Capito su Hans Leu il giovane un po’ casualmente.
Il cognome non suona nuovo, infatti Hans Leu il vecchio, suo padre, fu l’autore di diversi quadri, alcuni visti al museo d’arte a Zurigo, e soprattutto alla famosa serie di quadri rappresentanti il martirio dei santi di Zurigo, miracolosamente ritrovati anni dopo l’epoca iconoclastica.
Il Giovane apprese il mestiere del padre nella sua bottega. Di lui però ben pochi dipinti si salvarono, paradossalmente distrutti dalla nuova fede protestante che lui stesso imbracció.
Hans Leu (il Giovane) Tavola raffigurante la crocifissione di Cristo e Santa Veronica. Olio su legno realizzato quale donazione in onore dei caduti della battaglia di Marignano, dopo il 1515 (Museo nazionale svizzero, IN-6941).
Si tratta di uno dei pochi dipinti sacri di Leu (la sua sigla appare in basso a destra) che sopravvisse all'iconoclastia riformata, probabilmente perché il donatore riuscì a riprenderne possesso. Sul lato inferiore sono raffigurati gli stemmi dei caduti zurighesi (probabilmente Hans Bürkli, Bilgeri I von Hohenlandenberg e Alexander Metzger), alla cui memoria fu fatta la donazione. Leu riesce a mascherare le sue lacune nella rappresentazione di scene di gruppo attirando l'attenzione sul corpo martoriato di Cristo e attribuendo così all'immagine un carattere devozionale
Oltre al pennello l'alabarda
Ma c’è dell’altro, quello che veramente mi colpisce di Hans Leu il giovane é una certa vita parallela a quella di aura
Graf: anche se con una fedina penale decisamente più pulita anche Leu come Graf partecipò alle guerre in Italia come mercenario, e anche lui fu presente a Marignano il 1515.Ma c’è dell’altro, quello che veramente mi colpisce di Hans Leu il giovane é una certa vita parallela a quella di aura Graf: anche se con una fedina penale decisamente più pulita anche Leu come Graf partecipò alle guerre in Italia come mercenario, e anche lui fu presente a Marignano il 1515.
Hens Leu il giovane trovo la morte in un conflitto armato. Paradossalmente combatteva a fianco dei riformati, gli stessi che praticando l'iconoclastia avevano distrutto molti suoi lavori.
....i circa 630 guerrieri, la maggior parte dei quali provenienti dalla città e dal distretto di Zugo, lanciarono un attacco a sorpresa nel cuore della notte contro l'accampamento dei Riformati, dove attaccarono le forze riformate, numericamente molto più forti ma disorganizzate, “con un grido, con ferocia, con una mano brillante, audace e coraggiosa, come i leoni, ai quali doveva essere negata la loro grotta insieme ai loro leoni e ai loro giovani”, uccidendone circa 800 in poco tempo. Della banda di Iten, 87 uomini, tra cui otto Ägerer, sarebbero morti nella battaglia, che fu più che altro un'incursione seguita da un massacro.
Scontri sul Gubel (1531). Illustrazione tratta da una miscellanea di Christoph Silberysen, 1569 (Aargauer Kantonsbibliothek, Aarau, Miscellanea, MsWettF 33, fol. 9r).
Dopo la battaglia di Kappel, gli Zurighesi e i loro alleati si accamparono sul Gubel. Dalla valle di Ägeri un piccolo stuolo di soldati della Svizzera centrale, soprattutto Zughesi (in basso a destra), si avvicinò furtivamente all'accampamento avversario, uccidendo numerosi nemici riformati.
La domanda che mi nasce, proprio come per Graf, perché questi maestri pittori prendevano parte alle spedizioni mercenarie? Non guadagnavano abbastanza come pittori oppure guadagnavano molto di più come mercenari? Il rischio di morire durante le guerre era alto, i disegni di Graf dove la morte appare spesso a fianco dei soldati lo testimonia, insomma, doveva valere veramente la pena. Il pensiero di essersi fatti ingolosire da grandi guadagni si fa strada. Sarà proprio questo lato di “avventurieri” sprezzanti della morte a conferire a questi artisti quel fascino irresistibile
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