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La Neuveville e Le Landeron

“Come i funghi”, si dice solitamente quando ne trovi uno e poco distante ce n’è un altro.

Questa regola non é applicabile a tutto ma se ci si reca nell’angolo occidentale del lago di Bienne ci sono due città di chiaro stampo medievale (il mio vero motivo della visita) a pochi chilometri di distanza.

Siamo proprio sul confine linguistico francese / tedesco nonché quello cantonale trovandosi Le Landeron cattolica in territorio neocastellano (NE) e La Neuveville protestante  bernese (BE), il tempo é splendido e malgrado il contrattempo occorso a La Neuveville la giornata viaggia sempre sul “stupendo-magnifico”.

Le Landeron

Sulle sponde della Thielle sono venuti alla luce resti di una bottega di vasaio attiva verso il 961-957 a.C. e a Les Carougets una tomba del Bronzo finale, una villa romana e fondi di capanne dell'alto medioevo; nella zona sono state rinvenute anche altre vestigia di epoca romana, tra cui alcune statuette raffiguranti Ercole, un gallo e forse un pavone. 

Le Landeron (NE)

Il toponimo compare la prima volta attorno al 1209 in relazione alla concessione di un diritto di pesca da parte del vicino convento di S. Giovanni a Erlach. All'epoca la zona non doveva essere abitata; gli insediamenti, denominati genericamente Nugerol, si trovavano invece a mezza costa, in particolare in un borgo fortificato in località La Tour. Il borgo venne distrutto dopo il 1309 e nel 1316 una sentenza arbitrale del duca d'Austria ne proibì pure la ricostruzione. Per questo motivo l'1.9.1325 il conte Rollin de Neuchâtel acquistò, nella pianura, il prato di Le Landeron., dove dal 1328/29 edificò una cittadella fortificata.

Veduta a volo d'uccello della regione dell'Entre-deux-lacs con le castellanie di Le Landeron e Pont-de-Thielle. Disegno a penna di autore sconosciuto realizzato all'inizio del XVII secolo (Archives de l'Etat de Neuchâtel; fotografia Stefano Iori).
Sulle rive del lago di Bienne è visibile a destra il borgo di Le Landeron, situato in una zona paludosa, prima dei lavori di correzione delle acque del Giura. Sull'altra sponda della Thielle (a destra in basso), si notano l'isola di Sankt Johannsen (ex convento di Erlach) e la cittadina di Erlach. Al centro, nella parte alta, è situato il villaggio di Cressier con il suo piccolo porto, che facevano parte della castellania di Le Landeron.

Modellino di Le Landeron

Murale raffigurante tre ceti della società (usuraio, contadino e povero) nella sala del consiglio comunale di Le Landeron (1530 circa). Ville 35, 2525 Le Landeron.

Nel 1373 pure Varenne de Neuchâtel, nuova signora di Le Landeron, concesse alla località una carta, confermata nel 1424 dopo il ritorno della baronia sotto l'amministrazione diretta della contea. Da quel momento la comunità di Le Landeron, seconda solo a quella di Neuchâtel, si amministrò autonomamente. Si dotò di un proprio vessillo e di un Consiglio (composto nel XVIII sec. da un Piccolo Consiglio dei Dodici e da un Gran Consiglio dei Ventiquattro), nel quale gli abitanti di Cressier detenevano un terzo dei seggi.


Nel 1449 Le Landeron stipulò con Soletta un patto di comborghesia che avrebbe influito sulle sue sorti religiose. La chiesa, fondata probabilmente dall'abbazia di Saint-Maurice d'Agaune, all'inizio dell'XI sec. fu acquisita dall'avogadro Rodolphe a seguito di una permuta. Il diritto di collazione, detenuto dai conti de Neuchâtel, nel 1231 passò all'abbazia di S. Giovanni, dopo la Riforma alla città di Berna e nel 1827 allo Stato di Neuchâtel. 


La cappella dedicata ai Diecimila Martiri nel vecchio borgo, consacrata nel 1455, dal 1695 fu gestita dai cappuccini. Un'altra cappella fu edificata a Combes. I parrocchiani, sostenuti da Soletta, rimasero fedeli alla dottrina cattolica; solo Lignières aderì al protestantesimo nel 1556. Da quel momento, Le Landeron difese con fermezza le proprie peculiarità. La località si schierò risolutamente con la duchessa de Nemours.

L'unica parte del Paese di Neuchâtel, la castellania di Le Landeron, non passò alla Riforma, creando così un'isola cattolica in terra protestante. Nel XVI secolo, il caso di Le Landeron divise la contea di Neuchâtel e turbò le relazioni tra i cantoni svizzeri. Nella loro lotta per il mantenimento della fede, gli abitanti di Le Landeron potevano contare sul sostegno del cantone di Soletta, loro alleato e protettore. L'identità di Landeron, così particolare - enclave cattolica in uno Stato protestante - affonda le sue radici in questa lotta

Nel 1707 si sottomise all'autorità del re di Prussia soltanto sotto la minaccia delle armi.
Nel XIX sec. Le Landeron, borgo a carattere viticolo e agricolo, conobbe profonde trasformazioni.

La Neuveville

La Neuveville deve la sua nascita e il suo carattere originario a due fattori: la sua posizione geografica e la natura del suo terreno. Il primo deciderà la costruzione del castello, lo Schlossberg, anticipando di circa trent'anni la fondazione definitiva della città, che troverà i suoi mezzi di sussistenza nella coltivazione della sua terra, cioè la viticoltura. Questa duplice origine non la crea, la subisce. Paese di passaggio, La Neuveville lo sarà fin da prima del suo sbocciare nella vita storica. 

Il castello di La Neuveville, eretto nel 1283 da Henty d'Isny, principe vescovo di Basilea, sorge solitario su un picco roccioso, in una regione quasi deserta, ma preziosa per il suo proprietario, perché confina con i suoi possedimenti, di fronte alla contea di Neuchâtel. Costruzione strettamente militare, che spiega anche l'organizzazione militare della futura agglomerazione progettata ai suoi piedi. Perché un castello del genere presuppone una guarnigione, e i mezzi finanziari del Principe Vescovo non possono sostenere il mantenimento di un corpo di truppe permanente e appositamente assegnato a una missione di guardia necessariamente intermittente. 

Veduta dal lago di La Neuveville. Dipinto attribuito a Johann Grimm, 1740 ca. (Musée d'art et d'histoire de La Neuveville; fotografia Charles Ballif).
La fortezza dello Schlossberg, posta sui contrafforti del Giura, domina la cittadina e il suo porto. A nord est dell'abitato, in posizione isolata, è visibile la cappella di S. Ursicino, denominata Blanche Eglise (sulla destra nell'immagine).

Fondata dal principe vescovo di Basilea Gérard de Vuippens, La Neuveville fu costruita tra il 1312 e il 1318 e il principe le concesse rapidamente una carta di franchigie che le assicurava una grande libertà.

Torre Rossa
Antica porta nord della cinta muraria.
La parte inferiore risale alla fondazione della città.
La torre fu rialzata e dotata, intorno al 1593, di un tetto a campanile. È stata recentemente ristrutturata in occasione del 700° anniversario di La Neuveville (2012).
Lo stemma di La Neuveville è visibile sulle facciate sud e nord dell'edificio.

Ampia autonomia

Dopo aver difeso la loro città e il loro castello contro i bernesi e i biennesi, nel 1368 Jean de Vienne ricompensò gli abitanti di La Neuveville concedendo loro nuovi privilegi, un sigillo e il diritto di vessillo. A quel tempo erano i simboli della libertà.

Vessillo di La Neuveville del 1368

Approfitto della presenza della guida del museo tutta per me. Essa mi spiega che la prima chiave sul vessillo significava il diritto di tenere mercato. La seconda chiave venne aggiunta più tardi e significa diritto di libertà . Sulla sinistra il bastone vescovile di Basilea a cui La Neuveville era soggetto

Le confraternite

Come le comunità urbane del nostro paese, La Neuveville aveva il suo Piccolo e Grande Consiglio. I suoi membri erano scelti nelle tre confraternite - i vignolani o vignaioli, i pescatori e gli escoffiers o calzolai - in ragione di otto per confraternita. Il Consiglio nominava anche i due maestri borghesi. Il principe vescovo era rappresentato dal castellano, che esercitava l'alta vigilanza. Il principe interveniva raramente, esercitava il diritto di grazia e il castellano presiedeva in suo nome il Tribunale supremo. La Neuveville godeva quindi di un'ampia autonomia a livello amministrativo, giudiziario e fiscale.

Fonte della bandiera
Questo è il cuore della città primitiva. La rue du Marché, che ne forma la linea mediana, è la strada principale. Questa fontana del Banneret e la sua controparte, ornamenti posti alle sue estremità nel 1550, sono opera di Laurent Perroud, di Cressier (Neuchâtel). Trattano lo stesso soggetto, ma presentano numerose differenze nei dettagli dell'esecuzione e negli elementi decorativi.
Sullo scudo lo stemma della città.

L'alleanza con Berna

Nel 1388, La Neuveville firmò un trattato di comborghesia con Berna. Nella storia della  piccola città, questo è un evento che ha avuto conseguenze importanti e di vasta portata. Ma prima di tutto, perché questa alleanza? La Neuveville non era senza dubbio sufficientemente protetta dal suo signore feudale, il vescovo, lontano e militarmente debole. Berna, invece, era una potenza. Questa alleanza fu costosa. Berna aveva fatto dei cittadini di La Neuveville i suoi alleati a condizione che “combattessero in guerra” con lei. I cittadini di La Neuveville rispettarono scrupolosamente i loro impegni, non solo durante le guerre di Borgogna, ma i contingenti di La Neuveville e quelli del Plateau de Diesse presero parte dal XV al XVIII secolo, sotto la bandiera di La Neuveville, alla conquista dell'Argovia, all'assedio di Greifensee e a San Giacomo sulla Birsa, a Blamont, a Grandson, a Morat contro il Temerario, a Dornach contro l'Imperatore. Si ritrovano anche a Varese, Venezia o Milano durante le guerre d'Italia, poi alla conquista del Paese di Vaud.

1670
Parte meridionale della città, alo centro la porta della cinta muraria.
La città primitiva aveva solo due porte: a nord, la Torre Rossa e a sud la Torre di Rive.
La Torre di Rive risale alla fondazione della città, dal 1312 al 1318.
Sopra la porta che conduce al piano delle prigioni, 
si distingue l'uscita che conduce alla galleria delle mura.
La presenza della meridiana è attestata fin dal XVI secolo.
La croce incisa sul contrafforte occidentale, a 1,15 m dal suolo, indica il livello raggiunto dal lago in piena nel 1634.

La Riforma e la tradizione scolastica

Nel dicembre del 1530 si verificò un evento che avrebbe dato alla città il contatto con la Svizzera romanda, da allora la sua vera patria intellettuale. Si tratta della Riforma che stimolò l'istruzione generale del popolo e La Neuveville si sforzò di seguire questa corrente. Come le città romande di Ginevra, Losanna o Neuchâtel, dal XVIII secolo tende a diventare una città di istruzione per i giovani di lingua straniera desiderosi di studiare il francese. I suoi pastori crearono collegi dove affluivano soprattutto svizzeri tedeschi, tedeschi, inglesi e scozzesi, e più tardi anche studenti provenienti da paesi sudamericani. Sebbene i collegi siano ormai scomparsi, la tradizione di città di studio è stata mantenuta con la Scuola di commercio, ancora ben presente ai nostri giorni.


La Neuveville, tappa di questa nuova patria Per i rifugiati ugonotti e valdesi del Piemonte, La Neuveville è una tappa importante sulla loro strada verso nord. Come Bienne, La Neuveville dipende dal principato vescovile di Basilea. Un trattato di alleanza la lega a Berna e adotta la Riforma nel 1530. Le franchigie che le sono state concesse le lasciano una grande libertà ed è autonoma dal punto di vista ecclesiastico. 

Dal 1614 al 1716, vede passare circa quindicimila rifugiati, di cui quasi settemila negli anni 1685-1689. Questo afflusso è tutt'altro che insignificante per gli ottocento abitanti circa di La Neuveville. La maggior parte dei rifugiati riceve mezzi di sussistenza per il proseguimento del viaggio. Alcuni rimangono lì per diversi anni, altri si stabiliscono in modo permanente. Altri ancora vengono temporaneamente accolti nei villaggi vicini o si recano a Bienne. Ma la maggior parte di loro riparte, prendendo la strada del fiume, perché la strada terrestre sulla riva nord del lago è poco praticabile.

CASA DI BERNE, precedentemente CASA DI BELLELAY
L'abbazia di Bellelay possedeva un vigneto nella regione molto prima della fondazione di La Neuveville nel 1312. Molto più tardi, nel 1631, l'abate David Juillerat fece costruire questa vasta dimora per le esigenze dell'azienda vinicola. L'invasione francese del 1797 pose fine all'esistenza dell'abbazia. La casa fu venduta nel 1798 come bene nazionale.
La città di Berna, proprietaria di una parte importante dei vigneti di Neuchâtel, acquistò l'edificio nel 1804 in cambio della sua tenuta di Grenétel, e l'edificio secolare mantenne la sua destinazione originaria fino al 1970, anno in cui fu sostituito da una nuova cantina situata a nord-est della città.
Il rilievo posto sopra l'ingresso raffigura lo stemma dell'abate J. G. Schwaller

Il destino di una piccola città

La geografia e la storia hanno voluto isolare La Neuveville. Occupava una posizione decentrata nella diocesi di Basilea e oggi occupa una posizione decentrata nel Giura bernese e nel cantone di Berna. A nord è separata dalle altre 4 comuni dell'ex distretto dall'alta rampa della Chaîne du Lac. Inoltre, si tratta di località rurali, mentre La Neuveville è una città vinicola. Dagli altri paesi vicini, a est e a sud, è isolata dalla lingua. Infine, sul lato di Le Landeron, cioè della Svizzera romanda, il confine cantonale costituisce un nuovo ostacolo. La situazione è stata ulteriormente aggravata, per secoli, dalla differenza di confessione, essendo La Neuveville protestante e Le Landeron cattolica.

A differenza di Bienne, che nel 1850 contava il doppio degli abitanti di La Neuveville, il destino di La Neuveville per la sua posizione geografica, è quello di rimanere una piccola città e va benissimo così...

Alcune chicche proveniente dal museo di La Neuveville

Oltra ai cannoni a cui ho dedicato un post a parte il piccolo museo contiene alcune chicche degne di nota

Dipinto della vita dell'uomo

Provenienza: Confraternita dei vignaioli. Olio su legno, 62 x 243 cm.

Parte sinistra del dipinto

Iscrizioni
Nel cartiglio :
Renouvellé en L'An 1742 Samuel Chatelain Maistre.

Da sinistra a destra:
A X anni: Semplice come un agnello
A XX anni: Agile come un cervo
A XXX anni: Orgoglioso come un leone
A XL anni: Acuto come una volpe
A L anni: Avaro come un lupo
A LX anni; Pigro come un cane
A LXX anni Pigro come un gatto

A LXXX anni: Imbecille come un asino
A XC anni: Bianco come un cigno

Il tourniquet

In un angolo giusto a fianco della scala che porta al museo trovo esposto un pannello storico piuttosto curioso ma già visto in passato.

Nel XVIII secolo, questo strumento punitivo era installato proprio qui.
Il condannato veniva rinchiuso qui per uno o più giorni. Sotto la sorveglianza di una guardia, veniva esposto al pubblico ludibrio.
I ragazzini si divertivano a farlo girare il più velocemente possibile, quando la sentenza lo permetteva.
Rubare frutta, un lenzuolo, un'ascia, una borsa, scuotere un melo prima delle 6 del mattino (!), distruggere un nido di uccelli, insultare, litigare...poteva portare alla vergogna del tornello.

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