta altamente riconosce ne' suoi versi; e laddove ricorda taluno dei caduti, tuque Motine peris, soggiunge.
All'Assaraco, dunque, attinsero il Guicciardini ed il Giovio.
Pur riconoscendone esagerate le loro narrazioni - forse anche mai pronunciata la feroce arringa alla vigilia della battaglia - rimangono tuttavia accertate la importanza militare e la morte del Mottino, un'unica persona col Jacobo d'Uri, originario al pari degli a Pro, dalla Leventina.
Non solo il Mottino
Secondo lo storico urano Schmid, certamente attendibile, un Giacomo a Pro, il quale si era distinto combattendo nella guerra di Svevia nel 1499 e nella difesa di Bellinzona contro i francesi, veniva accolto nella cittadinanza urana nell'anno 1512. L'accenno alla difesa di Bellinzona contro i francesi e quest'ultima data rendono verosimile l'asserto.
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