Passa ai contenuti principali

Il castoro medievale

Un simpatico animaletto difficile da vedere in natura. Ho sempre ammirato la sua ingegnosità, abilità e non da ultimo la resistenza dei suoi denti.  Questo in gioventù. Poi il nulla, il nulla cosmico per anni se non decenni finché di colpo nel giro di due settimane lo incrocio due volte ed entra così anche lui a far parte del mio bagaglio storico. Come vedremo anche in maniera piuttosto sorprendente.

Il castoro (fiber o beber) era un animale molto presente nei fiumi dell'Europa medievale poiché anticamente viveva sulle loro rive, e alcuni fiumi, come la Bièvre, probabilmente gli devono il nome.
Questo animale, infatti, è chiamato bievre nel Bestiario divino di Guillaume le Clerc. Veniva cacciato principalmente per la pelliccia, l'olio e il muschio, ma anche per la carne.

Matteo Plateario, Circa instans, traduzione francese anonima, Francia, fine del xv secolo
San Pietroburgo, Biblioteca nazionale, ms fr. t. v. V1, 1, 24 X 17.3 cm
L. r6s: Un castoro mostra il castoreo, un unicorno in grembo a una vergine

Più pesce che carne

Il primo incontro avviene durante la visita al refettorio della Certosa di Pavia, refettorio che appare come un intermezzo tra i due splendidi chiostri: chiostro grande e chiostro piccolo.

Vista sul chiostro piccolo alla Certosa di Pavia

Il refettorio si tratta di un locale rettangolare con un enorme affresco su una parete di fondo, ma quello a colpire maggiormente é quel classico odore di chiuso, che oltre a far passare l’appetito trasmette quella sensazione angosciosa di stare bene mprigionati, proprio come in effetti era per i monaci certosini.

Refettorio della Certosa di Pavia

Ancora oggi, circa 280 monaci certosini presenti in Europa sono praticamente vegetariani. Essi infatti non mangiano carne nemmeno dietro prescrizione medica. Questo perché per loro la carne aveva tutta una serie di significati simbolici. Viene infatti associata alla ricchezza, alla aristocrazia, alla violenza, perché la carne deriva nella maggior parte dei casi procurata attraverso la caccia. Altra attività, aristocratica comunque, sempre attraverso l'uccisione o il spargimento del sangue dell'animale.

I certosini, provenienti spesso da famiglie nobili, rinunciavano poi ai costumi della loro classe sociale di provenienza per dedicarsi ad una vita di preghiera e di contemplazione. I certosini però possono mangiare prodotti di derivazione animale, come ad esempio il pesce e il formaggio, anche il latte naturalmente.

E in alcuni giorni dell'anno, cioè proprio in corrispondenza delle grandi festività, possono mangiare i pesci, quali appunto erano considerati senza sangue e di conseguenza erano considerati ovviamente più puro rispetto alla carne. Tuttavia, attorno al Seicento, in una certosa di area toscana a poco a poco iniziò a diffondersi quindi consumare un altro alimento che non era propriamente pesce, era il castoro.

Il castoro che nuotava copioso all'interno dei nostri fiumi venne a un certo punto equiparato ai pesci in quanto animale d'acqua e in questo in virtù di un antico pronunciamento conciliare , di conseguenza i monaci certosini in questa attuale età consumarono il castoro e qualsiasi altra cosa fosse simile al castoro, lontre, ecc, ecc. Tutto questo all'attenzione del priore dello certoso che ancora oggi esercita una paternità spirituale su tutti gli altri monasteri certosini il quale naturalmente si dichiarò contrario al consumo di fatto carne di castoro e nonostante questo pronunciamento questa abitudine, che certo si limitò, non cadde mai nel dubbio in disuso perché ancora nel 1802 e nel 1803 in una certosa dell'area romana sono stati ritrovati tracce del consumo di questo animale.

I castori come esempio di autocontrollo sessuale

Rincontro il simpatico animaletto in una chiave di lettura completamente diversa una settimana dopo.

Sappiamo che Pier Damiani, quello che aveva suggerito di immaginare le donne da morte per placare il desiderio, in un libro scritto per il papa aveva parlato di sodomia per riferirsi a peccati sessuali di vario genere, e probabilmente da qui era partita la moda di servirsene specificatamente in queste circostanze.
Secondo lui bisognava stare ben lontani da questi terribili peccati. E c'era solo un modo per farlo: comportarsi come i castori. 

Proprio così. Avete presente i bestiari medievali?
Quei libri in cui i naturalisti dell'epoca raccontavano com'erano fatti gli animali (secondo loro)? Ecco, nei bestiari non solo venivano descritte le caratteristiche degli animali in un modo a dir poco fantasioso, ma a ciascuno di essi erano anche associate delle specifiche interpretazioni allegoriche, degli insegnamenti morali per aiutare gli uomini ad assumere dei comportamenti retti.

Del castoro si credeva fossero molto preziosi i testicoli perché ricchi di proprietà mediche. Con il loro contenuto si creava una sostanza detta castoreum che veniva usata un po' per tutto: emicranie, mal di denti, mal di stomaco, paralisi e, perché no, anche demenza. Si raccontava che il castoro sapeva bene di essere una preda molto ambita proprio per questo motivo, perciò quando si accorgeva di essere inseguito da un cacciatore si recideva i testicoli con i denti e glieli lanciava in faccia. Così il cacciatore li avrebbe raccolti e gli avrebbe risparmiato la vita. E di fronte a un altro cacciatore gli sarebbe bastato mostrare di essere già senza testicoli per essere lasciato in pace. 

Fior di virtú, traduzione francese di François de Rohan, Maestro di François de Rohan, Parigi, 1530
Parigi, BnF, ms fr. 1877, 21 x 13 cm
f. 19p: Allegoria della Pace

Qual era il significato allegorico di questa storia?
I testicoli rappresentavano i vizi, e il cacciatore il diavolo. Il castoro era l'uomo, quello che doveva trovare il coraggio di recidere da sé ogni vizio per salvare la propria vita, o meglio la propria anima.

 «Chiunque vive secondo la legge divina e vuole vivere castamente, recida da sé ogni vizio e ogni atto impudico e li getti dietro di sé in faccia al diavolo; questi, allora, vedendo che quell'uomo non ha nulla di ciò che è suo, confuso si allontana da lui»

 si leggeva nel Fisiologo, uno dei più antichi di questi bestiari allegorici, redatto nel II secolo forse ad Alessandria d'Egitto.

Recidersi i testicoli e lanciarli in faccia al diavolo: questo bisognava fare per salvare la propria anima anche secondo Pier Damiani

Be', non letteralmente. Metaforicamente. L'uomo doveva estirpare dal suo cuore quello che il castoro estirpava dal proprio corpo: 

«Elimina dal tuo cuore ogni occasione di lussuria e così, mentre abbandoni con un supremo sforzo di volontà ogni atto lascivo, è come se tu togliessi da te stesso le parti vergognose che ne sono la radice».

Dal bestiario

Ho un libro enorme e bellissimo: un bestiario, ma non uno qualsiasi; IL BESTIARIO. Alla prima occasione cerco quindi di consultarlo alla ricerca di informazioni o conferme come in questo caso.

L'iconografia medievale di questo animale lo rende spesso irriconoscibile, tanto che può essere identificato solo dal contesto delle sue rappresentazioni le quali, in genere, evocano la leggenda piú nota che lo riguarda. 

L'origine testuale di questa leggenda risale a Esopo che, molto probabilmente, è stato la fonte dell'autore del Fisiologo alessandrino. Questo mito, che si trova in tutti i testi medievali che riguardano il castoro, lo descrive come una bestia pacifica i cui testicoli, per sua sfortuna, vengono utilizzati nella preparazione di molti rimedi, il che lo rende preda regolare dei cacciatori. Ma, sapendo esattamente il motivo per il quale viene cacciato, il castoro si automutila e lancia i propri testicoli in faccia al cacciatore, per evitare di essere ucciso. Se poi per caso, tempo dopo, un castoro già castrato viene di nuovo cacciato, si alzerà sulle zampe posteriori e mostrerà la cicatrice, cosí da dimostrare al proprio inseguitore che la sua cattura non potrà recargli alcun vantaggio. 

I miniatori che illustrano questa scena di solito raffigurano l'animale proprio nell'atto della castrazione, nel momento in cui si strappa i testicoli con i denti mentre i cacciatori lo inseguono. 

Fisiologo (versione B), Bologna, 1300 ca.
Parigi, BnF, ms lat. 2843E, 23 x 13,5 cm
f. 720: Il castoro si castra da solo per sfuggire al cacciatore

Talvolta il miniatore ha ritratto due sequenze della stessa azione, rappresentando un paio di testicoli già strappati e lasciati sul sentiero. 
Spesso i cacciatori indicano i testicoli, o si impadroniscono del loro bottino, mentre un castoro già mutilato sta ritto sulle zampe anteriori per mostrare il suo inguine insanguinato e mentre un altro si mutila.

La morale di questa favola esopica:

 «Anche tra gli uomini, sono saggi coloro che, attaccati a causa delle loro ricchezze, le sacrificano per non rischiare la propria vita», 

sarà ripresa anche nel Medioevo ma adattata alle idee cristiane, e nel Fisiologo risulterà cosí: 

«Anche tu, cristiano, rendi al cacciatore ciò che è suo. La prostituzione, la lussuria e l'avidità sono in te. Asporta da te questi vizi e dalli al cacciatore-diavolo ed egli ti lascerà in pace, affinché anche tu possa dire: "Siamo stati liberati come un passero dal laccio dei cacciatori"» 

(Salmo 124, 7). 

Il castoro diventa, cosí, il simbolo dei religiosi che accettano di rinunciare ai beni materiali. E anche questa credenza che ha portato Isidoro di Siviglia a sostenere che il nome di questo animale deriva dal suo sistema di difesa: la parola «castoro» avrebbe origine da «castrazione». 

Invece, secondo la Topografia cristiana (II, 6) scritta nel vi secolo da Costantino di Antiochia, detto Cosma Indicopleuste, è piú probabile che questo termine derivi dalla parola sanscrita kasturi, o kastouri, che significa «muschio», perché le secrezioni profumate e oleose del castoro sono state usate in profumeria fin dall'antichità per il loro valore afrodisiaco.

Commenti

Post popolari in questo blog

Santa Maria in Calanca

Ci sono piccoli angoli del nostro territorio, che non distano molto da casa, dei quali siam soliti dire “prima o poi ci vado”. E poi non si va mai. Uno di questi angoli é senza dubbio Santa Maria in Calanca. Ad un tiro di schioppo da Grono che é a sua volta ad un tiro di schioppo da Bellinzona, che é a sua volta ad un tiro di schioppo da ogni insediamento del Canton Ticino. Insomma se si vuole andare ci si va. Punto. Santa Maria vista dal sentiero che sale da Castaneda Brutte presenze in quel di Castaneda La mia visita invero parte da Castaneda, ad un tiro di schioppo (evidentemente) da Santa Maria. In una cappella nella parte bassa del paese, scorgo personaggi piuttosto inquietanti. Un santo Stefano dal viso angelico e segnato dalla bella gioventù osserva un San Fulgenzio piuttosto incupito per non dire adirato. Dalle mie parti direbbero "non ha una bella cera". Leggendo poi una breve biografia del personaggio alcune suoi scritti non aiutano a rasserenare, in particolare cit...

Scioperi svizzeri

Mia nonna diceva sempre di non parlare né politica né di religione durante gli incontri conviviali. A casa però le discussioni più accese ruotavano proprio attorno al tema politico. Con il susseguirsi delle epoche le ideologie hanno mutato assai l’impatto sulla società. Ho però sempre pensato che se fossi vissuto ai tempi della nonna sarei stato con ogni probabilità della sua stessa fazione. Basta vedere cosa proponeva il comitato di Olten nel 1918: il diritto di voto e di eleggibilità per le donne, l'introduzione della settimana di 48 ore e l'assicurazione per la vecchiaia e l'invalidità. Come non essere d'accordo? Oggi questi punti sono delle ovvietà, ma non fu sempre così...anzi come vedremo sorprendentemente durante le ondate di peste, nella perenne guerra padrone - operaio ,  il coltello dalla parte del manico passò decisamente in mano a questi ultimi....e se così non era bastava a ricorrere all’arma dell’ultima spiaggia, arma potentissima: lo sciopero. Alexandre ...

Valle di Muggio - Tre Personaggi

Delle valli principali del Ticino solo una é rimasta incredibilmente ancora inesplorata dal sottoscritto. Finalmente decido di agire e intraprendere una prima spedizione appiedata che prevede la percorrenza di tutta la valle con "entrata trionfale" dagli alti pascoli invece che una scontata salita dall'imbocco di Morbio. Così facendo dovrò per forza percorrerla tutta e non rinunciare dopo le prime fatiche come avrei potuto fare salendo dal fondovalle.  La partenza é il Generoso e l’arrivo é previsto a Balerna. Finalmente avrò modo di immergermi in maniera completa in questo angolo di Ticino. A pochi centinaia di metri dalla vetta del Generoso. Sullo sfondo la valle di Muggio dove si distinguono i primi villaggi. In primo piano un pastore sale lentamente.... Incontri casuali Ancora non lo so ma tre personaggi estremamente pittoreschi mi stanno aspettando lungo il percorso. Lo stile di vita che ho deciso di intraprendere mi espone volentieri a questo tipo di incontri, non ...

Pavia 1525 - Ante esposizione V1

No, questa non me la perderò. Dopo aver incredibilmente mancato l'esposizione temporanea sulla battaglia di Marignano 1515 al museo nazionale di Zurigo, poi parzialmente ricostruita scavando qua e la , decido di prestare la massima attenzione e prendermi per tempo sulle esposizioni temporanee. Gli anno dal 2000 in avanti sono molto succosi, infatti esattamente 500 anni fa andava in scena il secolo più incredibile della storia: una selva di avvenimenti di cui sovente vengono organizzate commemorazioni per il 500esimo. Quindi 2025-500=1525, l'anno della battaglia di Pavia. Ad essere pignoli l'esatto compleanno della battaglia, il 24.02.1525, l'ho snobbato, ma attendo pazientemente l'arrivo di 8 arazzi dal museo di Capodimonte per recarmi al castello della cittadina lombarda per l'esposizione sulla battaglia. ATTENZIONE SPOILER! (o anche piccolo riassunto) Fu la battaglia in cui quel che restava della gloria degli svizzeri in armi fu definitivamente spazzata via, m...

Dürer tatuato - prima parte

Ho un debole per Albrecht Dürer, molto marcato. Molto meno per i tatuaggi. Diciamo che se proprio fossi obbligato a tatuarmi qualcosa, la scelta potrebbe facilmente cadere su un opera dell’incisore tedesco. Pensieri ben distanti da me nella giornata del 8 febbraio 2025. L’obiettivo odierno era il moulage di Zurigo appena finito di visitare. La strada di rientro verso la città vecchia passa davanti all' ETH di Zurigo (politecnico). Edificio principale rispettivamente Graphische Sammlung, Politecnico federale svizzero (ETH Zürich) in Svizzera Ero passato di lì ore prima in direzione del moulage e sulle sue fiancate, tra tanti personaggi non mi é scappato, con grande sorpresa, quello di Albrecht Dürer. E li ero già contento, la giornata era già guadagnata, un accenno ad uno dei miei artisti preferiti, che volere di più? Lo spicchio della facciata del Politecnico di Zurigo dedicato a Dürer Il resto poi l’ha fatto la mia curiosità: notare che l'edificio era aperto al pubblico, entr...

Belli i capelli

La lunghezza massima dei miei capelli l’ho raggiunta nel 1994 quando mi arrivarono quasi alle spalle. Durò poco. Ora a 20 anni di distanza il mio pensiero inerente i capelli é "meglio grigi che assenti".  Non fanno sicuramente parte della mia quotidianità ma tornano saltuariamente nei miei pensieri quando lo scarico della doccia si ottura.  Al castello di Valangin ho modo di approfondire il tema e rendermi conto che anche loro fanno parte in qualche modo della storia Volantino dell mostra temporanea NON C'È NESSUN PELO IN CIÒ CHE PORTA FORTUNA: IL PIEDE, IL TALLONE E LA LINGUA Detto di Trinidad e Tobago Peli e capelli come barriera contro le aggressioni esterne  Proprio come la pelle, anche i peli hanno diverse funzioni. Prima di tutto, fanno da barriera fisica e aiutano a regolare la temperatura, soprattutto grazie al sudore.  I capelli proteggono dal sole, una funzione che i peli hanno perso perché ormai sono troppo sparsi per essere davvero efficaci. I peli pubici...

Isole di Brissago

Talmente vicine, talmente scontate che alla fine gli autoctoni non ci vanno, o meglio, procrastinano col rischio di non andarci mai. E sbagliano, sì perché le isole di Brissago sanno presentare diversi scenari molto diversi tra loro nel giro di pochi ettari Se possibile ancora più vari rispetto al parco Scherrer di Morcote Il bagno romano Da buon semi autoctono atipico alle isole ci sono già stato, ma con la testa sono sempre rimasto a riva. Malgrado questo un posto l'ho ben immagazzinato in un angolino dei miei ricordi: il bellissimo bagno romano.   Bagno romano Sebbene le isole siano state frequentate in epoca romana, come confermato da reperti archeologici, il "bagno romano" non è un'autentica rovina dell'antichità, ma una costruzione moderna che richiama quello stile. Costruito nel 1927 dal proprietario dell'epoca, il mercante tedesco Max Emden. Si tratta di un'opera architettonica e paesaggistica, parte del giardino botanico, che comprende una piscina...

Nice (Nietzsche) che dice?

Ero un pischello quando in cuffia mi passavo un brano di Zucchero Fornaciari tratto dall’album “Oro incenso e birra: "Nice che dice?". A distanza di decenni mi ritrovo di nuovo a cospetto di Nice, che nel frattempo scopro scriversi Nietzsche. Non é la musica a portarmi da lui, ma proprio quei pensieri che evidentemente Zucchero faticava nel cogliere durante i suoi studi. Non che io a differenza sua li colga, semplicemente vengo in possesso di un libricino che con la scusa di seguire il pensiero del filosofo snocciola consigli “semplificati” a destra e manca. Dato che trovo alcuni di essi estremamente utili e concreti li propongo qui, pronti da utilizzare in vista di periodo down come crisi di mezza età o giornata post sbronza. Ognuno di noi ha la stoffa del filosofo, ha solo bisogno di assistenza e di un interlocutore esperto. L'essere umano è molto vulnerabile quando si trova di fronte alla mancanza di fiducia o alla perdita di un proprio caro e queste due esperienze pos...

Cinque mercenari

Malgrado la sconfitta di Marignano il valore dei soldati svizzeri é riconosciuto in tutta Europa. Gli svizzeri escono dalla scena politica votata all’espansionismo e si ritirano nel loro territorio a ridosso delle Alpi che diventa a tutti gli effetti un enorme caserma da cui re e papi possono attingere. Gli svizzeri infatti si dedicheranno anima e corpo, ovviamente dietro lauti compensi, al mercenariato che come vedremo sarà anche la salvezza della stessa Svizzera. Ma che vita é quella del mercenario? La dura vita del mercenario Non si sapeva mai quando e se si sarebbe tornati a casa, oppure se si sarebbe finiti massacrati su un campo di battaglia, chissà dove, all'estero. Morire lontani da casa, su un campo di battaglia. Albrecht Dürer - lanzichenecco e morte 1510 Poi la guerra era molto diversa da oggi. Era una guerra in cui ci si guardava negli occhi, era combattimento ravvicinato.  I mercenari svizzeri avevano la reputazione di essere guerrieri durissimi. Nelle truppe svizzere...

La chiesa di San Maurizio a Milano

Giungo in questa perla infossata tra le viuzze del centro di Milano quasi per caso. Non avevo infatti in programma di visitarla, anzi non ne sapevo nemmeno della sua esistenza. É stato infatti durante la visita del museo di Antropologia del capoluogo lombardo che un funzionario mi consiglia di visitare questa chiesetta sul viale Magenta. Entrare dentro la Chiesa di San Maurizio è come aprire un piccolo scrigno, rimasto chiuso per tanto, tanto tempo. Non si sa esattamente come si presentasse l’edificio al termine della prima decorazione, ma si pensa che il messaggio religioso fosse fuso con l’esibizione mondana.   La storia La leggenda indica come sua fondatrice addirittura l’imperatrice Teodolinda . Il monastero risale comunque di sicuro tra l’VIII ed il IX secolo (periodo longobardo/carolingio).  L’importanza del monastero e della chiesa annessa - che precedette quella attuale – è attestata dal fatto che Federico Barbarossa risparmiò entrambi dopo la conquista della città...