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L' uomo selvatico

Che l'uomo proveniente dalla foresta, cresciuto in maniera selvaggia incutesse anche un certo fascino oltre che curiosità é ben riscontrabile in un personaggio come Tarzan.

Ma oltre al fascino ben altre tipologie di reazioni ruotano attorno al virile essere. La visita alla cittadina di Romont, con annesso castello, é solo un ennesimo episodio della serie "uomo foresta" che incrocio; giunto a questo punto non possono non trascrivere alcune considerazioni.

L'uomo selvatico è un archetipo presente nella cultura popolare di molte aree europee, in particolare delle regioni montane; si tratta di un essere umano selvaggio, a tratti semidivino, abitante dei boschi e generalmente raffigurato come ricoperto da vegetazione o da una folta peluria

Museo dell'Homo Selvadego della Valtellina, loc. Sacco (Rovereto, Trento).

«È sostanzialmente un comune mortale che vive al di fuori del consesso umano preferendo i luoghi isolati, la montagna, il bosco. A contatto con la natura ha esaltato al massimo le sue caratteristiche fisiche che gli assicurano la vita: forza, robustezza, fiuto eccezionale per inseguire la preda. È timido, rifugge dal prossimo isolandosi al punto tale da attenuare le sue capacità psichiche fino alla stupidità. Non si lava né si pulisce. Non si rade né si taglia i capelli cosicché questi si fondono raggiungendo le ginocchia. Per questo diventa una figura terrificante esaltata dalla pelle di caprone con cui si ammanta."

Le caratteristiche dell'uomo selvaggio variano a dipendenza della regione

Gli uomini selvaggi sulla Zytturm di Lucerna 

La facciata meridionale della Zytturm di Lucerna è decorata con l'immagine di due uomini selvaggi che sorreggono il grande quadrante. Questa rappresentazione può già essere vista nella Cronaca di Lucerna di Diebold Schilling dell'inizio del XVI secolo.

Zytturm oggi

Nel 1511, lo scriba cittadino Diebold Schilling riportò nella sua cronaca la prima illustrazione del dipinto della facciata. Essa mostrava due uomini rossi con martelli a campana su entrambi i lati dell'apertura del muro e il quadrante dell'orologio con due giganti ("uomini selvaggi"). 
I giganti erano il simbolo della forza e della potenza dei soldati e dei mercenari lucernesi

L'evoluzione della torre dell'orologio

Lucerna dalla cronache di Diebold Schilling, la Zytturm (torre dell'orologio) é la quarta da sinistra in altro, si percepiscono le figure disegnate sulla facciata

L'uomo selvatico a Romont

Nel museo del vetro di Romont si trova una versione differente che quella guerrigliera di Lucerna; in questo caso l'uomo selvatico é in dolce compagnia: davanti a un paesaggio montano, una coppia di uomini selvaggi con capelli verdi, grembiuli di foglie e corone di foglie sul capo fungono da porta-scudo dello stemma comunale. L'uomo selvaggio a sinistra abbraccia il tronco di un albero in segno di forza. Il pittore del vetro ha dipinto una mosca sul fondo blu, che sembra essersi posata sulla lastra come trompe-l'œil. Il bordo rosso del disco rotondo reca la data 1565.

Attribuito a Lienhard Jerli (Friburgo, 1252/27-1565)
Tondo con le armi di Vuisternens-devant-Romont, 1565
Deposito del Museo d'arte e storia di Friburgo

Di tutt'altra natura invece l'uomo selvatico che ha dato il nome di una delle torri di Romont.

In primo piano la “torre del selvaggio”

Questa torre quadrata, un tempo aperta sul lato della città, risale al XIV secolo. Il livello superiore risale probabilmente alla seconda metà del XVI secolo.
Come tutti gli edifici antichi della città, la torre è stata modificata più volte. All'interno, l'altezza dei piani originali è ancora visibile nel piccolo cornicione che la delimita.

La "Tour du Sauvage" si riferisce a un personaggio delle leggende locali: un essere ispido e barbuto che viveva nei boschi e che usciva in primavera per inseguire le ragazze.

Una damigella insidiata da un Wild Man (XIV secolo)

Produzione con lo stampino sugli stemmi comunali

Senza troppi patemi d'animo la figura dei selvaggi viene riprodotta su alcuni vetri, roba da aguzzate la vista...

È il caso ad esempiop degli scudi di Winterthur (scudo immagine a sinistra in alto) e della famiglia Henger (famiglia di Winterthur, in basso)


La figura dell'uomo o della coppia selvaggia divenne una mania artistica a partire dal XIII secolo, che si affermò a lungo nei Paesi germanici, soprattutto grazie alle opere di Martin Schongauer e Albrecht Dürer. Nell'ex Confederazione Elvetica, dove questa iconografia veniva regolarmente trasposta in vetrate, in particolare da Hans Holbein il Giovane 

Uomo selvatico che brandisce un tronco d'albero sradicato, disegno per un dipinto su vetro; con fogliame intorno alla testa e alla vita, tiene il tronco d'albero con entrambe le mani, montagne e alberi alle spalle, incorniciato da colonne e un arco ornato, Hans Holbein il Giovane , 1528

La figura dell'uomo selvaggio incarnava forza, libertà e indomabilità . Ad esempio, il municipio di Meersburg (Baden-Württemberg) possiede due vetrate che, come il pannello londinese, raffigurano anch'esse una coppia di selvaggi con in mano uno stemma, ma che sono chiaramente più antiche: la prima è datata intorno al 1530 e la seconda nel 1582 

Altre due coppie trovate nel museo di Romont sono due selvaggi che tengono lo scudo di Michele di Gruyere di Ban Heinrich del 1543 a sinistra e del conte di Kyburg a destra. In quest'ultimo caso, come visto precedentemente, l'uomo selvatico appare in coppia. Di Zeiner Lukas, verso il 1490

Scudi di Michel di Gruyere a sinistra e conte di Kyburg a destra

Uomo e donna selvaggia di Hans Guldemonn di Norimberga (1545)
The Metropolitan Museum of Art, New York

Quello presente su un sottotetto del centro storico di Aarau é un uomo selvaggio dall'aspetto intimorito

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