L'imponente chiesa parrocchiale al centro del villaggio attira l'attenzione di tutti. La Cappella dei Morti di San Michele si erge alla sua ombra, semplice e quasi timida. Consacrata nel 1643, restaurata l'ultima volta nel 1977.
Se tutto va bene dovrebbe arrivare qualcuno ad aprirmi la porta dell’ossario: l’ho trovata chiusa e dato che non sono uno che si arrende facilmente ho chiesto lumi a due intenti a cambiare fiori su una tomba: “prova a chiedere a quella porta, é la casa del prete” la loro lapidaria risposta.
Dopo aver citofonato la chiamata viene deviata chissà dove… mi risponde una signora, capisco in breve tempo che entrambi non siamo di lingua madre tedesca ma se ho capito giusto qualcuno dovrebbe arrivare per esaudire il mio macabro desiderio.
Nel frattempo do un occhiata alla chiesa, estremamente ricca e sfarzosa. Poi come a Orbe quella sensazione di essere osservato dall'alto si ripete...
Esco e di li a poco arriva un uomo di mezza età; é il passe-partout per l'ossario. Mi dice subito che l'ossario viene aperto solo quando viene esposto un morto, mi balza subito in mente l'avventura occorsami a Unterschächen poco tempo fa. L'uomo mi chiede cosa voglio vedere, cosa spinge un uomo apparentemente normodotato a citofonare alla casa del parroco. Cerco di spiegargli alla bell’e meglio.
Nel frattempo ha aperto la porta e in un lampo individuo i temi legati alla danza della morte
Si tratta di sei teschi disegnati ai lati in alto, tutti in buone condizioni (risalgono al 1775) quattro dei quali portano dei cappelli che li identificano chiaramente. Mi incuriosisce subito il fatto della scelta di personaggi legati alla chiesa, qualcosa che mi lascia con un retrogusto di polemica da parte del mondo ecclesiastico.
La variazione introdotta da Holbein è profonda: l'artista usa la figura del papa per denunciare gli abusi ai vertici della chiesa romana. Raffigura un pontefice che regge sul capo una triplice corona, seduto su un trono ricoperto da un baldacchino. Un re inginocchiato gli bacia il piede destro e, in cambio, il papa si appresta a porre sul suo capo una corona.
È un mordace riferimento a una delle principali critiche che da decenni vedeva generalmente concordi i riformatori: il papato ha impropriamente preso il sopravvento sul potere secolare e punta a subordinare i sovrani. Di questo tratta un famoso testo di Lutero del 1520.
Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca, e soprattutto il Passional Christi und Antichristi di Lucas Cranach, dove il papa che si fa baciare i piedi dall'imperatore viene contrapposto a Cristo che umilmente lava i piedi dei discepoli. E questo è anche il tema della satira di Holbein.
Sullo sfondo si nota un demone che si precipita in volo verso la scena reggendo una bolla papale guarnita di cinque sigilli - immagine che ancora una volta rimanda al Passional di Cranach.
Alla cerimonia partecipano nel ruolo di semplici spettatori un cardinale e un vescovo. Si vuole così affermare che l'abuso non è imputabile unicamente al papa, ma alla corruzione della chiesa romana in quanto istituzione, modello di orgoglio e di avidità umane e non di una vita ispirata a Cristo.
Nella scena Holbein introduce due scheletri: uno scimmiotta un cardinale e l'altro è alle spalle del papa, ed entrambi i personaggi sono talmente distaccati dalla percezione della vita e della morte che nemmeno si accorgono della loro presenza. I due demoni sorvolano la scena, associando gli abusi di Roma al male
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