Passa ai contenuti principali

Dialetto, aneddoti e freddure di Airolo e dintorni parte 2

Seconda parte dell'incredibile viaggio nel dialetto. In questa parte abbiamo la conferma di come alcuni termini ed epiteti inizialmente pensati per gli animali siano poi utilizzati anche per le persone. C'é roba da far sbacchettare il movimento femminista

Airolo con le rascane

Basalòcc: s.m. Valle, letteralmente abbassa l'occhio, persona insincera dallo sguardo sfuggente.

canarìn baštart: cinciallegra

batidòra: mucca che risulta vincitrice nella lotta con le compagne assicurandosi così un rango di supremazia nella mandria; donna risoluta, dispotica, prepotente

baül: pancia di donna incinta

béisc: sottoveste; s. fig. spreg. donna, ragazza; im béisc l'é dumà n špaventasciss, in négligé, in sottoveste é solo uno spauracchio; cfr. špaventasciss; ròba da béisc, spreg. roba da donne; ui éva dumà quatru béisc, c'erano solo alcune donne; nè par béisc, andare a donne; béisgion donnaiolo

bél uss maia sgiü nota, il bello non nutre. P. Bianconiu annota in Arte in Leventina, coautore A. Janner 1939, pag.104 che "il leventinese realista e positivo non fa gran caso all'arte"

bérgum: bergamasco; ottimi falciatori che d'estate venivano a decine per la fienagione; famosi per la loro resistenza e laboriosità ma anche per il loro proverbiale appetito; i sévi scè da né a tö n sacch rassiöisc par štupài, ero sul punto di andare a prendere un sacco di segatura di legno per saziarli, lett. otturarli

bevéga ted. bewegen, termine del gergo ferroviario, ordine di manovra

biàssiila sü ènča da sgè čé ti sé dré, masticagliela pure già che sei arrivato a questo punto, si dice a persona che insiste per far mangiare chi é restio, con evidente riferimento al fatto che in tempi andati le madri masticavano il cibo ai neonati

a brüščè i bigi uss davénta èsan; a strigliare i somari si diventa asini, come dire che chi perde tempo con gli ignoranti è asino lui stesso

blau nell'espressione fè blau, non presentarsi al lavoro, da ted. da blaue Mäntig, blau mache

; bue, toro;
manè al bò, condurre la mucca al toro per la monta; a čè sò véisc la vaca dal bò, a casa propria é più forte la mucca del toro

böcc, buco; böcc dal fégn, buco, botola attraverso la quale si cala il fieno direttamente dal fienile; véss tacò al böcc, crescere nell'abbondanza con riferimento all'agnello o vitello che in stalla era legato vicino al böcc dal fégn e poteva quindi foraggiarsi a volontà. l'é nicc sü tacò al böcc dal fégn, è cresciuto negli agi e nell'abbondanza

bòda, immondizia, porcheria; varda pö da ciapé sü mia na quèi bòda, sta attento a non prendere qualche brutta malattia. A Faido in ricordo della peste: la čapèla t la bòda

bòiler: scaldaacqua; chél iö ti pò tacal sü al pòšt du bòiler, quello, per levartelo dai piedi puoi appenderlo al posto dello scaldaacqua

bòn, buono, capace, adatto ; l'é gnè bòn da čaè, è un inetto, lett. non sa neanche cacare

Bòrč , Bellinzona; nè a Bòrč, andare alla capitale
borč, borgo

bòsc da ròda, il becco del gregge che veniva tenuto a turno dai proprietari delle capre; s. fig. donnaiolo; pütošt čé tö chèla iö i töi um bòsc ču dà, piuttosto che sposare quella mi prendo un becco battagliero, aggressivo

brach, intensamente fronzuto fino a terra; s. fig. usato per persona piccola, tracagnotta, grassoccia ma robusta

Commenti

Post popolari in questo blog

Suvorov55 - L’epopea di un esercito in Svizzera - Parte2: Risalendo il Ticino

Prosegue il viaggio fianco a fianco del generale Suvorov e la sua armata. Certo non capita tutti i giorni di veder sfilare un armata sotto casa. Quali le reazioni e le ripercussioni e le conseguenze nelle povere terre ticinese? In questa tappa seguiamo l'esercito percorrere un sottoceneri ancora poco stabile sulle sue gambe dopo la scacciata dei Lanfogti Piccolo padre Così la spedizione di Suwaroff in Isvizzera fu decisa: dal suo campo di Asti egli lanciava il 5 settembre 1799 un ordine del giorno pieno di entusiasmo alle sue truppe agguerrite e ben riposate e senz’indugio mettevasi in marcia verso il Cantone Ticino per Gallarate, Varese, Ponte Tresa. Souwaroff era pieno d’umore bellicoso: vecchio d’oltre 70 anni ma arzillo e noncurante dei disagi, ora caracollava frammezzo ai cosacchi ridendo e cantando con essi, ora con parole incoraggianti spronava alla marcia i suoi granatieri , ed i moschettieri mitrati, che in lunghe colonne per sei divoravano le larghe strade lombarde. Fisi...

Museo della riforma di Ginevra 3 - Icone e iconoclastia

In un secolo dove l'analfabetismo si aggira al 90% il potere delle immagini la fa da padrone. Come visto in passato la bibbia veniva disegnata sulle pareti delle chiese, le icone prendevano ancor più piede. E come qualcuno impone delle icone qualcun'altro vuole eliminarle perché non attinenti al suo pensiero. Ecco con parole mia l'iconoclastia: una parola probabilmente udita almeno una volta, ma proprio per quello difficile da ricordare, ma anche se si ricordasse sarebbe assai difficile al giorno d'oggi trovare un iconoclasta praticante....ok, ho capito..... Iconoclastia protestante La Riforma diffidava della superstizione. Combatteva l'infatuazione dei devoti per le immagini e le statue, nel rispetto letterale del secondo dei dieci comandamenti dell'Antico Testamento, che proibisce la rappresentazione materiale di Dio. Nella prima parte del XVI secolo, i riformatori radicali distrussero immagini, dipinti e sculture in campagne iconoclaste, che Lutero, Zwingli ...

L’occhio di vetro

Giungendo un collega in ufficio con un occhio guasto sono iniziate alcune discussioni sull'argomento. In breve tempo, degenerando, ci si é spostati sul curioso tema degli occhi di vetro. In particolare, non ne ricordo l'origine, quella paura di svegliarsi durante la notte e bere quel bicchiere d'acqua appoggiato sul comodino, magari quello contenente l'occhio di vetro. Fantascienza? La storia dell'occhio ingurgitato sa molto di leggenda metropolitana. Molto meno invece l'occhio di vetro. Esso, come molti altri, é uno di quegli argomenti pronti a saltar fuori alla prima occasione valida, occasione che mi si para davanti durante la visita del Moulage Museum dell'università di Zurigo. Esso consiste in u ampio locale in cui sono presenti diverse vetrine contenenti ricostruzioni di tutte quelle orribile malattie che possono accorrere all'uomo. Dalla lebbra alla necrosi passando per le "classiche emorroidi". Di tutto e di più. Nella vetrina dedicata ...

Il Lazzaretto di Milano

Per completare le letture sulla pestilenza che colpì Milano, origine di diversi spunti ( qui , qui e qui ), decido di recarmi direttamente sul posto per cercarne i resti. Si perché se “se non si va direttamente sul posto si gode solo a metà”  Storia del Lazzaretto In un'epoca nella quale le condizioni igieniche erano davvero precarie, nasceva la necessità di adibire alcune strutture alla degenza e all'isolamento degli appestati durante le epidemie. Per questo motivo venne costruito il Lazzaretto, struttura che ogni città avrebbe dovuto avere per garantire un minimo di assistenza ai malati e per difendersi dall'espansione del contagio. Ciò che però non si sapeva era come trattare con la peste. Nei lazzaretti i malati erano di fatto isolati in attesa della morte. Esterno del Lazzaretto e porta di accesso Il primo Lazzaretto di Milano sorse molto distante dalla città, a Cusago tra il 1447 e il 1450, ma si rivelò troppo lontano durante la peste del 1451. Era necessaria una str...

Hotel Dakota

A volte i musei sono nei posti più insoliti. Un evento particolare può infatti essere preso come filo rosso per l'arredamento di un albergo. Questo é quello che hanno deciso i gestori dell'albergo Dakota a Meiringen Hall dell'hotel Dakota di Meiringen L'incidente Il 18 novembre 1946, un Dakota C-53 americano decollò da Vienna con dodici passeggeri per un volo diretto a Pisa. Dopo lo scalo a Monaco, il pilota Ralph Tate decise di sorvolare le Alpi svizzere e sbagliò le condizioni di altitudine. Volando troppo basso, l'aereo sfiorò il ghiacciaio Gauli a 3350 metri di altitudine a una velocità di 280 km/h. L'aereo sbanda nella neve alta, supera dei crepacci e alla fine si  ferma, senza che i 12 occupanti riportassero ferite pericolose per la vita. A bordo c'erano quattro membri dell'equipaggio e otto passeggeri, tra cui quattro donne, alti ufficiali dell'esercito americano e una bambina di 11 anni. La nebbia e i forti venti costrinsero il Dakota ad att...

Giordano Bruno

Giordano Bruno. Scagli la prima pietra che non ha mai udito tale nome. Probabilmente se si conosce il nome si saprà anche come ha finito i suoi giorni; bruciato vivo. Stop. Ma non basta. Così come non basta passare a velocità supersonica in piazza campo dei fiori a Roma per una rapida occhiata al monumento a lui dedicato. Ci sarà pur un motivo se tra migliaia di messi al rogo a lui hanno fatto la statua. Che diamine. Questi i pensieri mentre riguardo gli scatti strappati a Campo dei fiori in una soleggiata giornata primaverile. A distanza di due anni approfondisco il personaggio e il percorso che lo ha portato ad essere ridotto in cenere a Roma, a poche centinaia di metri della capitale di Gesù Cristo Nostro Signore P.S. É un puro caso che il post esca esattamente lo stesso giorno della sua esecuzione. Il monumento  Nel centro di piazza Campo de' Fiori, in mezzo alle bancarelle del mercato e al vagabondare di romani e turisti, si leva il monumento a Giordano Bruno. Il filosofo è tu...

Marignano 1515: la battaglia dei giganti secondo il Traxino

Trovo miracolosamente un altro testo inerente la battaglia di Marignano. Vero crocevia della storia svizzera. Questa pubblicazione risulta particolarmente interessante perché arricchita (quasi la metà del testo) da numerosissime note  L'Europa è in fermento, la prospettiva che un'area geografica di importanza fondamentale come il ducato di Milano sia caduta in mano agli svizzeri e al loro comandante, cardinal Schiner, è ritenuta inaccettabile, seppur con la poco credibile assunzione al trono di un figlio del Moro, Massimiliano Sforza, manovrato dallo Schiner e senza nessun margine d'azione autonoma. Nonostante l'indubbio impegno e coraggio da essi profuso, unitamente alle elevate perdite, durante il secondo giorno è ormai evidente a tutti che il vincitore della battaglia è l'esercito francese. Gli svizzeri cominciano a ritirarsi dal Ducato, protetti da alcune robuste retroguardie, rientrando nei propri territori, ma a testa alta: hanno infatti ben combattuto ed il l...

Il leventinese eroe a Lugano e martire a Novara

Giacomo Mottino, un nome che nei miei paraggi rievocherà il cognome Mottini, piuttosto presente sul territorio (ne abbiamo nel comune di Airolo e Quinto, in particolare nella frazione di Altanca). Come ho modo di leggere nelle pagine riportate dagli storici svizzeri il Mottino si rese protagonista in eventi nel momento caldissimo in cui gli svizzeri erano al centro del mondo, (da me nominato l’era delle picche ) giusto prima della epica battaglia di Marignano , alla quale però non prese parte perché morì nella battaglia di Novara due anni prima. Lasciamoci quindi cullare da queste epiche righe che danno modo a noi abitanti di una vallata di gonfiarci il petto e creare qualche canzone a mó di sfottò hockeystico Giacomo Mottino   Due mercenari alla battaglia di Novara del 1513. In questa battaglia ci furono svizzeri sui due fronti e Giacomo Mottino di Leventina fu un protagonista di primissimo piano  Dal Dizionario leventinese Personaggio storico illustre ma pressoché ignoto in ...

Una nuova partenza

Ho gestito un blog dal 2004 al 2016 Dal 2016 ho preso una pausa, nel frattempo il mio stile di vita e i miei interessi sono mutati, si potrebbe sostenre che sono passato dall'epoca "tardo bimbominkia" al "consapevole di un esistenza da sfruttare bene", o ancora, come amo dire, aver cambiato la mia stagione umana, che sia da "primavera a estate" o da "estate a autunno" non l'ho ancora capito. Nel frattempo i miei interessi si sono spostati fondamentalmente su due temi: montagna e storia. Perché Suvorov55? Suvorov55 é un nome che riesce a racchiudere entrambe le mie passioni, cosa abbastanza difficile in una parola; si tratta di un percorso proposto da una delle innumerevoli app di escursionismo che propone di ripercorrere il percorso fatto dal generalissimo Suvorov nelle alpi svizzere nel contesto delle guerre napoleoniche, il percorso si chiama appunto Suvorov55 ed é una dei miei innumerevoli obiettivi che mi sono proposto di raggiungere....

Gole della Breggia

È proprio vero che un non saprai mai com'é un posto finché non l'avrai visitato. E non basta aver letto o visto più volte sui media. Il parco delle gole della Breggia é un piccolo fazzoletto di terra decisamente stupefacente che si fa largo sulla forte presenza umana in un territorio intoppato come quello del basso Ticino La "capitale" del parco é senza dubbio il vecchio cementificio,  abbandonato da anni. So nche troverò molta geologia e scorci di natura spettacolari. Non ho aspettative ma in cuor mio sento che troverò anche una parte storica in questo pichi km quadrati Il parco  Le gole La ragion d'essere del Parco delle Gole della Breggia risiede nelle rocce che lo compongono e che ne fanno una finestra unica nel suo genere, aperta sul passato della Terra negli ultimi 200 milioni di anni. Ci sarebbe tantissimo da leggere sul lato geologico, ma malgrado ho interessi vastissimi devo fare delle scelte. Scelgo quindi di non approfondire troppo il tema a scapito del...