Epoche. Ogni epoca ha le sue belle e brutte gatte da pelare. Baby boomer, figli dei fiori, paninari, emo, insomma per tutti i gusti.
Il bello di questi movimenti é che sono tutti di passaggio, che cambiano, nascono e si eclissano con il cambia epoca. Inutile quindi scagliarsi o affezionarsi troppo a loro, sono semplicemente di passaggio come ogni cosa durante le nostre umili esistenze.
Vale comunque gettare un occhio su un particolarissimo movimento nato in un altrettanto particolarissimo momento: é appena finito uno dei più terribili periodi in Francia: quello del terrore dove in un crescendo esponenziale di ghigliottinati quotidiani il sistema inevitabilmente collassa. La morte dell'incorruttibile Robespierre ha dato improvvisamente fine ad un capitolo di grande oppressione per lasciarcene immediatamente fiorire uno altrettanto estremo e bizzarro, e forse non poteva che essere altrimenti: ecco quindi gli incredibili e le meravigliose
Mentre la testa di Robespierre sta ancora rotolando...
Il 27 e il 28 luglio del 1794 la caduta di Robespierre segnano l'inizio della reazione termidoriana antigiacobina. Già all'indomani della sua morte sul patibolo nelle strade ricominciarono a circolare le carrozze, i signori ripresero al loro servizio maggiordomi e domestici. Quando alla Convenzione di termidoro fu abolita la "legge del massimo" e soprattutto quando il Direttorio prese il potere sostituendo la Convenzione nazionale, i negozi facevano mostra di opulente vetrine straboccanti di merci.
Caricatura Inglese di Parigine in abiti invernali nel 1799
All'indomani della fine del Terrore i francesi usciti dalla prigione a partire dal 5 agosto 1794, o ritornati dall'esilio o anche soltanto felici di vedere la fine del Terrore, si abbandonarono freneticamente ai piaceri della vita onde sdrammatizzare l'austerità precedente ed esorcizzare il clima sanguinoso di Parigi.
Vi erano fra i trenta o quaranta teatri e 644 balere che facevano buoni guadagni, e lì
vi erano anche i "balli delle vittime", dove erano ammessi soltanto quelli che dichiaravano di aver perduto dei parenti sul patibolo e dove si ballava vestiti a lutto e ci si salutava con un rigido inchino della testa come se questa fosse stata tagliata dalla lama della ghigliottina.
Alcune donne, vedove, mettevano nastri rossi o neri al collo in memoria dei mariti decapitati, o guanti bianchi simboleggianti l'innocenza.
Louis-Léopold Boilly, Un Incredibile e una Meravigliosa nel 1797.
La donna viene scambiata per un prostituta a causa dell'abbigliamento e rifiuta il denaro dell'uomo che di sta facendo lustrare le scarpe
Gli incredibili
In questo ambiente sociale i giovani che dettavano la moda del tempo, dalla scelta degli abiti fino al modo di parlare, lanciarono una nuova moda: gli "elegants" (elegantoni, predecessori dei dandies inglesi) portavano delle lunghe trecce che ricadevano sulle spalle o capelli lasciati crescere lungo le tempie che venivano chiamati "orecchie di cane"; un pettine di corno raccoglieva in un ciuffo dietro la testa (a raffigurare il modo con cui si presentavano al patibolo i condannati a morte) i capelli che dovevano essere tagliati con il rasoio e non con le forbici, considerate troppo comuni e volgari. Portavano poi dei grandi anelli alle orecchie, enormi occhiali sul naso oppure un grande pince-nez con una lunga asta davanti agli occhi come se fossero affetti da una forte miopia.
Nelle occasioni speciali l'"incredibile" sostituiva la sua corta redingote con un abito dal taglio squadrato e dai grandi baveri, indossava un cappello a cilindro di enormi dimensioni, portato chiuso sotto il braccio, e calzava scarpe a punta che ricordavano le calzature del Medioevo.
I segni principali che facevano riconoscere gli eleganti di quest'epoca erano delle redingote molto corte, un abito con un grande colletto che faceva una gobba sulla schiena come se fossero gobbi, una gigantesca cravatta come se si volesse nascondere un gozzo o delle scrofole, dei calzoni corti al ginocchio di velluto o di seta nera o verde cascanti e che facevano sembrare i loro ginocchi gonfi e deformi, delle calzette variegate, attorcigliate sulle gambe e calati alle caviglie, come se non avessero i polpacci.
Nelle occasioni speciali l'"incredibile" sostituiva la sua corta redingote con un abito dal taglio squadrato e dai grandi baveri, indossava un cappello a cilindro di enormi dimensioni, portato chiuso sotto il braccio, e calzava scarpe a punta che ricordavano le calzature del Medioevo.
Scarpa gotica - Nella seconda metà del XIV secolo, si diffonde la moda delle scarpe a punta allungata in pelle pregiata, dette poulaine. La cultura cavalleresca e dell'amor cortese offre un terreno fertile per questa moda stravagante. Le poulaine assurgono a simbolo della società cortese.
Poulaine di tipo gotico allacciata sui lati, scarpa singola, 1420 circa,
Castello di Issogne, Italia settentrionale, pelle.
Il loro abbigliamento fu messo in caricatura da Carle Vernet: bicorno a mezza luna, parrucca infarinata, colletto nero, cravatta che avvolgeva tutto il collo in segno di lutto per l'esecuzione di Luigi XVI, detta écrouélique, 17 bottoni di perla in onore di Luigi XVII, l'abito troppo stretto, un enorme monocolo e un bastone piombato e nodoso in pugno.
Una volta messi fuori gioco giacobini, montagnardi e sanculotti più accesi, la Convenzione termidoriana tentò di sbarazzarsi dei moscardini chiudendo il Café de Chartres. Queste bande di giovani tornarono in auge solo dopo il 1798, ma la moda mutò nel frattempo in favore dello stile Direttorio, più sobrio e neoclassico.
La mitologia era all'ordine del giorno: vi erano tuniche alla Cerere e alla Minerva, redingote alla Galatea, vestiti alla Flora, alla Diana, all'Onfale. Si vestivano solo con stoffe leggere e trasparenti così aderenti che non era possibile farvi delle tasche, allora le Meravigliose s'inventarono di portare il fazzoletto in un sacchetto chiamato alla greca "balantine" o alla latina "reticule". Calzavano coturni, sandali allacciati sopra le caviglie con cordoni incrociati o fasce ornate di perle. Qualcuna aggiunse a questo abbigliamento nuove eccentricità: la regina delle meravigliose, Thérésa Tallien si inventò di ornare le dita dei piedi con anelli costosi e altre la imitarono e aggiunsero dei cerchi d'oro alla gambe.
Non contenti di sembrare miopi, mascherati e deformi, gli Incredibili e le Meravigliose si distinguevano anche per la singolarità e l'affettazione del loro modo di pronunciare le parole: si rifiutavano di pronunciare la lettera "r", la prima lettera della parola "Rivoluzione" che aveva causato le loro disgrazie. Se ad esempio si raccontava loro qualcosa che li stupiva, essi esclamavano: «Pa'ola mia d'ono'e! È inc(h)'edibile!». Da qui venne loro il nomignolo di "incredibili" o quello di "moscardini" dato loro dal popolo.
Potere esecutivo
Sebbene essi volessero sembrare inoffensivi, gli Incredibili non uscivano di casa se non portando con loro un'enorme bastone, nodoso e a spirale che essi chiamavano il loro "potere esecutivo" e di cui si servivano per dare la caccia e bastonare i giacobini.
Per riconoscersi tra di loro avevano adottato una parrucca bionda e un colletto nero il che causava loro delle continue risse sia con i colletti rossi democratici che con i soldati della Repubblica. Alla fine del 1794 Louis-Marie-Stanislas Fréron guidò i Moscardini all'assalto del Club dei Giacobini, ottenendone la chiusura, inoltre fecero rimuovere le spoglie di Marat dal Pantheon di Parigi (dove furono tumulate il 21 settembre 1794) e l'urna col cuore dalla sala dei Cordiglieri dove si trovava dal luglio 1793, e secondo François-René de Chateaubriand e Victor Hugo le buttarono in seguito nelle fogne di Parigi.
Una volta messi fuori gioco giacobini, montagnardi e sanculotti più accesi, la Convenzione termidoriana tentò di sbarazzarsi dei moscardini chiudendo il Café de Chartres. Queste bande di giovani tornarono in auge solo dopo il 1798, ma la moda mutò nel frattempo in favore dello stile Direttorio, più sobrio e neoclassico.
Le meravigliose
Le elegantone del 1797 non si fecero sopravanzare dai loro cavalieri: le Meravigliose, prendendo a prestito l'antichità pagana, pretendevano di vestirsi con un abbigliamento che consisteva principalmente in mantelli, abiti, tuniche alla greca o alla romana.La mitologia era all'ordine del giorno: vi erano tuniche alla Cerere e alla Minerva, redingote alla Galatea, vestiti alla Flora, alla Diana, all'Onfale. Si vestivano solo con stoffe leggere e trasparenti così aderenti che non era possibile farvi delle tasche, allora le Meravigliose s'inventarono di portare il fazzoletto in un sacchetto chiamato alla greca "balantine" o alla latina "reticule". Calzavano coturni, sandali allacciati sopra le caviglie con cordoni incrociati o fasce ornate di perle. Qualcuna aggiunse a questo abbigliamento nuove eccentricità: la regina delle meravigliose, Thérésa Tallien si inventò di ornare le dita dei piedi con anelli costosi e altre la imitarono e aggiunsero dei cerchi d'oro alla gambe.
Talvolta su una grande parrucca bionda innalzavano immensi cappelli, portavano i capelli corti e scalati come quelli dei busti romani maschili: capelli "alla Bruto", nelle donne chiamato anche "alla Tito" (dall'acconciatura degli attori che nei decenni precedenti avevano interpretato il ruolo di Tito Giunio Bruto, figlio di Lucio Giunio Bruto, nella tragedia Brutus di Voltaire (1730), oppure per estensione dai busti dell'imperatore Tito), o "alla vittima", sempre in ricordo dei ghigliottinati.
«Ah! Se vedesse!» Stampa satirica anonima del 1797 che raffigura un cieco che lacera inavvertitamente il vestito trasparente di una Meravigliosa che espone così le sue natiche al pubblico.
Oltre alle camicie alla greca (spesso derivate dal vestiario che utilizzavano nelle prigioni ma anche simbolo di semplicità) si usavano infatti boccoli e chemise à la Reine, come nella parte finale dello stile Maria Antonietta
Teresa Tallien, Juliette Récamier e Giuseppina di Beauharnais (Madame Bonaparte, detta "Nostra Signora delle Vittorie") furono soprannominate anche le "tre Grazie del Direttorio".
Molte Meravigliose si inventarono di mostrarsi durante le passeggiate e nei giardini pubblici coperte soltanto da vestiti di garza trasparente. Il pubblico se ne scandalizzò e una riprovazione generale si sollevò contro queste "ultrameravigliose" che furono costrette a rinunciare a queste innovazioni.
Teresa Tallien, Juliette Récamier e Giuseppina di Beauharnais (Madame Bonaparte, detta "Nostra Signora delle Vittorie") furono soprannominate anche le "tre Grazie del Direttorio".
Molte Meravigliose si inventarono di mostrarsi durante le passeggiate e nei giardini pubblici coperte soltanto da vestiti di garza trasparente. Il pubblico se ne scandalizzò e una riprovazione generale si sollevò contro queste "ultrameravigliose" che furono costrette a rinunciare a queste innovazioni.
Incroyable e Merveilleuse, caricatura
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