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La via Francigena: Giornico - Altirolo - Chiesa San Pellegrino - Chironico - Lavorgo

Il massimo che mi possa succedere é riuscire ad amalgamare i miei due principali interessi: storia e montagna. In presenza di testimonianze storiche "discoste", o meglio, non alla portata di bus o museo questo può succedere. Un caso tipico é seguire le vie di pellegrinaggio che sono disseminate di luoghi di interessi. 

Incontri ravvicinati del primo tipo: chiesetta di San Giorgio di Altirolo

La via Francigena

Lessi di questa via per la prima volta per caso, di sfuggita, su un cartello nei pressi dell'abbazia si St.Maurice (VS)

Oggi ci rendiamo conto, se guardiamo alla realtà e osserviamo attentamente la storia, che c'è qualcosa di più importante dei soldati e delle merci che passano sulle strade: sono le culture. È qui che la Via Francigena può essere considerata, a mio avviso, essenzialmente come un cammino di culture.
Jacques Le Goff (1924 - 2014) - storico medievale

Il cartello dell'abbazia di St. Maurice. 
Qui é rappresentato il tratto con le tappe sul territorio svizzero

L'itinerario rappresentato non passa dalle vallate ticinesi ma bensì da Losanna segue il lago entra nel basso vallese per poi svoltare decisamente verso il Gran San Bernardo all'altezza di Martigny per poi sbucare in Valle d'Aosta.

Questa tratta é confermata da quest'altra carta, le vie francigene si riuniscono in quel di Vevey per poi passare dal Gran San Bernardo, ma di questo non c'é da stupirsi, il colle era già preferito dai romani, esso rappresentava la via più diretta tra il nord e il sud delle Alpi mentre il passo del San Gottardo acquisterà popolarità più tardi, questo non toglie che anche la via Ticinese fosse battuta da pellegrini, questo giustifica quindi quando si parla, a livello allargato, anche di via Francigena nelle nostre valli.

Tutte le strade portano a Roma, per far tappa, e poi per proseguire verso Gerusalemme

A testimoninaza di ciò il documento «Memoriale del 13 aprile 1755 indirizzato dai Leventinesi agli Urani». Il testo ci informa che i rappresentanti del Cantone sovrano si erano unicamente lamentati della gestione  della cattiva manutenzione della mulattiera che conduceva al Passo del San Gottardo, detta la Strada Francesca (una altro nome per indicare la via Francigena).

La via odierna

L'itinerario odierno prevede la partenza dalla "capitale artistica" della Leventina (Giornico), per inerpicarsi nel bosco verso Chironico (punto più alto della giornata) e poi scendere verso Lavorgo


Sono previsti 564m in salita e 315 in discesa. La tratta più impegnativa sono dalla chiesa di San Pellegrino fino ad alzarsi a "quota Chironico", indicativamente dal km 3 al km 5 in cui il sentiero monta di circa 300m.

Altirolo

Il primo monumento di interesse é la chiesetta di Altirolo. Questo groppuscolo di case ora conta una quarantina di abitanti mentre nel 1600 si arrivò fino a 400 abitanti

La chiesetta all'entrata del paesino

Non posso fare a meno che entrare per un occhiatina.
Contrariamente a quello che mi aspettavo nessuna rappresentazione di San Rocco, o San Sebastiano, la chiesa infatti fu dedicata a Santa Maria Maddalena, San Maurizio e San Giorgio.
Solo quest'ultimo é ricordato attualmente dai residenti.

La dedizione per San Giorgio é confermata dai due splendidi affreschi laterali, dei quali il primo (ma é veramente lui?) in apertura del post e il secondo qui sotto rappresentato

San Giorgio sconfigge il drago (draghetto in questo caso), verosimilmente associato al santo che sconfigge la peste, anche se solitamente i santi rappresentati in Ticino come protettori del tragico morbo erano San Rocco e San Sebastiano

La chiesa fu edificata nel 1768 dai sopravvissuti alla peste del 1630 (peste Borromea) dove morirono 265 persone e 122 sopravvissero.
Altro personaggio che mi salta all'occhio é sopra l'altare; una donna intenta ad ammirarsi allo specchio. 

Maddalena penitente 

Dopo breve ricerca trovo la conferma che trattasi di una Maddalena penitente, anche se la sensazione che trasmette é molto meno angosciata rispetto a dipinti universalmente famosi

Georges de la Tour, Maddalena penitente, 1640 circa, 
dipinto presente al Metropolitan Museum New York.

Ma da New York ritorniamo ad Artoito (!) e alla gita odierna, il momento clou é poco distante.

La chiesa di San Pellegrino

Dopo una breve tratto in salita si giunge in vista della chiesa che si staglia in una radura nel bel mezzo del bosco.

La chiesa da un stampa di fine XIX secolo di Johannes Weber

Dal Martirologio di Chironico risulta essere stata consacrata il 9 agosto 1427 dal vescovo Rolando.
Isolata dall’abitato, sorge lungo la via che anticamente saliva la valle lungo la sponda destra, aggirando l’ostacolo della Biaschina e conduceva i viandanti dalla Lombardia alla Svizzera centrale attraverso il valico del San Gottardo. Questo tragitto fu sostituito nel 1560 dalla cavalcabile tagliata nelle rocce della Biaschina e, a partire dal 1830, dalla carrozzabile che segnò il percorso della futura strada cantonale.

Un colosso nel bosco

La grotta

Ancor prima però non mi sfugge poco distante sulla sinistra un capitello sopra una grotta:

"soto questa capela vi era l'abitazione ove San Pelegrino visse"

In passato ho già incontrato Santi eremiti che si sono ritirati a vivere in una grotta (Sant'Orsino per dirne uno). Sul sito del Comune di Giornico si ridimensiona subito la leggenda e si passa da "dove visse" a un molto più plausibile "dove dormì".

Prima di lanciarmi nella chiesa faccio un giro al suo estenro, sulla facciata che da verso oriente (e l'entrata proncipale) si notano sebbene ancor sbiaditi gli enormi stemmi di Leventina e Uri a ricordare che la leventina era un baliaggio urano, dall'alto la madonna ha tutto sott'occhio

Lo stemma di Faido é ancora ben riconoscibile. La mano in alto a sinistra é comparsa dopo la "rivolta" della Leventina del 02.06.1755, gli affreschi sono quindi successivi.

Il giudizio universale

La chiesa é chiusa a chiave (giustamente) ma scaricando un app e lasciando i propri dati é pssibile aprirla. Una volta entrato rimango abbagliato dal dipinto sulla parte di fondo. Mi chiuso la porta dietro, voglio godrmi la chiesa tutta per me per un attimo.

Giovanni Battista Tarilli e Domenico Caresana, da Cureglia,  Giudizio Universale (1589). 

Le star

Nella parte alta, appena sotto l'altissimo (giustamente) stanno le star, i santi già affermati con un posto fisso nell'alto dei cieli. Essi sono rigorosamente divisi per sesso, a sinistra le fanciulle a destra i maschietti. Tra questi ultimi San Pietro con le chiavi del paradiso e la special guest San Pellegrino. Ai loro piedi l'agnello offerto in sacrificio

San Pellegrino, San Pietro e l'agnello più altri santi più o meno affermati

Gli inferi

In basso le scene più forti che riportano all'infermo e al purgatorio; sulla destra si assiste ad una discesa agli inferi.

Poco allegra la situazione in cui sono incappati i personaggli in questa zona dell'affresco

Osservando con attenzione l'angolo in basso a destra mi riemergono alla mente alcune analogie.

Il condannato sputa fiamme dalla bocca e sta per essere divorato da un mostro

Le fiamme che escono dalla bocca sono le stesse rappresentate nell'episodio di San Nicolao e i giudici corrotti.
A tre giudici corrotti escono le fiamme dalla bocca, visione di San Nicolao

Il mostro che tutto divora invece é presente sia nelle arcate delle cattedrali di Friborgo e Berna

Cattedrale di San Nicolao a Friborgo; dettaglio della parte destra dell'arcata destra, analogamente a San Pellegrino i condannati vengono ingoiati da un mostro.

La via verso i cieli

Sulla sinistra invece l'ambiente sembra leggermente più rilassato, malgrado i protagonisti siano a bagno maria sembrano imprecare e pregare per poter accedere al cielo, sperano in quello che oggi chiamiamo comunemente ripescaggio. La presenza di teschi é comunque poco confortante. 

Il cartello nell'angolo in basso a sinistra indica la retta via

Completamente sulla sinistra invece una fila di persone sale al cielo, il cartello in basso conferma la buona direzione mentre dall'alto un grazioso mini dinosauro osserva con attenzione i nuovi arrivati.

Il resto

Il maestoso dipinto del giudizio universale offusca e fa inevitabilmente passare in secondo piano tutto il resto contenuto nella chiesa. Diverse figura i sono raffigurati alle pareti

Santi e vizi capitali

L'attenzione viene catturata da una donna, in basso a sinistra, che sputa fuoco mentre nella mano destra tiene un serpente tutt'altro che mansueto

L'avarizia, uno dei 7 vizi capitali

Leggendo poi semplicemente la scritta dietro la identifico come l'avarizioa
Avaritia radix omnium maloru => L'avidità è la radice di tutti i mali

Volendo poi dare un occhiata verso l'altare la vista rimane deturpata dalle sbarre, l'accesso é chiuso.

Riesco perlomeno a identificare il personaggio nella nicchia a destra anche se sorge l'ennesimo mistero.

IL personaggio é San Pellegrino,  le due gambe appese ai lati si trattano di un Ex voto per una grazia ricevuta (G.R.) dopo aver invocato il santo in questione.

Ex voto a forma di arti (solitamente mani, braccia, gambe, seno (per una gravidanza?) o cuore (più in generale) erano portati nei vari villaggi da venditori ambulanti. Le dimensioni delle gambe nella chiesa fanno pensare a qualcosa fabbricato direttamente in loco, forse da una famiglia benestante.

Esempi di ex-voto anatomici nel museio "Cà da Rivöi"

È ora di lasciare la chiesa, ho apprezzato immensamente questo momento in perfetta solitudine all'interno della chiesa, dopo tutte le persone che qui si saranno fermate per una decina di minuti é stata tutta mia.

Torre dei Pedrini

Dopo aver incrociato alcune cappelle (tra le quali oltre ai soliti, San Nicolao é spesso raffigurato) giungo nella ridente Chironico. Fina da lontano colpisce una torre in mezzo al paese. Si tratta della torre Pedirni

La Torre dei Pedrini è un tipico esempio dei castelli a torre che erano comuni nei villaggi medievali del Ticino. Molte di queste torri sono però scomparse, tanto che non è più possibile determinarne l'esatta ubicazione. Sebbene non esistano testimonianze scritte di altri castelli a torre, il castello di Chironico può essere attribuito a una famiglia citata in documenti del XIII secolo.
Sono i Signori della Torre di Chironico, di cui un certo Giovanni appare per la prima volta in un documento del 1268. È probabile che questa famiglia prenda il nome dalla torre in questione.


La torre medioevale, che sorge a sud del abitato, detta “dei Pedrini”: è una costruzione quadrangolare del XIV secolo a 5 piani con feritoie e aperture asimmetriche, che presenta un tetto a due spioventi.

Già prima della scomparsa dei Sires della Torre di Chironico, intorno al 1400, i Visconti di Milano si erano impadroniti dei diritti di signoria in Leventina (intorno al 1350). La torre di Chironico era quindi anche in loro possesso. Pur non essendo una struttura militare importante, poteva essere considerata un emblema della sovranità milanese, e in tempo di guerra poteva ospitare una piccola guarnigione.

La torre non sembra aver avuto un ruolo importante nella lotta del XV secolo tra gli Urani e il Ducato di Milano per la Leventina. Quando la parte bassa della valle cadde nelle mani degli Urani nel 1441, la torre di Chironico non fu più soggetta ad alcun diritto signorile, tanto da essere considerata un edificio privato e, in quanto semplice abitazione, non fu vittima né di attacchi militari né di disordini politici. 

Il nome Torre dei Pedrini è di origine post-medievale e si deve a una famiglia patrizia leventinese che per qualche tempo ne fu proprietaria.

Chiesa di Sant'Ambrogio

Sapevo che c'era ancora una chicca ad attendermi, avevo visto in passato di sfuggita alla tele un dipinto di una delle due chiese presenti a Chironico, più precisamente nella vecchissima chiesa di Sant'Ambrogio.

La chiesa di S. Ambrogio a Chironico fu costruita in forme romaniche sulle fondamenta di una cappella precedente databile al IX secolo. L'esistenza di una chiesa intitolata a S.Ambrogio, nettamente distinguibile dall'altra chiesa di Chironico, S. Maurizio, è testimoniata a partire dal 1223 da una serie di documenti custoditi presso l'Archivio Parocchiale del paese.

Entro, a differenza di San Pellegrino non ho la certezza di averla tutta per me e inoltre gli affreschi sono più incompleti, ciò nonostante l'impatto é di sicuro effetto

L'eterno derby

Un diavolo che ha infilzato un bambino e dall'organo a forma di serpente (questo farebbe pensare la soggettiva) affronta un santo che sembra volerlo solleticare con una smilza stanga di legno mentre nell'altra mano regge una bilancia con all'interno altri due bambini. Potrebbe trattarsi di una V.0. della giustizia?

Arruffianarsi la morte

Regalie, bustarelle, perché non dovrebbero funzionare anche con il male in persona?
Le due persone, vestite con tessuti ricchi, sembrano cercare di corrompere la morte porgendogli regalie.
 
Parte della scritta recita : EGO SUM MORS QUE OMNIA MORDEO / IO SONO LA MORTE CHE MORDE TUTTO

Ma la morte non fa sconti, tutti saranno falciato prima o poi, ricchi, poveri, cardinali e mentecatti; è il principio delle danze macabre viste in svizzera tedesca, dove la morte, a differenza di questo dipinto, si prende gioco dei viventi. Nella struttura del Kappelbrucke di Lucerna, sotto le travi si possono ammirare diverse danze macabre. Molte altre sono presenti in svariati musei, uno su tutti Berna

Danza macabra con ecclesiastici, Kappelbrucke Lucerna

Danza macabra sempre con ecclesiastici, museo di storia di Berna

In pasto alla bestia

Anche in questa chiesa si assite alla comitiva di condannati che vengono spinti nelle fauci di un mostro.
Sembra quindi un abitudine dei tempi rappresentare in questo modo l'inferno, non solo con fuoco e fiamme ma anche con una , seppur orribile, fine dei patimenti.
Del mostro si intravede solo la parte del muso e il cranio. A sinistra un diavolo li raccoglie mentre già stanno bruciando presumibilmente per poi spingerli verso il mostro. Sopra assistono atterriti alla scena altri condannati (?)

L'inferno, dipinto anche qui sulla parete di fondo verso l'uscita, come a ricordare a chi sta per lasciare la chiesa di seguire una vita retta per non finire in bocca a qualche "babau" affamato

Presenze mitologiche

Due presenze mai viste prime poi mi lasciano pieno di ulteriori domande, angeli con teste di animali svolazzano tenendo dei libri, mentre sotto di loro un cavaliere porge una testa mozzata ad una dama intenta a mangiare

La spada insanguinata lascia adito a pochi dubbi. 
La testa mozzata ha un espressione comunque serena.

Esco dalla chiesa, ed inizio ad avviarmi verso Lavorgo che raggiungerò in pochi minuti.
La giornata é stata piena di sorprese, di meraviglie, di opere che vivevano vicino a me da 45 anni e che io non avevo mai avuto la briga di visitare.
Da un lato sono felice ma dall'altro so che non proverò più le stesse emozioni della prima volta quando tornerò, si perché tornerò, una parte di me é rimasta imprigionata in San Pellegrino

Mi sono chiuso dentro, siete rimasti fuori

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