Passa ai contenuti principali

L’occhio di vetro

Giungendo un collega in ufficio con un occhio guasto sono iniziate alcune discussioni sull'argomento. In breve tempo, degenerando, ci si é spostati sul curioso tema degli occhi di vetro. In particolare, non ne ricordo l'origine, quella paura di svegliarsi durante la notte e bere quel bicchiere d'acqua appoggiato sul comodino, magari quello contenente l'occhio di vetro.

Fantascienza? La storia dell'occhio ingurgitato sa molto di leggenda metropolitana. Molto meno invece l'occhio di vetro. Esso, come molti altri, é uno di quegli argomenti pronti a saltar fuori alla prima occasione valida, occasione che mi si para davanti durante la visita del Moulage Museum dell'università di Zurigo. Esso consiste in u ampio locale in cui sono presenti diverse vetrine contenenti ricostruzioni di tutte quelle orribile malattie che possono accorrere all'uomo. Dalla lebbra alla necrosi passando per le "classiche emorroidi". Di tutto e di più. Nella vetrina dedicata agli occhi poi di colpo mi si parano davanti: una valigetta piena di occhi di vetro che non avevo mai visto. E qui già la prima sorpresa, non si tratta di una sfera ma di una semisfera.

Moulage

Prima di tutto occorre però fare chiarezza sul termine moulage e sul suo scopo.

Lo scopo del moulage è quello di rendere la simulazione completa in ogni sfaccettatura, riproducendo con tecniche di trucco, condizioni mediche su cui intervenire (ferite, ustioni, contusioni…..).

L’importanza del trucco ad alta fedeltà è stata compresa nel secolo scorso. Secondo documenti storici nel 1939, durante la seconda Mondiale, l ’esercito Britannico utilizzò il moulage truccando attori professionisti su cui riproducevano varie ferite e patologie riconducibili al un conflitto armato in essere.
L’ obiettivo era semplice: preparare maggiormente il personale sanitario alla visione di ferite e traumi che si potevano verificare in guerra, facendo loro acquisire velocemente la lucidità ed il coraggio indispensabili in ogni tipo di emergenza bellica


Negli 1944 in Gran Bretagna, Danimarca e Svizzera, di seguito in Francia nel 1950 ed in Svezia nel 1953, iniziarono a prendere sempre più campo le discipline delle patologie simulate e truccate.

Moulages

Per piombare sull'argomento, e riportare almeno uno degli innumerevoli moulage presenti nella stanza museo scelgo uno dei meno impressionanti presenti

Pterigio

Lo pterigio è un'escrescenza benigna della congiuntiva che cresce lateralmente verso la cornea e può estendersi ad essa. Non è raro e si verifica in circa il 2% della popolazione. Si ritiene che gli agenti irritanti cronici come la polvere, il vento e i raggi UV ne favoriscano lo sviluppo, il che spiega la sua prevalenza tra gli agricoltori e i marittimi.

 A seconda della sua gravità, lo pterigio provoca una sensazione di corpo estraneo, arrossamento o disturbi visivi se cresce nella cornea. Può essere rimosso chirurgicamente, anche se è possibile ricorrere alla radioterapia.

Tra le cause che determinano la comparsa di pterigio, la principale è l'esposizione prolungata a sole, vento, polvere ed aria particolarmente secca. Gli individui maggiormente colpiti da pterigio sono alpinisti e marinai, o comunque tutti coloro che sono frequentemente esposti agli agenti atmosferici sopraelencati.

Herpes Zoster

Herpes zoster optalmaticus al 6° giorno di malattia. L'uomo di 47 anni, altrimenti sano, si è ammalato sei giorni prima dello scatto della foto con un dolore e una sensazione di corpo estraneo nell'occhio sinistro. Il giorno successivo ha avuto brividi, malessere, stanchezza ed è andato a letto. Al risveglio, il mattino seguente, aveva un'eruzione cutanea e pustole sulla fronte e sul naso con una sensazione di bruciore. Anche l'occhio sinistro era molto infiammato. Non riusciva più a vedere chiaramente. Il medico gli prescrisse impacchi di acqua di piombo, che erano sbagliati a causa della malattia cornuta. L'annebbiamento della vista è quindi aumentato. Al momento del ricovero in clinica, le vesciche si erano già seccate in croste, come mostra la foto.


Le palpebre sono un po' edematose, la congiuntiva fortemente arrossata e gonfia. La cornea secernente è stata privata dell'epitelio quasi fino al bordo. Da qui il bianco-grigio è torbido. La sostanza corneale mostra anche un'opacità diffusa, tanto che la pupilla medio-larga è quasi invisibile. La sensibilità è leggermente ridotta nella zona della prima branca del nervo trigemino. Sulla cornea si annulla, ad eccezione della zona marginale. 
Rimane una certa sensibilità nelle aree rotonde. Dopo l'ustione finale, l'epitelio della cornea diminuisce lentamente entro 14 giorni e la cornea rimane leggermente sollevata. Tuttavia, a sei settimane dall'inizio della malattia, la cornea è ancora in gran parte irriconoscibile. La superficie della cornea e il tessuto circostante sono diffusamente e a chiazze offuscati da macule, tanto che la pupilla è appena visibile. Si riconosce la cornea soprattutto in concomitanza con la pelle.

L'occhio di vetro

La storia dell'occhio artificiale risale al III millennio a.C.. Nell'antico Egitto, in Grecia, a Roma e in Cina, gli occhi artificiali venivano realizzati in vari materiali come avorio, metalli e pietre preziose come gioielli per tombe, per maschere, mummie, bambole, statue di dei ed eroi.

L'uso di occhi artificiali come protesi in ambito medico è documentato soprattutto a partire dal Rinascimento. Il famoso chirurgo militare francese Ambroise Paré (1510-1590) descrisse due diversi tipi di occhi artificiali:
  • L'occhio protesico, l'ecbléphara, un occhio dipinto su pelle per coprire l'occhio malato o mancante, simile a una benda.
ecbléphara
  • L'ipobléphara, un occhio a forma di coppa che viene inserito dietro le palpebre. Questo è ancora oggi utilizzato in una forma simile fatta di vetro.
ipobléphara

All'epoca di Paré, l'occhio ad intarsio o a coppa era realizzato in metallo smaltato ed era quindi pesante e scomodo da indossare. Dalla fine del XVI secolo si sviluppò l'occhio artificiale in vetro. Una delle basi era la produzione di vetro colorato a Murano, alle porte di Venezia.

Ambroise Paré che usa la legatura a Damvillers di Ernest Board (1877-1934).

In Francia e in Germania, in particolare, fu promossa la produzione di occhi artificiali in vetro per le protesi, la fabbricazione di bambole e la tassidermia. All'inizio del XIX secolo, Parigi era considerata il centro delle protesi oculari in vetro o smalto. 

Il protesista oculare francese Auguste Boisonneau (1802-1883) introdusse il titolo professionale di oculista, utilizzato ancora oggi.

A partire dagli anni '30 del XIX secolo, il soffiatore di vetro Ludwig Müller-Uri (1811-1888) di Lauscha, in Turingia, rivoluzionò la produzione di protesi. Tra le altre cose, sviluppò una nuova tecnica per raffigurare l'iride colorata e inizialmente trovò un sostituto per il vetro contenente piombo precedentemente utilizzato nel cosiddetto vetro da gamba mescolato con cenere d'osso. Questo però causava irritazioni alla pelle dei pazienti e rendeva le protesi meno durevoli. 

Con lo sviluppo della criolite nel 1868, si rese disponibile un materiale con buone proprietà di lavorazione, elevata resistenza al fluido lacrimale e resistenza alla frattura, che viene utilizzato ancora oggi insieme al vetro cristallino.

Materiale da lavoro proveniente dal laboratorio di Schoen Oculariste
Produttore/utilizzatore: Schoen Oculariste, Losanna/Ginevra 1880-1900 ca.
Materie prime e accessori per la produzione di occhi artistici in vetro provenienti dal laboratorio di Arthur Schoen. Contenuto: varie bacchette di vetro di diversi colori; 1 scatola metallica rotonda con coperchio recante il marchio del produttore Schoen; frammenti di occhi artificiali in vetro; occhi artificiali vuoti su uno stelo.
MHSZ 8533.2 In prestito dalla Collezione Medica dell'Istituto di Medicina Evolutiva (IEM) dell'Università di Zurigo.

L'obiettivo della produzione di protesi in vetro era quello di ottenere un risultato esteticamente gradevole e realistico, oltre a un elevato livello di comfort. Questo obiettivo è stato raggiunto grazie alla personalizzazione della forma e delle dimensioni, alla formazione di un film lacrimale omogeneo sulla superficie del vetro, alla buona compatibilità dei materiali e ai bordi arrotondati delle protesi. Oltre all'occhio a conchiglia, nella seconda metà del XIX secolo fu sviluppato a Lauscha il cosiddetto occhio di riforma 
Una protesi oculare in vetro deve essere sostituita con una nuova ogni 1-2 anni circa. Nel corso del tempo, le protesi oculari sintetiche in celluloide, pur non essendosi affermate, sono ora integrate da protesi oculari in vetro acrilico.
Le protesi oculari in vetro acrilico sono ora disponibili.

Modelli di occhi di vetro presenti al museo del moulage dell'università di Zurigo

Commenti

Post popolari in questo blog

Suvorov55 - L’epopea di un esercito in Svizzera - Parte2: Risalendo il Ticino

Prosegue il viaggio fianco a fianco del generale Suvorov e la sua armata. Certo non capita tutti i giorni di veder sfilare un armata sotto casa. Quali le reazioni e le ripercussioni e le conseguenze nelle povere terre ticinese? In questa tappa seguiamo l'esercito percorrere un sottoceneri ancora poco stabile sulle sue gambe dopo la scacciata dei Lanfogti Piccolo padre Così la spedizione di Suwaroff in Isvizzera fu decisa: dal suo campo di Asti egli lanciava il 5 settembre 1799 un ordine del giorno pieno di entusiasmo alle sue truppe agguerrite e ben riposate e senz’indugio mettevasi in marcia verso il Cantone Ticino per Gallarate, Varese, Ponte Tresa. Souwaroff era pieno d’umore bellicoso: vecchio d’oltre 70 anni ma arzillo e noncurante dei disagi, ora caracollava frammezzo ai cosacchi ridendo e cantando con essi, ora con parole incoraggianti spronava alla marcia i suoi granatieri , ed i moschettieri mitrati, che in lunghe colonne per sei divoravano le larghe strade lombarde. Fisi...

Museo della riforma di Ginevra 3 - Icone e iconoclastia

In un secolo dove l'analfabetismo si aggira al 90% il potere delle immagini la fa da padrone. Come visto in passato la bibbia veniva disegnata sulle pareti delle chiese, le icone prendevano ancor più piede. E come qualcuno impone delle icone qualcun'altro vuole eliminarle perché non attinenti al suo pensiero. Ecco con parole mia l'iconoclastia: una parola probabilmente udita almeno una volta, ma proprio per quello difficile da ricordare, ma anche se si ricordasse sarebbe assai difficile al giorno d'oggi trovare un iconoclasta praticante....ok, ho capito..... Iconoclastia protestante La Riforma diffidava della superstizione. Combatteva l'infatuazione dei devoti per le immagini e le statue, nel rispetto letterale del secondo dei dieci comandamenti dell'Antico Testamento, che proibisce la rappresentazione materiale di Dio. Nella prima parte del XVI secolo, i riformatori radicali distrussero immagini, dipinti e sculture in campagne iconoclaste, che Lutero, Zwingli ...

Il Lazzaretto di Milano

Per completare le letture sulla pestilenza che colpì Milano, origine di diversi spunti ( qui , qui e qui ), decido di recarmi direttamente sul posto per cercarne i resti. Si perché se “se non si va direttamente sul posto si gode solo a metà”  Storia del Lazzaretto In un'epoca nella quale le condizioni igieniche erano davvero precarie, nasceva la necessità di adibire alcune strutture alla degenza e all'isolamento degli appestati durante le epidemie. Per questo motivo venne costruito il Lazzaretto, struttura che ogni città avrebbe dovuto avere per garantire un minimo di assistenza ai malati e per difendersi dall'espansione del contagio. Ciò che però non si sapeva era come trattare con la peste. Nei lazzaretti i malati erano di fatto isolati in attesa della morte. Esterno del Lazzaretto e porta di accesso Il primo Lazzaretto di Milano sorse molto distante dalla città, a Cusago tra il 1447 e il 1450, ma si rivelò troppo lontano durante la peste del 1451. Era necessaria una str...

Giordano Bruno

Giordano Bruno. Scagli la prima pietra che non ha mai udito tale nome. Probabilmente se si conosce il nome si saprà anche come ha finito i suoi giorni; bruciato vivo. Stop. Ma non basta. Così come non basta passare a velocità supersonica in piazza campo dei fiori a Roma per una rapida occhiata al monumento a lui dedicato. Ci sarà pur un motivo se tra migliaia di messi al rogo a lui hanno fatto la statua. Che diamine. Questi i pensieri mentre riguardo gli scatti strappati a Campo dei fiori in una soleggiata giornata primaverile. A distanza di due anni approfondisco il personaggio e il percorso che lo ha portato ad essere ridotto in cenere a Roma, a poche centinaia di metri della capitale di Gesù Cristo Nostro Signore P.S. É un puro caso che il post esca esattamente lo stesso giorno della sua esecuzione. Il monumento  Nel centro di piazza Campo de' Fiori, in mezzo alle bancarelle del mercato e al vagabondare di romani e turisti, si leva il monumento a Giordano Bruno. Il filosofo è tu...

Hotel Dakota

A volte i musei sono nei posti più insoliti. Un evento particolare può infatti essere preso come filo rosso per l'arredamento di un albergo. Questo é quello che hanno deciso i gestori dell'albergo Dakota a Meiringen Hall dell'hotel Dakota di Meiringen L'incidente Il 18 novembre 1946, un Dakota C-53 americano decollò da Vienna con dodici passeggeri per un volo diretto a Pisa. Dopo lo scalo a Monaco, il pilota Ralph Tate decise di sorvolare le Alpi svizzere e sbagliò le condizioni di altitudine. Volando troppo basso, l'aereo sfiorò il ghiacciaio Gauli a 3350 metri di altitudine a una velocità di 280 km/h. L'aereo sbanda nella neve alta, supera dei crepacci e alla fine si  ferma, senza che i 12 occupanti riportassero ferite pericolose per la vita. A bordo c'erano quattro membri dell'equipaggio e otto passeggeri, tra cui quattro donne, alti ufficiali dell'esercito americano e una bambina di 11 anni. La nebbia e i forti venti costrinsero il Dakota ad att...

Marignano 1515: la battaglia dei giganti secondo il Traxino

Trovo miracolosamente un altro testo inerente la battaglia di Marignano. Vero crocevia della storia svizzera. Questa pubblicazione risulta particolarmente interessante perché arricchita (quasi la metà del testo) da numerosissime note  L'Europa è in fermento, la prospettiva che un'area geografica di importanza fondamentale come il ducato di Milano sia caduta in mano agli svizzeri e al loro comandante, cardinal Schiner, è ritenuta inaccettabile, seppur con la poco credibile assunzione al trono di un figlio del Moro, Massimiliano Sforza, manovrato dallo Schiner e senza nessun margine d'azione autonoma. Nonostante l'indubbio impegno e coraggio da essi profuso, unitamente alle elevate perdite, durante il secondo giorno è ormai evidente a tutti che il vincitore della battaglia è l'esercito francese. Gli svizzeri cominciano a ritirarsi dal Ducato, protetti da alcune robuste retroguardie, rientrando nei propri territori, ma a testa alta: hanno infatti ben combattuto ed il l...

Una nuova partenza

Ho gestito un blog dal 2004 al 2016 Dal 2016 ho preso una pausa, nel frattempo il mio stile di vita e i miei interessi sono mutati, si potrebbe sostenre che sono passato dall'epoca "tardo bimbominkia" al "consapevole di un esistenza da sfruttare bene", o ancora, come amo dire, aver cambiato la mia stagione umana, che sia da "primavera a estate" o da "estate a autunno" non l'ho ancora capito. Nel frattempo i miei interessi si sono spostati fondamentalmente su due temi: montagna e storia. Perché Suvorov55? Suvorov55 é un nome che riesce a racchiudere entrambe le mie passioni, cosa abbastanza difficile in una parola; si tratta di un percorso proposto da una delle innumerevoli app di escursionismo che propone di ripercorrere il percorso fatto dal generalissimo Suvorov nelle alpi svizzere nel contesto delle guerre napoleoniche, il percorso si chiama appunto Suvorov55 ed é una dei miei innumerevoli obiettivi che mi sono proposto di raggiungere....

L’arte di invecchiare

Finché lo scorrere del tempo non diventi uno dei principali pensieri o addirittura sfoci in un ossessione stiamo sicuramente navigando nelle tumultuose acque della gioventù. Inesorabile é purtroppo il passare del tempo, ma questo lo si avverte con lo "scollinamento" (vedi capitolo sotto). All'improvviso sembra tutto fragile, insicuro, ci si rende conto che al contrario dei videogiochi la vita é una sola, appesa ad un filo che potrebbe rompersi da un momento all'altro. Da qui si impone profonda riflessione e una ricerca di filosofie capaci di accompagnarci con grande serenità al più democratico dei giorni.  Negli appunti lasciati di Schopenhauer, e nuovamente racchiusi in un vademecum tascabile trovo alcune risposte a questi pensieri tipicamente serali giusto "prima di spegnere la lampada sul comodino”.  Maestro della sponda superiore del Reno - Dittico: Hieronymous Tschckenbürlin e la morte, 1487 Museo d'Arte Basilea Definizione della vita secondo Schopenhaue...

VERSO

Quello che ci si para dinnanzi é sempre solo una facciata, un lato della medaglia, solitamente il più bello. Ma per conoscere bene qualcuno occorre mangiarci un sacco di sale assieme. L'operazione di scoprire il lato oscuro dei quadri é decisamente più semplice ma raramente non viene trattato perché il lato bello prende per se tutto l'interesse in quanto decisamente la più degno di ammirazione. Si potrebbe dire la stessa cosa dei singoli delle canzoni che uscivano con una seconda traccia, le famose B Sides, sempre un po' bistrattate, a torto, in quanto anche loro erano delle perle destinate a rimanere a vivere all'ombra della parte bella. Ma ritorniamo ai quadri, la Kunsthaus di Basilea decide di farci scoprire cosa sta dietro ai quadri. A oggi non mi sono mai posto grandi aspettative al riguardo, l'unico punto a riguardo erano le ali delle pale d'altare, che vengono solitamente esposte aperte nei musei, ma che nella realtà erano in questa posizione in corrispon...