Passa ai contenuti principali

I cannoni di Grandson

Spesso la miglior maniera per trovare un museo é quella di navigare semplicemente tramite google maps. Scopro così che la piccola cittadina a chiaro stampo medievale di La Neuveville possiede un museo: e che museo! In particolare mi riferisco a questa descrizione: 

La grande sala ospita le trofei delle guerre di Borgogna, bottino preso alle truppe di Carlo il Temerario durante la battaglia di Morat nel 1476. Questo insieme di cannoni e colubrine, famoso in tutto il mondo, è completato, in particolare, da bandiere medievali.

Malgrado sul sito sia indicato che il museo sia aperto da aprile ad ottobre tutti i weekend dalle 11:00 alle 17:00 lo trovo chiuso. Mi é già capitato in passato di fare un lungo viaggio e trovarlo chiuso per mio errore perché non ho letto bene tutto. Ma questa volta é palese che non dipende da me. Quindi telefono al primo numero che trovo sul sito: nessuna risposta. Chiamo il secondo: mi risponde una signora (che sarebbe poi la guida al museo) e mi comunica che viene ad aprirmi il museo e così riparare l'errore

Uno dei cannoni esposti

La battaglia

La battaglia di Grandson (2 marzo 1476) vide confrontarsi l'esercito di Carlo il temerario e i confederati.
Il luogo dello scontro e sulle rive del lago di Neuchâtel, identificato nei pressi dell'abitato di Concise.

L'esito della battaglia é abbastanza curioso. Carlo il temerario é provvisto di un esercito completo e attacca i picchieri svizzeri con la cavalleria che viene però respinta. Il momento clou é rappresentato con la decisione del temerario di far arretrare la cavalleria in modo che l'artiglieria ha il via libera nello sfoltire le linee di picchieri svizzeri. Proprio in questo momento delicato spuntano dal bosco il grosso delle truppe svizzere: l'esercito del temerario abbina il retrocedere della cavalleria con l'arrivo delle nuove truppe e quindi ad una ritirata strategica. Ritirata che diventa presto fuga in preda al panico.
Carlo il temerario cavalca tra i soldati in fuga ordinandogli di fermarsi e combattere ma invano. La fuga si trasforma in rotta. 

La fuga dei Burgundi illustrata nel Chronicon Helvetiae di Silberysen.

Il bottino

L'esercito svizzero si ritrova (quasi senza colpo ferire, pochissimi i morti) con un sacco di materiale lasciato sul posto dall'esercito burgundo. Ancora più grande sarà il bottino trovato nell'accampamento, gli svizzeri troveranno ricchezze tali che non riusciranno nemmeno a comprenderne il loro valore.

La battaglia di Grandson di Diebold Schilling il Giovane (1513)
In alto a destra alcuni archibugi e colubrine

Subito dopo la battaglia, un tesoro cadde nelle mani delle armate svizzere e divenne una vera e propria leggenda. Sebbene i 400 pezzi di artiglieria si sarebbero rivelati utili durante le successive battaglie contro i Burgundi, a Morat (forte di 90 uomini il contingente di La Neuveville dopo la battaglia di Morat riceve la sua parte di bottino: sette cannoni e tre bombarde) e a Nancy, gli svizzeri trovarono molto più piacere nell'argenteria, nelle reliquie religiose, nei vestiti lussuosi e nei gioielli di cui divennero proprietari. Questo tesoro era di tale portata che scoppiarono rivolte tra i soldati, di solito così disciplinati, per decidere come dividerlo. A causa delle controversie legate a questo diritto di proprietà, i soldati fecero fondere la maggior parte dei tesori borgognoni o li decomposero, con grande dispiacere degli storici.

I confederati depredano il campo del Temerario dopo la battaglia

Una delle prime domande che pongo alla signora (che nel frattempo é arrivata e si mette anche a disposizione a farmi da guida), é come sia possibile che i cannoni si trovino qui a La Neuveville che é comunque relativamente lontana dal luogo dello scontro (ca 40km)


La guida mi risponde che i confederati si trovarono qui per la spartizione del bottino. Si divisero i cannoni e le donne catturate. Poco fuori La Neuveville, più in altura si erge un castello (purtroppo non visitabile). 

Dominando la città, il castello di Schlossberg, costruito dal 1283 al 1288 dal principe vescovo di Basilea Enrico IV d'Isny, fu la residenza del castellano fino al XVI secolo. Abbandonato dai suoi occupanti, cadde in uno stato di degrado tale che si pensò di demolirlo. Fortunatamente fu salvato da lavori di restauro effettuati nel 1884 e nel 1931. Oggi è di proprietà congiunta del comune e del cantone. Il castello e i giardini non possono essere visitati.

Dato che il castello é in alto appartiene agli uomini del Plateau de Diesse presero con se le donne ben più comode da trasportare e lasciarono in riva al lago, a La Neuveville quindi, i cannoni.

Donne come bottino

L'argomento è multiforme e infinito, di seguito solo alcune sfaccettature.

Prima di tutto, erano lavandaie. Lavavano la biancheria, perché di norma non si pensava a lavare i vestiti, che rendevano i soldati sporchi e maleodoranti. A Neuss, tuttavia, venivano lavati anche gli abiti esterni, perché i difensori durante gli attacchi rovesciavano sugli assalitori tinozze con feci diluite in acqua.

Le lavandaie fungevano spesso da sentinelle occasionali. È alle lavandaie che Carlo il Temerario deve gran parte del suo salvataggio durante il sabotaggio di Liegi nel 1468: le lavandaie videro il “sonderkommando” di Liegi e gridarono. I Liegiani massacrarono immediatamente i malcapitati, tranne uno che cadde in una fossa d'acqua e urlò così tanto che i diavoli dell'inferno dovettero sentirsi male. Ovviamente, il sabotaggio “silenzioso” fallì.

A Neiss, Karl formò una squadra di genieri composta da donne (3.000 anime), diede loro uno stendardo e un tamburo e le mandò a scavare un canale di aggiramento.

Funzione non meno importante: le prostitute. Erano la causa di tutti i problemi e delle rivolte dei soldati. Per ben due volte, a Neisse e nel campo di Losanna, gli inglesi diedero vita a combattimenti assolutamente brutti, in uno dei quali per poco non spararono a Carlo il Temerario. (In seguito furono inseguiti per tutto il campo, massacrati e saccheggiati).

Carlo il Temerario, per frenare la voglia dei soldati di combattere per le prostitute, inserì un paragrafo nell'ordinanza di Saint-Maximin, secondo il quale ogni compagnia (900 uomini in lista) poteva essere accompagnata da non più di 30 prostitute, e nessuno dei soldati e degli ufficiali poteva pretendere questa o quella prostituta. Nell'ordinanza di Losanna le prostitute furono vietate definitivamente, il che, ovviamente, non impedì alle prostitute di infiltrarsi nell'esercito borgognone. Quando gli svizzeri sconfissero i borgognoni nei pressi di Murten e fecero irruzione nell'accampamento, numerose donne esposero frettolosamente i loro seni davanti a loro per assicurare inequivocabilmente ai vincitori la loro identità sessuale. Ciò che iniziò è ben illustrato dalle miniature delle cronache svizzere.

Prostitute in un accampamento

I cannoni

La signora che funge da guida mi indica subito la differenza tra due cannoni esposti: uno é da difesa mentre il secondo é da  attacco

Cannoni presenti nel museo di La Neuveville. Il pezzo sopra può essere regolata l'angolo del fusto così da cambiarne traiettoriak questo é un cannone da attacco.
Il modello sotto invece é da immaginare davanti ad una barricata o ad una porta di una città. Non ha la possibilità di essere regolato l'alzo, semplicemente spara in linea retta a chi si trova di fronte

Cannone da attacco 

Cannone da difesa

Cannone da difesa

Se si guarda attentamente nel fusto si possono vedere le barre di ferro. In passato i fusti venivano costruiti allo stesso modo delle botti. Ma al posto delle assi di legno venivano usate barre di ferro. Gli anelli erano importanti per fissare i tubi quando venivano forgiati insieme. Per questo motivo i tubi sono cerchiati.

Alcune bombarde con colpi

Alcune tipologie di colpi venivano costruiti direttamente sul campo

Cannone preso a Carlo il Temerario durante la battaglia di Grandson 1476

Commenti

Post popolari in questo blog

Anabattisti a Zurigo - post esposizione

Dopo averla annotata in agenda, fantasticata e anticipata finalmente arriva il giorno di visitare la mostra temporanea alla biblioteca centrale di Zurigo dedicata al movimento anabattista Nella sala sono esposti numerosissime testimonianze scritte, lettere, libri, pubblicazioni . Da esse si riscostruiscono gli eventi e il clima che regnava durante la riforma anabattista. Mi limito ad evidenziare in azzurro il materiale presente e preso come riferimento, in alcuni casi é stato anche fotografato Studio della bibbia a Zurigo L'interesse per la Bibbia a Zurigo ha una lunga tradizione. Tra il 1300 e il 1325, nella città sulla Limmat fu probabilmente realizzata la più antica traduzione tedesca (alto-alemanna) della Bibbia, di cui nel presente codice sono conservate parte dell'Antico Testamento e il Nuovo Testamento. L'originale è andato perduto, la copia qui esposta risale al 1472 ed è stata realizzata in Alsazia (ZBZ, Ms Car VIII 3) . Infine, l'esame della Bibbia a Zuri...

La maschera di ferro

Già sentita nominare, sicuramente letto o visto da qualche parte, la maschera di ferro sa più di leggenda che di realtà. Ci vorrebbero per iniziare delle prove concrete della sua esistenza, anche se una sua eventuale materializzazione non garantirebbe che sia stata anche indossata. Un po’ come la vergine di Norimberga, dopo aver appurato la sua esistenza, allo stesso modo ho appurato si tratta di un falso per intrattenere e meravigliare gli ospiti. Ma poi, mettiamo il caso fosse veramente esistita ed utilizzata, ma in che maniera? A che scopo? In quali casi? Sta di fatto che la maschera di ferro e derivati la trovo per ben tre volte durante il mio peregrinare. Vediamo dove e che dicono in proposito chi la espone. Museo Rosgarten di Costanza  É esposta in una sala dedicata al Medioevo, più precisamente in una vetrina dedicata alle punizioni. Sta al centro , come una vera protagonista tra spade d’esecuzioni e manette. La maschera di ferro al museo Rosgarte di Costanza (D) Cosa dice l...

Un luogo chiamato Miseria

L’obiettivo della mia escursione é la visita ad una cappella che mi é stata segnalata con dei dipinti inerenti il memento mori, caso assai raro per la Leventina. La cappella é in un luogo discosto e non ci sono sentieri ufficiali che la raggiungono. Essa si trova in località Miseria e sicuramente in passati si trovava sul sentiero che dalla biaschina porta ad Anzonico Dettaglio della cappella che si inserisce perfettamente nella modalità odierna “Miseria” Il mio punto di partenza é Anzonico che raggiungo in autopostale, da qui scenderò verso il fondovalle alla ricerca della cappella (ca 300m più in basso). In seguito risalirò ad Anzonico con lo scopo di esplorarne i dintorni Veduta da Anzonico. Il paese dall'altra parte della valle é Chironico Prendo quindi il sentiero che scende nel bosco, ce ne sono due tronconi ma come detto non esiste un sentiero sulle mappe che passi per la cappella In direzione di Miseria Non ci vuole molto affinché la scorgo nel bosco, devo inerpicarmi una ...

La Neuveville e Le Landeron

“Come i funghi”, si dice solitamente quando ne trovi uno e poco distante ce n’è un altro. Questa regola non é applicabile a tutto ma se ci si reca nell’angolo occidentale del lago di Bienne ci sono due città di chiaro stampo medievale (il mio vero motivo della visita) a pochi chilometri di distanza. Siamo proprio sul confine linguistico francese / tedesco nonché quello cantonale trovandosi Le Landeron cattolica in territorio neocastellano (NE) e La Neuveville protestante  bernese (BE), il tempo é splendido e malgrado il contrattempo occorso a La Neuveville la giornata viaggia sempre sul “stupendo-magnifico”. Le Landeron Sulle sponde della Thielle sono venuti alla luce resti di una bottega di vasaio attiva verso il 961-957 a.C. e a Les Carougets una tomba del Bronzo finale, una villa romana e fondi di capanne dell'alto medioevo; nella zona sono state rinvenute anche altre vestigia di epoca romana, tra cui alcune statuette raffiguranti Ercole, un gallo e forse un pavone.  Le La...

Il castello di Meggen

L’avevo già notato da lontano, più precisamente dal battello che mi portava alla vicina Lucerna, fu in quel frangente che presi nota e decisi di visitarlo. Arrivando via terra il castello compare da dietro una collinetta e man mano che ci si avvicina la sua forma si fa più decisa e imponente. Quando poi lo si ritrova davanti mi torna alla mente il castello di Hünegg , che dal lato architettonico ha dei punti in comune. La vista si svolge una domenica, ma non é un caso, in questo giorno infatti esiste la possibilità di visitare il suo interno. Il Meggenhorn copre un'area di 245.000 m².  L'architetto Armin Meili vuole investire oltre 60 milioni di franchi nel suo megaprogetto. La storia del castello Il Meggenhorn viene menzionato per la prima volta nella storia già nel 1240. Si trattava di un contratto tra il conte Rodolfo III d'Asburgo, detto il Taciturno, e il monastero di Engelberg. Rudolphus scultetus de Mekkenhorn era un testimone e, in qualità di scoltetto e rappresenta...

L’arte di conoscere se stessi

Le prime avvisaglie di una propensione per starmene per i fatti miei ho cominciata ad averla durante i miei frequenti viaggi in treno. Osservando gli altri viaggiatori sovente il pensiero che si faceva largo era quello di gioia di non dover condividere nemmeno un minuto con nessuno di loro. Il tempo sottrattomi per conversazioni poco arricchenti sfocianti nella noia più assoluta hanno col tempo rafforzato questa mio desiderio di solitudine. Cosa c’è di meglio della solitudine per conoscere se stessi? E poi perché solitudine? Non siamo forse sempre con noi stessi? Sorprendentemente il pessimistico Schopenhauer é dello stesso avviso e la lettura dei suoi pensieri raccolti nel libricino "L'arte di conoscere se stessi" rafforzano questo mio pensiero di base Specchio, Argovia, ca. 1670, vetro a specchio parzialmente dipinto Museo nazionale Zurigo La conoscenza di sé è l'inizio della saggezza.  «Conosci te stesso!»  è l'insegnamento di vita attribuito a uno dei Sette Sa...

Oggetti di nicchia al museo del Toggenburgo - parte 2

Il museo del Toggenburgo di Lichtensteig si può annoverare tra quei musei domenicali, perché aperti solo in determinati giorni, essendo esso troppo piccolo per poter sperare di poter sopravvivere stando aperto per più giorni. Malgrado questo il museo nasconde una serie di oggetti sorprendenti e che suscitano pieno interesse. In particolare il primo riportato in questa seconda parte ( qui la prima) che é rimsato a lungo senza risposta: la cicogna filosofica Cicogna filosofica Nel museo di Lichtensteig trovo solo il curioso dipinto qui sotto rappresentato senza alcuna indicazione. La soluzione sulla sua interpretazione giungerà nel marzo 2025 al museo di storia di San Gallo trovando lo stesso dipinto su una porta La porta è un esempio di arte popolare della Svizzera orientale. Da qui si apre la vista sulla regione, sul Fürstenland. La Svizzera orientale è stata una delle prime aree industrializzate della Svizzera. L'importazione di cotone nel XVIII secolo fece fiorire l'industri...

Qualche appunto sul mondo della TECHNO

La techno é un genere di musica che mai mi ha veramente coinvolto. Sono sempre stato un amante di quello che ruotava attorno ad una chitarra, distorta o meno: Pink Floyd, Led Zeppelin, Queen, U2, Oasis, Nirvana, Foo Fighters, Smashing Pumpkins per fare alcuni nomi. Se poi andiamo a prendere gli estremi direi che posso variare dai Sepultura ai Prodigy, ecco questi ultimi potrebbero quasi far parte del mondo techno che come qualsiasi altro genere musicale contiene centinaia di sottofamiglie. Ad ogni buon conto il fenomeno mi ha colpito marginalmente, la musica techno ho sempre trovato si abbina bene in una particolare occasione: mentre si viaggia di notte in autostrada, con le luci degli altri veicoli si amalgama alla perfezione. Di conseguenza anche tutto il costume e le abitudini ad esso legato mi hanno solo sfiorato. Il museo nazionale di Zurigo da la possibilità di immergersi in questo mondo relativamente nuovo nato a Detroit alla fine del secolo scorso. Mosso dalla mia implacabile c...

Museo della riforma di Ginevra: 2 - Le guerre di religione

Ne ha uccisi più la religione che Stalin Hitler e la peste messi assieme, questa é una mia profonda convinzione. D'altra parte ringrazio la religione per le innumerevoli pagine di cronaca nera che ci hanno regalato, hanno contribuito a mettere un po' di pepe in una comunque ben densa storia europea.  Otto guerre di religione tra cattolici e protestanti insanguinarono la Francia tra il 1562 e il 1598. Il museo della riforma di Ginevra ( qui la prima sala) mette l'accento su questi tumulti, concentrandosi sugli scontri avvenuti in Francia nel corso del XVI secolo La locandina del film che ha come protagonista la regina Margot che fu testimone in prima linea della strage della notte di San Bartolomeo Incidente mortale di Enrico II - 30 giugno 1559 In occasione del doppio matrimonio della figlia Elisabetta con Filippo Il di Spagna e della sorella Margherita con il duca di Savoia, Enrico Il partecipò il 30 giugno 1559 a un torneo organizzato in rue Saint-Antoine a Parigi. Colp...