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Museo della riforma di Ginevra: 2 - Le guerre di religione

Ne ha uccisi più la religione che Stalin Hitler e la peste messi assieme, questa é una mia profonda convinzione. D'altra parte ringrazio la religione per le innumerevoli pagine di cronaca nera che ci hanno regalato, hanno contribuito a mettere un po' di pepe in una comunque ben densa storia europea. 

Otto guerre di religione tra cattolici e protestanti insanguinarono la Francia tra il 1562 e il 1598.
Il museo della riforma di Ginevra (qui la prima sala) mette l'accento su questi tumulti, concentrandosi sugli scontri avvenuti in Francia nel corso del XVI secolo

La locandina del film che ha come protagonista la regina Margot che fu testimone in prima linea della strage della notte di San Bartolomeo

Incidente mortale di Enrico II - 30 giugno 1559

In occasione del doppio matrimonio della figlia Elisabetta con Filippo Il di Spagna e della sorella
Margherita con il duca di Savoia, Enrico Il partecipò il 30 giugno 1559 a un torneo organizzato in rue Saint-Antoine a Parigi. Colpito accidentalmente all'occhio durante una giostra contro Gabriel de Lorges, il re morì per la ferita riportata dieci giorni dopo, nonostante le cure del chirurgo reale Ambroise Paré.

Jacques Tortorel, Jean Perrissin
1569-1570
Incisione su legno

Realizzata da Tortorel e Perrissin su richiesta del tipografo ginevrino Jean de Laon, questa stampa -
come le quattro incisioni vicine - illustrava originariamente la famosa raccolta Quarante tableaux ou histoires diverses qui sont mémorables touchant les guerres, massacres, et troubles advenus en France en ces dernières années.

Dettaglio dell'incidente che si rivelerà mortale, a sinistra il re con la lancia che penetra nella visiera

La cospirazione di Amboise - 17 marzo 1560

Un anno dopo la morte di Enrico Il, un gruppo di nobili protestanti cerca di sottrarre il nuovo re di Francia, il giovane Francesco Il, alla crescente influenza della famiglia cattolica dei Guisa. Il gruppo di cospiratori entrò in azione nel castello di Amboise, dove si era rifugiata la corte francese, ma la famiglia Guisa vigilava.
Il 17 marzo 1560, dopo sette giorni di preparativi, il tentativo di rapire il re falli. Gli autori del tumulto di Amboise furono massacrati o decapitati, finendo per essere gettati nella Loira o appesi al balcone del castello. Come per le altre incisioni esposte in questa sala, le didascalie in fondo all'immagine identificano i luoghi e gli attori della scena.

Jacques Tortorel, Jean Perrissin
1569-1570
Incisione su legno

Colloqui di Poilsy - 9 dicembre 1561

Il Colloquio di Poissy, il 9 dicembre 1561, fu avviato da Caterina de' Medici - che agì come reggente durante la minorità di suo figlio - per trovare un modo di ricucire le differenze tra cattolici e protestanti ed evitare una guerra civile. Alla presenza del Re Carlo IX, di Caterina de' Medici e del Re e della Regina di Navarra, gli ecclesiastici e i teologi di entrambe le parti si riunirono in un convento a Poissy. Ciascuna parte fu invitata a presentare le proprie posizioni, che si rivelarono inconciliabili. Le ostilità palesi tra cattolici e protestanti iniziarono nel marzo del 1562, dando inizio a una guerra che terminò solo con l'ascesa al trono di Enrico IV nel 1584.

Jacques Tortorel, Jean Perrissin
1569-1570
Incisione su legno

 Il massacro di Wassy - 1 marzo 1562

Per comprendere appieno i fatti, dobbiamo risalire a un editto firmato nel gennaio dello stesso anno. L'editto del gennaio 1562, firmato dal giovane re Carlo IX - all'età di dodici anni - e preparato da sua madre Caterina de Médicis, aveva lo scopo di calmare le dispute tra cattolici e protestanti. I protestanti furono autorizzati a praticare il culto al di fuori delle città fortificate e a tenere assemblee in case private all'interno delle stesse città. In cambio, dovevano consegnare i luoghi di culto che avevano conquistato in passato, cosa che molti di loro si rifiutarono di fare.

Il 1° marzo 1562, il duca François de Guise, un fervente cattolico molto ostile ai protestanti, passando per le sue terre a Wassy, nella Champagne, venne a sapere che un'assemblea protestante si teneva in un granaio all'interno della città fortificata e quindi in condizioni contrarie all'Editto di gennaio.

Jacques Tortorel, Jean Perrissin
1569-1570
Incisione su legno

Inviò sul posto delle truppe che sorpresero duecento protestanti riuniti per un sermone nel granaio. Gli uomini di Guise furono accolti in maniera che la situazione degenerò rapidamente dalla provocazione al lancio di pietre e agli insulti. Il granaio fu preso d'assalto. Da parte protestante, circa cinquanta persone furono uccise e oltre cento ferite.
La notizia di questo massacro suscitò grande emozione nel regno. Il coinvolgimento personale di Francesco di Guisa, grande nemico dei protestanti, aumentò il loro risentimento. 


Questo sanguinoso episodio del 1° marzo 1562 fu il primo di una lunga serie di atti di violenza che segnarono la Francia fino alla proclamazione dell'Editto di Nantes nel 1598.

Assassinio Francesco di Guisa “lo sfregiato” - 18 febbraio 1563

Nel 1545 prese parte all'assedio di Boulogne contro gli inglesi nel corso della quale fu gravemente ferito, da cui il soprannome di "sfregiato"

La morte del re Francesco II, avvenuta nel dicembre 1560, tolse alla famiglia dei Guisa la leva del potere in Francia. Oppostosi violentemente alla politica della reggente Caterina de' Medici, accomodante verso gli ugonotti (è del gennaio dell'anno 1562 l'editto di Saint-Germain-en-Laye con il quale veniva concessa, con certi limiti, la libertà di culto pubblico a questi ultimi), provocò il 1º marzo dello stesso anno la strage di Wassy, nella Champagne che causò a sua volta il ricorso alle armi dei protestanti e la ripresa delle guerre di religione in Francia.

Gli ugonotti furono poi battuti nell'ottobre dello stesso anno nella battaglia di Rouen. Il suo intervento tempestivo nella battaglia di Dreux (19 dicembre) assicurò la sconfitta degli Ugonotti. Quando Montmorency fu catturato, Guisa divenne l'unico comandante dell'esercito reale; e quando Condé fu catturato, l'ammiraglio Gaspard de Coligny assunse la direzione delle truppe ugonotte. In qualità di luogotenente generale del regno, Guisa si mosse per assediare Orléans, quando il 18 febbraio 1563 fu ucciso da un colpo di pistola sparatogli da Jean de Poltrot de Méré, un influente capo protestante.

L'assassinio

Jean de Poltrot de Méré fu convertito alla causa degli ugonotti, decise di uccidere Francesco, duca di Guisa. Fingendo di essere un disertore, ottenne l'ammissione al campo dell'esercito cattolico che stava assediando Orléans.

La sera del 18 febbraio 1563, si nascose sul ciglio di una strada lungo la quale sapeva che il duca sarebbe passato e gli sparò un colpo di pistola alle spalle e fuggì.

Fu catturato il giorno successivo e, a seguito di torture e processi, fu condannato a essere squartato da quattro cavalli. L'esecuzione avvenne il 18 marzo 1563, ma i cavalli non riuscirono a strappare gli arti così furono usate le spade per finire il lavoro.

Sotto tortura, disse di aver agito su ordine dell'ammiraglio Coligny, di Soubise e di Teodoro di Beza, per poi ritrattare. Coligny protestò con enfasi contro l'accusa, ma tuttavia l'assassinio portò a una faida tra Coligny e i figli di Francesco, Enrico di Guisa e Luigi, cardinale di Guisa. Questa faida non solo prolungò le guerre di religione, ma contribuì al tentativo di assassinio di Coligny (22 agosto 1572) durante le celebrazioni del matrimonio di Enrico di Navarra con Margherita di Valois, portando infine al massacro di san Bartolomeo (23-24 agosto 1572).

La battaglia di Saint-Denis - 10 novembre 1567

La battaglia di Saint-Denis fu il principale scontro della Seconda guerra di religione. Il 10 novembre 1567, essa oppose le truppe protestanti di Condé e Coligny a quelle del Connestabile Anne de Montmorency, qui raffigurata al centro del quadro a cavallo, con la spada in mano.
La morte in battaglia di questo capo supremo dell'esercito reale dà un sapore amaro alla vittoria cattolica. Indebolite, le due parti cercarono di rafforzarsi a vicenda evitando lo scontro. Sei mesi dopo, il 23 marzo 1568, la firma della Pace di Longjumeau pose temporaneamente fine a questo nuovo episodio di violenza.

Jacques Tortorel, Jean Perrissin
1569-1570
Incisione su legno

L'ordine dei due eserciti presso Moncotour - 3 ottobre 1569

Il 3 ottobre 1569, le pianure di Moncontour, vicino a Poitiers, furono teatro di una breve e sanguinosa battaglia tra le forze cattoliche comandate dal duca d'Angiò - il Futuro Enrico III - e le truppe ugonotte dell'ammiraglio de Coligny. Indebolita dall'ammutinamento dei suoi mercenari tedeschi che non erano stati pagati da diversi mesi (Macchiavelli aveva identificato questo uno dei pericoli nel far capo su soldati mercenari), la parte protestante subi qui una pesante sconfitta.

L'incisione mostra la disposizione degli eserciti prima dello scontro: i reggimenti protestanti nella parte inferiore dell'immagine affrontano i cattolici nella parte superiore. Sulla sinistra si vedono i bastioni di Moncontour.

Jacques Tortorel, Jean Perrissin
1569-1570
Incisione su legno

Il massacro di San Bartolomeo - 24 agosto 1572

Nonostante il trattato di pace tra Carlo IX e l'ammiraglio de Coligny a Saint-Germain-en Laye nell'agosto 1570, le tensioni tra cattolici e protestanti continuarono. Due anni dopo, le guerre confessionali in Francia subirono una svolta drammatica: un'ondata di violenza inaudita scoppiò all'interno delle mura di Parigi il 24 agosto 1572.

Carlo IX - 1550-1574

I massacri, apparentemente istigati dal re stesso, presero inizialmente di mira Gaspard de Coligny e la nobiltà ugonotta riunita per le nozze di Enrico di Navarra e Margherita di Valois.

Scena del film "la regina Margherita" del matrimonio alla vigilia della strage

Tuttavia, si diffusero rapidamente e colpirono tutte le comunità protestanti del regno: per diverse settimane, decapitazioni, sventramenti e altre mutilazioni causarono diverse migliaia di morti e traumatizzarono le principali città di provincia come Lione, Orléans e Bordeaux. 

Il massacro del giorno di San Bartolomeo, qui evidenziato da dipinti e documenti manoscritti, segnò il drammatico inizio della quarta guerra di religione.

François Dubois, pittore protestante e testimone del massacro di San Bartolomeo, mostra la barbarie di una guerra ormai degenerata: in primo piano, a destra, il duca di Guisa contempla i resti del leader protestante Coligny, appena defenestrato, decapitato ed evirato; sullo sfondo, a sinistra, sulle rive della Senna, Caterina De Medici, vestita di nero, si china su un mucchio di cadaveri nudi...qui ulteriori dettagli sul dipinto

Negli anni successivi a questa tragedia, i protestanti considerarono la madre di Carlo IX una delle istigatrici dei massacri. La verità storica è più complessa.

Meno di un anno dopo, a soli 24 anni, oppresso dal ricordo della famosa e terribile notte di san Bartolomeo, Carlo IX morì di polmonite tubercolare senza lasciare eredi maschi e gli succedette sul trono di Francia il fratello minore, Enrico III.

Gaspard de Coligny

Nato nel 1519 a Châtillon nel Loiret, Gaspard de Coligny abbraccio la causa riformata nel 1560 e partecipò alle battaglie di Dreux, Saint-Denis, Jarnac e Moncontour come leader protestante.
Odiato dai cattolici alla corte di Carlo IX, sfuggì a un primo tentativo di assassinio il 22 agosto 1572.

Primo attentato a Coligny che scampa miracolosamente 

Un secondo attentato, compiuto pochi giorni dopo dal duca di Guisa durante la festa di San Bartolomeo, gli fu fatale.

Questo ritratto faceva parte della collezione personale del riformatore Theodore de Bèze, lasciata in eredità alla Biblioteca di Ginevra nel 1703 dal teologo ginevrino Louis Tronchin.

Assassinio di Enrico di Giusa - 23 dicembre 1588

Il re Enrico III oramai temeva le ambizioni regali del Guisa e organizzò il suo assassinio ad opera della sua guardia personale, i ''quarante-cinq''. L'occasione fu data dalla riunione degli Stati generali nel castello di Blois il 23 dicembre 1588. Pare che il duca fosse stato avvisato più volte del pericolo nei giorni precedenti. Malgrado ciò non esitò a recarsi nelle stanze del re, dove fu assassinato pur opponendo una forte resistenza e ferendo diversi aggressori. Per evitare che i resti venissero trattati come quelli di un martire dal partito ultra-cattolico, il suo corpo fu bruciato in una delle sale del castello e le sue ceneri gettate nella Loira. Lo stesso giorno, suo figlio Carlo fu arrestato. Suo fratello Luigi, cardinale di Lorena, rappresentante del clero agli Stati generali, fu incarcerato e assassinato il giorno seguente.

Autore anonimo - 1589 - Stampato su carta
L'assassinio di Henri de Lorraine è qui descritto dal punto di vista cattolico. 
Convocato dal re Enrico III, "perfido e barbaro", agli Stati Generali di Blois, il leader dei Liguer, giudicato troppo influente dalla corte, viene infatti attirato in un'imboscata dalla quale non uscirà vivo.
L'illustrazione che apre il volume mostra la vittima distesa sul pavimento degli appartamenti reali, con il corpo trafitto da sei spade. In realtà, il duca, che stava respingendo un primo attacco, fu pugnalato in totale trenta volte dai membri della guardia del rе.

A causa del loro carattere partigiano, i volumi qui presentati forniscono un quadro fedele delle relazioni tra i vari attori delle guerre confessionali. La Lega occupa un posto importante in questa letteratura. Questa "Santa Unione", guidata dal 1576 da Enrico di Lorena, duca di Guisa, comprendeva cattolici agguerriti che avevano giurato di difendere la loro religione "fino all'ultima goccia di sangue".

Le odiose parole dei Ligueurs erano rivolte tanto agli ugonotti e a Enrico di Navarra quanto al re Enrico III, di cui si criticava la politica conciliante nei confronti dei protestanti.
L'assassinio del Duca di Guisa per ordine reale nel dicembre 1588 non aiutò la situazione.

Assassinio di Enrico III - 1 agosto 1589

Enrico Ill, presentato come un nuovo anticristo. dovette ora affrontare aspri attacchi e persino accuse di stregoneria, che si protrassero fino al suo assassinio, avvenuto il 1º agosto 1589 per mano del monaco Liguer Jacques Clément


Enrico III di Francia assassinato da Jacques Clement.

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