Passa ai contenuti principali

Sti cazzi

Non avrei mai pensato di trovarmi di fronte con immagini sfacciatamente a sfondo sessuale nel mio grande viaggio nel medioevo. E invece nel giro di pochi mesi più volte mi ritrovo faccia a faccia con queste curiosi creazioni. Diverse domande nascono all'istante; chi le indossava? Qual’era il loro scopo? 

Spilla della mia personalissima Wunderkammer

Gioielli medievali audaci

Le insegne medievali erano piccole immagini metalliche spesso indossate dai pellegrini. Molte di esse non corrispondono all'idea che abbiamo di questo periodo, poiché assumono la forma di esseri fantastici con genitali. Nel Medioevo la società era così prudente come si pensa?

Sono realizzati in lega di piombo e stagno, sono appena più grandi di un franco e hanno una spilla o un occhiello per essere attaccati agli abiti: sono i distintivi dell'alto Medioevo. Ne furono prodotti a migliaia tra il XII e la metà del XVI secolo. Ancora oggi, questi piccoli gioielli si trovano regolarmente vicino ai corsi d'acqua, soprattutto nei Paesi Bassi, in Germania, in Inghilterra e in Scandinavia. Sono elencati nel database online kunera.nl.

Questi accessori si presentano in un'ampia varietà di forme. Comprendono semplici ornamenti, rappresentazioni di animali e stemmi che ricordano la famosa conchiglia. Questi e altri motivi religiosi venivano venduti nei luoghi sacri. Oltre a servire come souvenir, si supponeva che contenessero un'energia che infondevano a chi li indossava. Indossando le insegne sui vestiti, il più vicino possibile al corpo, i pellegrini si sentivano rinvigoriti e pronti a continuare il loro viaggio.

Vulva vestita da pellegrina con un rosario in una mano e un bastone da pellegrino nell'altra.

Le insegne di pellegrinaggio e le insegne decorative paragonabili a spille comprendono anche una serie di oggetti che raffigurano soggetti sorprendenti: genitali con braccia e gambe, trasformati in creature fantastiche. Una vulva cavalca un cavallo e punta un arco verso di sé. Un pene alato porta una campana al collo e una corona. Tre peni avanzano in processione, trasportando una vulva incoronata su una barella.

Dal nostro punto di vista contemporaneo, ci vengono in mente una serie di domande: com'è possibile che i genitali venissero esibiti in questo modo nel Medioevo, un periodo che si pensava fosse caratterizzato da un grande pudore? Questa processione era una glorificazione del sesso femminile o una parodia del culto dei santi della Chiesa?

Le insegne non sono gli unici oggetti potenzialmente provocatori del Medioevo che si possono trovare sia in forma oscena che sacra. Molte chiese medievali non sono solo adornate da sculture ispirate alle storie del cristianesimo: sono anche popolate da figure nude che mostrano le loro vulve, da gargoyle che mostrano le loro natiche nude o che tengono un membro eretto in mano.

Personaggio osceno nella chiesa di Orbe

Nel Regno Unito, le Sheela Na Gig che mostrano le loro vulve avevano probabilmente lo scopo di promuovere la fertilità dei campi e della comunità cristiana. Le figure oscene esposte nelle chiese lungo il cammino di Santiago de Compostela dovrebbero proteggere i pellegrini dalle forze demoniache, spaventandoli con le loro smorfie e la loro sorprendente nudità.

Questa tattica di "combattere il fuoco con il fuoco" può essere applicata anche ai distintivi. La storica dell'arte Ruth Melinkoff si è spinta fino a suggerire che questi oggetti raffiguranti i genitali venissero indossati contemporaneamente ai distintivi del pellegrinaggio per dare ai pellegrini una protezione supplementare contro i demoni. Questa ipotesi è suffragata dal fatto che entrambi i tipi di insegne sono stati ritrovati negli stessi luoghi e quindi probabilmente sono stati realizzati negli stessi laboratori. Detto questo, un demone può davvero essere spaventato da un pene alato o da una vulva a cavallo, che sembrano ridicoli rispetto alle sculture smorfiose che adornano le chiese? 

Un'altra teoria è che i genitali che imitano attività cristiane come una processione o un pellegrinaggio siano satira. Devono essere prese al valore nominale, provocando risate e discussioni.

Quindi le rappresentazioni dei genitali in un contesto cristiano non sono così insolite nel Medioevo. Dato che per noi sono una sorpresa, potremmo chiederci se la nostra società di oggi non sia forse più prudente di quella del Medioevo. Il problema dell'interpretazione delle insegne è che oggi abbiamo una diversa percezione delle immagini, soprattutto quando si tratta di raffigurazioni di organi sessuali. È possibile che, per comprendere queste insegne "oscene", non si debbano considerare tali?

Un fallo volante con ali, gambe, corona e collare a forma di campana si trova sia come insegna che come illustrazione nelle decretali di Gregorio IX del 1392.
Bibliothèque Nationale de France / kunera.nl

Proviamo a metterci nei panni di un pellegrino del primo Medioevo. Camminando nei pressi di un luogo sacro, ci imbattiamo in una serie di distintivi in vendita in una bancarella. Oltre alle figure di santi e alle conchiglie di capesante, i nostri occhi sono attratti dai distintivi che raffigurano creature fantastiche con i genitali, proverbi osceni o espressioni. Sorridiamo e pensiamo ai nostri amici a casa. Come sarebbe bello portare loro uno di questi gingilli, che sicuramente alimenterebbero le discussioni al prossimo carnevale, per esempio. In effetti, il mondo capovolto che troviamo ai margini di alcuni manoscritti è uno dei temi ricorrenti del carnevale. Ed è proprio questo il significato dei tre peni che portano in processione una vulva incoronata: la follia sfrenata. I genitali diventano indipendenti dal corpo e creano il loro mondo immaginario.

Mondo alla rovescia. Inversione dei ruoli tra uomo e animale;
il contadino traina il carro sotto la guida del bue. 
Nei carnevali ci si vestiva spesso da animale, mucca, asino, elefante

Thesaurus Pauperum, un compendio medico del XIII secolo che combina nozioni dotte e credenze popolari, riporta centosedici prescrizioni per afrodisiaci, contraccettivi e medicinali per stimolare la fertilità.

Ciò nonostante, l'ipotesi è che il fallo alato con il campanellino raffigurato sulla bottiglia del medicinale sia affine, più che al rapporto sessuale in sé, ai tintinnabula dell'antica Roma, oggetti composti da campane che si appendevano per scacciare il malocchio e producevano un suono che teneva lontano il male 


Il termine malocchio definisce la superstizione secondo cui una corrente maligna scorreva dagli occhi di una persona invidiosa o attraverso l'aria che questa persona aveva respirato. La credenza nel malocchio - che inizia con Esiodo intorno all'800 a.C. - riguardava tutti gli strati della società e contesti diversi. Quelle che venivano considerate le più vulnerabili al malocchio erano le creature in crescita, come i bambini, il bestiame e i raccolti; in altre parole, tutto quanto è essenziale alla sopravvivenza di un gruppo ma è anche fragile e indifeso!

Per contrastare gli effetti del malocchio si usavano iscrizioni, bronzi, spilloni e amuleti apotropaici che lo allontanavano dal suo bersaglio e ne deviavano gli effetti negativi. Molti di questi talismani ritraggono organi sessuali, maschili e femminili.

Il gran numero di insegne che esistono ancora oggi suggerisce che indossarle non era contrario alle usanze e che probabilmente non venivano indossate solo nel periodo di carnevale. Inoltre, la loro diversità è tale che è difficile attribuire loro un unico scopo o significato. Una cosa è certa: gli aghi che talvolta rimangono sul retro dei distintivi dimostrano che venivano indossati apparentemente sui vestiti. Si può quindi scommettere che questi oggetti appariscenti hanno fornito un sacco di spunti di discussione e hanno provocato più di qualche risata

Commenti

Post popolari in questo blog

Su e giù per la Calanca

Una delle mie abitudini, complice il clima da bisboccia, quando nei capannoni tolgono la musica sull’albeggiare é quella di intonare canti popolari. Piuttosto limitato il mio repertorio, di molte canzoni infatti purtroppo conosco solo il ritornello. Tra queste possiamo tranquillamente annoverare quella della val Calanca " ...dicono che la Calanca piccola valle sia, invece sei la più bella piccola valle mia... " Ma sarà poi vero?   Sfatiamo subito; chi se la immagina stretta, con gole profonde scavate dal fiume si sbaglia, o almeno da Arvigo in su il fondovalle regala ampi spazi L'obiettivo della giornata é recarsi in postale a Rossa. Da qui inerpicarsi alla ricerca di reperti sacrali (alcune cappelle segnalate in zona). Poi scendere lungo la strada carrabile di nuovo a Rossa e da qui seguire il sentiero sul fondovalle cercando di giungere almeno fino ad Arvigo L'antico insediamento della Scata Poco fuori Rossa inizia la salita e subito incontro il primo elemento di in...

Samuel Butler e il passo del Sassello

Cosa accomuna il sottoscritto e Samuel Butler? Fino a ieri pensavo nulla oltre al bianco degli occhi. E invece, per mia grandissima sorpresa un elemento che pensavo solo ed esclusivamente mio. Ultimo tratto verso il passo dal versante leventinese. Sullo sfondo il lago di Prato (2056 m.s.m.) Percorro, o meglio cerco di percorrere, il passo del Sassello almeno una volta all'anno. Sarà perché é un passo poco frequentato. Sono sicuro che in passato non fosse così, in più tratti (come la foto sopra) compaiono delle tracce di intervento umano per facilitare la percorribilità.   Dopo le mie prime tre ascensioni non incontrai persone da entrambi i versanti; sarà perché non conosciutissimo, sarà perché da guadagnare metro per metro (non ci sono carrabili che portano vicino alla sommità) e quindi faticosissimo. Sarà perché bisogna proprio ad andare a cercarselo. In rosso il passo del Sassello Il passo del Sassello E solo dopo l'indipendenza ottenuta dal Cantone Ticino nel 1803, dopo tr...

Le Landeron

“Come i funghi”, si dice solitamente quando ne trovi uno e poco distante immancabilmente ce n’è un altro. Questa regola non é applicabile a tutto ma se ci si reca nell’angolo occidentale del lago di Bienne ci sono due città di chiaro stampo medievale (il mio vero motivo della visita) a pochi chilometri di distanza. Siamo proprio sul confine linguistico francese / tedesco nonché quello cantonale trovandosi Le Landeron cattolica in territorio neocastellano (NE) e La Neuveville  protestante bernese (BE). Quello di Le Landeron si tratta di un ritorno, dopo la visita a La Neuveville scoprii che c'era un museo che però per l'occasione era chiuso, un ritorno é quindi d'obbligo Parte meridionale dell’abitato fotografato dalla sala di giustizia del municipio di Le Landeron Le Landeron occupa una posizione unica nel suo genere nel Cantone di Neuchâtel: un sito di pianura, a 700 metri a ovest del lago di Bienne, su un terreno in leggero pendio, in una regione meravigliosa, costellata...

Da Lugano al Convento del Bigorio

La partenza é fissata alla stazione dí Lugano. So che sarà una sfacchinata, non esagerata ma pur sempre una sfacchinata. Il mese di maggio é agli sgoccioli, hanno iniziato ad esserci le giornate torride, o perlomeno afose. Di buona lena prendo il treno e verso le 09:00 sto già partendo dalla stazione di Lugano.  Per la giornata di oggi conosco alcuni posti in cui transiterò perché già visti da qualche parte, oltre a questi potrebbero esserci luoghi a me tutt'ora sconosciuti e se dovesse capitare mi lascerò piacevolmente sorprendere. San Maurizio in Rovello La prima grande sorpresa giunge alle porte di Lugano, la chiesa di San Maurizio in Rovello La piccola chiesa, addossata a una masseria di origine medievale attestata sin dal 1203, è stata a lungo proprietà degli Umiliati. Sorge sul territorio dell'antico quartiere di Rovello, ed è oggi parte di Molino Nuovo. Il complesso rurale si sviluppa intorno ad una corte centrale di forma triangola allungata, selciata secondo tecniche ...

D.A.F. De Sade - Elogio dell’omicidio

Si proprio quel De Sade. Trovo un libricino in una altrettanto minuscola biblioteca a Biasca. Incuriosito da titolo ed evidente me autore ne prendo possesso. Il racconto narra dell’incontro di Juliette con il pontefice Sisto VI. Juliette pone 4 richieste al pontefice in cambio dei suoi favori sessuali che si riveleranno poi dei più depravati. Quello a colpire é il tema centrale del libro: il papa illustra a Juliette che l’omicidio non solo deve essere tollerato ma é necessario Del divin marchese (1740-1814) la cui biografia oscilla tra il più spinto libertinaggio e lunghi anni di prigionia - in pochi ne hanno saputo parlare con tanta lucidità come George Bataille: "di Sade dovremmo poter prendere in considerazione unicamente la possibilità che offre di calarci in una sorte d'abisso d'orrore che dobbiamo esplorare, e che inoltre é dovere della filosofia esporre, chiarire e far conoscere. Considero che per chi voglia andar fin in fondo nella comprensione di ciò che significa...

Da Einsiedeln a Rapperswil

Einsiedeln é già stata tappa delle mie scorribande , più volte. Questa volta però decido di non fermarmi nella cittadina / nel monastero, ma di usarla semplicemente come punto di partenza. Ed é un bene, perché anche tralasciando questa fonte di aneddoti sto per incontrarne molti altri sul mio percorso Il monastero di Einsiedeln Pronti…partenza…deviazione! Il monastero é già stato visitato a più riprese dal sottoscritto e qualcosa ho già postato qui . Decido di fare la prima ed unica deviazione proprio all’inizio del mio percorso; decido infatti di andare ad esplorare (di nuovo) il cimitero di Einsiedeln, anche perché a posteriori mi sono accorto che durante la mia prima visita mi sono sfuggiti diversi dettagli... Il cimitero di Einsideln  In particolare durante la mia prima visita mi é completamente sfuggito il monumento ai Bourbaki , che di conseguenza é la prima cosa che vado a cercare. Einsiedeln accolse 139 uomini e 63 cavalli dell'esercito francese che si ritirò in Svizzera. S...

L’emigrazione nelle valli ambrosiane

Non ce ne sono tantissime, ma quando viene organizzata una conferenza sulla storia delle nostre vallate faccio il possibile per partecipare. A quella sulle emigrazioni dalle valle ambrosiane giungo appena in tempo e trovo la saletta delle conferenze del Museo di Leventina molto affollata. Giusto il tempo di trovare una sedie in seconda fila e la conferenza inizia.     La compagnia Correcco-Bivio assicurava viaggi in tutto il mondo e con una traversata dice in sei giorni cui celerissimi vapori postali Emigrazione e immigrazione In realtà non si trattava solo di emigrazione, la trasversalità da montagna a montagna faceva sì che ci fossero delle famiglie che partivano dai comuni in altitudine per andare a lavorare nelle città d'Italia e contemporaneamente in questi comuni arrivavano persone da fuori a fare il boscaiolo , per esempio nel mendrisiotto arrivano dalla Val d'Antrona, dalla val Brembana, oppure spostamenti trasversali da valle a valle: dalla val Verzasca si spostavan...

Donne sfiorite

Questo idilliaco quadro l’ho visto due volte in pochi mesi: alla galleria Züst di Rancate e al MASI di Lugano pochi mesi dopo. Ma poco importa. Idilliaco e utopico  Il canto dell'aurora, 1910 - 1912 Luigi Rossi (1853–1923) 1910–1912, olio su tela. MASI Lugano. Deposito Fondazione Antonio Caccia. Acquisto 1913 Sotto un ampio cielo, si apre il paesaggio della Capriasca, luogo di villeggiatura estiva del pittore, in cui sono collocate quattro contadine che intonano un canto, orientate verso i punti cardinali. Il tema dei contadini al lavoro, ampiamente trattato dall’artista, mostra un rapporto sereno fra la natura e l’uomo, mentre la resa pittorica, dalle pennellate parzialmente filamentose, rende il soggetto quotidiano atemporale e simbolico. Quello che importa sono le identiche sensazioni che mi ha trasmesso entrambi le volte. La prima cosa che ho notato sono le gerla: vuote! Finalmente e inesorabilmente vuote! Ci voleva un quadro per una visione simile, che io ricordi non esiste fo...

Una nuova partenza

Ho gestito un blog dal 2004 al 2016 Dal 2016 ho preso una pausa, nel frattempo il mio stile di vita e i miei interessi sono mutati, si potrebbe sostenre che sono passato dall'epoca "tardo bimbominkia" al "consapevole di un esistenza da sfruttare bene", o ancora, come amo dire, aver cambiato la mia stagione umana, che sia da "primavera a estate" o da "estate a autunno" non l'ho ancora capito. Nel frattempo i miei interessi si sono spostati fondamentalmente su due temi: montagna e storia. Perché Suvorov55? Suvorov55 é un nome che riesce a racchiudere entrambe le mie passioni, cosa abbastanza difficile in una parola; si tratta di un percorso proposto da una delle innumerevoli app di escursionismo che propone di ripercorrere il percorso fatto dal generalissimo Suvorov nelle alpi svizzere nel contesto delle guerre napoleoniche, il percorso si chiama appunto Suvorov55 ed é una dei miei innumerevoli obiettivi che mi sono proposto di raggiungere....

Ufenau

L’ho rasentata durante la passeggiata Einsiedeln - Rapperswil, e mi sono fatto ingolosire. La presenza del Huttenwyl li esiliato non ha fatto altro che aggiungerci fascino. Approfitto di una giornata tersa per andare in avanscoperta della piccola ma affascinante isola di Ufenach (o Ufnach). Giusto per approcciarmi in maniera soft prendo il primo battello da Zurigo Bürkiplatz e mi godo il docile ondeggiare verso la parte meridionale del lago Ripresa con un drone da un'altezza di 300 metri: Arnstein, il punto più alto dell'Ufenau con i suoi 17 metri, si trova a destra del molo. Foto: Emanuel Ammon/Aura Cartina del 1844 dell'isola di Ferdinand Keller Dal 1857 i battelli a vapore attorcano a Ufenau. Da quel momento si assiste a un incremento di visite sull'isola e con esso souvenirs come questa cartolina degli anni 1900 Preistoria Le tracce della presenza umana su Ufnau risalgono alla preistoria. I resti di un tempio gallo-romano del II/III secolo d.C. dimostrano che l...