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Due "chronicles" "assillanti"

 Nel mio vagare per musei può capitare di imbattersi più volte sullo stesso soggetto. Uno dei primi che ho notato sono stati i biscottoni dell'armata Bourbaki trovati a Lucerna prima e San Gallo dopo. Lo stesso dicasi per il cristo a dorso di un asino con tanto di rotelle, questa volta la trasferta é stata fatta sull'asse Zurigo San Gallo.

Un altro paio di illustrazioni, prese dalle cosiddette "chronicles" (ovvero le cronache, ma da oggi etichettate "Chronicles") mi sono capiutate più volte. SOno due "chronicles" particolari, diverse dai soliti uomini con drappi e drappeggi sotto le mura da conquistare o inntenti a sbucciarsi le gionocchia davanti a qualche eminenza. Oggi visitando il cstello di Frauenfeld, sede del museo di storia del canto Turgovia, ho posto l'attenzione su di essi cercando di svelare gli enigmi.

Chronicle I: incidente di una non specificata eminenza


L'immagine raffigura un carro capottato, la figura al suo interno non sembra particolarmente scossa, mentre i due personaggi all'esterno sembrano subito esentarsi dal disastro e scagliarsi la colpa l'uno contro l'altro. La folla che segue il carro osserva con aria cinicamente annoiata

Gli unici personaggi sotto schock sembrano i due uomini con le braccia alzate. 
Anche uno dei cavalli osserva incuriosito

Leggendo il trafiletto che accompagna l'immagine si viene a sapere che si tratta dello "...schianto del carro papale sull'Arlberg. Papa Giovanni XXIII e il suo seguito percorrono la pericolosa strada alpina verso Costanza nell'autunno del 1414. Si dice che la carrozza del Papa si sia ribaltata sul passo dell'Arlberg. Il cronista Ulrich Richental riferisce che il Papa ebbe un incidente poco dopo aver attraversato il passo innevato. È stata tramandata la sua esclamazione: "Io giaccio qui in nome dello spirito santo". Questo episodio è stato in seguito interpretato come un cattivo presagio.
L'entourage del Papa conta circa 6000 persone, tra cui nove cardinali e diversi vescovi. Fino all'arrivo a Kreuzlingen, il 27 ottobre, l'entourage percorrerà circa 20 chilometri al giorno. Una velocità di spostamento notevole per l'epoca"

Versione rinvenuta nel museo di Rosberg di Costanza e tratta lalle "Chronik des Konzils zu Kostanz 1414-1418 di Ulrich Richental

Chronicle II: festa di tiro

Nella seconda cronaca del 1458 (ma riportata solo nel 1513) va in scena una festa di tiro, alla balestra per la precisione. Non nego la mia meraviglia nello scoprire che già in così tempi remoti ci fosse una festa di tiro.

Come si può vedere nei disegni dell'epoca, le postazioni di tiro erano formate da casette di legno nelle quali erano appese le balestre, e da dove i tiratori miravano al bersaglio. Accanto a quest'ultimo, protetto da una piccola cabina di legno, stava l'indicatore con una lunga paletta in mano.
Dopo il tiro l'indicatore segnalava al tiratore con la paletta dove aveva colpito e quanti punti aveva ottenuto. In alcune postazioni di tiro della Svizzera che non si sono ancora dotate di visualizzatori elettronici c'è ancora oggi qualcosa del genere, come ad esempio a Bellinzona.

Quello che però più mi balza all'occhio vicino al box dei bersagli, é l'animata scena appena fuori dal recinto di tiro sulla destra, non riesco a capire se tutta questa animosità sia positiva o negativa e se una caratteristica tipica delle feste di tiro. Spero che il trafiletto che accompagna la scena possa svelare l'arcano..

Il box di tiro con tanto di ruote fa pensare ad una tournee itinerante per questo genere di feste.

Ed ecco la descrizione: "Alla Schützenfest del 1458 a Costanza, si dice che una moneta bernese sia stata derisa come "Kuhplappart". Scoppia la tensione tra gli Svevi e i Confederati.
Nel XV secolo, le feste del tiro a segno godettero di una grande e diffusa popolarità. I premi elevati e le vincite alla lotteria attirano un pubblico nazionale.
Vengono fondate numerose società di tiro, su cui si basa l'organizzazione bellica. I tiratori con balestre, archi o fucili si riunivano in gruppi individuali, che coltivavano anche la socievolezza."

Trattasi quindi di sonori sganassoni quelli sulla destra, decido di indagare e sopro che l'episodio é all'origine della guerra dei plappart: nel 1458, la città di Costanza organizzò una gara di tiro con premi, il più alto dei quali era un cavallo bardato del valore di 24 fiorini, e invitò i vicini circostanti, compresi i Confederati. Si presentarono 250 ospiti, tra cui molti confederati.

Quando, nel corso della festa, un tiratore di Lucerna volle pagare un cittadino di Costanza con un plapart bernese, quest'ultimo si rifiutò di accettarlo, "non avrebbe preso un plapart di mucca". 
Il cittadino di Lucerna lo prese come un insulto a se stesso e al suo popolo, pensando agli appellativi ingiuriosi di "Kuhghner" e "Kuhmäuler" che erano stati lanciati contro di loro dopo la guerra di Svevia. Ne è seguita una lite e una colluttazione. 

La cronaca di Costanza di Dacher racconta che fuori dalle mura della città, nel Brühl interno, scoppiò una lite in cui Heinrich Waldmann di Zurigo fu gettato a terra e Hans von Kappel, sindaco di Costanza, fu picchiato durante il tumulto. La disputa fu risolta, ma nonostante ciò Waldmann corse a Lucerna, dove Hasfurter si prese cura di lui e riuscì a radunare 800 uomini e a marciare verso Weinfelden nella settimana precedente la festa della Santa Croce in autunno. 

I Confederati si spostano a Costanza nella guerra di Plappart (1458)

Lucerna considerò il trattamento subito come una violazione della libera condotta promessa e partì sotto il comando del capitano Ritzi. Marciarono fino al castello di Weinfelden, davanti al quale si radunarono circa 4000 confederati. Sciaffusa inviò le sue truppe a unirsi ai Confederati. L'11 settembre, il sindaco e il consiglio di Costanza scrissero a Lucerna e si offrirono di fare ammenda. Con la mediazione di Lord Sax di Bürglen, i Confederati furono convinti a ritirarsi in cambio del pagamento di una tassa sul fuoco di 2000 fiorini da parte di Berthold Vogt di Weinfelden e ad accamparsi davanti a Costanza, di cui devastarono i dintorni.

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