Nel 1290, un anno prima del patto del Grütli, i Leventinesi capitanati da Alberto Cerro di Airolo, si rivoltarono contro i soldati di Ottone Visconti. Ma come si era giunti a tutto questo?
I Della Torre persero il controllo su Milano e le sue terre nella battaglia di Desio del 21 gennaio 1277.
Ottone Visconti, si era, alcuni anni prima, rifugiato nel Castello di Giornico da dove scese al Lago Maggiore con Simone d'Orello e la turba montanara a ritentare la conquista di Milano. Nella battaglia di Desio, che diede al Visconti la vittoria definitiva, combatterono truppe ticinesi raccolte dall'Orello a Bellinzona, a Lugano e sul Lago Maggiore.
Con la vittoria Ottone Visconti era divenuto l'arcivescovo di Milano e per assicurarsi i passi delle Alpi egli prende direttamente in affitto dai Conti Canonici la Signoria delle Valli di Blenio e Leventina, per il canone annuo di 20 Lire imperiali.
Così la Leventina si vide passare da un governo nominale ad uno più energico e centralizzato, fino a quel momento nelle nostre valli vigevano liberi comuni rustici, la presenza dei Visconti cambiava le carte in tavola.
Ma chi era Alberto Cerro?
Nominato avogadro di Leventina dai canonici ordinari del capitolo maggiore di Milano verso il 1270, restò in carica fino al 1290. Proprietario di beni fondiari nella valle, mantenne contatti politici ed economici con le regioni confinanti. Abilmente ottenne l'aiuto dei Bleniesi, dei Valmaggesi e degli Ossolani e di più fece appello, e non invano, agli abitanti dell'Orsera, di Uri, e forse anche di Disentis. Ciò dimostra che i rapporti economici fra i valligiani dei due versanti specie per il trasporto delle merci, avevano creato una reale solidarietà anche politica.
In un primo tempo la rivoluzione leventinese ottenne pieno successo: e ciò avrebbe forse permesso alla Leventina di entrare un po' più tardi con eguali diritti nella Confederazione a lato dei tre Cantoni primitivi.
Ma i tempi non erano maturi. Ottone Visconti lanciò contro i Leventinesi la scomunica e l'interdetto ed usò i mezzi forti
Per circa sei mesi Cerro ed i suoi si difesero valorosamente, poi la loro resistenza fu spezzata.
Il Visconti fu però clemente: si limitò a destituire Alberto Cerro dalla carica podestarile ed a condannare lui e la Valle a forte multa: al suo posto fu nominato Vernero da Chiggiogna.
I Della Torre persero il controllo su Milano e le sue terre nella battaglia di Desio del 21 gennaio 1277.
Ottone Visconti, si era, alcuni anni prima, rifugiato nel Castello di Giornico da dove scese al Lago Maggiore con Simone d'Orello e la turba montanara a ritentare la conquista di Milano. Nella battaglia di Desio, che diede al Visconti la vittoria definitiva, combatterono truppe ticinesi raccolte dall'Orello a Bellinzona, a Lugano e sul Lago Maggiore.
Con la vittoria Ottone Visconti era divenuto l'arcivescovo di Milano e per assicurarsi i passi delle Alpi egli prende direttamente in affitto dai Conti Canonici la Signoria delle Valli di Blenio e Leventina, per il canone annuo di 20 Lire imperiali.
Così la Leventina si vide passare da un governo nominale ad uno più energico e centralizzato, fino a quel momento nelle nostre valli vigevano liberi comuni rustici, la presenza dei Visconti cambiava le carte in tavola.
Lo sfondo della scena é il paesaggio di Airolo di cui si vede il campanile della chiesa parrocchiale e del quale si hanno notizie dal 1225. I soldati di Ottone vengono affrontati dai valligiani e messi in fuga.
Nominato avogadro di Leventina dai canonici ordinari del capitolo maggiore di Milano verso il 1270, restò in carica fino al 1290. Proprietario di beni fondiari nella valle, mantenne contatti politici ed economici con le regioni confinanti. Abilmente ottenne l'aiuto dei Bleniesi, dei Valmaggesi e degli Ossolani e di più fece appello, e non invano, agli abitanti dell'Orsera, di Uri, e forse anche di Disentis. Ciò dimostra che i rapporti economici fra i valligiani dei due versanti specie per il trasporto delle merci, avevano creato una reale solidarietà anche politica.
In un primo tempo la rivoluzione leventinese ottenne pieno successo: e ciò avrebbe forse permesso alla Leventina di entrare un po' più tardi con eguali diritti nella Confederazione a lato dei tre Cantoni primitivi.
Ma i tempi non erano maturi. Ottone Visconti lanciò contro i Leventinesi la scomunica e l'interdetto ed usò i mezzi forti
Per circa sei mesi Cerro ed i suoi si difesero valorosamente, poi la loro resistenza fu spezzata.
Il Visconti fu però clemente: si limitò a destituire Alberto Cerro dalla carica podestarile ed a condannare lui e la Valle a forte multa: al suo posto fu nominato Vernero da Chiggiogna.
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