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Tre aneddoti sulla battaglia di Sempach

Sembra incredibile a diversi anni ormai degli approfondimenti sulla battaglia di Sempach, sia sul luogo della battaglia, sia nel museo del comune riuscire a trovare ancora nuovi aneddoti riguardanti la battaglia. Tutti e tre gli aneddoti li trovo nel museo storico di Zofingen, uno di quelli difficili da visitare, perché con orari molto stringati e solo indeterminati giorni

Da portabandiera a mangiabandiera

Già durante la prima visita a Zofingen avevo potuto appurare che il personaggio che svetta dalla cima della più bella fontana cittadina é l'eroe

La statua di Niklaus Thut nell'oninoma piazza

A confermare la fama a queste latitudini, sempre lo stesso personaggio, sempre con tanto di bandiera in mano, é dipinto su una facciata in una via poco lontana dalla fontana

DI nuovo il buon Niklaus che porta fiero la bandiera di Zofingen

Ma chi é costui? E perché merita tanta gloria?

Niklaus Thut († 9 luglio 1386; grafia precedente: Claus Tuto) fu sindaco della città asburgica (ora svizzera) di Zofingen e cadde nella battaglia di Sempach. È stato onorato come un leggendario eroe della città fin dal XVI secolo.

La sua data di nascita non è nota, poiché quasi tutti i documenti della città furono distrutti nell'incendio del 1396. Era un ricco cittadino della città e ricopriva le solite cariche dell'epoca. Dal 1375 al 1379 ricoprì la carica più alta disponibile, quella di sindaco. Dopo il 1380, Lucerna iniziò l'espansione mirata del suo territorio; mentre altre città del circondario si allearono con i Lucerna, Zofingen rimase fedele agli Asburgo.

Nella battaglia di Sempach del 9 luglio 1386, Niklaus Thut guidò le truppe ausiliarie di Zofingen in battaglia come portabandiera. Lui e altri undici soldati di Zofingen caddero in battaglia. La leggenda narra che, poco prima di morire, strappò lo stendardo di Zofingen dal suo bastone e lo ingoiò, impedendo così ai Confederati di impossessarsene. Così facendo, salvò la città da un grande disonore. Quando il corpo di Thut fu riportato nella sua città natale tre giorni dopo la battaglia, lo stendardo fu trovato nel suo stomaco.

Niklaus Thut strappa lo stendardo di Zofingen dal bastone , questo non l'avrà sicuramente favorito nel proseguio della battaglia dove troverà la morte

Il destino dello stendardo di Zofingen e il suo salvataggio non sono menzionati nelle fonti contemporanee; la prima testimonianza scritta è apparsa solo nel XVI secolo. La storia dell'eroismo di Thut si è poi trasformata in un vero e proprio mito cittadino e da allora Niklaus Thut è onorato come patrono della città.

La praticità a scapito dell'eleganza

Sempre nello stesso museo, stavolta nel seminterrato una quadro piuttosto grande riproduce la battaglia di Sempach.

È un ennesima versione che però riporta i solti elementi che identificano facilmente la battaglia: La cittadina di Sempach e il lago sullo sfondo. I Confederarti, come sempre raffigurati sulla sinistra con le classiche bandiere dei Waldstätten. 


A fugare eventuali dubbi la presenza di Winkelried che con il suo celeberrimo abbraccio afferra più lance nemiche possibili creando il varco decisivo per le sorti della battaglia


Se poi si é dotati della classica curiosità e ci si mette ad analizzare quello che succede al di fuori della zona calda degli scontri si noterà nella zona sinistra, vicina ai cavalli in primo piano dei strani pezzetti tutt'attorno. Se poi si esamina attentamente si scorgeranno due uomini intenti a tagliarsi le punte delle loro calzature. Da qui si deduce velocemente che un intero esercito si é messo a tagliare le punte della proprie calzature. Il motivo? Aumentare l'agilità e la velocità negli spostamenti a scapito dell'eleganza 


Bizzarro attuare questo accorgimento proprio durante lo scontro. Dalla posizione nel quadro si direbbe che tale operazione é compiuta da parte dell'esercito asburgico. Sicuramente un scusa per attribuirà la causa della sconfitta non al gesto di Winkelried ma all'equipaggimanto non adeguato

Un eroe nell'ombra

Sempre nel semiinterrato del museo storico di Zofingen il terzo spunto sulla battaglia.

Quello che muore all'omra di un albero confortato da altri uomini é un personaggio sicuramente rilevante ma non facilmente identificabile.


I personaggi noti della battaglia sono Arnold Winkelried da un parte e il principe Leopoldo III d'Asburgo dall'altra. Osservando attentamente il quadro possiamo scartare che il morente si Winkelried, infatti lo si intravede sulla sinistra in secondo piano mentre afferra le lance nemiche.


Il cerchio si restringe molto. Osservando il personaggio morente si possono tirare altre conclusioni. Chi lo soccorre é armato di mazze chiodate, questo fa pensare all'esercito confederato in quando l'esercito asburgico é rappresentato ovunque con le armi a puntino, anche forse per rendere ancora più incredibile ed epica la vittoria dei Confederati. Inoltre i colori bianco e blu, sia sulla bandiera, sia sulla fascia che porta il morente fa pensare ai colori della bandiera di Lucerna


Leopoldo III sembra essere escluso, la sua presunta armatura é conservata al museo di storia di Lucerna

Presunta armatura di Leopoldo III d'Asburgo portata alla battaglia di Sempach

Quindi oltre a Arnold e Leopoldo c'é dell'altro. Se andiamo a consultare qualsiasi voce in internet inerente la battaglia scopriamo che il terzo nome che emerge é il comandante delle trippe Confederate, un lucernese. Bingo!

Il suo nome é Petermann von Gundoldingen. 


Nella battaglia di Sempach (1386) gli fu assegnato il comando delle truppe lucernesi contro l'Austria. Tra le figure emblematiche della vecchia Confederazione, venne tuttavia messo in ombra dalla figura di Winkelried.

Lo stemma della famiglia von Gundoldingen: scudo lucernese bianco e blu con fascia austriaca rossa - un simbolo perfetto del ruolo significativo di Petermann von Gundoldingen nella storia.

Secondo la leggenda di Sempach, morì durante la battaglia. Si legge: “ Un soldato lucernese dopo l'altro cadde nell'erba. Il fiero vessillo di Lucerna vacillò e cadde. Sessanta uomini giacevano nel loro sangue. Il leader lucernese Petermann von Gundoldingen sprofondò a terra, morente, e il muro di lance iniziò a muoversi minacciosamente.

Il quadro é quindi una rarità e mette in primo piano la morte del comandante in corpo Petterman a scapito del Winkelried. Dei due solo uno passerà alla storia

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