Passa ai contenuti principali

Dal patto di Trun (1424) al patto delle tre Leghe (1524)

É in maniera del tutto inconsapevole che i primi scatti che dedico al bel paesino di Trun sono poi quelli del leit motiv della giornata, e a distanza di qualche mese mi porterà allo studio della nascita del cantone dei Grigioni in occasione dei 500 anni del patto delle Tre Leghe. 

Una cappella che dà sulla strada principale offre due dipinti a chi passa lì davanti, impossibile non notarli, anche a costo di stare incollati sul telefonino, la sensazione di essere osservati mentre si passa a fianco si deve intuire

Il dipinto presente nella cappella a Trun raffigurante il patto del 1424

Non é tutto Grütli ciò che luccica 

Vedendo tre persone che alzano una mano a mo di patto il pensiero corre subito al Grütli, e per uno svizzero é normale. Però é giusto sapere che non ci fu solo quello di patto anzi. Nella intricatissima rete di patti e accordi trasversali risulta difficile districarsi e fare il Focus sui patti veramente importanti.

Quello di Trun raffigurato qui, come vedremo in seguito, é solo un importante tassello che porterà queste terre dei Grigioni ad allearsi e a diventare un Cantone unito. Se la Confederazione Svizzera é diventato un vero e proprio paese plurilinguistico fu solo con l'arrivo di Napoleone che istituendo la Repubblica centralizzò il potere della Confederazione. I Cantoni dei Grigioni fecero questo passo di aggregare terre con lingue diverse ben 500 anni prima. 

Storia delle tre leghe

La fine del feudalesimo

Il Castello di Mesocco è la testimonianza più imponente del Medioevo grigionese. Una fortezza ritenuta espugnabile solo per tradimento o per fame. 


Ma le cose cambiano con il passaggio all'epoca moderna, sia i signori feudali che i loro castelli perdono la loro funzione. Il potere non è più nelle loro mani, ma in quelle dei comuni uniti nelle tre leghe. E per far fronte alle nuove sfide queste portano via dapprima i cannoni. E poi nel 1526 vanno oltre: decidono di abbattere i castelli perché se il castello non è protetto, non c'è un personaggio veramente all'altezza, non è assicurato, diventa un pericolo mortale. Per far questo hanno impiegato dall'8 gennaio al 20 novembre l'anno dopo. 

Interno del castello di Mesocco in una stampa del ‘700.
Su questa vecchia stampa vediamo uno scorcio dell'interno del castello di Mesocco con la cappella romanica e la zona abitativa. Siamo quasi due secoli prima dei restauri e la vegetazione cresce abbondante sulle rovine.

Ciò che resta oggi del castello di Mesocco

In soli due anni si smantella questa fortezza e lo stesso destino tocca a molte altre torri e fortificazioni dei grigioni. Con la demolizione si chiude un'epoca, quella del feudalesimo. 

Le signorie dei Grigioni

Ma facciamo un passo indietro nel tardo Medioevo. Allora numerosi signori controllano il territorio dei grigioni. Nel Moesano ci sono i de Sacco. Davos è controllata dai conti di Toggenburgo, la Domigliasca dai signori di Rhäzüns. La Valmonastero, Poschiavo e Taraspe, Combormio e la Valvenosta sono amministrate dai signori di Matsch. Anche il vescovo di Coira non è solamente capo spirituale dell'intera diocesi, ma anche signore temporale della sua città e di alcune vallate fra cui l'Engadina e la Bregaglia. 

La suddivisione delle terre dei Grigioni nel XV secolo

Il patto di Trun del 1424

Veniamo quindi al dipinto di apertura e al patto di Trun, che si incastra ora nella grade Odissea dei Grigioni .

Fra i cimeli c'è un curioso pezzo di corteccia, è quanto rimane dell'acero di Trun. 

Reliquia dell'originale acero di Trun, dalla zona delle radici
Museo di Trun

Cappella di Sant'Anna con acero sulla strada per Trun
Pittura: di Norbert Huonder, 1970
Duplicato di un dipinto del 1880 circa
A differenza della cappella documentata nel 1500, l'acero in primo piano ha un ruolo centrale nella fondazione dell'alleanza il 16 marzo 1424 secondo la tradizione si dice che l'Alleanza Grigia sia stata giurata all'aria aperta proprio davanti all'acero.
L'attuale cappella fu consacrata nel 1704 e dal 1706 murales e detti fanno riferimento alla storia della fondazione della Lega Grigia.

La cappella oggi. Un nuovo albero é stato piantato nella stessa ubicazione dell'acero

Si dice che il Patto Grigio sia stato giurato il 16 marzo 1424 sotto l'acero della Cappella di Sant'Anna e che il patto sia stato giurato nuovamente qui all'aperto ogni pochi anni. Verso la fine del XVIII secolo, l'acero di Trun divenne sempre più simbolo di libertà nei Grigioni. La tempesta del 28 giugno 1870 fa cadere il vecchio tronco. Una parte fu portata al Museo Retico e un'altra parte fu trasportata in una processione cerimoniale al Cúort Ligia Grischa, l'attuale museo, il 20 aprile 1890.

Secondo la leggenda accanto a questo albero nel 1424 l'abate del convento di Disentis, il signore di Rhäzüns e il de Sacco, signori di Mesocco, siglano un accordo per porre fine alle continue faide del tempo.

A voler combattere sono certamente i signori feudali, ma al contempo i signori hanno bisogno del sostegno delle comunità locali perché sono i comuni a fornire i soldati. Chiaramente i feudatari non fanno la guerra in prima persona, ma reclutano i contadini. 

Questa interdipendenza porta progressivamente a nuovi equilibri. I signori devono fare dei compromessi con i sudditi concedendo più diritti alle comunità. 

Il Il Il patto di Trun
Riproduzione: Archivio di Stato dei Grigioni, Coira, StAGR A 1/01 No. 004
Carta federale dell'Alta Confederazione del 16 marzo 1424

L'unione dei nobili signori e delle comunità giudiziarie è in gran parte un rinnovamento della più antica Confederazione di Ilanz del 1395. Il suo scopo principale è quello di fornire assistenza nei casi di ingiustizia e violenza reciproca. L'istituzione centrale è la Corte d'Appello, che può essere invocata dalla Dieta come ultima istanza giudiziaria nelle controversie civili.
Ogni pochi anni - l'ultima volta nel 1778 - i messaggeri dei consiglieri giurano nuovamente la Confederazione sotto l'acero di Trun. Ogni volta veniva letta la Carta federale del 1424.

La nascita delle tre leghe

E accanto alla Lega Grigia sorgono negli stessi anni due altre alleanze di comuni e signori, la Lega Cadea o Casa di Dio con i territori controllati dal Vescovo di Coira e la Lega delle Dieci Giurisdizioni al Nord. 

Per tutte e tre l'intento espresso è quello di preservare la pace, ma la sete di guerra non si placa. Dalla metà del Quattrocento c'è una collaborazione sempre più stretta fra le leghe retiche. C'è anche una sorta di parlamento, la Dieta, che riunisce i delegati delle tre leghe, anche se formalmente non c'è ancora la Repubblica Unitaria. Pure le azioni di guerra fanno parte dell'agenda politica.

Mire sulla Lombardia

A far gola ai Grigioni ci sono i territori Lombardia a sud, la Valtellina, Bormio e Chiavenna. A Tirano, nei presti delle antiche mura della città, incontriamo Saveria Masa, storica valtellinesi. 

Durante la fine del Quattrocento le tre leghe si resero sempre più consapevoli dell'importanza per loro di espandersi a sud dello spartiacco eretico, quindi verso quelle valli come la Valtellina e la Valtiavenna che confinavano direttamente con il Milanese e la Repubblica di Venezia. Il commercio con la pianura era fondamentale per le tre leghe per poter acquisire e importare merci di prima necessità, come i grani, le spezie, i tessuti, ma poi anche per esportare i prodotti delle tre leghe che erano i bestiami, i prodotti dell'allevamento, della lavorazione legno, ma la stessa manodopera. 

In Lombardia si osservano con preoccupazione le ambizioni Rrtiche. Proprio per questo motivo il duca di Milano, che era all'epoca Ludovico Sforza detto in moro, concepì un grande progetto di fortificazioni. Cinse di mura la città di Chiavenna e fortificò proprio il borgo di Tirano facendo origine una cinta di mura e anche costruendo un nuovo castello. Tutto questo sforzo difensivo sarà però inutile perché nel 1500 Ludovico il Moro non viene scalzato dai grigionesi ma dai francesi. 

Il tradimento di Novara del 10.4.1500; illustrazione realizzata nel 1513 dal disegnatore della Luzerner Chronik di Diebold Schilling 
(Zentral- und Hochschulbibliothek Luzern, Sondersammlung, Eigentum Korporation Luzern).
L'immagine raffigura Ludovico il Moro, travestito da fante svizzero per fuggire in incognito da Novara, mentre viene consegnato agli Svizzeri al servizio del re di Francia in seguito al tradimento del mercenario urano Hans Turmann.

12 anni dopo i grigionesi ne approfittano entrando quasi come liberatori in Valtellina, a Bormio e a Chiavenna. Le leghe diventano così una potenza regionale pur non avendo un'organizzazione centrale. La lacuna verrà colmata a Ilans nel 1524.

Il patto del 1524

Ilanz é il capoluogo della Lega Grigia, è qui che nel 1524 si sigla il patto che fa delle tre leghe retiche una repubblica.
I delegati di tutte le valli arrivano per risolvere i problemi più scottanti del tempo. Sembra che tutti siano coscienti che gli accordi informali di un tempo non bastano più ormai. Ci vogliono regole scritte e condivise.


 Nella sala del consiglio, distrutta alla fine dell'Ottocento, si incontrano i 64 delegati, uno per ognuno dei 52 comuni giurisdizionali. Alcuni comuni più grandi ne inviano due o persino tre. Con loro ci sono anche i signori feudali che hanno ancora un certo potere. Il vescovo di Coira, l'abate di Disentis e Giovanni di Marmorera, signore di Rähzüns. 

Gli atti dei dibattimenti di allora sono conservate all'archivio di stato a Coira. Come si è arrivati in poco meno di sei mesi al nuovo patto e a una serie di disposizioni aggiuntive? 

Questa è una bozza della Carta della Lega ed è datata 7 aprile 1524. È il primo documento scritto nel quale veramente viene formulata un'alleanza. Il documento contiene una trentina di articoli che regolano il funzionamento della nuova repubblica. 

Patto federale del 1524

Particolare è il procedimento che assomiglia molto alla politica che conosciamo ancora oggi, non solo nei Grigioni. Questa bozza viene mandata in consultazione ai comuni: una cosa tipica proprio delle tre Leghe, perché erano i comuni a detenere il potere. 

Stemmi delle tre leghe sopra la porta di accesso alla cittadella di Ilanz

Ma sui contenuti della nuova alleanza non c'è consenso e si arriva al colpo di scena. All'ultimo momento il Vescovo si tirò indietro, non volle più mettere il proprio sigillo, per cui dovette essere rifatta. Il Vescovo di Coira, Paul Ziegler, abbandona la seduta e poi lascia anche la sua corte di Coira, rifugiandosi dapprima in Val Venosta e poi in Baviera. 

L'esilio del Signore spirituale e territoriale è l'occasione per i comuni di forzare l'emancipazione. Nelle 150 valli dei grigioni, dall'Engadina a Davos, dalla Val Monastero alla Calanca, non c'è più voglia di dominatori. Con la nuova alleanza le antiche tre leghe diventano una repubblica dei comuni. 

Il documento esautora i signori di un tempo e viene ratificato nel settembre seguente. 

Si giura di voler essere innanzitutto buoni, fedeli e cari confederati in perpetuo, finché ci saranno valli e monti. 

In pratica loro si promettono aiuto reciproco, sostegno in caso di guerra. È un documento che ha interesse a tenere la pace, garantire la giustizia e a organizzare lo Stato. 


Per coordinare la politica estera e le questioni comuni si definiscono i compiti degli organi federali, innanzitutto della dieta, che si riunisce in alternanza in questa sala della città di Coira, A Ilanz e a Davos, i capoluoghi delle tre leghe. 

I segretari della repubblica

Gli organi centrali dello Stato rimangano, però, più amministrativi che politici. Un ruolo importante ce l'hanno i capi delle tre leghe, che non sono il governo, ma piuttosto i segretari della Repubblica. Si tratta del Landrichter della Lega Grigia, il Borgomastro di Coira, capo della Lega Caddea e il Landamano di Davos per la Lega delle Dieci Giurisdizioni. 
Secondo il patto i tre capi hanno solamente il compito di convocare la dieta, di redigere gli atti e le procedure di consultazione dei comuni. 
E' un cambiamento importante, ma fintanto che manca un sigillo all'accordo, l'unione rimane imperfetta.

Dopo la morte del Vescovo Ziegler, il suo successore si piega alle richieste delle comunità grigionesi e il patto viene rinnovato nel novembre del 1544. 

Qui abbiamo il sigillo del Vescovo di Coira, il sigillo dell'abate di Disentis, il sigillo del Signore di Ratzuns, poi quello della Lega Grigia, il sigillo della Città di Coira per la Lega Caddea e poi il sigillo delle Dieci Giurisdizioni. 

Questa pergamena, identica a quella di un vent'anni prima, è la base costituzionale della Repubblica delle Tre Leghe. Rimane in vigore per quasi 300 anni, fino all'invasione di Napoleone del 1798 che porta alla perdita dell'autonomia retica e all'annessione dei grigioni alla Svizzera.

Concordia insuperabilis

Rappresentazione allegorica delle Tre Leghe: nel dipinto a olio Concordia insuperabilis, che il Consiglio di Coira fece eseguire nel 1641, dopo aver superato la fase peggiore delle turbolenze grigionesi . 

 I tre legittimi detentori dello scudo delle Tre Leghe sono combinati in una figura trinitaria, simboleggiata da attributi. 

Una figura di guerriero - o tre figure di guerrieri simbioticamente intrecciate - barbuto, con un'armatura in stile antico, simboleggia (allegorizza) la sovranità, l'unità e il potere difensivo dei Drei Bünde: La spada sta per San Giorgio, lo scettro per la Madonna e la clava per l'Uomo Selvatico!

Come Jakob Stampfer nel 1548, anche Mathias Füssli combinò gli stemmi delle Tre Leghe in un unico scudo nel 1641. Questa combinazione può essere considerata come lo stemma retico.

Commenti

Post popolari in questo blog

Su e giù per la Calanca

Una delle mie abitudini, complice il clima da bisboccia, quando nei capannoni tolgono la musica sull’albeggiare é quella di intonare canti popolari. Piuttosto limitato il mio repertorio, di molte canzoni infatti purtroppo conosco solo il ritornello. Tra queste possiamo tranquillamente annoverare quella della val Calanca " ...dicono che la Calanca piccola valle sia, invece sei la più bella piccola valle mia... " Ma sarà poi vero?   Sfatiamo subito; chi se la immagina stretta, con gole profonde scavate dal fiume si sbaglia, o almeno da Arvigo in su il fondovalle regala ampi spazi L'obiettivo della giornata é recarsi in postale a Rossa. Da qui inerpicarsi alla ricerca di reperti sacrali (alcune cappelle segnalate in zona). Poi scendere lungo la strada carrabile di nuovo a Rossa e da qui seguire il sentiero sul fondovalle cercando di giungere almeno fino ad Arvigo L'antico insediamento della Scata Poco fuori Rossa inizia la salita e subito incontro il primo elemento di in...

Samuel Butler e il passo del Sassello

Cosa accomuna il sottoscritto e Samuel Butler? Fino a ieri pensavo nulla oltre al bianco degli occhi. E invece, per mia grandissima sorpresa un elemento che pensavo solo ed esclusivamente mio. Ultimo tratto verso il passo dal versante leventinese. Sullo sfondo il lago di Prato (2056 m.s.m.) Percorro, o meglio cerco di percorrere, il passo del Sassello almeno una volta all'anno. Sarà perché é un passo poco frequentato. Sono sicuro che in passato non fosse così, in più tratti (come la foto sopra) compaiono delle tracce di intervento umano per facilitare la percorribilità.   Dopo le mie prime tre ascensioni non incontrai persone da entrambi i versanti; sarà perché non conosciutissimo, sarà perché da guadagnare metro per metro (non ci sono carrabili che portano vicino alla sommità) e quindi faticosissimo. Sarà perché bisogna proprio ad andare a cercarselo. In rosso il passo del Sassello Il passo del Sassello E solo dopo l'indipendenza ottenuta dal Cantone Ticino nel 1803, dopo tr...

Le Landeron

“Come i funghi”, si dice solitamente quando ne trovi uno e poco distante immancabilmente ce n’è un altro. Questa regola non é applicabile a tutto ma se ci si reca nell’angolo occidentale del lago di Bienne ci sono due città di chiaro stampo medievale (il mio vero motivo della visita) a pochi chilometri di distanza. Siamo proprio sul confine linguistico francese / tedesco nonché quello cantonale trovandosi Le Landeron cattolica in territorio neocastellano (NE) e La Neuveville  protestante bernese (BE). Quello di Le Landeron si tratta di un ritorno, dopo la visita a La Neuveville scoprii che c'era un museo che però per l'occasione era chiuso, un ritorno é quindi d'obbligo Parte meridionale dell’abitato fotografato dalla sala di giustizia del municipio di Le Landeron Le Landeron occupa una posizione unica nel suo genere nel Cantone di Neuchâtel: un sito di pianura, a 700 metri a ovest del lago di Bienne, su un terreno in leggero pendio, in una regione meravigliosa, costellata...

Da Lugano al Convento del Bigorio

La partenza é fissata alla stazione dí Lugano. So che sarà una sfacchinata, non esagerata ma pur sempre una sfacchinata. Il mese di maggio é agli sgoccioli, hanno iniziato ad esserci le giornate torride, o perlomeno afose. Di buona lena prendo il treno e verso le 09:00 sto già partendo dalla stazione di Lugano.  Per la giornata di oggi conosco alcuni posti in cui transiterò perché già visti da qualche parte, oltre a questi potrebbero esserci luoghi a me tutt'ora sconosciuti e se dovesse capitare mi lascerò piacevolmente sorprendere. San Maurizio in Rovello La prima grande sorpresa giunge alle porte di Lugano, la chiesa di San Maurizio in Rovello La piccola chiesa, addossata a una masseria di origine medievale attestata sin dal 1203, è stata a lungo proprietà degli Umiliati. Sorge sul territorio dell'antico quartiere di Rovello, ed è oggi parte di Molino Nuovo. Il complesso rurale si sviluppa intorno ad una corte centrale di forma triangola allungata, selciata secondo tecniche ...

D.A.F. De Sade - Elogio dell’omicidio

Si proprio quel De Sade. Trovo un libricino in una altrettanto minuscola biblioteca a Biasca. Incuriosito da titolo ed evidente me autore ne prendo possesso. Il racconto narra dell’incontro di Juliette con il pontefice Sisto VI. Juliette pone 4 richieste al pontefice in cambio dei suoi favori sessuali che si riveleranno poi dei più depravati. Quello a colpire é il tema centrale del libro: il papa illustra a Juliette che l’omicidio non solo deve essere tollerato ma é necessario Del divin marchese (1740-1814) la cui biografia oscilla tra il più spinto libertinaggio e lunghi anni di prigionia - in pochi ne hanno saputo parlare con tanta lucidità come George Bataille: "di Sade dovremmo poter prendere in considerazione unicamente la possibilità che offre di calarci in una sorte d'abisso d'orrore che dobbiamo esplorare, e che inoltre é dovere della filosofia esporre, chiarire e far conoscere. Considero che per chi voglia andar fin in fondo nella comprensione di ciò che significa...

Da Einsiedeln a Rapperswil

Einsiedeln é già stata tappa delle mie scorribande , più volte. Questa volta però decido di non fermarmi nella cittadina / nel monastero, ma di usarla semplicemente come punto di partenza. Ed é un bene, perché anche tralasciando questa fonte di aneddoti sto per incontrarne molti altri sul mio percorso Il monastero di Einsiedeln Pronti…partenza…deviazione! Il monastero é già stato visitato a più riprese dal sottoscritto e qualcosa ho già postato qui . Decido di fare la prima ed unica deviazione proprio all’inizio del mio percorso; decido infatti di andare ad esplorare (di nuovo) il cimitero di Einsiedeln, anche perché a posteriori mi sono accorto che durante la mia prima visita mi sono sfuggiti diversi dettagli... Il cimitero di Einsideln  In particolare durante la mia prima visita mi é completamente sfuggito il monumento ai Bourbaki , che di conseguenza é la prima cosa che vado a cercare. Einsiedeln accolse 139 uomini e 63 cavalli dell'esercito francese che si ritirò in Svizzera. S...

L’emigrazione nelle valli ambrosiane

Non ce ne sono tantissime, ma quando viene organizzata una conferenza sulla storia delle nostre vallate faccio il possibile per partecipare. A quella sulle emigrazioni dalle valle ambrosiane giungo appena in tempo e trovo la saletta delle conferenze del Museo di Leventina molto affollata. Giusto il tempo di trovare una sedie in seconda fila e la conferenza inizia.     La compagnia Correcco-Bivio assicurava viaggi in tutto il mondo e con una traversata dice in sei giorni cui celerissimi vapori postali Emigrazione e immigrazione In realtà non si trattava solo di emigrazione, la trasversalità da montagna a montagna faceva sì che ci fossero delle famiglie che partivano dai comuni in altitudine per andare a lavorare nelle città d'Italia e contemporaneamente in questi comuni arrivavano persone da fuori a fare il boscaiolo , per esempio nel mendrisiotto arrivano dalla Val d'Antrona, dalla val Brembana, oppure spostamenti trasversali da valle a valle: dalla val Verzasca si spostavan...

Donne sfiorite

Questo idilliaco quadro l’ho visto due volte in pochi mesi: alla galleria Züst di Rancate e al MASI di Lugano pochi mesi dopo. Ma poco importa. Idilliaco e utopico  Il canto dell'aurora, 1910 - 1912 Luigi Rossi (1853–1923) 1910–1912, olio su tela. MASI Lugano. Deposito Fondazione Antonio Caccia. Acquisto 1913 Sotto un ampio cielo, si apre il paesaggio della Capriasca, luogo di villeggiatura estiva del pittore, in cui sono collocate quattro contadine che intonano un canto, orientate verso i punti cardinali. Il tema dei contadini al lavoro, ampiamente trattato dall’artista, mostra un rapporto sereno fra la natura e l’uomo, mentre la resa pittorica, dalle pennellate parzialmente filamentose, rende il soggetto quotidiano atemporale e simbolico. Quello che importa sono le identiche sensazioni che mi ha trasmesso entrambi le volte. La prima cosa che ho notato sono le gerla: vuote! Finalmente e inesorabilmente vuote! Ci voleva un quadro per una visione simile, che io ricordi non esiste fo...

Una nuova partenza

Ho gestito un blog dal 2004 al 2016 Dal 2016 ho preso una pausa, nel frattempo il mio stile di vita e i miei interessi sono mutati, si potrebbe sostenre che sono passato dall'epoca "tardo bimbominkia" al "consapevole di un esistenza da sfruttare bene", o ancora, come amo dire, aver cambiato la mia stagione umana, che sia da "primavera a estate" o da "estate a autunno" non l'ho ancora capito. Nel frattempo i miei interessi si sono spostati fondamentalmente su due temi: montagna e storia. Perché Suvorov55? Suvorov55 é un nome che riesce a racchiudere entrambe le mie passioni, cosa abbastanza difficile in una parola; si tratta di un percorso proposto da una delle innumerevoli app di escursionismo che propone di ripercorrere il percorso fatto dal generalissimo Suvorov nelle alpi svizzere nel contesto delle guerre napoleoniche, il percorso si chiama appunto Suvorov55 ed é una dei miei innumerevoli obiettivi che mi sono proposto di raggiungere....

Ufenau

L’ho rasentata durante la passeggiata Einsiedeln - Rapperswil, e mi sono fatto ingolosire. La presenza del Huttenwyl li esiliato non ha fatto altro che aggiungerci fascino. Approfitto di una giornata tersa per andare in avanscoperta della piccola ma affascinante isola di Ufenach (o Ufnach). Giusto per approcciarmi in maniera soft prendo il primo battello da Zurigo Bürkiplatz e mi godo il docile ondeggiare verso la parte meridionale del lago Ripresa con un drone da un'altezza di 300 metri: Arnstein, il punto più alto dell'Ufenau con i suoi 17 metri, si trova a destra del molo. Foto: Emanuel Ammon/Aura Cartina del 1844 dell'isola di Ferdinand Keller Dal 1857 i battelli a vapore attorcano a Ufenau. Da quel momento si assiste a un incremento di visite sull'isola e con esso souvenirs come questa cartolina degli anni 1900 Preistoria Le tracce della presenza umana su Ufnau risalgono alla preistoria. I resti di un tempio gallo-romano del II/III secolo d.C. dimostrano che l...