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Motivazioni per festeggiare il proprio compleanno - parte 3 - Il bivio

La strada che porta verso la campagna, dopo la chiesa di lamiera, passa davanti ad un altro luogo di culto, decisamente di altro stampo rispetto al tabernacolo di latta appena visitato. L’imponente chiesa di San Giulio é un colosso in sasso che sa di medievale. Infatti la prima citazione su documenti storici è del 1219, mentre la costruzione del coro risale agli inizi del XIV secolo, quella del campanile è del 1430 e quella delle cappelle laterali è del XVI secolo.

Lo si percepisce a naso che al suo interno c’é parecchia carne al fuoco, o meglio, santi in croce. Infatti appena entrati si é sopraffatti dalla quantità di immagini presenti, in particolare su un lunghissimo registro sulla balaustra della galleria dell'oratorio sono conservate 26 scene sul tema dell'adorazione del Santissimo Sacramento, realizzate nel 1690 da Nicolao Giuliani.

Tra mille visi uno famigliare, non certo per la fisionomia ma per le caratteristiche frecce che lo caratterizzano e martirizzano: San Sebastiano, a testimoniare che la peste é inevitabilmente passata anche di qua.

Sulla parete sud della navata sono conservati frammenti di una raffigurazione di San Sebastiano del 1479 di Christoforo da Seregno

Le due vie

É un altro però il quadro a farla da padrone, un po’ isolato dagli altri, ma ad attirare l’attenzione é il suo contenuto, decisamente inconsueto per una chiesa, questo malgrado il tema sia consono.

Da lontano la scalinata che é il tema principale è che si divide in due potrebbe richiamare ad una zip, avvicinandosi il contenuto si fa più nitido. 


Diversi personaggi sono ai piedi di una scala. In particolare due donne indicano verso la via da intraprendere ad un terzo personaggio che ha tutta l’aria di essere il protagonista della scena. La donna di sinistra porge una coppa al protagonista e indica la strada di sinistra  mentre la donna a destra lo tiene per mano e indica la scalinata opposta.

Entrambe le scale hanno una fine, a sinistra si precipita verso l ‘inferno mentre a destra, dopo aver portato una croce durante il percorso lo scenario é decisamente più celestiale..

Osservando ancora con più attenzione si noterà che da dopo il bivio gli scalini portano alcune sostanziali differenze; esse ci permettono di interpretare meglio il messaggio. Sulla strada che porta all’inferno la scalinata é tappezzata di fiori, delle rose per la precisione, ma senza spine; queste ultime sono invece adagiate sui gradini della scalinata di destra, quella che porta al paradiso. 
Le rose rappresentano i piaceri della vita, così come la coppa che la donna vestita di rosso porge al protagonista in procinto di affrontare la salita con l’evidente compito di corromperlo.

Se il concetto non fosse ancora chiaro un importante differenza é riportata dalla dimensione degli scalini: quelli  che portano alla pace eterna sono visibilmente più stretti rispetto a quelli che portano all'inferno 

La lettura del dipinto suggerisce che la scala più comoda, quella fatta di piaceri sia anche quella peccaminosa e di conseguenza porta agli inferi, mentre chi durante la vita si sacrifica e fatica sotto il peso della croce sarà poi ricompensato 

Un altro dettaglio é rappresentato dalla quantità degli scalini, per raggiungere il paradiso sono un numero minore, il che testimonia che il percorso ha una pendenza più importante e risulta ulteriormente faticoso rapportato a quella di sinistra

La via larga e la via stretta. 

Lo stesso concetto é riportato in una celebre stampa dove la prima cosa che balza all'occhio sono le dimensioni delle strade, quella che porta agli inferi é molto più larga e sembra anche più pianeggiante rispetto a quella verso il paradiso. Lo stesso imbocco della via lo sottolinea: una misera porticina contro un arco trionfale.

Questa metafora viene da un testo della Bibbia, nel Vangelo di Matteo (7:13-14). Rappresenta, in modo figurato, l'alternativa descritta nei versetti, così come viene interpretata in molte chiese: da un lato, la strada che porta alla perdizione, la via della facilità, a causa del peccato, dell'invidia, dell'egoismo individuale, e dall'altro, la strada tortuosa e ripida che porta alla salvezza, all'ascolto generoso della chiamata divina. Nel protestantesimo, questa metafora delle due vie ha ispirato una lista quasi infinita di autori, pastori, catechisti, alimentando la devozione popolare.

Entrate per la porta stretta! Perché la porta che porta alla perdizione è larga e la strada è ampia, e molti la prendono.
Ma la porta che porta alla vita è stretta e la strada è stretta, e pochi la trovano.

Matteo 7,13-14

Il passo di Matteo 7,13-14 (la "porta stretta") descrive la scelta tra due vie: una larga, facile e frequentata, che porta alla perdizione, e un'altra stretta e angusta, ma che conduce alla vita. Gesù invita a scegliere la porta stretta, che richiede impegno e la volontà di seguire la sua via, quella del discepolato, una strada che porta alla vita eterna ma che pochi trovano a causa della sua difficoltà.

Il luogo della decisione che è così vicino e allo stesso tempo ci mostra la grande differenza tra le due porte e le due vie, perché evidentemente le persone, che stanno sul terreno comune d'ingresso, di rango alto o basso, vecchi o giovani, uomini o donne, nobili, borghesi o contadini, si preparano a partire in una direzione o nell'altra. Ma prima di farlo si girano verso il cartello di legno che sta in mezzo, dipinto con strisce alternate chiare e scure, come per indicare che la scelta di uno dei sentieri porta alla luce gioiosa del giorno eterno, mentre l'altro porta alla triste oscurità della notte senza speranza della disperazione
I due bracci del cartello lo esprimono in modo ancora più inequivocabile, poiché uno di essi è rivolto verso un cancello aperto e molto stretto e reca la scritta “Vita e salvezza”, mentre l'altro è rivolto verso un bellissimo portale spalancato e reca la scritta “Morte e dannazione”.

La stampa

Dalla fine del XIX secolo, una stampa particolarmente apprezzata ne ha sintetizzato il messaggio. Raramente un'opera contemporanea ha influenzato così tanto le pratiche di preghiera e meditazione privata nelle famiglie protestanti. La sua popolarità non è mai diminuita nell'area germanofona, dove è nata, ma si è diffusa anche nell'area anglofona, olandese e francofona. Quest'opera grafica è la stampa a colori La via larga e la via stretta. Ancora oggi la si trova nelle case delle famiglie protestanti, che spesso l'hanno ricevuta in eredità. 

La versione inglese della stampa (1883).
La versione originale fu dipinta da Charlotte Reihlen (1805-1868) e pubblicata nel 1867.

Sono illustrate due opzioni. Sulla destra, si passa attraverso una porta stretta, si costeggia un Gesù in croce (cosa che alcuni protestanti hanno criticato nel manifesto), poi una chiesa, una scuola domenicale, un centro di accoglienza per stranieri, un orfanotrofio, una casa di diaconesse (che rimanda all'attività di Charlotte Riehlen). All'arrivo, ci si ritrova nella Gerusalemme celeste degli eletti. 

La via larga

Ma cos’era reputato sì tempi peccaminoso? Può darsi che nel passato si era più bacchettoni? Analizziamo quindi gli elementi che ci avrebbero portati dritti all’inferno; può darsi ne incontreremo alcuni che ancor oggi sono considerati peccaminoso mentre altri hanno subito una sostanziale rivalutazione

Come dice il Signore Gesù e come mostra la nostra immagine, la Via Larga si prende da un cancello grande, così grande che ci si può entrare e passare con “stivali e speroni, carrozza e cavalli”.

Su entrambi i lati dell'ingresso ci sono le statue dei due principali rappresentanti della lussuria sfrenata: Bacco, che nell'antichità era venerato come dio del vino, e Venere, dea della bellezza. Queste statue sostengono un cartello con la scritta “Benvenuti!”.

Bacco e Venere

La natura di Bacco è rappresentata da un gruppo di uomini e donne di tutte le classi sociali che, in un elegante giardino pubblico, si divertono spensieratamente cantando, giocando a carte, leggendo giornali, mangiando e bevendo, litigando e imprecando, al punto che uno degli ospiti è già caduto a terra, mentre altri riescono a malapena a stare in piedi.


Qui, come monito, troviamo i due testi: "Guai agli uomini che sono forti nel bere vino. Guai agli uomini valorosi nel mescolare bevande inebrianti." Is. 5:22 
E non diventate idolatri come alcuni di loro. Come è scritto: “Il popolo si sedette per mangiare e bere, e si alzò per giocare”. 1Cor. 10:7 
Questi sono i piaceri dei figli del mondo, dei quali in verità si può dire: «Mangiano, ahimè, ma hanno ancora fame; bevono, ma i loro cuori sono stanchi e afflitti; vane visioni di guadagni senza speranza, cuori abbandonati, straziati dall'angoscia, guai senza fine, è sempre il destino delle anime tradite!»

Di fronte al tempio di Bacco, Venere offre i suoi piaceri che non danno soddisfazione. Proprio di fronte, dove invece, sulla strada stretta, c'è una chiesa, simbolo della Sposa di Cristo, c'è una casetta che fa da sentinella all'ingresso della strada larga, alla cui porta aperta una donna vestita come una prostituta cerca di attirare un giovane passante con parole dolci che poi diventano amare come l'assenzio e taglienti come una spada a doppio taglio. I suoi piedi scendono verso la morte, i suoi passi conducono all'inferno.

La strada larga

Non mancano viaggiatori entusiasti. La strada è apparentemente bella e liscia, e su entrambi i lati ci sono splendidi edifici in pietra, alberi piacevoli, piante e piazze aperte, così che non mancano l'introduzione alla coltivazione della mondanità, né i divertimenti e i piaceri. 


C'è, per esempio, un teatro affollato, considerato una scuola ammirevole per affinare il gusto. Sul lato opposto, sale da ballo con sale scintillanti e tavoli da gioco condannati anche da persone rispettabili e mondane. Come vittima del gioco d'azzardo, si vede un uomo appeso a una finestra aperta. Ci ricorda Giuda, che, per amore del guadagno, andò e si impiccò. Atti 1:18 

Come pendente, vediamo in un'altra finestra un ladro che sta entrando. La Scrittura dice: Né ladri, né ubriaconi, né calunniatori, né truffatori erediteranno il regno di Dio. 1 Cor. 6:9-10 

Per la pratica degli ultimi vizi citati viene offerta una facile opportunità. In una bancarella una donna vende brandy per persone dai gusti depravati, mentre il pozzo vuoto adiacente, attorno al quale si usa un linguaggio volgare, ci ricorda il passo: Questi uomini sono sorgenti senza acqua e nebbie spinte dalla tempesta. A loro è riservata l'oscurità più profonda. Infatti, pronunciano parole vuote e vanagloriose e, facendo appello ai desideri lussuriosi della natura umana peccaminosa, seducono le persone che stanno appena sfuggendo a coloro che vivono nell'errore. Pietro 2:17-18 

Un uomo maltratta un animale: una persona giusta si prende cura dei bisogni del suo animale, ma anche le azioni più gentili di chi è cattivo sono crudeli. 
Prov.12:10 

Quei borseggiatori, che infrangono il comandamento: «Non rubare». Es.20:15 

Quei litigiosi, che sarebbero dei gentiluomini, che, con grande presunzione, accettano onori dagli uomini (in questo caso da una sentinella), che non cercano la gloria che viene dall'unico Dio. Gv.5:44 E quel cavaliere sulla via del piacere peccaminoso. 


Più avanti c'è una casa abitata da coloro che prendono in pegno i poveri; Giobbe 24:9 e, infine, i giocatori d'azzardo della lotteria, dei quali si può dire: Chi ama il denaro non ne ha mai abbastanza; chi ama la ricchezza non è mai soddisfatto del proprio reddito. Eccl. 5:10 

Come nella nostra immagine, la disobbedienza, il lusso e l'intemperanza sono alimentati da stimoli interni ed esterni, fino a quando, a poco a poco, un falso splendore pervade tutte le classi sociali, così non mancano le istituzioni che violano il sabato, come dimostra la taverna “Worldliness” (Mondanità). frequentata soprattutto la domenica da giovani e anziani e che, per questo, porta la scritta “Profanazione del sabato”. Una bandiera sventolante e una musica frivola invitano a una danza voluttuosa.

ballo in maschera. Ai loro banchetti ci sono arpe e lire, tamburelli e flauti e vino, ma non pensano alle cose del Signore, non rispettano il lavoro delle sue mani. Is.5.12 


Ma nonostante tutti i piaceri terreni che cercano e godono, il cuore desideroso diventa sempre più triste e insoddisfatto, così che la sua ricerca continua è una nuova distrazione, che si tratti di ricchezza, affari o divertimento. 

Questa mondanità, fatta di desideri della carne, desideri degli occhi e superbia della vita non vuole il regno di Dio, non cerca la verità, né si prende il tempo per riflettere. Lo dimostrano altri esempi: Comprare e vendere, mangiare e bere, piantare e costruire, sposarsi e dare in sposa, senza pensare che il Signore sta per arrivare, proprio come ai tempi del diluvio e ai tempi di Lot. Lc 17,26-30 

Questo è ulteriormente illustrato da un avaro che si affatica per portare via i suoi tesori, senza ricordare che l'amore per il denaro è la radice di ogni male; 1 Tim 6,10 e infine dagli assassini, che trasgrediscono la legge: commetterai omicidio. Es 20,13 

Un esempio è il figliol prodigo che, dopo aver sperperato la sua ricchezza in una vita dissoluta, quando venne la carestia dovette nutrire i maiali, senza nemmeno poter ottenere le loro bucce. Quando tornò in sé, disse: «Quanti dei servi di mio padre hanno cibo da vendere, mentre io sto morendo di fame! Mi alzo, torno da mio padre e gli dico: "Papà, ho peccato contro il cielo e contro di te. Non sono più degno di essere chiamato tuo figlio." Luca 15,16-19 

Pierre Puvis de Chavannes, 1824-1898
Il figliol prodigo, 1879
Olio su legno
Collezione Emil Bührte, prestito permanente al Kunsthaus Zürich

Se un uomo decide di resistere con tutte le sue forze agli inviti del suo Dio fedele e misericordioso, che non costringe nessuno a seguire la retta via, ma vorrebbe raccogliere tutti, come una chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, Dio lo consegna al castigo che merita. Questo è mostrato nella nostra immagine dai prigionieri e dagli schiavi, che sono cacciati dalla loro vita agiata e, a causa dei loro peccati, consegnati ai loro nemici. Geremia 15:14 


Inoltre, attraverso scene di guerra spaventose, condotte sotto l'influenza di spiriti satanici, in cui si compiono scene terribili. Geremia 9:22; Ezechiele 20:12-13 

Per quanto riguarda il treno rappresentato nell'immagine, si può dire che la ferrovia è di per sé un'invenzione buona e utile che promuove il Regno di Dio. Tuttavia, tutto sommato, promuove ancora di più il regno dell'Anticristo e produce molti peccati, come la profanazione del sabato, ecc. 

Guai a voi…

La disperazione degli empi e la terribile fine della Via Larga sono rese ancora più chiaramente evidenti dalla distruzione di Babilonia e dei regni del suo mondo. Perché un fuoco sarà acceso dalla mia ira, un fuoco che brucerà fino al regno dei morti sottoterra. Divorerà la terra e i suoi raccolti e incendierà le fondamenta delle montagne. Deut.32:22 
Ma il giorno del Signore verrà come un ladro. I cieli scompariranno con un boato; gli elementi saranno distrutti dal fuoco, e la terra e tutto ciò che è stato fatto in essa saranno messi a nudo. Pietro 3:10 

Ora si vede il luogo effettivo dei condannati, il Lago di Fuoco, insieme a un fumo ininterrotto e sempre crescente di tormento. Il tempo ha lasciato il posto all'eternità, la terra al cielo. Tra le nuvole, vediamo degli uomini che cadono a capofitto, inseguiti da serpenti e demoni, secondo le parole: Allontanatevi da me, maledetti, nel fuoco eterno preparato per il diavolo e i suoi angeli. Matteo 25:41

Un'intera banda di mostri infernali ci mostra che gli sciocchi, che si rendono conto troppo tardi di aver perso la strada giusta, hanno finalmente raggiunto la dimora di Satana. 

La descrizione corrisponde a quella di questo personaggio nel quadro della chiesa di San Giulio. Più che sofferenza il suo volto trasmette sentimenti di riflessione e pentimento, giunti però tardivamente 

Con spaventosa veridicità, e in modo che supera ogni aspettativa, si avverano le parole di questo versetto insegnato ai nostri figli: «Il corso del vizio prima conduce dolcemente attraverso prati allegri e luminosi, ma i pericoli crescono man mano che procede, e la sua fine è la notte eterna».

Il ciuco e il suino

Il concetto che sta alla base, ovvero la partenza dei sentieri, la scelta del percorso da intraprendere vengono poi traslati, copiati e riportati in altri contesti, magari ancor più a portatata di popolo, magari in un linguaggio più leggero ed immediato.  Ed é in questo contesto che potremmo ricorrere a questa tavoletta-barzelletta. 


Un maiale si divertiva sempre a stuzzicare un asino.
Maiale: "io non capisco come mai il tuo padrone ti fa lavorare tutto il giorno con sole, vento, pioggia, pure stracarico, e poi una volta nella stalle ti lega alla mangiatoia con un po' di fieno e così tutti i giorni...guarda me invece, il mio padrone mi da ottimo cibo, mi accarezza sovente, mi pesa e controlla che sia sano" e l'asino lo lascia dire poi risponde: "sai a guardarti bene non mi sembri quello dell'anno scorso!"

La battuta mette in risalto il contrasto tra la percezione della vita di un animale e la realtà. L'asino, che lavora e soffre, è considerato un esempio di vita dura ma dignitosa. Il maiale, invece, sembra vivere una vita di agi, ma la sua felicità è effimera e condannata.
L'asino, consapevole della sua sorte, risponde al maiale che, per quanto brutta sia la sua vita di lavoro, è ancora più triste per il fatto che il suo interlocutore è l'animale che verrà mangiato. 

Così come per i due animali analogamente tra la formica e la cicala chi si prodiga ad una vita retta, spesso fatta di stenti e sacrifici prima o poi verrà ricompensato a differenza di chi pensa solo a godersi la vita

Potenziale motivazione per autocelebrarsi e/o celebrare la vita Nr.05: Se analizziamo quali sono le tentazioni che ci avrebbero portato all’inferno nell’era in cui il quadro fu realizzato possiamo affermare che rapportata al presente si trattava di un epoca bacchettona. Mentre alcuni peccati rimangono tali (rubare, picchiare ecc) altri sono invece fonte di uno sano svago che contribuisce a sì effimeri momenti di gioia, ma pur sempre di gioia. Non vi é infatti nulla di peccaminoso o maligno nell’andare a teatro o nel ballare. 

Anche lavorare il giorno in cui andrebbe dedicato a Dio é fuori discussione da tempo, la società odierna si fermerebbe senza il lavoro a turno che contempla i giorni festivi. 

In conclusione possiamo affermare che l’epoca in cui stiamo vivendo, se rapportata a quella del quadro é sicuramente un passo avanti, ci siamo divincolati dalle grinfie profondamente moralizzatrici con minacce infernali ad esse annesse, e possiamo farci una bella partita a carte con un bel bicchiere di vino a cuor leggero.
Tendiamo però a dimenticarlo perché queste libertà sono date per acquisite sin dalla nascita, ed é forse qui che sta il vero peccato odierno, il dare tutto per scontato. Motivazione comunque accettata

Nota finale
Certo che se l'infermo é quello riportato in un altro quadro presente nella chiesa di San Giulio a Roveredo qualcuno potrebbe avere dei ripensamenti, a giudicare le espressioni non sembra poi così male

Anime penitenti nella chiesa San Giulio a Roveredo

La prossima tappa non dovrebbe distare molto, il viaggio sta per addentrarsi ulteriormente negli inferi…

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