Passa ai contenuti principali

Mühlebach e Ernen: Sulle orme di Schiner

28.08.2022.

Quella odierna doveva presentarsi come una tranquilla passeggiatina di fine agosto di max 10km pianeggianti.

Matheus Schiner di Muhlenberg (1465-1522) l'inatteso protagonista di giornata. Il suo vero aspetto rimane un mistero, é stato dipinto a posteri dall’artista sciaffusano Tobias Stimmer (1539-1584) come un ecclesiastico guerriero, con berretto cardinalizio e spada. Il profilo spigoloso, il naso prominente e lo sguardo altiero rivelano grande forza di volontà. Stimmer ha reperito il modello per il ritratto nella raccolta del suo contemporaneo, lo storico italiano Paolo Giovio. Schiner nel 1506 negoziò con il papa Giulio II la fornitura di 150 Confederati per la prima guardia pontificia.

Ne testimonia il fatto che per una delle pochissime volte decido di non portare nemmeno i bastoni con me. Sulla carta in massimo massimo 3 ore (al famoso ritmo di un pensionato sotto i portici di Locarno) dovrei liquidare la pendenza

Il giro in programma, irrisorio, 
a patto che non si faccia avanti e indietro tra i due villaggi per svariate volte....

L'escursione prevede 3 punti salienti:

  1. Il ponte sospeso che attraversa la valle
  2. La visita dei paesini di Mühlebach e Erlen, in uno dei due ci sono le raffigurazioni più antiche di Tell
  3. Un non meglio precisato patibolo, o meglio le rovine di un non meglio precisato patibolo
Il ponte é emozionante, come me lo aspettavo, a metà ponte oso guardare giù ma mi invade una nuova fobia degli ultimi decenni che non so se abbia già preso un nome, la paura di lasciar cadere il telefonino in posto che poi rende impossibile il suo recupero.

Ponte sospeso tra i due capi della valle sopra un giovane fiume Rodano


Salgo poi verso il villaggio di Mühlebach, rimango folgorato dalla vista di due case, davanti a loro degli orti immensi e coloratissime, dietro cime dell'arco alpino.

Fotografo il paesaggio più volte, cercando la perfezione, ma anche dopo svariati tentativi torna quella classica sensazione di impotenza di non riuscire a trasmette nella foro quello che si staglia di fronte.
(tornerò addirittura nel pomeriggio per fare altre foto con tutto il giardino al sole.
Qui sotto una delle tante foto scattate

Scorcio incatturabile nella sua totalità su dispositivo digitale in quel di Mühlebach

Poi mentre girovago per le viuzze del paese la svolta della giornata: sopra la porta di un casa una targa che segnala che in quel luogo sperduto é nato Matheus Schiner.
La prima cosa che penso é "sarà mica QUEL Schiner?"
Si é proprio lui, non si può mai stare tranquilli, mi sento in dovere di stare con gli occhi aperti ed indagare se trovo altri indizi sui suoi primi anni.

La targa che da la svolta alla giornata

Per inciso Schiner era un cardinale che ha guidato gli svizzeri nelle battaglie di Pavia, Novara e infine a Marignano. Quest'ultima in particolar modo é una battaglia epica, molto sentita in Svizzera che merita più capitoli a parte.
Quello che mi aveva sempre incuriosito era il fatto che alla testa dei mercanari svizzeri ci fosse un uomo di chiesa e non un qualsiasi, nobile, re o conte, ma un uomo di chiesa.
Nei dipinti della battaglia é rappresentato con l'abito talare rosso, ma questo é improbabiloe perché sarebbe stato troppo facilmente riconoscibile.

Mi avvio verso la vicina località di Erlen che nel frattempo ho scopreto cistodisce i dipinti di Tell.
Prendo il percorso sulla collina, e lassù trovo i resti del patibolo dedicato ai condannati della regione.
Al suo posto sono stata fatte innalzare tre colonne.

Il patibolo, o quel che ne resta

Da questa antica stampa si evince come doveva essere inversione completa
 (nella stampa non si tratta di Ernen)

Nella zona le sentenze non erano sempre di morte, ma un caso che ho letto mi é poi stato confermato da un abitante della zona, una volta sono stati lasciti penzolare 3 individui per tre giorni, un effetto più dissuasivo per gli abitanti che per ben tre giorni se li sono visti penzolare davanti al naso.

Proseguo verso Erlen, il piatto forte della giornata.
Non vado subito in piazza che raccoglie il clou, ma passo per viuzze laterali; una scritta su una costruzione mi turba, non mi dio pace finché non l'ho tradotta completamente

La scritta misteriosa

Scomodo persino la traduttrice al lavoro per svelare l'arcano, la traduzione é questa: "Vivo e non so per quanto, muoio e non so quando, parto e non so per dove, non so come mai sono tanto felice."
Una specie di "cazzo ti festeggi?" ma più elegante

Arrivo finalmente in piazza, é ricca, pregna di storia, ogni singola costruzione si amalgama benissimo con le altre.
Vedo i famosi dipinti sulla facciata di una casa.

Dipinto nella sua interezza, a sinistra Gualtierino con la mela sulla testa, a scagliarla Guglielmo posizionato subito a destra della grande finestra. tutto a destra l'episodio di Tell (dono dell'obiquità su questa facciata) che uccide il balivo (1578)

Pur non essendo un erneniano (erneniese? Abitante di Ernen insomma) percepisco un certo fermento e agitazione per il paese, date le dimensioni dello stesso ho il vago sospetto che qualcosa sta bollendo in pentola. Non riesco a capire subito il motivo, ma solo più tardi leggendo un cartello mentre vago per il paesello:
C'é una rappresentazione teatrale su Schiner al 500esimo dalla sua morte (facile da ricordare, 30.09 (mio compleanno) 1522.
Non é possibile, capisco che la giornata sarà dedicata a questo controverso personaggio.

Sulla piazza é presente  una sua statua, sono sorpreso, non pensavo fosse tanto amato, infatti avrò modo di consolidare questa mia tesi più tardi

Schiner fa la sua porca figura nel centro della piazza

I biglietti per la rappresentazione teatrale non li ho, potrei anche ritenermi soddisfatto e rientrare, decido però di visitare il resto del villaggio e fare una capatina alla chiesa e in cimitero, sperando di trovare dipinti del cardinale (magari a Marignano) nel primo caso, e un monumento sulle sue ceneri nel secondo.

Giardini comuni di Ernen

Nella chiesa e nel cimitero non trovo nulla, ma qui il colpo di grazia, scopro che in concomitanza con la piece teatrale sono state aperte due esposizioni temporanee nel museo di Ernen e nella cripta della chiesa.
Controllo sul telefono, non mi segnala presenza di musei ad Ernen, eppure é li, c'é il cartello, l'entrata insomma tutto quanto.
Ma é miserabilmente chiuso, una serie di postille mi fanno capire che in data odierna aprirà la cripta alle 15:45 e in seguito il museo. Sono le 12:20, valuto attentamente, orari, se vale la pena restare 3 ore...quando mai ricapiterò qui? Inoltre solitamente apre alle 18, peggio ancora, decido di restare.


Per far passare il tempo torno a Mühlerheim, come scusa prendo quella di tornare al guardino per fotografarlo interamente al sole.
Rientro poi a Ernen, ma non so esattamente dove e chi

Byding my time, fotografo galline per ammazzare il tempo

Poi vedo un  gruppetto di persone in cima a delle scale, molto maleducatamente mi intrometto chiedendo info sulla visita alla cripta. La signora che fa da guida parla esclusivamente tedesco, non mi vengono le parole, così un uomo col cappello che fa parte degli accompagnati si offre per tradurre il francese (in seguito scoprirò essere il regista della piece teatrale su Schiner).
Si é proprio la signora che accompagna nella cripta e apre il museo subito dopo. Decido di starle incollato, e cosi farò finché non lascerò Ernen

Le visite sono piuttosto deludenti, trovo poco materiale si Schiner, un suo abito talare nella cripta il pezzo più rappresentativo

L'abito da parata.

C'é anche un suo ritratto, faccio notare alla guida di come il naso sulla statua sia molto meno accentuato rispetto a quello della statua.

La guida mi dice che non si sa che aspetto avesse veramente, che il dipinto é stato fatto basandosi sulle "caratteristche fisiche di un cardinale".
Per un attimo mi torna alla mente Cesare Lombroso, ma vabb`é qui parliamo di 500 anni prima di Lombroso, é ancora più "comprensibile"
Faccio notare che però in tutti i dipinti ha tratti psicosomatici identici, la guida mi risponde che oltretutto il primo dipinto é stato fatto 50 annui dopo (la sua morte?), e da quel ritratto si é scopiazzato a ripetizione.

Chiedo anche come é percepito Schiner dalla popolazione.
La guida e un altro abitante mi dicono che non é molto amato.
Chiedo come mai della statua, solitamente le statue si fanno a persone degne ad averne una.
La statua é stata commissionata negli anni '60, come per tanti personaggi si sta rivalutando la storia e le sue gesta, questo porta a vedere Schiner (e molti altri personaggi) da un lato più critico.

Ci spostiamo poi al museo vero e proprio.
Su Schiner c'è poco, scatto qualche foto, una in particolare dove in un disegno lo si ritrae a Marignano

Schiner a Marignano nel 1515, il naso "che pisa in boca" é sparito. La didascalia che accompagna la foto recita: "Forse mai nella storia del Vallese una famiglia è stata così odiata come gli Schiner intorno al 1517"

Esco dal museo, osservo la gente che fa la fila per assistere alla pièce teatrale sulla vita del cardinale. Un grosso telo é stato teso sulla piazza per impedire la visione a chi é sprovvisto di biglietto.

Ascolto i primi dieci minuti della rappresentazioni, almeno fosse stata in francese sarei potuto stare un po' di più.

Mentre rientro verso il pone do ancora uno sguardo al villaggio di Mühlebach, sembra incredibile che un personaggio così imponente, un quasi papa (11 voti al conclave)  partito da uno sputo di paese per girare mezza Europa e morire di peste a Roma.

Mühlebach, il paese natale di Schiner.

Proprio sulle sue spoglie ho la maniera di confermarmi che la storia non é sempre una scienza esatta. Mentre per la guida i sui resti non sono mai stati trovati (gli abitanti di Goms sono addirittura scesi a Roma per averle) Wiki riporta che sono stati sepolti nella chiesa di Santa Maria dell'anima, la chiesa in Roma dei germanofoni.

Il personaggio é rilevante e di sicuro interesse, decido di approfondire la sua conoscenza e riportarla a piccoli sorsi in questo blog.

Commenti

Post popolari in questo blog

Insulti e similitudini in dialetto di Airolo

La globalizzazione sta standardizzando tutto, siamo in balia di un appiattimento generale, insulti compresi. Quelle belle chicche di nicchia, sortite da personaggi estremamente arguti e salaci rischiano di andare perse. E sarebbe un peccato, perché almeno gli insulti possono essere riutilizzati con una certa frequenza. Quotidianamente. Ma farlo con una certa estrosità non ha prezzo, insulti talmente fini ed elaborati che potrebbero nemmeno essere capiti dai destinatari. Un rischio che va corso. Assolutamente. Detto questo mi permetto di snocciolare una serie di affermazioni, rigorosamente di Airolo e dintorni,  da sfoggiare nel momento giusto, imperativamente, la gente va insultata con regolarità, il rischio é quello di perdere questo meraviglioso patrimonio.  Leggere e propagare Mocciosi che ciondolano sulla via principale di Airolo, sanababicci Difetti fisici (dalla nascita, malattia o dall’invecchiamento) U pèr un ğatt tirò fò d'um büi : é malconcio, fa pietà; letteralmente...

Festa cantonale ticinese di Lotta Svizzera

“Se assaggi una volta la segatura, poi ti scorrerà per sempre nel sangue”. Il truciolato, rigorosamente di abete e non di castagno (perché le scaglie di quel legno ferirebbero la pelle), è quello dei cinque anelli, ognuno del diametro di 12 metri, sul grande prato a Biasca, dove sabato 20 settembre circa 200 lottatori, tra cui 9 ticinesi e 11 coronati federali, si sono sfidati alla Festa cantonale ticinese di Lotta Svizzera. Si, sono dovuto tornare. A Mollis ho visto molto ma sento manca qualcosa, il clou, la lotta appunto. E con la lotta un sacco di aneddoti legati ad essa.  A Mollis in maniera molto ingenua ero andato allo stand delle informazioni a chiedere se c'erano ancora biglietti " no, da sette mesi non ce ne sono più. Sono stati venduti tutti in 7 minuti ". Evidentemente non mi rendevo conto dell'importanza della festa ma la manifestazione che si tiene a Biasca sembra fatta apposta per darmi l'opportunità di partecipare all'interno dell'arena. de...

Piccolo manuale museale e affini

 Intro Questa piccola guida ai musei e affini non era programmata e nemmeno un obiettivo dichiarato. È nata con le esperienze accumulate nel vario girovagare per musei, monumenti, vicoli più e meno grandi. Piccole accortezze, da applicare con lo scopo di migliorare qualitativamente le giornate dedicate alla visita/vista di qualsiasi tipo di oggetto culturalmente rilevante. "L'opera" é in continuo aggiornamento, una versione finale sarà in coincidenza con la mia dipartita. La vergine di Norimberga presente nel museo del castello di Kyburg;  trattasi di un falso acquistato nei secoli passati dai proprietari del castello per sorprende e intrattenere gli ospiti  La Vergine di Norimberga, spacciata come uno strumento di tortura medievale, è in realtà un prodotto del XIX secolo, un’epoca in cui l’Europa era affascinata da una visione romantica e distorta del Medioevo. Questa riscoperta del Medioevo non era basata su una comprensione storica accurata, ma piuttosto su una visione...

Motivazioni per festeggiare il proprio compleanno - parte 5 - Il vecchio editore

Giungo da Roveredo in perfetto anticipo, ho il tempo anche di gustarmi un Campari soda in piazza grande; la giornata volge al termine ma ho ancora una tappa finale in programma. Essa ha luogo nella ridente Locarno dove per l’occasione sono stati trasportati due vagoni in piazza Grande Vagoni della Pace in piazza grande L’occasione é la presentazione di un libro legato ai patti di Locarno del 1925, tema già accennato nelle settimane scorse. La vera première della serata é la possibilità di visitare il palazzo della Sopracenerina, vera e propria icona della nostra storia Cantonale Il palazzo della sopracenerina alle spalle dei due vagoni Storia del palazzo La realizzazione del Palazzo oggi comunemente definito «della Sopracenerina» – proprietaria dello stabile – data degli anni Trenta dell’Ottocento ed è frutto di una contingenza storica particolare, quella della capitale itinerante, quando Bellinzona, Lugano e Locarno ospitano a rotazione le istituzioni cantonali. La Costituzione cant...

Il leventinese eroe a Lugano e martire a Novara

Giacomo Mottino, un nome che nei miei paraggi rievocherà il cognome Mottini, piuttosto presente sul territorio (ne abbiamo nel comune di Airolo e Quinto, in particolare nella frazione di Altanca). Come ho modo di leggere nelle pagine riportate dagli storici svizzeri il Mottino si rese protagonista in eventi nel momento caldissimo in cui gli svizzeri erano al centro del mondo, (da me nominato l’era delle picche ) giusto prima della epica battaglia di Marignano , alla quale però non prese parte perché morì nella battaglia di Novara due anni prima. Lasciamoci quindi cullare da queste epiche righe che danno modo a noi abitanti di una vallata di gonfiarci il petto e creare qualche canzone a mó di sfottò hockeystico Giacomo Mottino   Due mercenari alla battaglia di Novara del 1513. In questa battaglia ci furono svizzeri sui due fronti e Giacomo Mottino di Leventina fu un protagonista di primissimo piano  Dal Dizionario leventinese Personaggio storico illustre ma pressoché ignoto in ...

Tarasp

Questo il castello visto per l’ennesima volta prima della mia visita su una cartolina acquistata nel chiosco della stazione di Scuol, a pochi km dal maniero.  Web Il castello me l'aveva segnalato mesi prima un compaesano "vai a Tarasp" e per convincermi mi aveva mostrato un paio di foto trovate sul momento in rete. Il fascino é indubbio, difficile resistere per uno come me. Lo annoto nella lista di posti da vedere,  Fin dall'inizio mi resi conto che essendo piuttosto lontano dall’uscio di casa ci voleva una visita ben preparata. Tarasp infatti si trova in Engadina, all'estremo est della Svizzera, zone ancora inesplorate.  Affinando le idee decisi poi di dedicare alcuni giorni agli estremi della Svizzera, dopo due giorni all'estremo occidente (Ginevra) optai per un esplorazione in estremo oriente (Engadina) che mi avrebbe portato tra gli altri posti a Scuol, Sent, Curon , Glorenza e Munstair Ed eccomi arrivato; oggi é il primo giorno e sono appena giunto alla ...

Motivazioni per festeggiare il proprio compleanno - parte 4 - Le tre colonne

Ci vogliono pochi minuti dalla chiesa di San Giulio alle famigerate tre colonne nella campagna di Roveredo. La mia prossima tappa é semplice, spartana dal lato concreto ma carica di significati. Le tre colonne Ci sono tre colonne nella campagna di Roveredo, un collega originario di li mi ha riferito che quando hanno costruito l'autostrada hanno previsto una curva per preservare il sito. Tutto per tre piccole colonne, anzi, avanzi di colonne.... Le tre colonne di Roveredo Incrocio due signore a qualche centinaia di metri dal posto, scambio due parole, sono tentato di chier loro cosa sanno in proposito ma non lo faccio. Avrò modo di scoprire più tardi che le persone del luogo sono tutti a conoscenza della loro presenza e spannometricamente della loro funzione. Nessuno però sa indicare con precisione cosa si svolgeva. Sulla sinistra si intravedono i resti delle tre colonne Dopo pochi minuti giungo in vista del luogo. È a qualche metro dalla strada che costeggia il fiume e che una volt...

Tell ad Altdorf

Come ormai ogni paesello che si rispetti anche Altdorf ha il suo percorso a pannelli. E ci mancherebbe! La presenza tra le sua fila di un certo Guglielmo Tell rende praticamente obbligatoria l'operazione. Mi ci imbatto in una quieta domenica settembrina Il «vero ritratto» di Guglielmo Tell Il «vero ritratto» di Guglielmo Tell è stato fatto negli anni '70 del XVII secolo da un pittore svizzero sconosciuto. Wilhelm Tugginer (1526-1591) completò un addestramento militare e partecipò a diverse campagne militari nella guerra franco-spagnolo-inglese. In qualità di colonnello del reggimento della Guardia Svizzera al servizio della Francia, aveva fatto fare il dipinto per conto di André Thevet, cappellano di corte e cosmografo del re Enrico II, e glielo consegnò nel 1577. L'impatto di questo ritratto, che esiste anche in diverse copie contemporanee e successive in Svizzera, fu enorme. Fu ampiamente diffuso in innumerevoli incisioni su rame e la maggior parte delle raffigurazioni di...

Glorenza

Approfitto della mia tre giorni in "estremo oriente" (con le dovute proporzioni), per penetrare in Italia, o meglio ancora nel ambiguo territorio della Val Venosta. Dopo aver visitato Curon mi sposto a sud per visitare Glorenza. Glorenza é affascinante per una sua caratteristica che difficilmente si riscontra nei villaggi nelle Alpi: le sue mura. Quando si entra da una delle sue tre porte si ha la voglia di scoprirne ogni angolo, di non lasciarsi sfuggire l’occasione di sentirsi catapultati in un altra epoca ad ogni passo che si fa. Per dare un’immagine dell’urbanistica della cittadina la miglio soluzione é dall’alto.  Foto scattata all’esterno del museo storico di Glorenza Ma non bisogna fantasticare troppo, avere la testa tra le nuvole potrebbe diventare estremamente pericoloso, meglio guardare chi arriva, soprattutto dai due assi principali che tagliano la cittadina; se una volta era cavalli oggi i tempi di reazione devono essere più scattanti, perché chi sopraggiunge po...

Ginevra - Theatrum mundi

Quest'estate mi sono regalato un paio di giorni a Ginevra; tutto programmato, tutto pianificato, poche ore e mezz’ore da regalare. Eppure a furia di passare nelle viuzze principali del centro storico tra la cattedrale, il municipio e la Place de Bourg-de-Four non posso fare a meno di notare dei quadri, inconfutabilmente bruggheliani o giù di lì, che fanno capolino in una vetrina che oltrepasso diverse volte. Estasiato dal profumo di XVI secolo (tutto il resto é quasi noia, per parafrasare il compianto Califano) decido di entrare già il primo giorno ma quando finalmente mi do una mossa il negozio ha appena chiuso. Poco male, troverò uno spicchio di tempo per il giorno dopo, perché é sempre una questione di volontà, se si vuole veramente qualcosa ed esso dipende solo da noi lo si può avere. Nessuna scusa. Mi presento così il giorno dopo, malgrado l'orario di apertura sia passato la porta é ancora chiusa. Suono ma nessuno viene ad aprire, ma so che c'é qualcuno all'interno...