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Dialetto, aneddoti e freddure di Airolo e dintorni parte 3

Parlando coi colleghi, buttando li qualche battuta nel dialetto che fu mi accorgo che attecchiscono, ma il gap di disconoscenza in atto é troppo grande. Sono consapevole che buona parte di quanto riporto ha vita breve, ma merita per lo meno di essere citata

branchè: prendere, acchiappare; s'it branchi it méti la tešta in mézz ai urécc, se ti piglio ti metto la testa in mezzo alle orecchie; bonaria minaccia ai bambini

brèa: mammella; volgare per seno; la bréa (terza voce singolare del verbo), si dice scherzosamente di ragazza adolescente alla quale comincia a spuntare il seno.

Viale stazione di Airolo

Brégnon o brügnon è il bleniese; il termine è leggermente spregiativo; per brügnòn si intende anche talvolta anche un certo tipo di bleniese un po' aristocratico o meglio tale che si crede. In Leventina al dire dei leventinesi, si é più democratici, le differenze sociali meno marcate; i bleniesi per conto gratificano i leventinesi con il nomignolo di picapörsc.

brèmsa: termine del linguaggio ferroviario, da tedesco bremsen, frenare

Brèssa: Brescia. Mé i pitèi da Brèssa o péisc čé i pitèi da Brèssa: come le puttane di Brescia, peggio delle puttane di Brescia; sembra che queste passavano facilmente da alterchi vivaci a veloci pacificazioni

bròcc: porcile. U végn fò d'um bròcc; la sua genealogia o il suo pedigree lascia alquanto a desiderare

brüta, brüta, brüta: formula recitata dai ragazzi per aizzare il tacchino a fargli fare la ruota

büdel: intestino, büdel čürèt, il retto. Ui à lassècc u büdél čürèt da fe na trumbèta, non gli ha lasciato niente in eredità, solo il retto per fare una tromba.

chèl iö l'é šbach a tiràl cun na gòrda t büdü (bidü), quello per farlo cedere, perché indeciso, basta tirarlo con una corda di burro, ben inteso si tratta in questo caso di una ipotetica corda fatta di burro.

šbòtabügnöi: nomignolo per il soldato sanitario, letteralmente spremibubboni

u pèr un ğatt tirò fò d'um büi: é malconcio, fa pietà; letteralmente sembra un gatto levato da una fontana in cui era caduto.

bumbanin; ombelico. Piaca ti čé t'é mò gné sücc u bambanin, taci che sei troppo giovane, letteralmente non hai ancora l'ombelico asciutto. u bumbanin di chèl iö u taca lit cul firòn t la ščena, di persona eccessivamente magra di cui letteralmente l'ombelico bisticcia con la spina dorsale

bundànza: abbondanza; ironicamente detto di persona non propriamente indispensabile, cioè elemento in più; scé bundanza či vam a čé: vieni abbondanza che andiamo a casa.



Veduta insolitamente spoglia di Airolo, 
strade e ferrovie che intaseranno il fondovalle non sono nemmeno un idea

burél: rocchio; u burélin la l'alegrìa, il pene.
burélitt: così detti i piccoli rotoli di pelle o sodiciume che si ottengono per sfregamento

bušchì: sgravarsi, cacare all'aperto. L'é bél bušchì sòta m böšč sü l'ör du bòšč, é bello sgravarsi sotto un cespuglio sull'orlo del bosco.
bušchìda: l'azione dello sgravarsi

buscì: l'accoppiarsi del becco;

buscìda, aggettivo, di capra montata; quèi out čàpita čé na čèura la réšti buscìda da un čamòss, a volte capita che una capra venga montata da un camoscio

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