Per chi ama passeggiare senza meta per le vie e viuzze di Zurigo non potrà non fare a meno di notare almeno una volta uno o più personaggi decapitati che tengono la propria testa in mano. Si tratta dei 3 santi della città sulla Limmat
Curiosamente vengo a contatto per la prima volta con la loro leggenda a una ventina di chilometri dal capoluogo, più precisamente nella cappella del castello di Kyburg
Questa macabra leggenda li rese simboli di fermezza nella fede, e le loro ossa divennero reliquie.


La ricchezza terrena ostacola la strada verso il regno dei cieli, a meno che non si faccia beneficenza o si finanzino le decorazioni della chiesa. Il cavaliere Felix Schwarzmurer, balivo dal 1473 al 1486, donò affreschi alle chiese di Illnau, Pfäffikon e alla cappella di Kyburg.
Al ciclo di Regula parteciparono anche sua moglie e un vescovo, probabilmente Otto IV di Costanza.

Un po’ come per il risotto: in una pentola più piccola bolle il brodo da riversare ad intervalli regolari sul capo dei tre malcapitati
All’inizio della riforma a Zurigo, le tombe di Felice e Regula restano intatte. Ma nel dicembre 1524, anche la loro protezione viene meno. Il cronista dell’epoca Wyss scrive che “tutti i santuari e le bare, così come le ossa, sono stati rimossi”.
Solo un anno dopo, nell’ottobre 1525, le reliquie di Felice e Regula sarebbero state definitivamente rimosse e probabilmente sepolte.
Ma accade qualcosa: qualcuno interviene. Questa persona conosce i passaggi e i momenti in cui nessuno fa domande. Forse si tratta di un credente coraggioso, qualcuno che non vuole abbandonare tutto alla nuova dottrina. Racconti successivi fanno emergere un nome: Hansli Benet, originario di Ursern, un urano di passaggio a Zurigo.
Una notte, si racconta, salva il reliquiario contenente le ossa e fugge. Attraverso gli antichi sentieri mulattieri del passo del San Gottardo, attraversa la valle di Urseren. Ad Andermatt trova ciò che cercava: una piccola cappella, abbastanza isolata da proteggere ciò che è proibito.
Per oltre un secolo, nessuno ne parla.
Il cranio attribuito a Regula, però, contiene un nucleo in legno nel quale sono incastonati due frammenti di un cranio romano, il che corrisponde maggiormente alla leggenda.
Per molte persone di fede cattolica, l’autenticità di una reliquia è secondaria. Nei Paesi cattolici illuminati, la pietà legata alle reliquie è generalmente reinterpretata in chiave spirituale, tanto che l’autenticità di un osso o di un oggetto alla fine conta poco”.
Oggi, i crani riposano nella chiesa parrocchiale di Andermatt. Non sono più al centro di un culto, ma portano ancora una storia: quella della fede, della fuga, della conservazione e del cambiamento.
Questo dipinto si trovava originariamente nella cappella dei Dodici Apostoli del Grossmünster di Zurigo, edificato sulle tombe dei due martiri. Solo la metà superiore della raffigurazione ha potuto salvarsi dalle distruzioni iconoclaste del 1524, grazie al valore documentario riconosciuto al panorama urbano. Ridipinta nel 1566, la scena del triplice martirio venne ristabilita in occasione di un restauro nel 1936 da parte del Museo Nazionale svizzero i santi ricompaiono Da destra a sinistra, Felice, Regula ed Exuperantius sono sottoposti ai supplizi dell'olio bollente, della ruota e infine alla decapitazione.



Il giudizio finale - Cappella castello di Kyburg
Alla fine del mondo, nel «giorno del giudizio», i morti escono dalle loro tombe.
Cristo, giudice del mondo, divide tutte le anime umane in buone e cattive e le manda in paradiso alla sua destra o all'inferno. Maria e Giovanni Battista possono ancora intercedere. Nelle fauci dell'inferno, Satana e i suoi diavoli accolgono i dannati di ogni ceto sociale.
La leggenda
Secondo la leggenda, erano fratello e sorella, membri della Legione Tebana, un’unità composta di soldati cristiani che rifiutarono di adorare gli dèi romani. Intorno all’anno 300, Felice e Regula fuggirono a Zurigo passando per Glarona, furono catturati e decapitati sotto il governatore romano Decius, nel luogo dove in seguito sorse la chiesa Wasserkirche. La tradizione racconta che i due presero le loro teste mozzate tra le mani e salirono sulla collina, fino al punto dove poi fu costruita la cattedrale Grossmünster.Questa macabra leggenda li rese simboli di fermezza nella fede, e le loro ossa divennero reliquie.
Prima rappresentazione conosciuta dei santi patroni di Zurigo, Felice e Regula, nel Passionale di Stoccarda risalente al 1130
Württembergische Landesbibliothek Stuttgart
Attorno a questo nucleo originario fino alla fine del ME si svilupparono diverse leggende: l'aggiunta più significativa fu fatta nel XIII sec., quando Exuperantius divenne il terzo patrono cittadino.
Cappella del castello di Kyburg
La splendida cappella, costruita attorno al 1200, che il conte Ulrich III si era concesso per il suo grande castello ha unito per secoli funzioni spirituali e signorili.
Gli Asburgo Rodolfo I e Alberto I conservavano qui i simboli della loro regalità, i gioielli imperiali.
Anche per gli Asburgo l'edificio sacro rappresentativo era importante: in esso vi conservavano le insegne imperiali. Da allora il coro laterale era diventato meta di pellegrinaggi.
Nel 1424 la Città-Stato di Zurigo la riammodernò con grandi finestre, dotandola di pregevoli pitture murali nel 1440 e nel 1480. Con il santo patrono dei Kyburg, San Ulrico, ci si adeguò alla tradizione signorile. Gli zurighesi mantennero la cappella come luogo di culto fino al XVII secolo.
Nel tardo Medioevo era stata decorata con un ricco programma figurativo, ma dopo la Riforma si pensava che fosse meglio una semplicità senza immagini.
Dal 1624 l'edificio fu usato come deposito di armi, prigione e camera di tortura.
Nel XIX secolo ne furono eliminate le tracce, furono riportati alla luce i dipinti murali e fu creato uno spazio sacro storico-museale.

Corte interna castello di Kyburg
La cappella é dedicata a Regula, patrona di Zurigo
Raramente la santa patrona Regula viene raffigurata come qui, senza suo fratello Felice e con un numero eccezionale di scene di martirio. Sono conservati il suo interrogatorio davanti al governatore romano Decio, la lapidazione, la bollitura nell'olio, la prigionia nella torre, il pestaggio e la decapitazione. Come di solito nelle raffigurazioni dei santi, lei sopporta tutto con un sorriso beato,
Regula viene fustigata
Al ciclo di Regula parteciparono anche sua moglie e un vescovo, probabilmente Otto IV di Costanza.
Tortura dell'olio bollente
Mostra corpi medievali
Il ciclo in sette scene raffigura episodi della leggenda dei santi patroni della città di Zurigo Felice, Regula ed Essuperanzio. I due fratelli e il loro amico furono perseguitati a causa della loro fede cristiana, arrestati Zurigo, torturati e decapitati.
La fuga
I fratelli Felice e Regula, così come Exuperantius, loro amico e servitore, vengono perseguitati all'inizio del IV secolo perché di fede cristiana. Fanno parte della Legione Tebea di stanza a Saint-Maurice, nell'attuale Vallese. Da il vengono mandati a peregrinare sfuggendo così all'esecuzione di massa della loro Legione.

Scene tratte dalla leggenda del santi Felice, Regula ed Essuperanzio, pittore austriaco (?), 1490 circa, Vienna/Cassa, pale d'altare, tempera e oro su tavola
Kereszteny Muzeum, Eszergom
L'arresto a Zurigo
Passando per Glarona i tre fuggitivi giungono a Zurigo, dove diffondono il Cristianesimo. Per questo motivo il governatore romano Decius li fa pedinare e arrestare dai suoi soldati. Il pittore ambienta le scene nella Zurigo del tardo Medioevo.

Scene tratte dalla leggenda del santi Felice, Regula ed Essuperanzio, pittore austriaco (?), 1490 circa, Vienna/Cassa, pale d'altare, tempera e oro su tavola
Kereszteny Muzeum, Eszergom
La tortura
Per convincerli ad abbandonare la fede cristiana e abbracciare invece il culto degli dei romani Giove e
Mercurio, i due fratelli e il loro amico vengono sottoposti a tortura. Vengono messi a cuocere nell'olio bollente e le loro ossa vengono spezzate da ruote.
Scene tratte dalla leggenda del santi Felice, Regula ed Essuperanzio, pittore austriaco (?), 1490 circa, Vienna/Cassa, pale d'altare, tempera e oro su tavola
Kereszteny Muzeum, Eszergom
Un po’ come per il risotto: in una pentola più piccola bolle il brodo da riversare ad intervalli regolari sul capo dei tre malcapitati
Scene tratte dalla leggenda del santi Felice, Regula ed Essuperanzio, pittore austriaco (?), 1490 circa, Vienna/Cassa, pale d'altare, tempera e oro su tavola
Kereszteny Muzeum, Eszergom
La morte
Visto che Felice, Regula ed Exuperantius nonostante le torture non rinnegano il cristianesimo, il governatore romano Decius li fa decapitare sulle rive del fiume Limmat.
Grazie alla forza della loro fede i tre martiri raccolgono le teste e camminano fino a una collina, il luogo da loro prescelto per la sepoltura.


Dopodiché i resti giungono alla chiesa parrocchiale di Andermatt, dove si trovano ancora oggi.

Scene tratte dalla leggenda del santi Felice, Regula ed Essuperanzio, pittore austriaco (?), 1490 circa, Vienna/Cassa, pale d'altare, tempera e oro su tavola
Kereszteny Muzeum, Eszergom
Il luogo della sepultura
Quattrocento anni più tardi, mentre Carlo Magno si trova a Zurigo, durante una battuta di caccia il suo cavallo si sofferma sul luogo dove sono sepolti i santi. Quando l'imperatore viene a sapere del loro martirio, ordina di far costruire una chiesa in loro onore su quello stesso luogo. La chiesa è l'edificio che ha preceduto l'odierno Grossmünster di Zurigo.

Scene tratte dalla leggenda del santi Felice, Regula ed Essuperanzio, pittore austriaco (?), 1490 circa, Vienna/Cassa, pale d'altare, tempera e oro su tavola
Kereszteny Muzeum, Eszergom
Il recupero dei teschi
Carlo Magno ordina di recuperare le ossa e di portare i teschi al Grossmünster di oggi, dove rimangono come reliquie fino alla Riforma nel 1524.Dopodiché i resti giungono alla chiesa parrocchiale di Andermatt, dove si trovano ancora oggi.
Scene tratte dalla leggenda del santi Felice, Regula ed Essuperanzio, pittore austriaco (?), 1490 circa, Vienna/Cassa, pale d'altare, tempera e oro su tavola
Kereszteny Muzeum, Eszergom
Le reliquie
La distruzione delle immagini non è solo un accesso di furia distruttiva: esprime un nuovo slancio, quello di una fede che non risiede più negli oggetti, ma nel profondo dell’essere umano.La venerazione delle reliquie è la credenza che la vicinanza fisica alle ossa o agli oggetti di persone particolarmente sante permetta di sentire la prossimità di Dio.
Ma di questo non c’è alcun fondamento nella Bibbia. Al contrario: ogni venerazione delle creature vi è condannata come superstizione, se non come blasfemia.All’inizio della riforma a Zurigo, le tombe di Felice e Regula restano intatte. Ma nel dicembre 1524, anche la loro protezione viene meno. Il cronista dell’epoca Wyss scrive che “tutti i santuari e le bare, così come le ossa, sono stati rimossi”.
Solo un anno dopo, nell’ottobre 1525, le reliquie di Felice e Regula sarebbero state definitivamente rimosse e probabilmente sepolte.
Ma accade qualcosa: qualcuno interviene. Questa persona conosce i passaggi e i momenti in cui nessuno fa domande. Forse si tratta di un credente coraggioso, qualcuno che non vuole abbandonare tutto alla nuova dottrina. Racconti successivi fanno emergere un nome: Hansli Benet, originario di Ursern, un urano di passaggio a Zurigo.
Una notte, si racconta, salva il reliquiario contenente le ossa e fugge. Attraverso gli antichi sentieri mulattieri del passo del San Gottardo, attraversa la valle di Urseren. Ad Andermatt trova ciò che cercava: una piccola cappella, abbastanza isolata da proteggere ciò che è proibito.
Per oltre un secolo, nessuno ne parla.
Decapitazione di Regula - cappella di Kyburg
Solo nel 1648 un parroco di Andermatt registra i fatti: nel 1525, Hansli Benet avrebbe salvato il reliquiario da Zurigo, lo avrebbe nascosto in una soffitta e trasportato in seguito nella valle di Urseren.
Nel 1688, il nascondiglio viene aperto, alla presenza di testimoni e registrato in un verbale. Appaiono due crani, accuratamente deposti, accompagnati da piccole ossa e da una pergamena che ne indica la provenienza.
Dal 1730, le reliquie vengono esposte in reliquiari artistici e portate in processione. Il culto continua, più discreto di un tempo, ma ancora vivo.
Nel 1688, il nascondiglio viene aperto, alla presenza di testimoni e registrato in un verbale. Appaiono due crani, accuratamente deposti, accompagnati da piccole ossa e da una pergamena che ne indica la provenienza.
Dal 1730, le reliquie vengono esposte in reliquiari artistici e portate in processione. Il culto continua, più discreto di un tempo, ma ancora vivo.
I tre santi patroni della città di Zurigo sono rappresentati con le teste mozzate tra le mani, mentre sono accolti in cielo da Cristo.
Pala d'altare. Maestro delta viola zurighese.
1506. Proviene dalla cappella del lazzaretto Spanweid, Zurigo. Tempera su tavola. Museo nazionale svizzero, Zentralbibliothek Zürich.
Andermatt. «Urschelen Ct. Uri 1827». Vista del centro del paese da sud con le case lungo la Gotthardstrasse, il municipio, la chiesa parrocchiale, la canonica e la Neuhaus, di un pittore sconosciuto.
Uno sguardo scientifico
Nel 1988, si osa finalmente sottoporre le reliquie a un esame scientifico: si tratta davvero di crani risalenti all’epoca romana? Le analisi al radiocarbonio rivelano che il cranio attribuito a Felice risale all’XI o XII secolo. Quanto al fatto che questi frammenti provengano realmente dalla cattedrale di Grossmünster o abbiano un legame con Felice e Regula, oggi non è possibile stabilirlo.Il cranio attribuito a Regula, però, contiene un nucleo in legno nel quale sono incastonati due frammenti di un cranio romano, il che corrisponde maggiormente alla leggenda.
Per molte persone di fede cattolica, l’autenticità di una reliquia è secondaria. Nei Paesi cattolici illuminati, la pietà legata alle reliquie è generalmente reinterpretata in chiave spirituale, tanto che l’autenticità di un osso o di un oggetto alla fine conta poco”.
Oggi, i crani riposano nella chiesa parrocchiale di Andermatt. Non sono più al centro di un culto, ma portano ancora una storia: quella della fede, della fuga, della conservazione e del cambiamento.
Iconoclastia
L'iconoclastia è la dottrina o la pratica che vieta il culto delle immagini sacre, portando spesso alla loro distruzione. Il termine deriva dal greco eikón ("immagine") e klào ("rompere").
Ciò nondimeno, alcune testimonianze di arte sacra vengono conservate anche nella Svizzera protestante, per esempio quando si vuole salvaguardare l'immagine della propria città rappresentata su una pala d'altare. Nelle città si ritrovano certe sculture di santi destinate ora a decorare case o fontane.
Il martirio dei santi zurighesi. Tempera su legno di Hans Leu il Vecchio, 1500 ca.
(Museo nazionale svizzero, Zurigo).
Torniamo al 1524, i protestanti bandiscono dalle chiese le figure di santi. Le considerano come idoli che distolgono i fedeli dalla vera religione. Altari, sculture e dipinti vengono danneggiati, distrutti oppure rimossi. Vengono bandite dalla chiesa le tavole raffiguranti il martirio dei santi patroni della città di Zurigo. Le si recupera solo quarant'anni più tardi. La veduta della città di Zurigo visibile sullo sfondo è considerata preziosa.

Veduta della città di Zurigo
Le tavole raffiguranti il martirio dei santi patroni della città, rimosse durante il movimento iconoclasta,
riappaiono nel 1566.
Questo dipinto si trovava originariamente nella cappella dei Dodici Apostoli del Grossmünster di Zurigo, edificato sulle tombe dei due martiri.
La veduta della città in sottofondo è pregevole.
I santi vengono ricoperti di pittura e il quadro viene trasformato in un panorama della città.
Il martirio dei santi patroni di Zurigo, dipinto, 1497-1502,
Hans Leu il Vecchio, Zurigo. Tempera su legno.
I cinque pannelli provenienti dal Grossmünster rappresentano le riproduzioni realistiche più antiche della città di Zurigo.
La parte inferiore delle scene con i patroni non contiene alcun dettaglio del panorama cittadino e viene pertanto rimossa e distrutta. Le figure tagliate rendono lo stacco chiaramente visibile. Originariamente i cinque pannelli erano alti 150 cm.
I pannelli ridipinti rimangono immutati per quasi 400 anni fino al 1936/37.
Il canonico Felix Nüscheler trova i pannelli durante la ristrutturazione della taverna Wirtshaus zum Rössli all'inizio del XIX secolo. Nel 1819, essi diventano di proprietà della città di Zurigo. Dal 1898 appartengono alla collezione del Museo nazionale svizzero.
Il salvataggio
Veduta della città, 1936, Alfred Baur, Zurigo.
Baugeschichtliches Archiv der Stadt Zürich.
Copia dell'originale.
I santi riappaiono
Negli anni 1936-1937, su incarico del Museo nazionale svizzero,
vengono rimossi da tre pannelli gli strati di pittura che ricoprivano
le figure.
Tracce del movimento iconoclasta
Le immagini a infrarossi degli anni 1980 mostrano le tracce della
distruzione. Durante il movimento iconoclasta, le teste di tutte
le figure sono state graffiate con una lama.
Nuovo panorama della città
Nel 1566 il pittore zurighese Hans Asper riceve l'incarico di coprire le figure dei santi. Il suo compito è quello di trasformare il soggetto sacro in una veduta panoramica della città.
Hans Asper ritaglia la parte bassa dei dipinti e ricopre le figure, lasciando solo il panorama della città.
Immagine radiologica del pannello di
sinistra con la figura del santo coperta
da strati di pittura, 1934.
La parte inferiore é andata perduta
Alcuni dettagli della città

Il Grendeltor
Fino al 1836, la porta funge da stazione doganale per il traffico navale tra il fiume Limmat e il lago.

Il Fraumünster
La chiesa edificata nell'IX secolo ha due torri. La torre meridionale è stata eliminata dopo la Riforma.
Il Lindenhof
L'area verde all'interno delle mura cittadine funge da piazza per le feste e luogo di esercitazione per gli arcieri.




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