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Teratologia infernale

 Nel Kunstmuseum di Zurigo é un susseguirsi di "aaah" e ooooh". Come preventivavo la sezione dei maestri medievali é quella ad affascinarmi maggiormente. In particolare due dipinti mi lasciano letteralmente a bocca aperta.

All’apogeo della pittura zurighese appartengono le opere di Hans Leu il Vecchio, qui custodite: due pannelli sono dedicati alle storie dell’arcangelo Michele e in particolare alla Caduta degli angeli ribelli e al Giudizio finale. In quest’ultimo pannello appaiono in basso a sinistra un garofano rosso e un garofano bianco, la firma di questo maestro che fu attivo tra il 1480 e il 1510.

La caduta dall'inferno, l'Arcangelo Michele in lotta con Lucifero -Hans Leu il Vecchio  - 1500 circa


In entrambi i pannelli, la figura centrale è quella dell’arcangelo che brandisce il suo spadone.

Nel primo è rivestito della corazza del guerriero e si protegge con uno scudo. Nel secondo indossa una lunga tunica bianca e un mantello rosso, mentre con la mano sinistra regge la bilancia a doppio piatto del ponderator. Comune ai due pannelli è la presenza di Dio Padre nell’alto dei cieli, circondato dal coro degli angeli. La prima scena vede il contrasto tra Michele e Lucifero, nel quadro della più ampia battaglia condotta dagli angeli rimasti fedeli a Dio contro gli angeli ribelli. Durante la loro caduta gli angeli ribelli assumono progressivamente sembianze diaboliche: canidi, rapaci, scorpioni, insetti. Una rassegna di teratologia fantastica.

Teratologia fantastica

La "teratologia fantastica" è un termine che si riferisce a un campo di studio che esplora e rappresenta creature immaginarie, mostruose o fantastiche. La parola "teratologia" deriva dal greco "teras", che significa "mostro", e "logia", che significa "studio".

La teratologia fantastica può essere considerata un sottogenere della fantasia o della letteratura fantastica, che si concentra sulla creazione di creature uniche e straordinarie. Queste creature possono essere frutto della fantasia degli autori, ispirate a miti, leggende o folklore, o possono essere combinazioni di caratteristiche di diverse creature reali o immaginarie.

Questo campo di studio e di esplorazione artistica è ampiamente presente nella letteratura, nell'arte visiva, nel cinema e nei giochi di ruolo. Creature come draghi, unicorni, licantropi, vampiri, sirene e molte altre fanno parte del ricco universo della teratologia fantastica.


La teratologia fantastica offre un'opportunità per l'esplorazione dell'immaginazione, la creazione di mondi fantastici e l'espressione creativa. Attraverso queste creature straordinarie, gli autori e gli artisti possono affrontare temi come la diversità, l'identità, la paura o l'attrazione per l'ignoto.

È interessante notare che la teratologia fantastica può anche essere collegata a concetti come l'antropomorfismo, l'ibridazione o la metamorfosi, che coinvolgono la rappresentazione di creature che combinano caratteristiche umane e non umane.

In sintesi, la teratologia fantastica è un campo che si occupa dello studio e della rappresentazione di creature immaginarie, mostruose o fantastiche, e offre un'ampia gamma di possibilità creative e di esplorazione artistica.

Lotta alla bilancia

Molto più serena è la scena del Giudizio universale. Lo sfondo è un paesaggio verde attraversato da un fiume, dove compaiono, come elementi di verticalità, gli alberi dei boschetti, la cima aguzza di un monte e le torri di una città lontana. Il gruppo dei beati è già in paradiso, inginocchiato davanti al Padre. Il gruppo dei dannati si allontana mostrando appariscenti gesti di disappunto. Il particolare in evidenza, dai tratti umoristici, è l’affannarsi dei diavoli per la conquista delle anime dei risorti. Pur d’impadronirsi dell’anima di un beato non esitano a buttare nel piatto della bilancia un peso e una mola, a utilizzare un rampino e ad aggrapparsi al piatto nel tentativo vano di capovolgere l’esito della pesatura.

La croce vivente

Uno dei primi pensieri vedendo le opere di Hans Leu il vecchio corre al dipinto visto nel museo di storia ed arte di Friborgo poche settimane prima

La "Croce vivente" di Hans Fries è uno dei dipinti più enigmatici del Museo d'Arte e Storia. Si tratta senza dubbio di una pala d'altare creata all'inizio del XVI secolo, ma non conosciamo il suo scopo originale. Questo pannello appare come un riassunto dei principali fondamenti della fede cristiana: attraverso la sua Crocifissione, Cristo pone fine all'Antica Alleanza e dà vita alla Chiesa. Dando se stesso in sacrificio, ha sconfitto la morte e ha aperto le porte del cielo all'umanità.

In una lettera datata 26 novembre 1881, Henri Schaller, Direttore dell'Educazione, richiamò l'attenzione di Louis Grangier, Curatore del Musée de Fribourg, su un dipinto che si trovava in una cappella laterale della chiesa di Cugy (Broye/Cantone di Friburgo). Secondo lui, si trattava di un'opera molto bella di Fries, in cattivo stato di conservazione, che il museo avrebbe potuto acquistare. Un anno dopo, fu raggiunto un accordo con il proprietario del dipinto, la Confrérie de Saint-Eloi con sede a Сugу: l'opera sarebbe stata scambiata con una raffigurazione di Saint-Eloi dipinta da François Bonnet secondo le linee guida della Confré-rie. Il dipinto di Fries entrò così nelle collezioni del museo nel 1883, anche se non sono disponibili informazioni più precise sulla sua storia precedente al nuovo.

Croce vivente, 1510-1512 circa - Hans Fries (Friburgo, 1465 circa - Berna, 1523 circa)
Legante a olio su legno
Origine: Cugy

La "Croce vivente" non illustra un episodio tratto dalla Bibbia o da un racconto agiografico, ma presenta una sorta di riassunto teologico dell'azione redentrice di Cristo. Il Crocifisso occupa il centro del pannello. È morto e il suo corpo insanguinato porta i segni della terribile sofferenza inflittagli: i segni della flagellazione, una ferita nel fianco, le ferite lasciate dai chiodi e la corona di spine (nel disegno sottostante, la testa di Cristo è inclinata). La mano in cima alla Croce porta una chiave; apre il Cielo, che squarcia le nuvole con il suo bagliore dorato. All'estremità opposta, ai piedi del Crocifisso, la seconda mano utilizza un martello per rompere la porta dell'Inferno. 


Proprio accanto ad essa, Gesù appare ancora una volta, avvolto solo in un mantello rosso foderato di verde; da conquistatore della Morte, regge il vessillo della Risurrezione. Infilando il suo bastone nel petto di un grande demone, libera una moltitudine di uomini e donne in attesa di salvezza dal limbo (Limbo dei Padri):
Adamo, il primo padre dell'umanità, rappresentato come un uomo anziano con la giovane Eva al suo fianco; San Giovanni Battista, precursore di Cristo e l'unica figura del gruppo che indossa un'aureola. Di fronte a lui ci sono altri limbi, affollati di bambini non battezzati.


Sotto il braccio destro della Croce (la sinistra di Cristo), una donna vestita in modo sontuoso cavalca un asino con una ferita sul collo, che sta leccando il legno della Croce. La mano raffigurata sopra la donna le trafigge la gola con una spada. Morendo, china il capo, lasciando cadere la corona come segno del suo potere. Questa è la Sinagoga, la personificazione dell'Antica Alleanza, che termina con il sacrificio di Cristo. La benda che l'ha accecata alla venuta del Messia è scivolata dai suoi occhi. Originariamente, Fries voleva raffigurare Eva qui, come si può vedere dalla figura nuda nel disegno sottostante. La mela tenuta in mano da Eva è stata sostituita da un teschio che simboleggia la morte, e il serpente alato e coronato ora sussurra alle orecchie della Sinagoga. Attaccato all'estremità di un bastone rotto, lo stendardo che fluttua sopra di esso una volta recava l'iscrizione "EVA".

Fries intendeva indubbiamente collocare Eva e Maria faccia a faccia, ma modificò il suo piano e alla fine dipinse la Sinagoga alla sinistra di Cristo e alla sua destra un sacerdote, simbolo della Chiesa, che celebra l'Eucaristia davanti all'altare. Il pane e il vino, l'ostia e il calice, sono legati a Cristo da raggi di sangue che simboleggiano il rinnovamento del Suo sacrificio. La quarta mano, sotto il braccio sinistro della Croce, benedice la scena.

Il complesso schema iconografico della 'Croce vivente' non era limitato ai dipinti di Hans Fries. Oggi conosciamo una trentina di opere europee, datate tra il 1400 e il 1700, in cui quattro mani che partono dalla Croce evidenziano l'azione redentrice di Cristo. Data la sua costruzione teologica erudita, sembra più probabile che il dipinto del pittore friburghese fosse destinato a una chiesa di una città, piuttosto che a una semplice chiesa rurale come quella di Cugy.

Commenti

  1. Molto bello papà grande un articolo molto ammirevole sono Lia ❤️

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    1. La mia fida compagna (come diamine si mette il cuore?)

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  2. Io saró sempre qui ad ammirare i tuoi capolavori💗

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    1. Tu sarai con me nel mio vagare tra arte cultura storie e montagne

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