Passa ai contenuti principali

Airolo da un enciclopedia di metà XIX secolo

Scartabellando per la rete mi imbatto in un file pdf di un enciclopedia francese. È enorme, e come farebbe ognuno di noi la voce del proprio paese é una delle prime ad essere cercate.

Rimango piacevolmente stupito delle chicche contenute sulla storia del mio paese. Alcune le ho già trattate in dettaglio, altre invece non le ho mai nemmeno menzionate. Si va da un Alberto Cerro, du cui forse ci si poteva aspettare almeno una menzione, dalla distruzione del paese come gesto punitivo per l'aggressione di alcuni mercanti della val d'Orsera (e qui si entra già nel mondo delle chicche) fino al numero di airolesi morti nella battaglia di Marignano. Impressionante.

Tempo dopo mi accorgo che il ben più noto Treccani riporta le stesse notizie tradotte, molto presumibilmente dalla stessa enciclopedia, in italiano. Certo trovarselo li direttamente in uno dei primi risultati di google sminuisce il valore della ricerca che mi ha portato ai scoprire chicche sul mio paese che sono sicuramente sconosciute ai più. Pubblico, si sa mai che un giorno un mio compaesano capiti su questi post e scopre che il Slabulum Vetus nient'altro era che la nostra torre deo pagani

AIROLO  Precedentemente Ariollo, Eriolz, Eriels (attuale nome tedesco), Oeriels, Orielz, Oriolo Capoluogo del circolo di Airolo-Bedretto. 

Airolo / [Johann Rudolf Rahn]

Il villaggio è molto antico e un tempo aveva una grande importanza nella Leventina. Risale senza dubbio all'epoca romana, come testimoniano i ritrovamenti di tombe dell'Età del Ferro e di monete romane rinvenute ad Airolo e Madrano nel 1840-44.

L'antica torre quadrata di Stalvedro (Slabulum vetus), simile a quella di Hospenthal, le cui rovine sono ancora visibili, risale alla dominazione longobarda: la tradizione la attribuisce al re Desiderio, che l'avrebbe costruita intorno al 774. 

Re desiderio

Madrano aveva un castello che dominava la strada del Gottardo, che fu restaurato verso la fine del XIII secolo dalla famiglia Annexia. Fin dall'antichità, Valle, attraverso cui passava la strada, aveva un ospizio per i pellegrini. Nel 1840, Airolo manteneva ancora un ospizio a Valle per i pellegrini. 

Ma importanza vera acquistò Airolo soltanto con l'apertura del valico del S. Gottardo, intorno al 1200; ché si nota allora l'esistenza di un mercato, punto di contatto dei comuni italiani con i paesi d'oltre Gottardo, e quella della parrocchia, attestata nel 1224: a quel tempo, la chiesa doveva già essere un edificio notevole, dato che aveva tre altari: di Saint-Nazaire, il santo titolare, della Beata Vergine e di Santa Caterina. Airolo doveva formare un'unica comunità con Bedretto, ma nel 1227 le due vicinanze sembravano già separate. Nel XIII secolo Airolo era già sede di un mercato e, a partire dal 1250 circa, la misura di Airolo fu generalmente utilizzata in tutta la Leventina. Airolo ha sempre condiviso il destino politico e religioso della Leventina. Durante il periodo delle signorie terriere (XII secolo), molto probabilmente apparteneva ai signori di Giornico. Insieme a Bedretto, Prato, Quinto e Ambrî, formava una circoscrizione fiscale (la rodarie de Intusmontem) per i canonici del Duomo di Milano e una circoscrizione delle decime con Prato, Quinto e Ambrî per la chiesa prevostale di Biasca.

Nel 1290, Alberto Cerro di Madrano guidò una rivolta ad Airolo e nel resto della Leventina contro il dominio di Ottone Visconti e persino contro i diritti di sovranità del Capitolo di Milano, che aveva assoggettato la valle ai Visconti. 

Nel 1309 un'altra rivolta fu tentata da Giacomo Annexia, signore del castello di Madrano.

 Nel 1331 Airolo fu distrutto, insieme a Quinto e Faido, dalle truppe di Uri, Svitto, Untervaldo e Zurigo, comandate da Giovanni d'Àttinghausen, che erano scese in Leventina per vendicare i mercanti di Urseren che erano stati derubati, si diceva, dai leventinesi. 

Con il trattato del 21 luglio 1426 tra gli Svizzeri e il Duca di Milano, Airolo divenne, insieme a Hospenthal, sede di un tribunale inferiore. 

Nel 1439, ad Airolo si svolse un incontro tra i commissari urani e il Duca di Milano, a cui seguì l'invasione e la conquista definitiva della Leventina da parte degli urani. 

Fu ad Airolo che nell'aprile del 1512 si riunirono le truppe dei cantoni svizzeri e di Baden e Bremgarten per le guerre italiane. Gli abitanti di Airolo devono aver partecipato in gran numero alla Battaglia di Marignano, insieme a quelli di Leventina, dato che Airolo perse 31 uomini, quasi la metà dei morti di Leventina. 

Svizzero morente, schizzo di Ferdinand Hodler (1898 circa) per l'affresco Ritiro da Marignano (1900).

Airolo ebbe un ruolo molto attivo negli eventi dell'ultimo decennio del XVIII secolo. Quando nel 1792 le truppe svizzere furono inviate a Basilea per proteggere la nostra neutralità, Airolo chiese di fornire l'intero contingente richiesto dalla Leventina: infatti, metà del contingente era composto da abitanti di Airolo. 

Nel 1798, quando il commissario Jauch venne in Ticino per facilitare la nuova organizzazione dell'Elvezia, gli abitanti di Airolo, a nome della popolazione leventinese, chiesero di non essere staccati dal cantone di Uri. 

Nel 1799, Airolo e Quinto diedero il segnale al Ticino di ribellarsi alla dominazione francese e all'Elvezia. Guidati dal giovane Giov. Antonio Camossi, il 27 aprile la popolazione dei due comuni disarmò gran parte del contingente elvetico che, al comando del capitano Albertolli, doveva attraversare il Gottardo e si era fermato ad Airolo a causa della rivolta di Uri. Airolo e Quinto presero tutta la Leventina ad eccezione di Chironico. Fermarono un convoglio francese e sequestrarono i beni del generale Lecourbe. 

Il 9 maggio, 400 leventinesi combatterono con gli urani e i vallesani nella difesa di Wassen. Quelli di Airolo si distinsero per il loro coraggio, soprattutto nella battaglia all'ospizio di San Gottardo (12 maggio), da cui furono sloggiati dai soldati del maresciallo Soult. Quasi tutti i 28 leventinesi morti in questi scontri erano di Airolo. Al loro ritorno, i francesi vollero vendicarsi della valle, iniziando con la distruzione di Airolo, dove avevano già fatto i preparativi per bruciare il villaggio. Solo grazie all'azione del parroco Pozzi, Airolo fu risparmiata. 

Il 28 maggio le truppe austriache e russe arrivarono ad Airolo e il generale Hiddik vi stabilì il suo quartier generale. Airolo divenne teatro di combattimenti mortali: il 27-28 maggio, a Slalvedro, tra 14.000 austro-russi e 3.000 francesi; il 24 settembre, a Cima del Bosco, Souvarow sconfisse 1.000 francesi; lo stesso giorno, un'altra vittoria per Souvarow presso la cappella di Sain'Antonio (vicino all'Ospizio del Gottardo). 

Fu ad Airolo, nel settembre del 1824, che si tenne la conferenza dei cantoni Ticino, Lucerna e Uri, che decise la costruzione della via del Gottardo. 

Secondo la testimonianza di San Carlo Borromeo, nel XVI secolo la popolazione di Airolo viveva di commercio e di transito. Fino all'abolizione delle barriere cantonali con la Costituzione federale del 1848, Airolo era uno dei più importanti posti doganali del Ticino. Nel 1832, i dazi sulle merci in transito (forletto) furono aboliti con un decreto del Gran Consiglio. Intorno al 1816, i dazi doganali fruttavano circa 6.600 lire, passando a 4.500 lire intorno al 1840, mentre i pedaggi fruttavano 50.000 lire. -

Curioso quadro di San Carlo Borromeo nella chiesa di Chiggiogna

All'epoca della visita di San Carlo (16 ottobre 1567), Airolo contava solo 145 famiglie (180 l'anno precedente) con 600 abitanti. Nel 1900 contava 1628 abitanti. 

Nel 1505 e soprattutto nel 1566 fu colpita dalla peste, che in quest'ultimo anno fece 115 vittime e spazzò via 35 famiglie; nel 1736 (19 settembre) e nel 1877 (17 settembre) fu distrutta da un incendio. 

Il 28 dicembre 1898 si verificò la frana del Sasso Rosso (vedi DGS). - Di particolare rilievo è l'antico campanile in stile lombardo, che ha resistito a tutti gli incendi; si tratta di una bella torre a bugnato quadrato di sei piani. La chiesa parrocchiale di SS. Nazzaro e Celso fu costruita dopo il disastro del 1877. 

La chiesa di Brugnasco conserva dipinti di Giov.-Batt. Tarlilli e di suo figlio Gian-Domenico da Cureglia. 

Airolo è la casa di Alberto Cerro, Giacomo Annexia, del Consigliere Federale Giuseppe Molta e di Suor Carméla Motta, sorella del primo, Superiora Generale delle suore di Menzingen. 


Commenti

Post popolari in questo blog

Tradizioni molto svizzere

Dopo anni di tentennamenti decido finalmente di partecipare ad un avvenimento che nella Svizzera tedesca é assolutamente irrinunciabile: la festa federale che si tiene ogni tre anni. Oggi saró circondato da svizzeri che fanno cose molto svizzere. Moltissime tradizioni svizzere in questo disegno creato appositamente per la festa federale 2025, se volgiamo cercare il pelo nell'uovo manca l'Hornuss La prima cosa che noto già nell’avvicinamento sul treno é il consumo di birre in lattina con conseguente coda davanti alle toilette, questo anche se ci troviamo a primo mattino I più impavidi sortiscono dagli zainetti i bicchierini da cichett e brindano a non meglio identificate entità. Il lieve aroma di schnapps alle prugne si diffonde nell’area del vagone. Seguono racconti gogliardici accompagnati da grasse risate. Purtroppo non conosco bene l’idioma svizzerotedesco e non riesco a percepire se il genere di sense of humor degli allegri compagni di viaggio farebbe sganasciare pure me....

Anima di donna dannata scovata!

Due anni! Due anni per trovare questo misterioso ed unico quadro nel suo genere in terra ticinese. O almeno che io sappia. Anonimo l’autore mentre il titolo che lo accompagna recita “ anima di donna dannata ”. Purtroppo é andata persa la fonte dove ho preso questa informazione così come una foto piuttosto sfuocata dell'opera. Impossibile trovare il quadro in rete. Non restava che trovarlo in carne e ossa.  Oggi con grande piacere lo schiaffo bellamente dietro il mio faccione sotto qualche riga di testo introduttivo con tanto di indicazione nella didascalia di dove si può ammirare.  Così come a Parigi ci si selfa davanti alla torre Eiffel ad Ascona lo si fa davanti ad anime dannate Toh! “Anima di donna dannata», tela di autore anonimo della prima metà del Seicento (Ascona, Museo parrocchiale presso l’oratorio dei santi Fabiano e Sebastiano ). P.S. E fattelo un selfie ogni tanto...si cazzo! Oggi si! Mi sembra di essere il cacciatore che si fa fotografare con il cervo subito dopo...

Sulla strada per Beromünster

Domenica 10 agosto 2025. Sono seduto su di un bus in stazione a Lucerna. A momenti partirà e in men che non si dica lascerà la città per addentrarsi nelle campagne lucernesi. Ed é proprio questo che amo, essere portato in quello che nel film Trainspotting viene definito “il nulla”. La mia esplorazione oggi mi porterà da una cappella in piena campagna fino al villaggio di Beromünster. La cappella e il nome del villaggio posto come traguardo intrigano (Beromünster si chiamava fino al 1934 semplicemente Münster, monastero). Sono 7 km completamente piatti in una rovente giornata d’estate. Mi aspetto di vedere forse qualche giocatore di golf ad inizio percorso per poi isolarmi completamente tra campi e boschi fino all’arrivo, la tappa di per se non ha nulla che attiri le grandi masse, in Svizzera Mobile non fa nemmeno parte di un percorso a tema. Ma oggi per stare nella pace occorre ricorrere a questi tragitti di “seconda fascia”. La vera gioia sta nell’apprezzare quello che la natura o ...

Strada dei banchi e lago di Sabbioni

La strada dei banchi per un airolese é un classico, anzi un must. È la strada che corre in alto sul fianco della montagna lungo tutta la valle Bedretto. È esattamente l'equivalente della strada alta, quella della "famosa canzone" di Nella Martinetti, ma dall'altro versante della valle Bedretto. Oggi in aggiunta un bonus, che si rivela una perla che impreziosisce e di molto il giro, una deviazione al lago di Sabbioni. La strada dei banchi La strada dei banchi rispetto all strada alta presenta delle differenze sostanziali, ha molta poca ombra, é molto meno frequentata e all'apparenza potrebbe risultare più monotona. Per buona parte la strada é costituita da una carrabile che serve per collegare le varie alpi, poi ad un certo punto diventa sentiero, più precisamente in vista dell'arrivo del riale di Ronco che presente l'unico vero e proprio strappo del percorso. Come dicevo la strada dei banchi é un must per un Airolese, in pratica questa strada porta ai pied...

Chasa Chalavaina

Non son solito fare post dedicati agli alberghi, ma questo, come l’ hotel Dakota,  riporta eventi storici e merita una menzione  a parte. Chi entra in questa casa respira la storia e per uno come me non c'é nulla di più entusiasmante L'albergo sulla centralissima piazza di Müstair. Il monastero é a circa 100 passi di distanza Sopra la porta tutta a destra la mia stanza per una notte Nel 1254, la Chasa Chalavaina fu menzionata per la prima volta come locanda.  Questa casa è unica perché rappresenta l'hotel più antico della Svizzera.  1930 (?) La locanda, situata nella strada principale di Müstair, si trova a pochi passi dal monastero di St. Johann, patrimonio dell'Unesco. L'hotel comprende 18 camere, un ristorante, una cucina "colorata" di nero dalla fuliggine e un ampio giardino. Dove un tempo dormivano galline, gatti e capre, oggi ci sono camere per gli ospiti. Le stanze sono in parte arredate con mobili in legno secolari e in tutta la casa si trovano ute...

Il Dazio Grande e la via delle genti

Orson Wells afferma che gli svizzeri in 500 anni sono riusciti a creare ben poco, in particolare: "In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos'hanno prodotto? Gli orologi a cucù." Orson Wells - Il terzo uomo - fim 1949 Possiamo tranquillamente affermare che gli urani hanno seguito la stessa falsa riga per quanto riguarda il baliaggio di Leventina: in oltre 300 anni sono riusciti “solo” a migliorare la viabilità presso la gola del piottino (e di conseguenza fabbricarci il redditizio Dazio grande) . Le virgolette sul solo stanno comunque a sottolineare la difficoltà di costruire una strada in quel punto, questo senza nulla togliere alla difficoltà nel costruire un orologio a cucù che meritava forse anch’esso sarcasticamente le stesse virgolette nella battuta di Well...

Curon sul lago di Resia

Diciamo subito che io sappia non esistono altri Curon per cui si necessita aggiungere la precisazione “sul lago di Resia”. La scelta di aggiungere l’indicazione del lago é per facilitare la messa a fuoco del lettore. Se poi vogliamo esagerare sarebbe bastato dire “dove c’è la chiesa sommersa ed emerge solo il campanile." Sarebbe poi bastato aggiungere due foto del caso, da due angolazioni diverse e chiuderla lì, verso nuove avventure. Ma sarebbe stato “facile”, superficiale e maledettamente incompleto. Se il campanile compare un po’ ovunque, sulle portiere dei veicoli della municipalità agli ingombranti souvenir (vedi sotto) un motivo ci sarà.  Il classico dei classici. E non é legato all’aspetto “wow” che questo edificio immerso in uno scenario idilliaco suscita alla prima vista, come se si trattasse di un opera artistica moderna. C’è dell’altro. Basterebbe porsi semplici domande, ad esempio come si é giunti a tutto questo? Un inondazione? Una tragedia? Oppure é una semplice attr...

Kyburg e la vergine di Norimberga

Il tempo passa ma per la vergine di Norimberga presente al castello di Kyburg sembra non incidere, ache se poi vedremo che qualche ritocco l'ha necessitato pure lei. Che poi se ne possano dire finché si vuole ma la vera superstar del castello del castello di Kyburg é lei, proprio come aveva ben visto chi l'acquistò proprio per questo scopo «Vergine di ferro» I visitatori del castello si aspettavano sempre di vedere armi storiche e strumenti di tortura.  Appositamente per loro venivano realizzate delle «vergini di ferro». Matthäus Pfau acquistò il suo esemplare nel 1876 in Carinzia per mettere in mostra «il lato più oscuro del Medioevo».  A quel tempo, le forze conservatrici cercavano di reintrodurre la pena di morte, che era stata abolita poco prima in Svizzera. Attrazione turistica È risaputo che la Vergine di ferro fu inventata nel XIX secolo. Non vi è alcuna prova che in una simile cassa dotata di lame e con una testa di donna sia mai stata uccisa o torturata una persona....

Da Campo Valle Maggia a Bosco Gurin - parte II - Da Cimalmotto al passo Quadrella

Sbuco su Cimalmotto dal sentiero proveniente da Campo Valle Maggia verso mezzogiorno. Non mi aspetto di trovare spunti storici altrettanto avvincenti che a Campo, sarebbe impensabile in così pochi ettari sperare in tanto. Eppure.... Vista da Cimalmotto in direzione di Campo Valle Maggia di cui si intravede il campanile in lontananza Ci sono due elementi geologici che caratterizzano questa parte della valle: la frana che domina la parte inferiore e il pizzo Bombögn che sovrasta la parte superiore. Campo Valle Maggia e Cimalmotto sono l'affettato di questo ipotetico sandwich Chi visita Campo e le sue frazioni con occhio attento non può non rimanere esterrefatto dal contrasto fra la bellezza paesaggistica della zona e la ricchezza dei monumenti storici da un lato e la desolante povertà demografica dall’altro. I motivi sono diversi: innanzitutto Campo, al momento dell’autarchia più dura, era uno dei comuni più popolati della Valmaggia (nel XVIII superava i 900 abitanti; nel 1850 erano...

Mosé Bertoni

C'é una piccola sala nel museo di Lottigna, resta staccata dal complesso principale del museo, una piccola sala che per eventi sfortuiti (si con la "s" davanti) sono riuscito a vedere solo di sfuggita. Però quello che sono riuscito a assaggiare nei pochi momenti mi ha affascinato. Il classico ometto nato in un piccolo villaggio in una valle discosta per poi costruirsi una vita tutt'altro che scontata. Un personaggio amante delle tradizioni svizzere e dei principi anarchici, una combinazione piuttosto bizzarra per non dire incomprensibile. Si capisce fin dai primi momenti che si ha a che fare con un personaggio di nicchia, degno di un approfondimento. Mosè Bertoni verso il 1910 Foto F. Velasquez, Asuncion (Coll. priv.) Mosè Bertoni non è un uomo comune. Giovane irrequieto, dai molteplici interessi, impegnato politicamente tra i liberali innovatori e vicino all'anarchismo, a 27 anni decide di «dare un calcio a questa vecchia Europa» . Non è neppure un emigrante comu...